I
Lunedì 23 Febbraio, prima settimana da single.
Il
gelato alla nocciola sta cominciando a sciogliersi. Accidenti a me,
perchè l’ho comprato? Io odio il gelato alla
nocciola, quasi quanto odio questo rotolino di ciccia che si sta
formando sui fianchi a forza di mangiare gelati disgustosi e patatine
prefritte. Detesto mangiare tutte queste schifezze, ma
nient’altro cura la depressione come il cibo ipercalorico. Le
ho provate tutte per dimenticare Robert e quel messaggio che mi ha
inviato la settimana scorsa, un messaggio che per me ha segnato un
prima e un dopo.
Abby, mi dispiace ma io credo di
aver perso i sentimenti che ho sempre nutrito per te. Non mi sento
più libero di fare le cose che mi piacciono
perchè tu non mi appoggi mai. Ho sempre pensato che avremmo
passato la vita insieme, ma poi tu sei cambiata. Quando ti ho
conosciuto eri simpatica, allegra e spiritosa, poi ti sei trasformata e
sei diventata nervosa e perennemente incazzata con il mondo. Mi spiace
Abby, ma le cose non possono continuare così, io non ce la
faccio. Perdonami se puoi.
E
dove li avresti persi i sentimeti stronzo? Magari tra le gambe di
quella sgualdrina che hai cominciato a farti dopo appena due giorni
dalla rottura? E lo sai benissimo perchè ero nervosa e
incazzata visto che avevo osato sfogarmi proprio con te. Gli studi
universitari pressanti che non mi concedono un attimo di riposo, un
lavoro che detesto ma che non posso mollare perchè mi serve
per vivere, i miei che ormai si parlano solo tramite i loro avvocati.
Ma ovviamente tu, fregandotene del momento orrendo che stavo passando,
hai deciso di perdere quel poco di dignità che ti restava
dopo la scappatella dell’anno scorso e mi hai mollato con un
sms. Esiste un posto all’inferno riservato alle persone come
te sai?!
...accidenti.
Sto parlando di nuovo da sola. Anzi, sto urlando da sola. Prendo fiato
e torno a osservare il gelato ormai semi-liquido nel bicchiere di
plastica dove lo avevo messo. Forse non è tutto perduto,
forse si renderà conto dell’enorme errore che ha
fatto e tornerà con me. Magari ha perso la testa e quando si
renderà conto di non poter fare a meno di me,
tornerà strisciando a implorare pietà e perdono.
Si sarà sicuramente così, noi torneremo insieme
potremo riprendere in mano i progetti sul nostro matrimonio e sulla
futura famiglia.
...ma
che sto dicendo. Lui non tornerà mai da me, anzi credo che
volesse lasciarmi già da un po’, ma purtroppo non
è degno del cazzo che ha nei pantaloni. In fondo i segnali
erano evidenti, uscivamo sempre meno spesso e da un po’ non
mi mandava più nemmeno il nostro sms della buona
notte. L’anno scorso cominciò a frequentare
un’ altra ragazza, una cretina che pensava solo a come doveva
truccarsi e quanti soldi doveva spendere per ricostruirsi le unghie.
Già allora avrei dovuto capire che le cose stavano prendendo
una brutta piega, ma ero talmente innamorata che lo perdonai,
imponendomi di dimenticare l’accaduto. Che stupida, avrei
dovuto mollarlo seduta stante, non mi sarei trovata in questa
situazione di merda. In fondo devo prenderma solo con me stessa, sono
stata debole, non ho saputo reagire a dovere e adesso lui se va di figa
in figa manco fosse un ape che impollina i fiori e io sono qui a
fissare un gelato sciolto.
-Abby?-
La
voce di Charlie, la mia coinquilina, mi fa sobbalzare. Quando accidenti
è arrivata? Ero talmente concentrata sui miei pensieri che
non nemmeno sentito la porta di casa che si apriva. Se mai fosse
entrato un ladro, ci avrebbe svaligiato la casa e io non me ne sarei
nemmeno accorta. Alzo lo sguardo su di lei, poi torno a fissare il
gelato. Lei sbuffa, afferra il bicchiere e versa il contenuto nel
lavandino della cucina. -Quello volevo finirlo Charlie- piagnucolo
isterica.
