Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: Vanilla_91    30/08/2013    17 recensioni
[REVISIONE GRAMMATICALE IN CORSO]
'Sanguccia, ti ho mai detto quanto questa divisa ti stia bene?' disse allungando la mano a palparle il sedere
Sango, la mia migliore amica, divenne rossa dalla rabbia e gli lanciò uno schiaffo.
'Sì, Miroku, non fai altro che dirmelo e dimostrarmelo tutti i giorni e io non faccio altro che ripeterti che NON DEVI TOCCARMI ' esclamò furiosa, mollandogli un'altra cinquina.
Questa è una delle scene che Kagome è abituata a vedere. Lei e Inuyasha sono amici da sempre, non hanno segreti tra loro. A completare la compagnia ci sono Sango, Koga e Miroku. Ma se questa monotonia fosse spezzata da un avvenimento, o meglio da un segreto? Cosa accadrebbe ai nostri protagonisti?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Koga, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo, Miroku/Sango
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Questioni di cuore!'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A









Hello people,
prima di farvi leggere il capitolo finale voglio fare una cosa che non ho mai fatto..ovvero consigliarvi di leggerlo mentre ascoltate la canzone "Mille passi" di Chiara e Fiorella Mannoia..è proprio mentre l'ascoltavo che ho scritto questo capitolo, quindi spero possa piacevolmente accompagnare anche la vostra lettura!!



Ero ancora troppo emozionato per lasciarmi andare totalmente al sonno, guardare la ragazza che dormiva tranquillamente tra le mie braccia mi dava la sensazione che al mondo tutto fosse perfetto. Avevamo fatto l’amore ed era stato stupendo, eppure quella piccola incertezza mi aveva impedito di godermi totalmente quell’esperienza. Ero stato più frettoloso di quanto avessi voluto e tutto per il timore che da un momento all’altro potesse sfuggirmi dalle braccia. La strinsi ancor più forte a me e imprecai quando sentì chiara e forte la suoneria del mio cellulare diffondersi per la camera. Mi alzai rapidamente e per non disturbare il sonno di Kagome mio fiondai nel mio bagno personale. Purtroppo sapevo già chi era la sola persona che poteva chiamarmi alle 02:00 della notte..
 
 
La fastidiosa suoneria di un cellulare interruppe il mio stupendo sogno. Avrei volentieri continuato a dormire se non avessi sentito Inuyasha imprecare pesantemente e poi alzarsi di tutta corsa per rifugiarsi in bagno. Lo conoscevo abbastanza bene da sapere che se non si fosse trattato di una telefonata importante, si sarebbe limitato a spegnere il suo cellulare d’ultima generazione e tornare a dormire. La curiosità, mista all’ansia, mi spinse ad alzarmi e ad attenderlo per avere spiegazioni. I miei buoni propositi si persero però quando lo sentì urlare quel nome. Sapevo che origliare era sbagliato,ma il fine giustificava i mezzi. Il più silenziosamente possibile mi accostai alla porta del bagno nel tentativo di cogliere ogni sillaba di quella conversazione.
  • Ti ho detto di smetterla. Sai bene quanto me che nulla di tutto ciò è vero.-
  • Non azzardarti a chiamarla puttana, Kikyo. Non sei nemmeno degna di nominare Kagome.-
  • Io non ho abbandonato proprio nessuno. Non intendo prendermi responsabilità che non ho. Il tuo tentativo di accalappiarmi è inutile, Kikyo. Il bambino che aspetti non è mio, ne sono sicuro. Adesso smettila di rompermi altrimenti giuro che te la farò pagare. Non ti voglio nella mia vita. Non voglio saperne nulla né di te, né di questo bambino.-
Ero immobile! Completamente paralizzata e incredula non riuscivo a muovere un passo mentre la mia mente non smetteva di urlare. Chiusi gli occhi e trassi un profondo respiro per recuperare un minimo di lucidità. Avrei dovuto aver voglia di piangere, di urlare o di rompere qualcosa, ma il mio cervello con una fredda calma mi spingeva a rivestirmi e lasciare quella camera. Era in qualche modo come se fossi già pronta e preparata a ciò che era accaduto, come se fosse uno sviluppo che la mia mente aveva già programmato.
Mi avvicinai al letto e con movimenti meccanici e veloci mi rivestì. Stavo finalmente per uscire da quella camera quando Inuyasha tornò.
