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Autore: payneismyboyfriend    30/08/2013    4 recensioni
"Lasciati salvare piccola Rose" mi disse con le lacrime agli occhi "Lasciami essere il tuo eroe"
#rory
Genere: Fluff, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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I can be your hero 
I can kiss away the pain 
And I will stand by you forever 
You can take my breath away 
You can take my breath away 
I can be your hero

Hero, Enrique Iglesias







<< Mamma ti prego non voglio andare a scuola >> dissi disparata con le lacrime agli occhi.

Mia madre mi guardò furiosa << Tu ci vai eccome a scuola signorina >>  urlò  << Va a cambiarti o perdi l’autobus >> concluse, sbattendo la porta di camera mia.

Mi guardai allo specchio e con estrema lentezza sfilai la maglietta dalla testa e presi la pomata, spalmandola sui lividi che mi ricoprivano il torace e la schiena ed evitando il più possibile di guardarmi allo specchio.
Mi disgustava il mio riflesso. Odiavo me stessa. Il mio corpo.

Quando mi fui vestita, presi la borsa e a testa bassa scesi le scale. Mia madre era alla porta e mi aspettava con in mano il sacchetto della merenda. Me lo porse e mi lasciò un bacio sulle guance, << Buona giornata >> disse, prima che uscissi dalla porta.

Mentre camminavo verso la fermata passai davanti al signor Figgins, un barbone che dormiva nel parco e gli lanciai il mio pranzo gridando << Buona giornata e buon pranzo signor Fig >> quello alzò la mano in segno di saluto e mi sorrise.
 
“Fatti forza Rose” dissi nella mia mente “tieni lo sguardo basso e non parlare con nessuno”. Alzai il cappuccio della felpa e mi avviai verso il mio armadietto. Il gruppo di chearl leader a metà corridoio mi fece bloccare. Passai dietro ad un gruppetto di ragazze, per non farmi vedere e quando mi superarono tirai un sospiro di sollievo. Presi i libri e in fretta mi avviai nella classe, felice di essere scampata per una volta al pericolo.

“Ecco la fregatura di portare sempre il cappuccio”  pensai a mente mia mentre mi abbassavo a raccogliere i libri, evitando di guardare la persona alla quale ero andato a sbattere. Due mani entrarono nella mia visuale e il cuore mi balzò nel petto. Mi arrischia a guardare e rimasi fregata. I suoi occhi color miele mi tenevano incatenata, sempre e comunque. Abbassai lo sguardo di botto, sperando di coprire il rossore alle guance. Speranza vana dato che lui sussurrò, quasi come se parlasse da solo,  << Sei arrossita>> facendomi imbarazzare ancora di più.

Poi successe qualcosa che non doveva succedere. Mi allungai per prendere un foglio che era caduto più in là e la manica della mia felpa si alzò di qualche centimetro, mostrando agli occhi di Zayn il livido che mi avevano lasciato il giorno prima. Abbassai veloce la manica e mi tirai su, iniziando a camminare, senza degnare di uno sguardo il ragazzo che piano aveva bisbigliato il mio nome.
 
Stavo attraversando il cortile esterno della scuola quando mi si parano davanti i soliti quattro bulletti. Max mi sorrise con un ghigno e mi trascino lontano dagli sguardi degli altri studenti che non vedevano, o non volevano vedere. Mi lasciai portare via perché avevo imparato in quei mesi che ribellarsi non serviva niente. Avrebbero vinto loro comunque, lasciandomi poi con l’amore in bocca. Avevo imparato che l’unico modo per sopravvivere è chiudersi in se stessi e lasciare che le persone colpiscano ripetutamente la tua corazza. Perciò quando ricevetti il primo pugno, non dissi nulla; e così con il secondo e poi il terzo. C’era solo una regola in questo gioco malsano che si erano inventati. Non potevano colpirmi in faccia.

Lo avevano fatto una volta e nascondere i lividi era stato impossibile, perciò da allora avevano preso il tacito accordo di lasciare il mio viso intatto, colpendo il resto di me. Quando uno di loro colpi il mio stomaco con un calcio, mi lasciai sfuggire qualche lacrima. Iniziavo a sentire dolore ovunque ma, proprio quando pensavo di non farcela più, si allontanarono senza dire niente. La tempesta era passata, ora dovevo raccogliere i cocci.
Passai un tempo che sembrò infinito, seduta sul marciapiede con la testa contro il muro. Avevo stretto le braccia al petto e avevo poggiato il mento sulle ginocchia, incanalando il dolore in una sola area del cervello e occupando il resto della mia mente con un
paio di occhi color  miele.

Pensare a Zayn in queste situazioni aiutava. Sembrava essere una medici contro il mio male interiore. E io avevo un disperato bisogno di qualcosa che tenesse insieme i pezzi del mio essere. Quando pensavo ai suoi occhi, il miele contenutovi all’interno vi sgorgava fuori andando ad unirmi di nuovo.