-
Certo che volevi finirlo, come hai finito gli altri tre che hai
lasciato sciogliere da quando hai messo piede a terra stamattina- mi
risponde seccata. La guardo sbuffando e faccio per alzarmi dalla sedia
che mi ha ospitato per non so quanto tempo prima che arrivasse Charlie.
-No,
tu non vai da nessuna parte- mi rimprovera lei mettendomi a sedere di
nuovo.
-Che
cazzo vuoi Charlie?- le chiedo irritata.
-
La devi smettere di lasciarti andare. Dannazione guardati! Non ti lavi
i capelli da una settimana, stai andando avanti a gelati, biscotti e
patatine, ti trascini per casa con questa orrenda tuta di pile e
pretendi che io stia a guardare la tua rovina? Non se ne parla. Quindi
adesso tu ti vesti in maniera decorosa, ti dai una ripulita, se
possbile ti butti un po’ di fard sulla faccia e riprendi a
lavorare. La settimana di ferie che hai preso dal lavoro scade oggi e
tra un’ora devi essere alla tavola calda per riprendere il
grembiule in mano.-
-Evviva-
dico sarcastica.
-Muoviti
vecchia baldracca- mi esorta lei tirandomi giù dalla sedia e
trascinadomi nel bagno. Speravo che mi avrebbe concesso di essere in
depressione per almeno un mese, ma sapevo che era una pura illusione.
Charlie è una persona pratica, se ha un problema lo risolve,
non si piange addosso ingozzandosi di cibo spazzatura. Siamo molto
diverse, ma nonostante tutto ci vogliamo un bene dell’anima,
forse anche per via del fatto che ci siamo sempre sostenute a vicenda
in ogni difficoltà. Non siamo la classica coppia di amiche
che si conoscono da tutta una vita e sono cresciute insieme. Io e lei
siamo piuttosto la coppia di amiche che si sono conosciute
all’università e hanno capito gradualmente non
poter più fare a meno l’una dell’altra.
-Abby,
non dimenticare di usare il balsamo, e già che ci sei pota
la foresta amazzonica che ti è cresciuta sulle gambe!- mi
urla lei mentre sono sotto la doccia. Certo farei a meno di queste sue
amene uscite sui miei peli, ma è un bene che ci sia lei a
ricordarmi che esiste la depilazione, altrimenti andrei in giro con i
peli di un orsetto lavatore.
Quando
esco dalla doccia la trovo in camera mia a sistemare la mia divisa sul
letto e a cercare il mio beauty case del make-up.
-Questo
posso farlo anche da sola Charlie- la rassicuro.
-La
prudenza non è mai troppa- afferma lei con aria teatrale.
Trovato il beauty case lo poggia sulla scrivania ed esce dalla stanza
chiudendo la porta. Con un sospiro comincio a vestirmi e mi riprometto
che semmai sarò di nuovo depressa, Charlie non
dovrà saperlo. Apro il beauty case, afferro il fard e con
aria sciatta mi splamo due belle chiazze rosse sugli zigomi. Perfetto,
adesso sembro un misto tra Saw l’enigmista e il clown della
McDonald’s. Chissene. Esco dalla stanza e mi dirigo
all’attaccapanni all’ingresso per predere la
giacca.
-Abby,
vuoi che ti accompagni- mi dice Charlie con aria preoccupata.
-Tranquilla, non mi butterò da un ponte, al massimo mi
lancerò sulla strada per farmi investire e poi
chiederò il risarcimento- le dico sarcastica.
Lei
incrocia le braccia e mi fulmina con uno sguardo truce. -Stai
tranquilla, non farò nulla- le dico sforzandomi di
sorridere. Tranquillizzata, torna in cucina e mentre sto per uscire mi
urla -quando hai finito il turno mi porti un cappuccino?- Questo suo
gesto mi suscita un sorriso sincero. Sa benissimo che non la deluderei
mai, quindi devo portarle il cappuccino e questo mi
costringerà a tornare a casa sana e salva evitando ponti e
macchine. Le ho già detto che le voglio un bene
dell’anima?