 
 
Staccai la chiamata con un gesto stizzito e spensi il cellulare. Decisi che l’indomani avrei cambiato numero e a nessuno più avrei permesso di minare la felicità mia e di Kagome. Mi ero allontanato da lei per pochi minuti eppure già ne sentivo terribilmente la mancanza. Il mio corpo reclamava il calore del suo. Uscì dal bagno dove mi ero rifugiato e ciò che vidi mi agghiacciò: Kagome era completamente vestita e sicuramente pronta ad andar via. Un brivido mi attraversò il corpo  quando incrociai gli occhi con i suoi e vi trovai solo gelo e diffidenza.
Non mi risultò particolarmente difficile capire cosa fosse accaduto..
-H..hai sentito tutto?- le chiesi con timore.
-Visti i toni alti non era necessario origliare, ma ho preferito non perdermi una battuta.- mi rispose atona.
-Kagome..- cominciai, tentando di spiegarmi.
-Non serve, Inuyasha.- mi bloccò.
-Lasciami almeno spiegare.- la pregai.
Ero convinto di dover lottare a lungo prima di essere ascoltato, ma lei mi sorprese.
-D’accordo.- acconsentì.
-Hai sentito proprio tutto?-
Annuì.
-Avrai, dunque, capito che Kikyo è incinta.-
-Il bambino è tuo?- mi domandò con un tono distaccato che mi ferì.
-No, ne sono sicuro. In realtà non so nemmeno se è davvero in attesa.-
-Kagome, so quello che dico. Ho saputo che mentre ancora stavamo insieme Kikyo si è ubriacata in discoteca ed è stata con una matricola dell’istituto Shigun. Quel bambino non è mio. La stronza si è ritrovata da sola e incinta e deve aver pensato che attribuendomi la paternità avrebbe guadagnato in un sol colpo un padre per quello sfortunato bambino, me e, perché no, anche i miei soldi.-
Mi aspettavo una risposta, una reazione da parte sua, ma non ottenni altro che silenzio.
-Mi credi?- le chiesi sofferente per tutta quella distanza tra noi.
-Non fatico a credere che Kikyo possa essersi inventata tutto; so che non sei un irresponsabile e che se quel bambino fosse veramente figlio tuo te ne assumeresti la responsabilità.- mi rispose atona.
Le sue parole mi tranquillizzarono..se lei mi credeva e aveva fiducia in me tutto si sarebbe risolto nel migliore dei modi.
-Allora è tutto chiarito, non è vero?- le domandai.
Tentai di avvicinarmi a lei, ma Kagome sollevò una mano per bloccarmi e scoppiò in una risata isterica.
-Questo, purtroppo, non risolve proprio nulla, Inuyasha.-
-M..ma che dici, Kagome?-
-Solo la verità.-
-Se sai che le parole di Kikyo sono senza fondamento allora cosa.. -non mi lasciò concludere la frase.
-Non capisci, Inuyasha? Ora, in questo momento, tra noi il problema non è più Kikyo. Il problema sei tu, Inuyasha. Le tue bugie..- urlò.
-Bugie? Ma che stai dicendo? Io non ti ho mentito.-
-Immagino tu sapessi già da qualche giorno della gravidanza di Kikyo, non è vero?-
-Sì, ne ero a conoscenza già da una settimana.- ammisi.
Una bugia mi avrebbe forse permesso di uscire più facilmente da quella situazione e di archiviare la questione, ma non volevo mentirle ancora.
-Non mi avevi forse oggi pomeriggio promesso che tra noi non ci sarebbero più stati più bugie e segreti? Perché non me l’hai detto?-
-Temevo la tua reazione. Non volevo rovinare quel momento, non volevo allontanarti di nuovo, Kagome.- le spiegai disperato.
-E quando me l’avresti detto? O forse me l’avresti tenuto nascosto per sempre?-
-Certo che no. Te l’avrei detto non appena avessi avuto a disposizione le prove della veridicità delle mie parole.-
-È inutile! Non capisci, Inuyasha.- mi disse con tono sconsolato.
-Come potrei fidarmi ancora di te? Sono stati proprio i segreti, le bugie e le incomprensioni a separarci già una volta. Oggi pomeriggio mi hai giurato che saresti stato sempre sincero con me, che non mi avresti nascosto nulla, e poche ore dopo scopro che le tue parole non erano sincere. Non può funzionare tra noi, Inuyasha.-
Le sue parole mi bloccarono mente e corpo, ma non appena la vidi avvicinarsi alla porta che l’avrebbe condotta via da casa mia, e dalla mia vita, mi ripresi velocemente. Scattai e l’afferrai per un braccio tentando di avvicinarla a me, ma lei riuscì a sfuggire dalla mia presa.
