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Autore: kikki2000    30/08/2013    0 recensioni
La città bianca si estendeva sotto di lei. Come una dama bellissima ma sfiorita dai lunghi secoli di abbandono. Samira si trovava su una balconata di vetro da dove poteva avere una visione perfetta del panorama di una bellezza struggente che aveva davanti. La leggere brezza primaverile e il tepore dei raggi del sole sulla sua pelle le davano un conforto, una sensazione così forte è incandescente di trovarsi a casa ,nel posto giusto. Chiuse gli occhi e si lasciò andare piano piano a quella dolce senzazione, a quel dolce tepore. Fu un boato tremendo a farla risvegliare dai suoi pensieri.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO
La città bianca si estendeva sotto di lei. Come una dama bellissima ma sfiorita dai lunghi secoli di abbandono. Samira si trovava su una balconata di vetro da dove poteva avere una visione perfetta del panorama di una bellezza struggente che aveva davanti. La leggere brezza primaverile e il tepore dei raggi del sole sulla sua pelle le davano un conforto, una sensazione così forte è incandescente di trovarsi a casa ,nel posto giusto. Chiuse gli occhi e si lasciò andare piano piano a quella dolce senzazione, a quel dolce tepore. Fu un boato tremendo a farla risvegliare dai suoi pensieri. Ad un tratto le nuvole invasero il cielo terso che si ergeva sopra la sua testa e oscurarono il sole, la semplice e piacevole brezza divenne un vento forte, impetuoso, freddo e opprimente. Che ti scavava nella pelle emanando paura, terrore, freddo, quella sensazione che le gambe non tireggono più. Si fanno molli a poco a poco, come se le forze e la mente avessero paura di quel vento così gelido e sacppsserò via dal proprio corpo lasciandolo cadere al suolo un involucro di pelle che ormai anno abbandonato da codardi. I pensieri si gettano alla rifusa nella mente di Samira che a poco a poco si lascia andare, presa dal terrore. Chiude gli occhi a poco a poco mentre la vista si fa offuscata e Samira non vede altro che ombre confuse, colori mischiati ad altri e sangue. Ad un tratto nel quel poco di campo visivo che le era rimasto sofia scorse sangue. Lento e vischioso sangue rosso. Sangue rosso cupo che sgorgava copioso da case, edifici e costruzioni ormai decadenti, altre erano perisno ridotte a  un grumo di pietre, vetri colorati e sabbia bianca. A questo scenario si univa il nero cupo e avvolgente del cielo, il vento gelido e impetuoso, i corpi di migliaia di esseri che combattevanop l'uno contro l'altro. Non erano esseri umani, Samira non li identificava come esseri viventi, erano qualcosa per lo più collegato alla fantasia e alla mitologia. Di questo era profondamente sicura. Avevano un corpo strettamente conesso a quello degli umani. Avevano mani, piedi, occhi..Ma non avevano la pelle di un colore normale, non avevano niente di normale. Avevano un corpo troppo perfetto.La pelle era di diversi colori come blu, arancione.. ed era evanescente. Come se fossero spiriti, come se il loro corpo fosse solo  una nuvola colorata. Combattevano con forza, audacia e coraggio, si difendevano l'un l'altro, spinti dalla voglia in qualche modo di mettere miglior fine a quella guerra sanguinaria e far prevalere il bene, la luce. Combattevavo contro altri esseri, fatti forse della stenza sostanza ma molto più vischiosa. Come una nuvole liquida e densa con i contorni deformati. Erano tutti neri. Neri come la pece con occhi penetranti di un rosso cupo.  Cupo e profondo pieno di male e odio, odio e dolore, così tanta sofferenza da far incutere terrore anche al più spavaldo e corragioso dei guerrieri. La bocca non era da meno, gandi fauci rosse come la brace, con due file di denti aguzzi e taglienti. Si gettavano come forsennati contro gli esseri colorati cercanzo di azzannarli o graffiarli. Gli gettavano lampi di luce viola, rosso cupo e nera provando a scalfirli o a provocarli dolore anche ad abbatterli aumentando ogni volta la potenza dell'attacco. Dal canto loro gli essere colorati che sembravano emanare una luce propria in quel buio senza fine, si difendevano con delle barriere spremendo a massimo i loro poteri, senza però attaccare se non strettamente necessario. Gli unici essere colorati che combattevano usando di sicuro la magia erano cinque ragazze dalla pelle colorata che, in circolo in alto nel cielo scuro cercavano in ogni modo di fermare senza causare danni irreparabili, quei mostruosi esseri neri.  