Capitolo otto
Il Prigioniero
Attesero due ore. Due ore senza
che il segnale aumentasse o diminuisse. Due ore di impazienza, di sbuffi da
parte di Erol, due ore di angoscia. Kayla si stava per arrendere, alzò una mano
per puntare il ricevitore in un'altra zona, che il segnale aumentò. ≪È... è diventato più veloce, sta
arrivando qualcosa!≫.
≪Non è un uccello, o una testa di
metallo volante?≫.
≪Macchè, è... sono dei... corpi...
corpi caldi... molto caldi...Forse sono persone...≫. ≪Ricevi qualcosa con canale d’eco?≫. ≪Sì! è ... è potentissimo!≫. ≪Cosa?≫. ≪Sento un canale d’eco molto
potente! Probabilmente è...≫.
≪Perfetto. Zona beta di? Tra
quanto, precisamente?≫.
≪Tra... trenta minuti, circa...≫. ≪Abbiamo tutto il tempo di
arrivare. Organizzo una squadra. Qualunque cosa sia, lo porteremo al Barone.≫.
≪Barone, il comandante Erol dice
di aver trovato delle forze... un canale
d’eco molto potente. Do l’ordine di agire?≫. ≪Sì. Portatemelo, chiunque sia.≫.
Erol tirò fuori il rilevatore del
canale, arrivato in zona beta di. ≪Dove
sei... fatti vedere...≫.
Un rumore metallico attirò la sua attenzione. ≪Eccolo, muovetevi!≫. Era un... ragazzo... con un
qualcosa... ai suoi piedi.≪State
lontani dall’animale!≫.
≪Lasciate stare il... topo. Il barone
vuole solo lui.≫.
Sorrise, mentre le guardie circondavano quel... ragazzino dagli occhi blu. ≪Ti stavamo aspettando.≫. Mormorò, mentre una guardia lo
tramortiva. Intanto che lo faceva portare via, ripensò all’animale. Parlava. ≪Numero 3304, va’ a prendere il
topo. Sembrava interessante.≫.
La guardia obbedì, mentre altre due trascinavano il ragazzino, con la ferita
alla testa che sanguinava.
≪Allora? Il tuo “grande canale”
è... questo coso?≫.
≪Controlli pure, Barone, ha un
canale straordinario. Un... potere assai diverso da quello che conosciamo.≫. ≪D’accordo, cominceremo gli
esperimenti da...≫.
≪Barone! Non sa quello che dice!
Non si ricorda cosa è successo con Torn? Non vogliamo far fare la stessa fine a
questo ragazzo, no? Dovremmo cominciare gli esperimenti su altre persone, su...
canali un po’ meno potenti, per provare le nostre “misture”. L’eco che abbiamo
potrebbe essere troppo potente anche per... il canale contenuto in questo
ragazzo, se potente come dice Erol.≫.
≪D’accordo. Erol, prepari delle
pattuglie. Da oggi, vi ordino di cercare il canale nelle persone, e portarle
qui, in modo da cominciare gli esperimenti d’eco. Quando avremo abbastanza
informazioni, potremo cominciare a lavorare su di lui. Per intanto,
imprigionatelo insieme agli altri criminali. Oppure...≫. Guardò il capitano Acheron, che
era anche gestore della prigione:≪Abbiamo
una zona della prigione interamente libera, non è vero?≫. ≪Sì, signore, la zona per
criminali politici... vengono sempre...≫.
≪Lo so cosa succede a quei
disgraziati... potremmo trasferire lì tutto il materiale per il “Programma Guerriero
Oscuro”, no?≫.
Acheron guardò il suo vice, un po’ incerto sul da farsi:≪Beh... signore... la zona è molto
ampia, circa un quarto della prigione intera, poiché, quando governava...≫. Si interruppe un secondo:≪... Il vecchio governo, ce n’era
molto bisogno. Adesso... sì. Possiamo destinarle a questo scopo.≫. ≪Va bene, vado a portarlo lì.≫. Mentre Erol si voltava,
trascinando il ragazzino, Ruperttikjakmos lo fermò, mormorandogli all’orecchio:≪Comandate, perché non me lo
lascia per qualche giorno? Voglio vedere se...≫. Erol portò il corpicino lontano
dalle sue grinfie:≪Capitano,
stia lontano da lui. Ha sentito quello che ha detto il barone. Non si tocca...
per esperimenti.≫.
“Per gli esperimenti no”. Pensò feroce, mentre lo portava nella sua cella.
Provava un’implacabile invidia, per quel moccioso. Sentiva i suoi capelli
morbidi, la sua pelle chiara, i suoi occhi, che, al momento della cattura, lo
avevano “supplicato” di non fargli del male. Quelli erano gli occhi di una
persona cresciuta con accanto persone che gli volevano bene. Non cresciuta tra
il gelo dell’inverno, l’arsura dell’estate, il timore di non essere abbastanza
“carino” per poter trovare una famiglia, il vedere “amici” anche più... che non
si meritavano quello che riuscivano ad ottenere. Come se fosse stato genetico,
appena aveva visto quel bambino aveva provato un odio, un profondo odio. Lo
gettò nella cella, notando che si era risvegliato. ≪Qui nessuno ti sentirà, se
urlerai.≫.
Mormorò, mentre si toglieva la maschera che portava come elmetto, e prendendo
l’arma. ≪Magari,
pensi che tu sia stato risparmiato, ma non è vero. Quando saremo pronti, anche
tu ti beccherai una bella, anzi, massiccia dose di Eco. Così massiccia, che,
credo, ne morirai, se non la fermeremo in tempo. Il sono Erol, uno dei
comandanti delle KG. Tu... come ti chiami?≫. Il ragazzo lo guardò negli
occhi, scuotendo la testa. ≪Rispondi!
Non ti mangio mica, per ora...≫.
Il ragazzo si alzò in piedi, rendendosi conto che gli avevano messo la divisa
dei prigionieri. Con scritto “Progetto”. ≪Torna
subito giù.≫.
ringhiò Erol, facendolo cadere. Il ragazzo si rialzò, con aria di sfida. ≪Non ti conviene sfidarmi,
moccioso. Io, qui, faccio il bello e cattivo tempo. Rispondi alla mia domanda.
Come ti chiami?≫.
Il ragazzo fece dei gesti incomprensibili con le mani, eppure Erol conosceva il
linguaggio dei sordo-muti. ≪Sei muto?≫ chiese. Lui annuì. ≪Fantastico. Un moccioso
silenzioso. Ehi, Ehi! Fermo! Non ti capisco!≫. Il ragazzo fece un altro gesto,
inequivocabile. ≪Dove
sei? In prigione, ovviamente. Perché sei stato trovato gironzolante per la
città privo di documenti. Non voglio spaventarti, per ora.≫. Il ragazzo si sedette sul letto
preoccupato. ≪Moccioso,
puoi dirmi il tuo nome?≫.
Il ragazzo fece un gesto. ≪Inutile.
Non capisco quello che mi dici. A domani.≫.
Il ragazzo si alzò di scatto, quando Erol uscì dalla cella. ≪Per tuo bene, cerca di non
scappare. Sarà fatica sprecata, e io sarò costretto a punirti.≫.
≪Le teste di metallo! Le teste di
metallo attaccano!≫.