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Autore: nemesi06    05/03/2008    9 recensioni
Lo spettacolo si chiude con un ultimo raggio di sole ad accarezzargli il viso.Unico calore concesso a colui che ha osato sfidarlo.
Genere: Triste, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Elric
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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luce da pubblicare
LUCE... FINO ALLA FINE

Lo specchio riflette la sua immagine.

Pelle leggermente scurita dal sole che l’ha accompagnato nel suo ultimo viaggio.

Una normale missione, svolta senza troppi problemi come al solito, da cui era tornato solo con il desiderio di potersi riposare finalmente.

Lentamente, alza una mano e la porta ad accarezzarsi i capelli, non più lunghi com’era solito portarli... li avevano tagliati la mattina dopo che erano andati a prenderlo... corti come quando era ancora bambino.

Occhi color oro che brillano di luce propria, che colpiscono chiunque se li trovi di fronte, che gli permettono di essere considerato un'anima ancora pura e senza macchia, trascinato in quel vortice d’intrighi e inganni, solo perché voleva rivedere sua madre.

Una donna dolcissima, premurosa, protettiva ma non soffocante che gli permetteva di vivere la sua infanzia con tutta la tranquillità che è dovuta a un bambino che deve essere protetto ma non influenzato dalle proprie paure.

Il viso, con quel taglio ancora infantile, nonostante i suoi vent'anni, che lo rende cosi attraente agli occhi di chi lo incontra per la prima volta o lo vede di sfuggita e che era sempre stato una maschera perfetta per nascondere il suo vero carattere.

Il suo modo di essere, cosi lunatico, irascibile, sempre pronto a saltare addosso a chiunque gli desse del piccolo marmocchio.

Forte o almeno cosi dicevano tutti... chissà perché poi ne erano cosi tanto sicuri.

Si sofferma sulla spalla destra, ormai priva di cicatrici e del freddo acciaio che per anni si è dovuto trascinare dietro per avere la possibilità di rimediare al suo errore.

Sorride.

La sua mano sinistra si avvicina e titubante comincia ad accarezzare quella pelle cosi calda e morbida che quasi aveva dimenticato di avere.

Passa a guardare le sue gambe, anche qui un senso di stranezza lo invade, nessun segno, niente che testimoni quegli anni passati a combattere, a resistere a non perdersi d'animo e a far coraggio a una fredda armatura che lo seguiva come un'ombra.

Un brivido lungo la schiena, l'aria che gli sfiora la pelle ancora bagnata, lo fa sentire vivo... allora è ancora in grado di provare qualcosa, di sentire se stesso che si ribella a quella realtà che gli è stata imposta come ulteriore prezzo per ripagare la sua richiesta da bambino.

Non capisce perché gli abbiano ordinato di mangiare e farsi una doccia... a che serve, mica deve partecipare a una festa o a uno spettacolo... o forse sì... potrebbe essere tutta una mess'inscena creata ad arte per fargli capire ancora una volta quanto lui sia colpevole, quanto lui non possa scappare da quella notte in cui ha voluto paragonarsi a Dio pensando che niente sarebbe andato male.

Lui, il suo complice, è già stato punito, ha perso il suo sostegno, la sua guida, una parte di se e non ha trovato la forza di reagire, non è nemmeno riuscito a venire... ma non gli fa una colpa per questo.

Un rumore dietro di lui.

Forte.

Un primo colpo.

Un secondo colpo.

Una voce.

Sconosciuta, nemmeno questo gli è stato concesso... nemmeno la presenza di qualcuno che gli facesse un piccolo sorriso per consolarlo o solo per farlo sentire meno male.

Guarda di nuovo la sua immagine e sorride di nuovo, ma stavolta il suo sguardo è diverso... non è paura, non è tristezza, non è rabbia... è consapevolezza.

Dopotutto è cresciuto, sa che niente può cambiare.

Chiede qualche secondo per potersi mettere qualche cosa per coprirsi.

Di nuovo colpi sul freddo legno scuro che lo teneva ancora al sicuro.

Un urlo rabbioso... era ora di andare.

Freddo metallo che gli ricorda i suoi arti artificiali.

La maniglia però è diversa, non è sporca di sangue innocente... non è come il suo vecchio braccio.

Ancora freddo, ma questa volta lo sente per tutto il corpo a causa della diversa temperatura della stanza in cui lo aspettano.

Un primo passo.

Non altro.

Sono loro a dovergli dire cosa fare.

Aspetta senza però abbassare lo sguardo e si accorge di come lo stanno osservando.

Pietà.

Rancore.

Non lo conoscono, eppure vede nei loro occhi dei sentimenti verso di lui, ma non può parlare e nemmeno esprimere le sue emozioni.

Gli sono date le ultime cose da indossare e poi, preso per un braccio, viene invitato ad uscire.

Sono al suo fianco, ma lui cerca di ricordare quella sensazione.

Il calore che si sente a essere affiancati da chi ti vuole bene, ti ama, ti perdona gli errori.

Il tragitto è breve... troppo per lui, per permettergli di ricordare tutto e trovarvi un minimo di conforto.

Grigio.

Non il luminoso sole ad aspettarlo e riscaldarlo come nei pomeriggi passati a correre e giocare con il suo fratellino.

Solo i loro passi risuonano nella piazza che è stata preparata per mettere in scena quello che è sempre più convinto essere l'unico finale possibile per lo spettacolo che lui stesso ha iniziato.

Non vi è nessuno... hanno voluto tenere tutto nascosto per non avere problemi... dopotutto è ancora un ragazzino e quindi sapevano che chiunque avesse saputo la data, sarebbe intervenuto a fermare tutto.

Arriva vicino a un muro e viene lasciato li, con l'ordine di non girarsi per nessun motivo.

Perché dovrebbe guardarsi indietro... a cosa servirebbe?

Altri rumori.

Sa da cosa sono provocati.

Li sente vicini.

Sono dietro di lui.

Percepisce qualche parola e poi uno di loro gli si avvicina e gli porge una benda nera.

No.

Non accetta di non vedere fino alla fine la luce del giorno.

Sente degli ordini.

Rumori metallici che testimoniano la loro preparazione.

Sospira.

La sua unica speranza è che in questo modo, finalmente il suo animo tornerà sereno.

Ha già chiesto perdono a tutti e loro glielo hanno concesso... ma lui purtroppo non ha mai perdonato se stesso.

Un piccolo raggio di sole si fa largo tra le pesanti nubi e lo colpisce sul viso, dove colora una leggera lacrima che non ha voluto obbedirgli.

Alza il viso e guarda quella luce cosi calda.

Buio.


******THE END******

Lo so è l'ennesima storia triste, ma cosa ci posso fare se non riesco a scrivere cose più allegre?A parte gli scherzi, è stata scritta una sera, ero di umore non bellissimo e avevo di fronte il computer e ho iniziato a scrivere, senza avere in mente una trama o qualcosa, ho scritto senza programmare nulla, quindi ovviamente non poteva uscire nulla di che in quella mezz'ora, ma ho voluto pubblicarla lo stesso, ma vi chiedo scusa in anticipo, visto che mi rendo conto che non è molto bella.


Un grazie speciale però a coloro che hanno commentato l'altra fiction " Se fosse eterno" : Inuyasha94, DarkRose86, Chibimayu, Red robin, Elyxyz, Setsuka, Ale2, Yumi, Bad girl.
Ringrazio anche chi ha solo letto e ovviamente chi leggerà e commentera anche questa.




  
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