Samira non capiva il perché, si notava piuttosto bene che fossero nemici, e in guerra tutto lecito fare come in amore. Lei la pensava così, era una dura come legge aveva solo, impressa nella mente ,"occhio per occhio, dente per dente". Non si soffermò molto su questi pensieri, era si molto curiosa ma lo scenario che aveva davanti le bloccava ogni voglio di pensare le svuotava la mente riempiendola di orrore. Si soffermò invece sugli esseri colorati in cielo, lanciavano dalle mani getti di ghiaccio, fiammate di fuoco, terra e,una di loro con il potere della telecinesi alzava massi e alberi per fermare in nemici, erano comunque attacchi molto debili, come se volessere contenere la loro forza.Erano più splendenti, e molto più potenti, degli esseri a terra.Samira lo sentiva nel profondo del cuore che quegli esseri erano speciali, erano potenti, estremamente potenti. Una di esse era di un colore rosato, che infondeva coraggio e fiducia. Aveva indosso un vestito monospolla, che lasciava scoperto gran parte del ventre dell'essere, fatto di un materiale sconosciuto alla vista di Samira. Era un materiale denso e liquido. Si capiva perche non poteva essere stoffa,  o seta o cotone o qualnque altro materiale da lei conosciuto. Aveva delle venature rossastre molto chiare, e vorticava nello spazzio in cui era ristretto. Sembrava un vestito fatto di liquido, liquido che costantemente stava in movimento. Era più scuro della pelle soffice dell'essere. Le gambe,le braccia, e il lembo di pelle scoperto dal vestito erano contornati di fili duri, scuri, di un colore rosato estremamente profondo. Giravano in circolo suelle gambe e sulle braccia dell'essere, mentre nel lembo di pelle lasciato soperto erano semplicemente verticali.Samira aguzzo la vista, aprendo gli occhi semichiusi e aumentando quindi il suo campo visiv. Noto che l'essere rosato aveva a mo' di anello sul dito medio della mano un diamante che era di un rosso leggermente schiarito, un rosato sbiadito. Lo stesso tipo di anello lo portava all'altra mano e a tutti e due i piedi, da lì partivano i fili scuri e spessi che si diramavano per il suo corpo arrivando al collo dove si fermavao, sembrava che sparrisserò nella sua pelle e al loro posto vi era una collana circolare molto semplice, fatta dello stesso materiale liquido e scuro degli abiti che essa indossava. Al centro aveva una minuscola sfera rosa che pulsava di un energia debole che a stento stava in vita, si vedeva che l'essere era molto provato dal duro sforzo, di contenere i propri poteri, troppo potenti.Gli abiti e i fili apparivano alla vista molto pesanti,per via del colore troppo scuro, disconessi eppure legati in modo indistruttibile alla bellezza soffice della pelle degli esseri. Il viso dell'essere rosato era un normalissimo visino dolce e aggraziato di una ragazzina di quindici anni, ma la tradivano gli occhi. Cupi e profondi, troppo poco ingenui per una ragazzina di quindici anni. Di un rosato scuro, come due biglie profonde attravesate da venature rosate piuttosto chiare. Samira rimase icantata da quegli occhi, si perse nella loro immensa profondità e bellezza. Fu un urlo ghiacciante a distogliere il suo sgurdo dagli occhi dell'essere rosato e portarli più su sulla sua fronte. Aveva dei capelli lunghi e lisci, lisci come spaghetti, dello stesso colore dei vestiti che essa aveva indosso, ma della stessa consistenza evanescente e soffice del suo corpo. Portava una coroncina di piccoli fiori rosa, un rosa molto chiaro ma opaco, quasi spento e prosciugato del proprio colore splendente. Al lato della coroncina vi era un enorme fiore rosa acceso, con una minuscola biglia incastonata al centro, identica a quella sulla collana. L'urlo proveniva da lei dall'essere rosato, un essere nero di quegli che senza sosta attacavano i poveri esseri colorati a terra aveva appena afferato l'essere rosato per il piede e la stava trascinando giù sulla terra ferma. Era riuscito a sconfiggere con una fiammata troppo potente un essere ormai stremato che giaceva a terra mentre il suo sangue si univa copioso a quello lento e vischioso degli esseri neri, scalfiti poco dagi attacchi dei cinque esseri in cielo. Samira si distrasse da quello che succedeva in quell'istante e prese ad osservare tutti i caduti di quella guerra con orrore.Poi ad un tratto urla assordanti squarciarono il cielo,e la dissolsero dai suoi pensieri. Porto lo sguardo da dove credeva provenissero le urla. L'essere rosato giaceva tra le fauci dell'essere nero. Sangue lento e copioso scendeva dal suo corpo distrutto. Samira si senti gelare, le manco la terra sotto hai piedi e precipitò. Precipitò nel buio più assoluto.
Nel silenzio più assordante, rotto solo dalle grida dei cinque esseri distrutti, abbatutti. 
morti.
Mentre precipitava sentii una voce, debolissima, sicura e leggera, soffice e dolce che le ripeteva una parola all'infinito mentre lei precipitava. Ma Samira non se ne accorse, non la sentii, sovrastata dalle sue urla.
  
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