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Autore: Fanelia    30/08/2013    13 recensioni
Harry è ormai un uomo adulto e riflette sulla propria vita quando una presenza inaspettata, proveniente dal passato, si riaffaccia nella sua vita.
Genere: Fantasy, Malinconico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Voldemort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Una visita dal passato

E’ una delle classiche serate londinesi.

Rientro dal lavoro, presso il “Ministero della Magia”, e mi sento come il ragazzino che ero tanti anni fa.

Apro la porta di casa e, inevitabilmente, mi scruto allo specchio che mia moglie ha voluto porre all’entrata.

“Voglio potermi dare un ultimo sguardo prima di uscire.” Aveva lamentato nostra figlia, ed eccola accontentata.

Ormai, da anni, porto una frangia che mi ricade sulla fronte e non posso fare a meno di notare quanto i miei capelli si siano ingrigiti negli ultimi anni, segno dell’inesorabile passare del tempo.

Li scosto leggermente e fisso quel segno che mi ha condizionato tutta l’esistenza.

Quella cicatrice per la quale tutti mi guardano, per la quale tutti mi hanno sempre riconosciuto, per la quale in tanti hanno perso la vita.

Mi meraviglio di come, nonostante sia passato tanto tempo dalla sconfitta di “Colui che non deve essere nominato”, la gente continui a trovarmi interessante e a guardarmi come un fenomeno da baraccone.

Anche i miei vicini, che speravo si fossero abituati alla mia presenza, ogni tanto mi scrutano curiosi, forse convinti che io possa, o stia per fare chissà cosa.

Mi chiedo se si siano mai soffermati a pensare a quanto sia ingombrante per me questa cicatrice, la sua fama mi precede e, in un certo qual senso, non mi permette di vivere liberamente.

La consapevolezza di essere uno degli Horcrux di “Colui  che non deve essere nominato”, sapere che in qualche modo racchiudo parte della sua anima in me, mi ha sempre spaventato, e quella cicatrice è sempre stata lì a ricordarmelo.
Ma poi, non posso non ricordare che quel segno è il simbolo dell’amore immenso di una madre per un figlio, di un sacrificio estremo che mi ha concesso di vivere e di conoscere persone stupende, seppur, in qualche modo, sempre accompagnato dal peso di questo fardello.

Mi perdo fra i miei pensieri mentre mi disfo di cappotto e scarpe.

La casa è deserta, mia moglie non è ancora arrivata e i nostri figli saranno in giro da qualche amico.

Accendo il riscaldamento e mi avvio verso il salotto, con la sola luce che filtra dalle finestre ad illuminare il mio percorso.

E’ da stamattina che una strana sensazione mi perseguita, e continuo a chiedermi come mai mi sento così.

Una certa agitazione mi ha assalito al risveglio da un sogno inquietante, che mi sono sforzato, senza alcun risultato, di riportare alla memoria per buona parte della giornata.

Entro in salotto e c’è qualcosa che non mi torna.

E’ come se ci fosse qualcuno oltre me eppure mi guardo intorno e la stanza è, senza ombra di dubbio, vuota.

Mi preparo un the e la bizzarra sensazione che mi ha accompagnato tutto il giorno, si impadronisce sempre più di me, al punto da rendermi quasi agitato.

“Harry, sei un mago di una certa esperienza, non essere paranoico e nervoso!” mi sgrido al alta voce, cercando di calmarmi ma, proprio in quel momento, una voce a me nota mi fa sussultare e il the bollente che tengo fra le mani si rovescia sulla moquette.

“Ne è passato di tempo Potter.” Sibila la voce dell’oscura presenza.

Un flebile filo di voce, un’immagine sbiadita che compare e sparisce dopo un secondo, lasciandomi col dubbio che sia solo suggestione.

Impiego qualche minuto a riguadagnare un certo contegno, a regolarizzare il respiro e a riprendere il controllo delle mie mani che hanno irrimediabilmente cominciato a tremare, seppur in maniera impercettibile.

Controllo che la bacchetta sia al suo posto, nel taschino interno della giacca e mi sento decisamente sollevato. La tranquillità che mi infonde quel prezioso pezzetto di legno è qualcosa di straordinario.

Mi reco in cucina per cercare qualcosa con cui rimediare al danno fatto, prendo uno strofinaccio ed una pezza bagnata, sperando di poter pulire la macchia di the che scurisce la moquette azzurra e, nel momento in cui torno in sala, mi accorgo che la macchia di the ha cambiato forma.

“Sto per tornare.” Sono le parole formate dal liquido riversato in terra.

Sbatto le palpebre un paio di volte, sperando che sia solo un incubo.

Mi chiedo se non ho bevuto whiskey invece che the, ma quando riapro gli occhi, la scritta è ancora lì, minacciosa.

Rabbrividisco al sol pensiero.

Possibile che sia proprio lui, possibile che abbia trovato il modo di tornare?

“Sì.” Quel sibilo, proveniente dalle mie spalle, risponde ai miei pensieri e la paura prende il sopravvento.

“Potter non è finita, finché non è finita. Non ti libererai mai di me.” Mi intima quella voce che vorrei poter dimenticare. Mi volto ed una sbiadita immagine di quello che era il Signore Oscuro mi fissa minacciosa.

Mi ricompongo nuovamente, nonostante sia assalito dal timore che ciò che sto vedendo possa essere reale.

“Se pensa di potermi spaventare, di potermi vincere, si sbaglia di grosso.” Penso fra me e me, del resto non sono più lo sprovveduto ragazzino che aveva incontrato tanti anni fa e, questa volta, c’è molto di più in gioco e ho molto di più da difendere.

“Sono pronto.” Mi sorprendo a rispondergli ad alta voce, con un tono di sfida, ma il sibilo non risponde e l’immagine sbiadita è sparita.

Guardo in terra e la macchia di the non presenta nulla di strano.

Mi chiedo se sto impazzendo o se non siano i postumi del sogno della notte precedente.

Accendo la luce e la casa è immersa nuovamente nel più assoluto silenzio.

Quella strana sensazione di non essere solo è svanita e così, convintomi di essere troppo stressato, inizio a ridere di me. Inizialmente la mia risata è lieve e poi si trasforma in qualcosa di incontrollato, tramite cui riesco a stemperare la tensione.

“Sei proprio uno sciocco Harry!” mi prendo in giro da solo e, nel preciso momento in cui mi volto, il mio sguardo cade sulla finestra del salone: “Lui” è lì,mi guarda, e ride di me.

“Ci rivedremo presto!” mi saluta e poi sparisce ridendo, lasciandomi con la sua risata sadica a riempirmi le orecchie e a turbarmi il cuore.


 
 
 

Ciao a tutte!
Questo è il mio primo tentativo di scrivere qualcosa su HP! Grazie a tutti coloro che aono passati! Non so perchè non riesco a togliere il grassetto dalla prima riga :(

Vi lascio il link ad un gruppo FB-Efp Io scrivo su EFP
   
 
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