<< Rose >> quella voce mi fece rizzare i peli sulla nuca. Mi costrinsi a chiudere gli occhi sperando che sarebbe andato via ma così non fu. Lo vidi attraversare il giardino e subito dopo si inginocchiò davanti a me, poggiando il peso su un piede solo.

<< Rose >> ripeté di nuovo, e quel tono implorante mi fece inumidire gli occhi.

<< Rose ti prego, guardami >>

<< Va via Zayn >> dissi con la voce spezzata dal pianto.

<< Non andrò via di qui >> - rispose lui -  << fino a che non mi guardi >>.

Alzai lo sguardo e i suoi occhi mi intrappolarono nella loro morsa, e il miele invase i miei sensi, e senti i pezzi dentro di me avvicinarsi piano piano, gli uni agli altri.

<< Cosa è successo? >> mi chiese lui in un sussurrò, abbassai lo sguardo, incapace di mentire a quegli occhi e << niente >> dissi. Allora lui allungo una mano verso di  me, e io terrorizzata da quel gesto e convinta che volesse punirmi per non aver risposto mi allontanai di scatto. I suoi occhi divennero due linee sottili, e quando le sue iridi mi guardarono di nuovo, una nuova verità era contenuta in esse.

<< Chi ti ha ridotto in questo stato? >> chiese, io tentai di alzarmi, ma quando barcollai e mi poggiai contro il muro capì di non potercela fare. Le sue braccia arrivarono forti e sicure a sostenermi, e con estrema lentezza mi fece sedere di nuovo a terra.

<< Chi è stato a farti questo Rose? >> mi chiese di nuovo.

<< Non importa >> risposi decisa << Puoi aiutarmi a tornare a casa? >> aggiunsi poi vedendo che aveva deciso di lasciar perdere.

<< Certo >> mi disse e inaspettatamente mi prese in braccio e si alzò da terra non mostrando alcuno sforzo. Camminò nel cortile e poi nel parcheggio deserto.

<< Puoi prendere la chiave dentro la tasca posteriore dei pantaloni? >> chiese continuando a camminare.  

Annui, e timorosa allungai la mano evitando di toccare il suo sedere. Estrassi le chiavi e quando eravamo a circa venti metri dal suo fuori strada mi disse << Premi l’ultimo bottone >> ; quando lo feci, sentì le chiuse aprirsi. Zayn mi aprì lo sportello tenendomi sempre in braccio e mi fece sedere sul sedile, poi salì al suo posto e sgommò verso casa.

<< Rose non ho idea di chi ti abbia fatto tutto questo >>  -disse a pochi isolati da casa mia-  << ma dovresti dirlo a qualcuno >>.

<< Tu non capisci Zayn, non posso dirlo a nessuno >> risposi con lo sguardo basso sulle mie mani.

Parcheggiò davanti casa e prima che potessi aprire la portiera lui era già li pronto ad aiutarmi. << Aggrappati al mio collo >> , allungai le braccia e lui mi sollevo, chiudendo lo sportello con un piede. Rovistai nelle tasche in cerca delle chiavi, mentre il moro
percorreva il vialetto. Arrivati sotto il porticato, le infilai nella toppa e girandole spinsi forte la porta per farla aprire.

<< Puoi poggiarmi sul divano >> dissi indicando il salotto sulla sinistra. Lo vidi annuire avviandosi verso quella direzione.

<< Hai qualche pomata? >> chiese, dopo avermi fatta stendere.

<< Di sopra, nella mia stanza. Prima porta a sinistra >> dissi automaticamente.

Si allontano, e mentre saliva le scale mi lasciai sfuggire un sospiro. Avevo bisogno di aiuto e lui me lo stava offrendo, nonostante l’unica cosa che avessimo mai condiviso era il banco nelle ore di matematica.

Poco dopo scese giù e si avvicino aprendo il tubetto.

<< Grazie >> dissi riconoscente, lui scrollò le spalle minimizzando il gesto.

<< Togli la maglia >> ordinò, e io colta alla sprovvista avvampai e abbassai lo sguardo. Lui avvicino lentamente una mano al mio viso e mi sfiorò la guancia con il pollice.

<< Quando arrossisci sei ancora più bella >> mi disse, regalandomi uno dei suoi sorrisi sghembi.

<< Zayn…>> sussurrai in preda all’imbarazzo, lui allontano la mano;

<< avanti togli la maglia, così posso metterti la pomata>> , scrollai la testa in segno di negazione e lui sogghignò

<< Non sei la prima ragazza che vedo nuda>> disse spavaldo,

<< Si ma nessuno a visto me nuda>> ribbattei di getto, senza rendermi conto di quello che stavo dicendo. Mi tappai la bocca con la mano e deglutì rumorosamente.

<< Meglio così>> - disse- << sono un tipo molto geloso >> e piano allungo le mani su i miei fianchi e mi fece togliere la maglia.