-Kagome, ti prego..-
-Addio, Inuyasha.- mi disse solo prima di richiudersi la porta alle spalle.
 
 
Corsi via da quella stanza, da quella casa, da lui, incurante del fatto che fosse notte inoltrata. Ero talmente amareggiata che non ebbi nemmeno la forza di piangere. Ero stanca di sentirmi debole, vulnerabile, tradita, ma soprattutto ero stanca di soffrire. Negli ultimi mesi la mia vita era stata un continuo ripetersi. Io che fuggivo da Inuyasha dopo che questi mi aveva inspiegabilmente baciata, lui che mi evitava, io che fuggivo per due volte da casa di Koga e poi ancora una volta da casa di quello che ormai da molti mesi non era più solo il mio migliore amico. Koga e Inuyasha, constatai, erano molto più simili di quanto pensassero. Entrambi spergiuravano amore, eppure entrambi mi avevano tradita nel modo peggiore: tradendo la mia fiducia. Ero stanca di fuggire in continuazione, era,adesso, giunto il momento di guardare avanti.
Raggiunsi il tempio e entrai velocemente tentando di non far rumore.. l’ultima cosa che desideravo era svegliare qualcuno ritrovandomi a dover dare spiegazioni. Compresi solo a quel pensiero di aver trascorso la notte fuori senza aver avvisato nessuno e mi sembrò decisamente strano che nessuno mi avesse cercata o quantomeno aspettata, ma a quello avrei pensato il giorno successivo. Mi fiondai in camera mia e riaccesi il cellulare per assicurarmi che non ci fossero telefonate di mia madre; ignorai le numerose telefonate di Koga e i continui messaggi di Inuyasha. Non v’era traccia di chiamate da parte della mia famiglia e ne compresi il motivo solo quando lessi il messaggio inviatomi da Sango.
Ho capito subito che qualcosa non andava e il tuo cellulare spento da ore ne è la conferma. Per sicurezza ho detto a tua madre che ti fermerai a casa mia per la notte. Kagome, mi fido di te, ma, ti prego, non fare sciocchezze. Ti voglio bene!”
Un sorriso mi nacque spontaneo sulle labbra. Sango, la mia migliore amica, era l’unica su cui avrei sempre potuto contare. Lei non mi avrebbe mai delusa. Le inviai un messaggio per rassicurarla, dicendole che ero a casa e che stavo bene. Trascorsi una notte agitata, persa in mille pensieri e decisioni. Quando giunse l’alba, una sola lacrima mi rigò il volto, ma mentre mi abbandonavo al sonno avevo già preso la mia decisione.
Mi svegliai quando sentì un trambusto per le scale. Le voci di Sango e di mia madre mi arrivarono nitide, mentre le scuse accampate dalla mia migliore amica mi facevano sorridere.
-Ehm..certo che Kagome ha dormito a casa mia. Stamattina io e mia madre l’abbiamo riaccompagnata molto presto perché Kagome mi ha detto che..che aveva molto da studiare.- disse ridendo nervosamente.
-Da studiare? Oh, immaginavo che questa notte avesse fatto tardi e cos’ l’ho lasciata dormire. Quella pelandrona non ha mai dormito tanto ed è ormai quasi pomeriggio. Dici che dovrei preoccuparmi?- domandò con tono preoccupato mia madre.
-No, Suzaku, non preoccuparti. Ci penserò io a svegliarla e ti assicuro che con me studierà.- sentì dire con tono convinto dalla mia migliore amica. Un enorme gocciolone mi scese dalla testa quando compresi il vero significato delle sue parole: mi avrebbe spremuta fin quando non le avessi raccontato tutto.
-Và pure allora, Sango.-
Un secondo dopo la mia migliore amica fece irruzione nella mia camera con uno sguardo serio e determinato dipinto in volto.
-Adesso mi racconterai tutto. E quando dico tutto intendo dire che voglio sapere anche il più insignificante dettaglio.-
-Buongiorno anche a te, Sango.-
-Parla!- mi intimò.
Sospirai e cominciai a raccontarle tutto: di ciò che avevo scoperto a casa di Koga, per arrivare poi a raccontare cos’era accaduto a casa di Inuyasha senza omettere nulla.
Mi lasciò parlare senza interrompermi mai mentre io studiavo la sua espressione imperturbabile che non mi permetteva di comprendere il suo pensiero.
