Film > Alexander
Segui la storia  |       
Autore: Jagiya Eomma    30/08/2013    3 recensioni
Non pensate a loro come a un re e al suo generale, ma come a due innamorati che hanno superato le barriere del tempo per arrivare fino ai nostri giorni, raccontandoci così la loro storia travagliata.
Alessandro Magno sin da giovane ha sempre avuto un sentimento travolgente per Efestione, il suo amico d'infanzia. E non sembra l'unico. I due sono innamorati pazzamente l'uno dell'altro, ma non hanno il coraggio di rivelare il loro amore. La situazione si complica quando c'è di mezzo la gelosia e Efestione inizia a incontrare un giovane ladro, che gli ruberà il cuore.
❁❁❁❁
Sin da piccolo mi perdevo nei tuoi occhi color zaffiro, volevo attorcigliare i tuoi ricci color ambra tra le mie dita e volevo baciare le tue labbra color rubino. Sapevo che era un sogno, una folle illusione, ma in fondo al cuore speravo che un giorno avrei potuto averti, sia il tuo corpo che il tuo cuore. Mi sentivo un vile a fantasticare su notti in tua compagnia, durante le quali ti dimenavi sotto di me, urlavi il mio nome, tremavi al mio tocco...
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alessandro il Grande, Efestione
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Uno squarcio tra di noi



I giorni seguenti furono colmi di occhiate sfuggevoli tra i due amanti, sorrisi soffocati, piccole carezze quando si poteva. Ma i due non si incontravano mai la notte nel luogo della passione. Restavano nelle loro stanze a pensare l'uno all'altro e i loro cuori si riempivano di sentimenti travagliati: amore, desiderio, paura, brama, lussuria. Nessuno dei due aveva la forza per intraprendere la strada preparatagli da Afrodite.
Per colmare il vuoto che sentiva a causa della mancanza di Efestione, Alessandro, come al solito, giaceva con gli amanti.
 
******
 
Una notte, appena finito il bagno, Alessandro si mise a letto. Quella notte non aveva intenzione di trascorrerla in compagnia di nessuno, voleva solamente dormire.
 
Le città era illuminata da tante fiaccole sparse ovunque e non si sentiva anima viva, era notte fonda.
In quella quiete totale uno scricchiolio destò Alessandro. I suoi muscoli si irrigidirono. Prese la spada che aveva sotto il cuscino e aspettò la mossa del misterioso personaggio che era appena entrato nella sua camera. Lo sconosciuto tolse le coperte dal suo corpo nudo e muscoloso e cominciò a sfiorargli le cosce, il petto, i muscoli... Per poi soffermarsi sul membro del re.
Alessandro rimase piacevolmente sorpreso da quei gesti, che cominciavano a farlo eccitare. La mano di quel individuo iniziò a dargli piacere, muovendosi lungo il membro. Da piccoli movimenti, cominciò a velocizzare l'azione, finché il membro di Alessandro diventò turgido e pronto. Allora fermò la mano e poco dopo Alessandro sentì una sensazione bellissima, provocata da stuzzicanti tocchi di lingua. Al primo tocco non poté fermare un gemito. Si morse un labbro e chiuse li occhi, lasciandosi alla mercé di un'ombra.
Subito dopo lo sconosciuto cominciò a leccare il membro lungo tutta la sua lunghezza, soffermandosi sulla punta, dove lasciò piccoli cerchi. Infine lo accolse in bocca. Alessandro inarcò la schiena ed iniziò ad ansimare. Intanto l'individuo continuò, dopo un piccolo ghigno di soddisfazione, a far godere la sua vittima finché, dopo breve, venne copiosamente nella sua bocca. Ingoiò deliziato il nettare della passione e poi, senza pronunciare parola, andò via. Alessandro era confuso. Chi poteva essere? L'avrebbe mai incontrato di nuovo? E soprattutto, chi era?
Queste domande tormentarono la mente di Alessandro per poco dato che cadde in un sonno profondo.

L'alba seguente cominciarono le Feste dionisie. Si trattava di 3 giorni di puro svago in cui si andava a teatro, scorrevano fiumi di vino e c'erano abbuffate con vari tipi di pietanze prelibate. Durante queste feste la guerra era sospesa, si pensava solo al divertimento. Il palazzo reale era in delirio: c'erano ubriachi che urlavano, ridevano o cantavano a squarciagola; uomini con sottobraccio ragazzi e ragazze che baciavano a turno; alcuni facevano sesso davanti a tutti. Era come un mondo irreale in cui non esisteva più razionalità e pudore. Questa era la pura essenza del dio del divertimento Dionisio.
 
Tra tutti quegli uomini gli unici ad avere ancora un po' di lucidità erano Alessandro ed Efestione. I due parlavano e ridevano mentre  bevevano e mangiavano. Mentre Efestione, parlava Alessandro non poteva fare a meno di guardare le sue labbra e ricordarle mentre baciava le sue.

