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Autore: Eneri_Mess    04/03/2008    5 recensioni
Remus Lupin, diciassette anni, stupidamente piegato su un banco della biblioteca, si diede dell’idiota.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Remus Lupin, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: i personaggi di Harry Potter si prestano a me solo per qualche intrallazzo mentale dalla dubbia sanità.

E’ questione di sguardi

è, ah... un attimo

[Questione di sguardi – Paola Turci]

Gioco di Sguardi

… quando ci si trova presi in mezzo.

Era diventato uno strano, e quanto meno pericoloso, gioco di sguardi.

Quando mai un gioco di sguardi non è pericoloso? Si chiese confusamene Remus, abbassando la testa dopo l’ultimo touché.

Lui era incapace in quelle “pratiche” che tanto piacevano a James e Sirius.

O a James e Lily.

O a Margarita di Corvonero e Jason di Serpeverde.

Le combinazioni erano le più disparate, soprattutto lì, in biblioteca, dove a labbra cucite l’unico modo di comunicare era possibile – ma guarda – soltanto con gli occhi.

Lui, tuttavia, persisteva nell’essere un’inguaribile imbranato.

Insomma, solo lui aveva capito la funzione della biblioteca? Si andava lì per studiare, per fare ricerche… non per… per duellare a suon di occhiate civettuole!

Rialzò con uno sbuffo anche troppo sonoro la testa castana per prendere un libro e ricominciare il suo tema sui Plimpy Scozzesi, loro habitat e costumi, quando, di nuovo, si trovò a fissare due occhi color pece, smaliziati e velenosamente sorridenti.

Avvampò, e in rapida successione mollò il libro, che sospeso a mezz’aria cadde sulla pila sottostante e fece precipitare sul pavimento altri due volumi. A denti stretti trattenne un gemito.

Qualche tavolo più avanti, l’artefice del misfatto rise impudente, con grazia, anche se i suoi gorgoglii erano puramente gutturali.

Il ragazzo, udendo il limpido scherno con cui era bersagliato, trattenne a malapena una di quelle paroline poco gradevoli che aveva cancellato dal suo gergo anche più scurrile.

Lui era educato, e dannatamente pudico.

Con un sospiro raccolse i preziosi albi da terra, rimettendosi in piedi a sua volta. Iniziava a diventare ridicolo quel pomeriggio. Detestava le distrazioni durante lo studio, e tutti lo sapevano.

Inconsciamente, perso nei suoi pensieri e sentendo una strana sensazione addosso, guardò avanti.

E trattenne un rapido fremito alle spalle. Di nuovo.

Questa volta la stoccata arrivò dai banchi a sinistra rispetto al suo, quasi in fondo alla sala. Questa volta fu trafitto da due iridi argentee contratte da rimprovero.

Remus avrebbe voluto mangiarsi per il rossore che gli accese il viso. Ma, sopra ogni altra cosa, rifilare un’occhiata altrettanto bieca a quel… quello stupido di Sirius.

Che si era messo in testa quel giorno? E cosa voleva da lui!?

Scosse la testa nella sua direzione, per comunicargli a modo suo di smetterla.

Ma il baldanzoso Grifondoro purosangue era già tornato al suo giochetto, ignorandolo bellamente.

C’era qualcosa che, seriamente, non andava.

Il fatto che quei due – e Remus rimarcò tra sé quei due – stessero avendo una tale… intesa?

Gli vennero i brividi solo a pensarlo. Però si ricompose. Lui era educato, pudico, ma anche diplomatico.

Per amor proprio non avrebbe espresso alcun dubbio su quei due, in loro presenza, in assenza di uno o dell’altra (anche se difficilmente si immaginava in compagnia dell’altra). In definitiva, avrebbe tenuto per sé tutto, anche sotto Veritaserum e soprattutto in quel momento in cui lui si trovava a fare la parte del… - deglutì – terzo incomodo?

Si abbassò sulla sua pergamena Plimpy Scozzesi dimenticata, quasi appiattendosi sul banco in una posizione vergognosamente ridicola ma necessaria.

Sparire, ecco cosa gli martellava nella testa. Doveva squagliarsela, tentare la via dell’evaporazione o sperimentare l’autocombustione.

Si sentiva bersagliato. Sapeva – il suo istinto mannaro lo avvertiva come un odore – di essere stato di nuovo puntato da lei.

Forse aspettava che lui, scioccamente, rialzasse la testa.

Oh no, lui sarebbe rimasto chinato sul tavolo in quel modo goffo e allarmante anche fino alla mattina dopo, se fosse stato sufficiente a far sì che si dimenticasse di lui.

Non si erano mai parlati, se non lei per insultarlo.

Non si erano mai guardati, se non lei per mostrarsi superiore.

Quindi, per Dio, la smettesse!

Remus Lupin, diciassette anni, stupidamente piegato su un banco della biblioteca, si diede dell’idiota.

Cosa stava facendo?

L’idiota. E l’aveva appurato.

Perché?

Perché quel cerebro leso di Sirius Black aveva iniziato un gioco di sguardi altamente rischioso con nientemeno che sua cugina Bellatrix Black. La quale, perfida e vipera, aveva ricambiato, e non paga del divertimento, aveva ben pensato – ben pensato! – di tirare in mezzo anche lui, solitario studentello Grifondoro occupato in ricerche su Plimpy Scozzesi.

Lui, l’ultima persona sulla faccia della terra.

Assodato che si era impelagato nella figura di ***** - come riuscì a censurarsi non lo seppe nemmeno lui – più grande fino a quel momento della sua vita, Remus decise di tornare tra le persone con un quoziente intellettivo di poco superiore alla norma e guardare in faccia la realtà.

Ovverosia, tre paia di occhi che lo fissavano ai raggi x per verificare la sua sanità mentale.

Sirius Black, del quale si sarebbe ricordato di cibarsi durante il plenilunio di quella settimana.

Bellatrix Black, a cui aveva confermato di essere un mezzosangue disturbato.

Madama Pince, davanti alla quale aveva appena perso tutta la sua credibilità di alunno diligente e giudizioso.

Bene, si disse, alzandosi a radunare le sue cose con un sorrisetto di autocommiserazione.

Quel giorno aveva scoperto come i giochi di sguardi non fossero adatti a lui. Di come fosse una totale schiappa a tirarsene fuori. Di come gettare alle ortiche la sua reputazione nel giro di mezzora.

Lui non era solo educato, pudico e diplomatico.

Oh no.

Lui era un’inguaribile imbranato.

E forse era tempo di lavorarci un po’ su e accantonare i maledetti Plimpy Scozzesi.

~ Fin

Autrice:

Non ha uno scopo né una vera e propria dignità. Avevo solo bisogno di scrivere qualcosa che noncentrasseassolutamentenulla con tutto il resto, con questo periodo e con quello che sto scrivendo al momento. Una pausa per staccare i neuroni e per provare qualcosa che non avevo mai fatto prima. Avrei però voluto approfondire lo strano triangolo che si era formato, Sirius/Remus/Bellatrix ^^

Ah, Bellatrix non dovrebbe esserci, veramente, essendo più grande di Siri e Rem. Me ne sono ricordata troppo tardi XD

Un bacio,

~ene

   
 
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