-Mi stai dicendo che in meno di 24 ore hai lasciato Koga dopo aver saputo del suo pseudo - tradimento, sei corsa da Inuyasha, vi siete chiariti, riappacificati, dichiarati, avete finito col fare l’amore salvo scoprire poche ore dopo che ancora ti nascondeva qualcosa. Ho capito bene?-
-Già.-
-Wow! Sono esterrefatta. E tu come ti senti, Kagome? Dopo ciò che mi hai raccontato mi aspetterei di vederti disperata e in lacrime.-
-Lo avresti preferito?-
-No, certo che no, ma la tua indifferenza e la tua freddezza non sono normali. Tenerti dentro tutto questo dolore non è una buona cosa, amica mia.- mi disse preoccupata.
-Non lo sto facendo, Sango. O almeno non di proposito. Sono talmente delusa e amareggiata che so che piangere e disperarsi non mi servirebbe proprio a nulla.-
-C’è dell’altro che non mi hai ancora detto? Qualcosa che potrebbe spiegare questa tua distaccata reazione?-
-Ho deciso di voltare definitivamente pagina.- le spiegai.
-E in che modo?- mi domandò esitante.
-Se continuassi a vedere Koga e Inuyasha non ce la farei, Sango. Sai bene quanto me che quei due farebbero di tutto per vedermi, per spiegarmi e io non reggerei altre bugie e tradimenti.-
-E come conti di fare? Tokyo è una grande città, ma frequentiamo tutti lo stesso liceo. Inoltre entrambi sanno dove abiti.- mi fece notare allarmata.
Sospirai, consapevole del fatto che ormai era giunta la parte più difficile : confidare e far accettare la mia decisione alla mia migliore amica.
-Ho deciso di cambiare aria per un po’, Sango.-
-Vuoi dire che cambierai scuola?-
-No, o meglio non solo. Perché tu capisca sarà necessario che io cominci dal principio. Ricordi quando qualche mese fa il preside mi convocò nel suo ufficio?-
-Si, mi dicesti che ti aveva affidato dei compiti per i preparativi del festival.-
-Ti ho mentito e mi dispiace. Quel giorno il preside mi lodò per la mia ottima media e il mio costante impegno scolastico; mi disse  che ammirava il modo in cui mi ero data da fare per ottenere la borsa di studio e per mantenerla. Mi spiegò che il nostro istituto organizza spesso scambi interculturali con prestigiosi licei europei  e mi disse che uno di questi licei si era mostrato particolarmente interessato al mio curriculum scolastico e aveva avanzato la proposta di uno scambio studentesco.-
-Mi stai, in sostanza, dicendo che il preside ti aveva proposto di andare a studiare in Europa?-
Annuì.
-E tu cosa hai risposto?-
-Ovviamente a quel tempo rifiutai, ma il preside mi disse che avevo ancora alcuni mesi per valutare la proposta.-
-Non starai pensando di lasciare il Giappone, vero Kagome?- mi chiese quasi urlando.
La mia migliore amica aveva ovviamente compreso che non avevo intavolato quel discorso a caso.
-No, Sango, non lo sto pensando..l’ho già deciso.-
-Non dire sciocchezze. Non puoi partire solo per una cotta finita male, per una stupida delusione adolescenziale.- urlò.
Le sue parole non mi ferirono, poiché sapevo erano dettate unicamente dal dolore e dalla voglia di non vedermi partire.
-M..mi dispiace, Kagome. Sai che non penso veramente ciò che ho detto, vero? È solo che non sopporto il pensiero di allontanarmi fa te. È dell’Europa che stiamo parlando, dovremo, quindi, tener conto anche del fuso orario.- mi disse parlando a raffica.
-Quanto tempo hai intenzione di restare lì? Un mese? Tre? O addirittura fino al termine dell’anno scolastico?-
-Finirò la scuola lì.- risposi evasiva.
-Questo significa che passerai i prossimi 7 mesi lontana dal Giappone? Non resisterò così a lungo, Kagome.-
-No, Sango, temo che tu non abbia capito. Mi tratterrò in Europa fino al termine del liceo. Non tornerò prima dei prossimi tre anni..-
-N..non può essere vero. E la tua famiglia è d’accordo? Ti hanno dato il permesso per partire?-
-Quando il preside mi fece la sua proposta raccontai tutto alla mamma e lei mi garantì il suo appoggio qualsiasi fosse stata la mia decisione. Rispetteranno la mia scelta..-
-Kagome, tu non puoi farmi questo. Tutto ciò è a causa di quei due imbecilli, vero?-
-No, non solo. Inuyasha e Koga mi hanno deluso e ferita e fin quando continuerò a vederli non riuscirò mai a voltare pagina. Ho già comunicato la mia decisione al preside che ha provveduto in tempo record ad organizzare la mia partenza e tutto il resto.-
-Q..quando partirai?- mi domandò esitante.
