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Autore: _Angelica_    30/08/2013    0 recensioni
Credo non sia facile vivere col fiato sul collo ogni momento da quel fatidico giorno. Bea una ragazza di 16 anni ha iniziato a convivere con questa paura quella di una persona che la segue ogni momento,ogni suo spostamento e che cerca di isolarla dal resto del mondo. Spero vi piaccia e leggerete questa storia e che recensiate in molti.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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 … Ci guardammo negli occhi come se quell’istante durasse in eterno.
“Pronto …”
“Amore, sono la mamma come va ??” In quel momento tirai un sospiro di sollievo, e dalla mia espressione Luen e Jéremy capirono che non c’era nulla di cui preoccuparsi e potevano stare tranquilli.
“Mamma va tutto bene, i ragazzi ed io stavamo vedendo un film”
“Mi dispiace avervi interrotto. Sentite io ho lasciato dei soldi sulla mensola del salotto. Potete ordinare una pizza da Luca, sai che puoi chiamarlo ad ogni ora soprattutto nel fine settimana.” Feci un breve accenno vocalico, poi ci salutammo con le solite raccomandazioni e le solite voci insistenti dei colleghi.
“Ragazzi che ne dite di ordinare una pizza?” Al suono di queste parole scoppiò la terza guerra mondiale, sembravano non mangiare da una vita e sceglievano i gusti della pizza senza neppure interpellarmi. Che bella roba. Dopo una mezzoretta di discussione trovammo la soluzione in una normale pizza margherita. Il pizzaiolo era italiano, e non mi stupivo di certo della clientela che usciva dalla sua pizzeria anche a quest’ora della notte. Mi cimentai al telefono, chiamai Luca che,con un tono cordiale, prese le ordinazioni rassicurandoci che un suo collega sarebbe venuto di lì a poco a portaci la pizza.
“Ma quanto ci mette a portare una pizza?”
“Jéremy sai quanta clientela deve soddisfare?”
“Ma è da un’ora che aspettiamo …” Le parole impazienti di Jéremy rimbombavano per tutta la stanza, e non finì neppure di parlare che sentimmo bussare alla porta.
“Che nessuno si precipiti ad andare, vado io …” dissi con un tono sarcastico, sapevo che nessuno di loro per quanto desiderassero quella pizza si sarebbe alzato dalla postazione comoda dove si trovavano. Mi avrebbero appioppato una scusa come ‘ma questa è casa tua’ oppure ‘qui gli ospiti siamo noi’ senza pensare al fatto che quella casa l’avevano frequentata più loro che io stessa, che quando avevano fame correvano al frigo senza neppure chiedermi il permesso. In ogni caso mi alzai dal letto, Luen era intenta a leggere alcune e-mail che le avevano mandato, mentre Jéremy era a fianco a lei e si intrometteva in cose che non lo riguardavano. Scendendo le scale mi affacciai alla finestra, da molto tempo a questa parte iniziai a prendere quella strana abitudine, la paura c’era sempre nonostante il fatto che avevano rinchiuso quella mente criminale. Il pizzaiolo era proprio di fronte alla porta, le luci della macchina illuminavano mezzo vialetto e compievano lo stesso movimento quello di accendersi e spegnersi.
“Buonasera ecco a lei …” Mi diede la scatola di cartone contenente la pizza, lo vidi avvicinarsi per prendere le banconote che sporgevano dalla mia mano sinistra e poi allontanarsi. Stavo per ritornare dentro ma una voce mi fermò sul ciglio della porta. Il ragazzo ritornò da me, e i suoi modi di fare mi ricordavano una persona ma non ricordo chi. Il tizio si avvicinò e mi porse un sacchetto. “Scusami, ma questo era lì fuori …”
“Grazie …” Chiusi la porta con un calcio e posai la pizza sulla mensola ed aprii il pacchetto di carta sbiadito che avevo tra le mani.
“ O mio Dio …”
Il pacchetto mi scivolò tra le mani, e il contenuto si rovesciò tutto sul pavimento, era pittura rossa, la stessa tonalità di rosso che poco tempo fa Noah aveva scritto alla finestra. Immerso in quel rossore, c’era una lettera sigillata in una cartellina di plastica. Dovetti passare quel cartoncino nell’acqua prima di leggere davvero ciò che c’era scritto su di esso:

Credi davvero di poterti liberare così facilmente di me? E pensare che hai riservato tutto quel rancore ad una persona che non c’entrava nulla. Niente è come sembra, ma non sarà nulla ciò che passerai. Stalker.

Inavvertitamente mi lasciai sfuggire un grido, un grido di disperazione che sentirono Luen e Jéremy. Scendendo le scale notarono il rosso a terra e si spaventarono credendo fosse sangue e in realtà era solo pittura.
“E’ troppo denso, troppo rosso … Dove sei Bea ?!” Sentivo quelle parole come se fossero lontane anni luce, non posso credere che il passato mi si ripresenti di nuovo alla porta avvolto in un pacchetto di plastica e una busta di rosso.
“Bea, Bea che succede? Beatrice …” Vidi Luen soccorrermi, mentre Jeremy si guardava in torno imperterrito. Non capiva cosa stesse succedendo, seguiva Luen nei suoi passi e quando mi videro si precipitarono in contro. Videro le mie mani rosse,e quel cartellino che mi sporgeva dalla mano. Luen lo lesse, e non le fu difficile leggere anche i miei occhi. Mi portarono in stanza, mentre Jeremy era intento a ripulire il danno che avevo causato aprendo quel pacchetto a sorpresa. Non era tutto finito, e dovevamo prepararci a ricominciare tutto daccapo.

Il capitolo nuovo è arrivato, OLEEEE’ !!! Ragazzi con estrema sorpresa pubblico questo capitolo alle ore 01:30 di notte. L’ho scritto a momenti e l’ho pubblicato nello stesso arco di tempo. Ho scritto questo capitolo dopo due giorni per farmi perdonare del capitolo precedente troppo breve e con una conclusione che ti rimaneva davvero sulle spine, ma non solo, volevo anche scusarmi per quell’orribile conclusione che stavo appioppandovi e che poi mi sono pentita. Grazie, siete davvero in numerosi a seguire questa storia, ma vorrei che foste tali anche nel partecipare alle recensioni. AN.

  
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