“...e poi lui... Alessandro mi stai ascoltando? Alessandro! ALESSANDRO!” gridò Efestione.
Alessandro si risvegliò dai suoi pensieri e portò gli occhi dalle labbra agli occhi di lui.
“Eh? Cosa?” rispose spaesato.
“Alessandro tu non mi stavi ascoltando... A cosa pensavi?” Efestione lo guardò con occhi sospettosi.
“ Pensavo a... A Dario! Dobbiamo sconfiggerlo assolutamente!”
“ Alessandro... Ti conosco da una vita e so quando menti. Te l'ho mai detto che non sai mentire? Adesso dimmi perché non mi stavi ascoltando.”
Alessandro si guardò intorno, come per cercare una scusa, e non riuscì a incontrare gli occhi di Efestione. Allora quest'ultimo gli prese il viso tra le mani e lo avvicinò al suo.
“Alessandro, guardami negli occhi e dimmi che hai.”
Alessandro non riuscì a resistere a quei zaffiri mozzafiato e raccontò all’amico quello che lo tormentava.
“Qualcuno ieri notte è entrato nelle mie stanze e... Ha cominciato a massaggiare e poi leccare il mio membro...”
Alessandro si sentiva imbarazzato e un po' a disagio dato che Efestione era l'ultima persona al mondo a cui l'avrebbe detto.
“Ah... E tu non l'hai fermato?”
“Non potevo.”
“Come non potevi?”
“Beh, a volte prevale il piacere e non la ragione. E io sono un uomo.”
“Ho capito... E non sai chi sia?”
“No.”
“Quindi tu... Ti fai fare quelle cose da chiunque?”
“Non so, dipende se il mio corpo ha voglia di-”
Alessandro non fece in tempo a continuare che Efestione si alzò all'improvviso e se ne andò. Alessandro lo inseguì.
“Efestione! Efestione! Perché te ne sei andato?” chiese Alessandro preoccupato.
“Lasciami in pace.” rispose con voce fredda.
“Efestione... Cos'hai?”
“Niente, vattene!” disse Efestione prima di mettersi a correre.
Alessandro voleva spiegazioni per quel comportamento e senza indugio lo inseguì.


Non si sentivano più i rumori della festa. Per i corridoi del palazzo si sentivano solo i passi in corsa di Efestione ed Alessandro.
-Avevo dimenticato quanto Efestione fosse abile nella corsa...- pensò Alessandro, notando la resistenza e la lontananza dell'altro.
“Alessandro, non seguirmi, vattene!” urlò Efestione arrabbiato.
Ma l’altro non disse nulla. Allora Efestione si fermò e trasse dalla custodia un pugnale. Alessandro si fermò.
“Ti ho detto di non seguirmi! Lasciami in pace!”
Alessandro rimase per alcuni secondi impassibile ed immobile, poi scoppiò in una fragorosa risata: “O Efestione, non scherzare con me! Non rivolgere verso di me quell'arma e dimmi cos'hai!”
“Non scherzo, sono serio. Non voglio più né vederti né sentirti, quindi lasciami in pace!”
“Ma cosa ti ho fatto? Perché ti comporti così?”
“Cosa non mi hai fatto, dovresti chiedermi...” disse Efestione con gli occhi lucidi e la voce soffocata.
“Efestione...” Alessandro si avvicinò lentamente e allungò la mano verso il suo amato.
“NON TI AVVICINARE!" urlò Efestione, lasciando che la sua voce rimbombasse nell'edificio e chiudendo gli occhi pieni di lacrime.
Ad Alessandro si spezzò il cuore vedendolo in quello stato. Con un veloce scatto disarmò ed abbracciò Efestione. Quest'ultimo si dimenò per sfuggire a quelle possenti braccia che lo avvolgevano, però non aveva possibilità di scappare. Allora si aggrappò al corpo di Alessandro e lo strinse, mentre le lacrime scendevano sulle sue guance porporee.
“Alessandro... Perché lo fai? Perché mi fai soffrire così tanto?” chiese Efestione tra un singhiozzo e l'altro.
“Cosa?” Alessandro era spaesato.
“Ogni notte sento le urla dei tuoi amanti ed ad ogni loro gemito mi arriva una pugnalata al cuore...”
“Efestione... Io non so cosa di-”
“Non dire niente, lo so che per te non è lo stesso. - accennò un sorriso - Adesso vado, buonanotte…” disse Efestione prima di allontanarsi da Alessandro, che non lo aveva fermato. Non capiva. Cosa significava quell'ultima frase?
Mentre rimuginava sulle parole di Efestione, in Magno si mise a letto.
 
Quella notte nessuno fece visita al re.
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Alexander / Vai alla pagina dell'autore: Jagiya Eomma