-L’aereo decollerà domani mattina alle 11:00.-
-Così presto? Sei sicura di ciò che stai facendo, Kagome? Se avrai dei ripensamenti non potrai più tornare indietro.- mi domandò la mia migliore amica.
- Non ho dubbi, Sango. Ormai so qual è  la strada che devo percorrere. Nella mia vita non c’è più posto per rimpianti e rimorsi.-
Mi scrutò a lungo, forse in cerca di tracce di incertezza nel mio sguardo, ma quando sospirò sconfitta capì che aveva accettato la mia decisione e che, anche quella volta, mi avrebbe sostenuta.
-Hai idea di quanto mi mancherai?- mi chiese con la voce strozzata, tentando di trattenere le lacrime.
-Credimi, Sango, tu mi mancherai molto di più, ma prometto che continueremo a sentirci tutti i giorni. Ti voglio bene,Sango, e non farei mai nulla per rovinare la nostra amicizia.- le dissi mentre le lacrime rigavano il mio viso.
Trascorremmo il resto del pomeriggio insieme e dire addio a Sango fu più difficile di quanto avessi previsto. Non più semplice fu comunicare la decisione presa alla mia famiglia. Quando dopo un’estenuante discussione, lacrime, raccomandazioni e saluti mi ritirai per la notte, ero esausta, triste, ma fermamente convinta della mia scelta. Avevo chiesto a Inuyasha e Koga, tramite sms,di lasciarmi un po’ di tempo per pensare; questo mi aveva concesso di passare la giornata in tranquillità. Sperai che una volta che fossero venuti a conoscenza della realtà non sarebbero arrivati ad odiarmi. Avevo tentato, con difficoltà, per tutta la giornata di allontanare il pensiero di Inuyasha da me, ma quello prepotentemente tornava con irruenza. Era estremamente doloroso. Ripensare a lui, ai momenti passati insieme, ai nostri baci, alla dolcezza con cui mi aveva toccata e accarezzata, al sentimento che ci legava mi creava un nodo in gola che mi rendeva difficile respirare. Avevo avuto tre mesi per rendermi conto dell’amore che provavo nei confronti del mio migliore amico e meno di poche ore per goderne. Sentivo il sangue ribollire nelle vene, lo stomaco aggrovigliarsi in una matassa dolorosa e gli occhi pungere al solo pensiero di non rivederlo più, ma non c’era più tempo per noi. Avevo bisogno di guardare avanti, perdonare e dimenticare.
 
 
Riuscire a dormire quella notte per me fu impossibile. Non riuscivo ancora a credere che la mia migliore amica fosse in procinto di partire, e per di più per una destinazione così lontana. Kagome mi aveva chiesto di non dire nulla a nessuno, eppure la voglia di urlare in faccia a quei due imbecilli la mia rabbia era quasi intrattenibile. L’occasione mi si ripresentò non molte ore dopo.
Avevo detto ad un Miroku estremamente sospettoso che il giorno dopo sarei andata a scuola a piedi. Ero arrivata estremamente presto e avevo evitato di lasciare l’aula durante i cambi d’ora per non rischiare di incappare in quei due. La giornata era stata dura e già avvertivo terribilmente la mancanza di Kagome. Come avrei potuto resistere per tre anni?
Quando la campanella che annunciava la ricreazione suonò seppi che erano ormai le 11:15. L’aereo di Kagome doveva essere già decollato e ora nulla più mi impediva di sfogare la mia rabbia e il mio dolore contro coloro che avevano costretto la mia migliore amica a volare via da casa sua, dalla sua famiglia, da me.
Mi alzai di scatto ignorando la professoressa che ancora non aveva lasciato l’aula e, sotto lo sguardo esterrefatto di tutti, uscì dall’aula e mi diressi verso la classe dei miei amici. Mi stupì non poco quando vidi il magnifico trio venirmi incontro, ma la sorpresa fu immediatamente sostituita dalla rabbia.
-Sango, dov’è Kagome? Non è venuta a scuola?- mi chiese Koga.
Non risposi e presi a guardare alternativamente lui e Inuyasha tentando, almeno in parte, di mettere un freno alla mia collera che sarebbe esplosa di lì a poco.
-Allora, non hai sentito quell’imbecille? Dimmi dov’è Kagome, Sango.- mi ordinò Inuyasha.
