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Autore: elizabethstillfights    30/08/2013    1 recensioni
La storia di una ragazza che si fa spazio tra i problemi che la sua età le procura, fingendo sorrisi e nascondendo lacrime, ma che non vuole smettere di sognare in giorno migliore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Elizabeth.
15 anni.
Una famiglia simpatica.
Un migliore amico che l'adora.
Una migliore amica meravigliosa.
Una vita perfetta, pensavano.


Elizabeth sorride.
Si diverte con i suoi amici.
Esce alla sera.
Ama la musica.
Una ragazza normale, pensavano.


Elizabeth è bella.
È alta.
Un fisico niente male.
Occhi che incantano.
Una ragazza sicura di se, pensavano.


Elizabeth è autolesionista. Elizabeth sopprime i suoi problemi fumando marijuana. Elizabeth odia se stessa.


Dal diario di Elizabeth.
Si, l'ho fatto anche oggi. La vita mi sta sfuggendo di mano, il punto è che stavolta ho esagerato e tra poco devo vedere Willie. Questa volta si arrabbia e farebbe bene. Gli avevo promesso che non l'avrei più fatto. L'ho deluso, nemmeno a lui so mantenere le promesse.
Mi odio sempre di piu. Dopo averlo fatto ho iniziato a mangiare come una disperata, ho svuotato la dispensa. Mi sono sentita una specie di mostro, per fortuna che mia mamma era fuori. La sto facendo stare malissimo, non si merita una figlia come me. Sono una delusione, uno sbaglio. Qualcuno mi salvi, non ce la faccio piu.


Elizabeth si bloccò. Chiuse la penna, chiuse il diario e lo nascose in mezzo ai libri di scuola in modo che nessuno sospettasse. Controllò l'ora e cambiò i pantaloncini. Prese il pacchetto di sigarette e uscì di casa. Si diresse al parchetto davanti a casa sua dove il suo migliore amico, Willie, la aspettava. Quando lei arrivò, lui stava già fumando e appena la vide le passò l'accendino. Senza dire niente Elizabeth estrasse una sigaretta dal pacchetto e la accese. Aspirò e guardò il fumo uscire dalla sua bocca. Sospirò.
Finalmente salutò il suo amico.
'Ciao scemo.'
'Ciao stupida.'
Lui la guardò e aggrottò le sopraciglia.
'Che succede?' chiese.
Elizabeth abbassò lo sguardo e iniziò a giocherellare nervosamente con la sigaretta.
'Eliz, so benissimo che non stai bene, dimmi che succede.'
'Non ho niente, tranquillo.' sorrise.
'Quello è un sorriso falso, non stai bene. Stai giocando con la sigaretta, so che vuol dire quando fai cosi.'
Elizabeth finì di fumare, gettò il mozzicone e continuò a non guardare Willie, mentre lui le ripeteva di dirgli che aveva. Quando il ragazzo vide che l'amica stava singhiozzando le alzò delicatamente il viso e lo vide rigato dalle lacrime. Sospirò e abbracciò la ragazza che affondò il viso sul suo petto. Willie le baciò la testa e poi la strinse a sé il più forte possibile; sapeva che Elizabeth adorava quando lo faceva. Appena lei si staccò dall'abbraccio le asciugò gli occhi e le passò una mano tra i capelli, poi le sorrise e le baciò la guancia.
'L'hai fatto ancora?'
'Si..' rispose Elizabeth tra i singhiozzi. Alzò leggermente i pantaloncini in modo che l'amico vedesse. Il ragazzo rimase di stucco..una miriade di tagli ravvicinati tra loro riempivano la superficie delle gambe della ragazza.
'Elizabeth..'
'Lo so, scusami te l'avevo promesso. Ma non ci ho piu visto, sono crollata..'
'Tranquilla..è tutto ok..che è successo?'
'Stavo guardando delle foto di quando ero piccola ed ero sorridente. Un senso di colpa per quello che sto facendo ai miei mi ha presa e non ci ho piu visto..mi odio sempre di piu. E poi dopo ho mangiato come una disperata, nonostante mi veda gia abbastanza grassa e brutta.'
'Il senso di colpa deve venirti per quello che stai facendo a te stessa..e non sei grassa, nemmeno brutta..sei bellissima.'
'Non lo sono, sono solo piena di cicatrici, tagli e poi..'
Willie la fermò.
'Smettila di sparare cazzate, sei bellissima anche con la cicatrici. Sono il tuo passato, sono ciò che ti stanno rendendo piu forte. Sei bellissima, davvero. Ho l'amica migliore del mondo, sei solo mia.'
'Riesci sempre a farmi sorridere..'
'È il mio obiettivo.' rispose sorridendo l'amico.
Elizabeth si strofinò gli occhi e lo abbracciò. Rimasero così per qualche minuto, in quell'abbraccio in cui Elizabeth si sentiva veramente sicura, in quell'abbraccio in cui anche il dolore delle ferite pareva attenuato.
  
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