Le sue dita sfiorarono ogni centimetro di pelle, lasciandomi brividi lungo tutto il torace ricoperto da i lividi.
Automaticamente strinsi le braccia al petto cercando di coprirmi e scatenando la risata fragorosa del bellissimo ragazzo davanti a me. Preso un po’ di pomata e la spalmo sulle dita

<< Posso? >> chiese indicandomi. Annui, e le sue dita iniziarono a cospargere i segni  violacei con il liquido fresco, dandomi un po’ di sollievo.
 
Era passata circa mezz’ ora quando Zayn si alzò dal tappeto,

<< Hai bisogno di ghiaccio per quel bernoccolo in testa! >> disse. Toccai il punto e trasalì <<  In cucina, la porta di fronte>>.
 
 
<< Buona giornata signor Fig >> dissi all’uomo, lanciando il saccheeto con la merenda.

Per strada i miei pensieri corsero subito a Zayn. Il giorno prima era stato con me fino a che non ero stata pronta ad alzarmi e a quel punto aveva ordinato una pizza e mi aveva tenuto compagnia. Non lo avevo sentito andare via. Mi ero ritrovata la mattina dopo sul mio letto, sicura di essermi addormentata sul divano.

“Sono un tipo molto geloso” aveva detto, prima di togliermi la maglia. Ma perché mai un tipo come lui dovrebbe essere geloso di una come me?

Arrivai davanti i cancelli della scuola, e il panico iniziò a scorrermi nelle vene. Non volevo essere picchiato di nuovo, come ogni
giorno. Ma la mia speranza svanì nel momento esatto in cui incrociai gli occhi di Max che mi fece un cenno, ghignando cattivo.
Posai i libri nell’armadio e mi avviai all’uscita. Anche un'altra giornata era finita e io aspettavo con ansia e terrore quello che sarebbe successo dopo.

Ero a metà del giardino quando Max mi si avvicinò e prendendomi sotto braccio mi portò dietro al muretto. La mia mentè penso subito a Zayn e alle sue mani che mi sfioravano leggere, e immediatamente una pace innaturale scese su di me.
Max mi strattonò dai capelli e, colta di sorpresa, cacciai un urlo.

<< Sta zitta puttanella >> disse furioso al mio orecchio, sbattendomi contro il muro. Gli altri non erano con lui. Perché? Il panico mi attanagliò le budella, sconvolta da quella mancata routine. Quando mi portò la testa all’ indietro e iniziò a baciarmi il collo, capì.

<< Aiuto >> urlaì con quanto più fiato avevo in gola, perché non avrei mai permesso che si prendesse anche la mia purezza.

<< Zitta >> disse frustrato al mio orecchio, spingendo il suo bacino contro il mio. Mi dimenai nella sua stretta ma ogni tentativo sembrava inutile. Strinse forte le mie mani dietro la chiena, mentre con l’altra mi palpava il sedere.

<< Brutto figlio di puttana >> urlò una voce dietro di me. Salva, ero salva. Il corpo di Max fu strattonato via dal mio e mi girai tremando, osservando Zayn che colpiva ripetutamente il ragazzo allo stomaco e al viso.

<< Non avvicinarti mai più a lei, mi hai capito brutto stronzo?>> quello si alzò inciampicando e corse via dal ragazzo moro, che respirava veloce e aveva la mascella contratta.

Quando feci un passo verso di lui sembrò ricordarsi di me. In due falcate annullò la distanza tra di noi e mi cullò tra le sue braccia.

<< Ti ha fatto amle piccola Rose? >> chiese, lasciandomi un bacio sulla fronte. Lo guardai dal basso e feci segno di no con la testa.

<< E’ lui che ti ha ridotto in quelle condizioni ieri? >> , annui di nuovo incapace di parlare.

<< Vedrai, ora non ti darà più fastidio >> disse sicuro.

<< Non ne sarei così convinta Zayn>>  - sussurrai - << Tornerà >> aggiunsi.

<< Lasciati salvare piccola Rose >> mi disse con le lacrime agli occhi << Lasciami essere il tuo eroe >>.

E allora lo guardai negli occhi, e pensai che in fondo lui già mi aveva salvato tante altre volte, ed ero così egoista che non avrei permesso a nessuno di allontanarlo da me.

Annui e lui, felice di essere il mio salvatore, mi lasciò un bacio leggero sulle labbra.






I'm here!

allora, questa One Shoot è nata qualche giorno fa nella mia testa dopo aver rivisto Zayn dire "diventeri un Vas Happening man...", sapete no? nel video diaries! e allora l'ho scritto, dato che ultimamente sono molto ispirata! :) l'ho scritta in un paio d'ore quindi perdonate qualsiasi errore. la ricontrollerò, promesso! :) niente, mi lasciate un parere? anche piccolino, per sapere dove mi devo migliorare! :) Grazie a tutti quelli che leggeranno! 

per il banner crediti a quella meraviglia di beastlytomlinson

 

   
 
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