Il suo tono pretenzioso e autoritario mandarono all’aria tutti i miei buoni propositi.
-Mi state chiedendo dov’è Kagome?-
-Beh, cos’è? Sei diventata sorda? Mi sembra di non averla vista all’ingresso e sono sicuro che tu sai dov’è.-
-Siete sicuri di volerlo sapere?- domandai ad entrambi ghignando.
Li vidi osservarmi stupiti e leggermente preoccupati.
-Sango, amore, sei sicura di sentirti bene?- mi domandò il mio ragazzo avvicinandosi e cingendomi le spalle.
Mi allontanai dalla sua presa e lasciai libera di esplodere la mia frustrazione.
-Sto benissimo, grazie. Quella che non sta bene è Kagome.-
-Come? Che cosa ha Kagome?- mi domandò immediatamente preoccupato Koga.
-Me lo state chiedendo davvero? Kagome era distrutta per colpa vostra. Voi, con le vostre bugie, con i vostri segreti avete spento tutta la sua vitalità. Le avete inferto una ferita talmente profonda e non le avete lasciato nemmeno la forza per piangere.-
-K..Kagome sta davvero così male?- mi chiese Inuyasha.
-Che ti aspettavi? Devo ricordarvi forse tutto ciò che ha dovuto sopportare in questi mesi? Devo ricordarti, Inuyasha, il modo in cui l’hai messa da parte per quella sciacquetta di Kikyo? O il modo in cui hai continuato a mentirle anche dopo averle giurato che con lei saresti stato sempre sincero? Devo ricordarvi tutte le bugie, le umiliazioni e il dolore che ha patito a causa vostra? Era talmente sconvolta e dolorante che ha sentito l’esigenza di scappare per rimettere un po’ d’ordine e serenità nella sua vita.-
-Scappare?-
-Esatto, Koga. Kagome ha lasciato il Giappone. Ha deciso di andare via e di guardare avanti.-
-N..non è possibile! Dove sta andando, Sango? Devo correre a casa sua e parlarle.- disse Inuyasha già pronto a scattare, ma le mie parole lo immobilizzarono.
-Sarebbe tutto inutile. Kagome è già andata via. Il suo volo decollava alle 11:00.-
-Dannazione.- ringhiò Koga guardando il suo orologio da polso e scattando poi via. Inuyasha, al contrario, rimase immobile.
-Non può essere vero. Ti prego, Sango, dimmi che è solo uno scherzo.- mi pregò.
-Mi dispiace, Inuyasha, ma è la verità.- gli dissi smorzando un po’ il mio tono tronfio.
Urlare contro ai due uomini che avevano causato la partenza della mia migliore amica non mi aveva liberato del dolore che provavo. Vedere un ragazzo come Inuyasha, sbruffone e sicuro di sé, con quell’aria spersa e abbattuta mi amareggiò..del resto sapevo che quel testone amava davvero Kagome. La verità era una sola: la partenza di Kagome avrebbe lasciato un vuoto nell’anima a noi tutti.
 
 
Sbuffai esasperata. Ero seduta su quella panchina da più di due ore, l’aereo aveva avuto un piccolo guasto e gli addetti si erano scusati per il disagio avvertendo tutti i passeggeri che il veicolo sarebbe decollato con circa mezz’ora di ritardo. Ero sola, avevo convinto la mia famiglia ad andare via prima dell’imbarco per non rendere ancora più difficile il momento dell’addio. Un gran trambusto all’interno dell’aeroporto mi distrasse e rimasi non poco sorpresa quando vidi Koga corrermi incontro col fiatone e urlare disperatamente il mio nome.
-K..Koga ma cosa ci fai qui?- gli domandai ancora confusa mentre lo vedevo piegarsi sulle ginocchia per riprendere fiato.
-E me lo chiedi? Sono venuto per fermarti, Kagome. Non puoi partire.- mi disse con sguardo tremendamente serio.
Capì che Sango non era riuscita a stare zitta e che Koga non si sarebbe arreso facilmente.
-Ho già preso la mia decisione, Koga. Non cambierò idea.- dissi con tono sicuro.
-Tu non puoi farlo. Tu non puoi lasciarmi, Kagome.- urlò attirando tutta l’attenzione su di noi.
Tremendamente imbarazzata per lo spettacolo che stavamo dando lo pregai di abbassare la voce, ma lui continuò ad inveirmi contro ordinandomi di non partire. Sospirai disperata per quell’incresciosa situazione. Non avevo informato della mia decisione Koga e Inuyasha proprio per non trovarmi in quella situazione, per non ferire ancora loro e me stessa, ma sembrava che non ci fosse altra soluzione.
-Non sei nessuno per dirmi cosa posso o non posso fare, Koga.-
-Non te lo sto ordinando, te lo sto chiedendo. Insomma ma non lo capisci che ti amo, Kagome?- urlò.
Ignorai il battito frenetico del mio cuore, l’effetto che le sue parole mi avevano suscitato e mi imposi di agire seguendo solo la testa.
-Adesso basta. È troppo tardi per questo, Koga. I mesi trascorsi insieme sono stati splendidi, ma adesso è tutto finito. Non posso stare con te quando so che i sentimenti che provo per Inuyasha sono più forti, non posso stare con te sapendo che mentre stavamo insieme tu vedevi un’altra. Non posso stare con te sapendo che tuo padre non mi considera adatta a te e degna della tua famiglia solo per le mie condizioni economiche. Se davvero mi ami, Koga, rispetta la mia decisione.- gli dissi con tono sicuro ma pacato.
-Kagome, ma io..- mi disse non ancora convinto.
-Volta pagina, Koga, così come io ho già fatto. Va avanti con la tua vita perché il nostro tempo insieme è finito.-
Lo vidi chinare il volto e quando lo rialzò era possibile leggere nei suoi occhi tutto il dolore che gli avevo provocato.
-È solo perché ti amo davvero che ti lascio libera di scegliere, Kagome. Ti amo talmente tanto che vederti felice è l’unica cosa che voglio davvero. La tua decisione mi ferisce, ma la accetto.- mi disse con tono serio.
-Grazie, Koga.- gli dissi trattenendo a fatica le lacrime.
La voce meccanica dell’altoparlante che invitava tutti i passeggeri del mio volo ad avviarsi verso le corsie d’imbarco, fece capire ad entrambi che il tempo a nostra disposizione era finito.
-Sappi che non ti dimenticherò mai, Kagome.-
-Nemmeno io, Koga.- risposi sincera.
-Se un giorno tu decidessi di tornare sappi che io ti aspetterò per sempre. Nessuna mi farà mai dubitare del mio amore per te.-
Mi limitai ad annuire non sapendo che fare o dire. Fu lui a spezzare quel momento di disagio: mi attirò tra le sue braccia stringendomi forte. Cercò, poi, un contatto con le mie labbra ma gli concessi solo un fugace bacio sulla guancia.
Era il sapore di Inuyasha che volevo portare con me.
-Addio, Koga.- lo salutai allontanandomi da lui.
-Ciao, Kagome.- mi rispose mentre si voltava e lo vedevo sparire tra la folla.
Sospirai. Se all’inizio avevo accettato di stare con Koga solo per non pensare ad Inuyasha, col passare del tempo avevo finito con l’affezionarmi davvero a lui. Avrei portato per sempre con me il ricordo  della sua dolcezze e della sua tenerezza.
Mi voltai e mi avviai verso la pista d’imbarco. Fu proprio mentre gli addetti al check-in controllavano i miei documenti che sentì nuovamente urlare il mio nome. Temetti che Koga non si fosse ancora arreso, ma quando mi voltai ciò che vidi fu cento volte peggio e mille volte meglio. Inuyasha, in tutta la sua bellezza, era proprio di fronte a me e la sua espressione seria non mi faceva presagire nulla di buono. Gli occhi mi si annebbiarono subito quando capì che dire addio a lui sarebbe stato molto più difficile.
-Signorina, qualcosa non va?- mi domandò l’hostess fissando alternativamente me e Inuyasha.
-N..no è tutto ok.- la tranquillizzai.
Recuperai i miei documenti e mi allontanai leggermente dalla pista d’imbarco per affrontare Inuyasha.
-Signorina, deve affrettarsi. L’aereo decollerà tra pochi istanti.- mi avvisò la gentile hostess.
-Lo so..solo un minuto.- le dissi avvicinandomi maggiormente ad Inuyasha.
-Kagome..torna a casa con me.- mi disse veloce e diretto.
-Inuyasha, io non posso. Come ho già detto a Koga ho già preso la mia decisione.-
- Dove andrai? Non puoi farmi questo!-
- Me ne vado per sempre. È un passo grande ed importante, ma non posso fare diversamente.-
-Si, che puoi. Vieni via con me. Perdonami Kagome, giuro che non ti mentirò mai più. Tutto ciò che voglio è averti vicina e renderti felice. Ti prego, Kagome, non puoi abbandonarmi.-
-Ascolta, Inuyasha, se vado via non è solo per ciò che è accaduto tra noi. Tutti gli avvenimenti di questi mesi mi hanno cambiata, io non so più chi sono e ho bisogno prima di tutto di ritrovare me stessa.-
-Allora verrò via con te.-
Chinai il capo triste. Sapevo che affrontare Inuyasha sarebbe stato decisamente più difficile e doloroso, ma non pensavo così tanto.
-Non puoi. Tuo padre non accetterà mai la mia umile posizione sociale.-
-Non mi importa nulla di mio padre se non posso avere te. Verrò via con te!- ribadì sicuro.
L’ultima cosa che volevo era essere responsabile di altri attriti tra Inuyasha e suo padre. Avevamo provato a stare insieme, ma evidentemente le cose tra noi non erano destinate a funzionare.
-Signorina..- mi richiamò l’hostess.
-Devo andare, Inuyasha.- gli dissi senza interrompere il nostro contatto visivo e soffocando il sordo dolore al cuore.
-Non andrai da nessuna parte. Non da sola almeno.-
-Adesso basta! Mi hai ferita Inuyasha, in ogni modo possibile. Non riuscirò mai a dimenticare tutto il dolore che le tue bugie mi hanno inferto. Non riesco più a riconoscermi e se sono cambiata è solo per colpa tua. Lasciami andare, questa è l’ultima volta che ci rivedremo.- dissi con tono serio.
Non pensavo realmente tutto ciò che gli avevo detto, ma conoscendo Inuyasha non mi avrebbe mai lasciata andare se non fossi stata decisa e sicura.
Lo vidi boccheggiare in difficoltà e non volendo che il nostro addio fosse segnato solo dall’amarezza presi la mia decisione. Con slancio mi avvicinai a lui e feci incontrare le nostre labbra; inizialmente rimase rigido, probabilmente troppo sorpreso dal mio gesto improvviso, ma dopo poco ricambiò il mio bacio stringendomi a lui. In quel contatto misi tutta me stessa, la mia anima, il mio cuore. Lasciai che in quel contatto silenzioso fluissero tutto l’amore, la passione che provavo per lui, ma anche la malinconia, il tormento e il dolore che avevano distrutto il nostro amore. Quando mi staccai da lui sentì il mio cuore frantumarsi, ma ero ancora convinta della mia decisione.
-Addio, amore mio.- gli sussurrai prima di baciarlo nuovamente a fior di labbra.
Mi allontanai da lui che rimase immobile con gli occhi lucidi.
-Kagome..- mi richiamò quando mi ero già avviata verso la pista d’imbarco.
-Quando tornerai?- mi domandò.
-Un giorno, o forse mai.-
Senza più voltarmi indietro proseguì verso il pullman che ci avrebbe accompagnati vicino all’aereo. Sentivo il mio corpo scombussolato: il cuore batteva frenetico, le mani sudavano, lo stomaco era un groviglio doloroso, la gola era secca e le gambe tremavano. Sentivo sulle labbra ancora il sapore dolce e fresco di Inuyasha e l’irrefrenabile voglia di voltarmi e tornare indietro, ma l’unica parte ancora fredda e lucida del mio corpo mi impose di continuare il mio cammino. Quando l’aereo decollò una sola lacrima lasciò i miei occhi. Da quel momento non sarei davvero più potuta tornare indietro. Avrei dimenticato Koga, avrei dimenticato Inuyasha e i mesi trascorsi. La mia nuova vita iniziava in quel momento.
 
 
Note dell’autrice:
Eccoci qui..immagino che molti di vorrai vorranno uccidermi per questo finale, ma bisogna,purtroppo, tener conto del fatto che le cose nella realtà non sempre hanno un lieto fine. Se la cosa può consolarvi il mio non è poi un finale così decisivo, Kagome va via, ma ognuno di noi può prospettare un ipotetico futuro diverso!!
Detto ciò, spero di non avervi deluso proprio nell’ultimo capitolo e di essere riuscita in questi lunghi mesi a regalarvi almeno un piccolo sorriso o qualche lieve emozione! Ringrazio tutti coloro che hanno letto la mia storia e l’hanno aggiunta tra le seguite/preferite/ ricordate. Grazie davvero!
Un ringraziamento particolare però lo devo a chi ha recensito i vari capitoli spronandomi a dare sempre il meglio! Vi sono infinitamente grata! E adesso che Questioni d’amicizia o d’amore è finita vi invito per l’ultima volta a farmi conoscere il vostro parere!
Baci, Vanilla ^^
   
 
Leggi le 17 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: Vanilla_91