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Autore: ShanHoward    30/08/2013    1 recensioni
…e l’unica cosa che riuscii a dirle fu “mi raccomando se mai incontrassi i Muse…pensami”
“tranquilla, sarai la prima a saperlo” mi rispose sorridendo…ormai rassegnata alla mia ossessione per loro.
Come potevo immaginare che quel giorno sarebbe stato più vicino di quanto pensassi???
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Christopher Wolstenholme, Dominic Howard, Matthew Bellamy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8 tutto per voi!!! Mi raccomando siate buoni...vi adoroo!!! 

 

Let’s start over again

 

“Chriiiiiis”




Il caso volle che proprio in quel momento il volume della musica all’interno della sala fosse leggermente più basso del solito, e che ci vollero solamente tre dei miei urli disperati affinché qualcuno riuscisse ad affacciarsi dalla porta.
Quello che i ragazzi si trovarono davanti agli occhi, fu una scena che rimase impressa da qualche parte nella loro anima: Ethan notevolmente spaventato che cercava di fermare il sangue che scorreva copiosamente dal suo naso; Dom semicosciente che sembrava respirasse a fatica mentre del sangue gli usciva da dietro la testa da un punto imprecisato; ed in fine io che gli tenevo la testa mentre cercavo con tutta me stessa di non farmi prendere strane idee su come sarebbe andata a finire, dondolando avanti e indietro.


Rimasero bloccati, o meglio paralizzati per qualche secondo finché Tom, preso da un attimo di santa lucidità; si spostò per prendere il telefono e chiamare al più presto possibile un’ambulanza. Matt, mantenendo un po’ di contegno, si rivolse ad Ethan chiedendogli cosa fosse successo. Lui gli inventò una serie infinita di stronzate alle quali io non prestai minimamente attenzione, ma che in qualche strana maniera riuscirono a convincere Matt. Nel medesimo istante Chris tolse di mezzo qualche vetro e si avvicinò a me per cercare di calmarmi…impresa alquanto inutile…


Poco dopo arrivò Tom ad informarci che i medici erano per strada e che sarebbero arrivati presto…

Tom che aiutava Ethan, Matt e Chris che raccoglievano tutti quei vetri a terra mentre io ero distaccata in un mondo tutto mio dove speravo nel profondo del mio cuore che canticchiare a mente una canzone avrebbe potuto farlo riprendere…che idiota!


Un paio di minuti dopo, mi ridestai sentendo la mano di Matt che mi scrollava leggermente.


“Ehy, tesoro, spostati così i medici lo portano via”
“No…no…io non lo lascio” dissi guardando Matt
“Ma devi, altrimenti non possono farlo stare meglio” disse prendendomi le spalle
“Si bambolina” aggiunse Chris “lascialo e noi lo seguiremo, promesso”
“Non ci riesco” dissi, gli occhi pieni di lacrime.


Uno dei paramedici lo posizionò sulla barella nel momento in cui Matt e Chris riuscirono a spostare le mie mani dalla sua testa. Li vidi caricarlo sull’ambulanza insieme ad Ethan e mi resi conto solo in quel momento che avevo passato la maggior parte del tempo in apnea.
Matt mi aiutò a rialzarmi e lanciò uno sguardo un po’ preoccupato  Chris nel momento in cui vide le mie mani tremare a più non posso mentre cercavo di mettermi la giacca. Mi aiutarono proprio come si fa con una bambina di tre anni.


Salimmo in macchina nel silenzio più totale con me in preda all’isteria per non avere uno straccio di mp3 per scaricare tutto, o almeno per provarci.

Arrivammo in ospedale dopo svariate imprecazioni rivolte al traffico. Succedeva sempre così: quando si andava di fretta accadeva di tutto.

Salimmo le scale di corsa seguendo le indicazioni della donna all’ingresso.
Ci sedemmo in sala d’attesa…


Ero stata tante volte negli ospedali sia per controlli che per trovare qualche amico o parente che avesse fatto un’operazione o altro, ma solo allora compresi il vero significato della parola “sala d’attesa”.


Era assurdo…la gente passava lì svariate ore nella confusione più totale senza poter fare nulla di concreto, senza sapere in cosa doveva aspirare; doveva restare lì seduta su delle sedie che dopo un po’ diventavano scomode, nella speranza che prima o poi sbucasse fuori qualcuno per sentire il verdetto.

Che cosa crudele!

Starsene lì a nutrire speranze che in alcuni casi non sarebbero servite a nulla.
Non c’era niente da fare, niente da dire, solo sperare…

L’attesa più lunga, snervante ed odiosa; peggio dell’attesa di un treno in ritardo, di una giornata che non accenna ad andare per il verso giusto, di un’interrogazione quando sai di non aver studiato e c’è la possibilità che esca il tuo nome…

Ovviamente ognuno reagiva in base alla propria esperienza senza dubbio.

Nel mio caso, la mia attesa si trasformò in colpa…mi sentivo terribilmente in colpa perchè per l’ennesima volta mi ero fidata di qualcuno a cui non importava altro che di se stesso; in colpa perchè forse avrei potuto reagire in modo diverso, in colpa perchè avrei potuto non litigare con Spencer e tutto questo non sarebbe successo, ma sopra ogni cosa, mi sentivo in colpa perchè avevo spronato io Dom a fidarsi di lui…


Ed ora, come risultato, mi trovavo lì con l’ansia alle stelle senza avere la minima idea di cosa aspettarmi.


Un paio d’ore dopo, eravamo tutti sull’orlo di una crisi di nervi. Chris era seduto distante da me e parlava al telefono con Kelly dicendole che nessuno si era degnato nemmeno di dirci se era vivo o morto; Matt faceva avanti e indietro per il corridoio con le mani fra i capelli completamente spaesato; io restavo nel mio silenzio spettrale con ancora addosso i vestiti sporchi di sangue.


All’improvviso dalla sala del pronto soccorso usci Ethan con il naso completamente gonfio con sopra alcune bende; segno evidente che il suo setto nasale era stato distrutto e rimesso a posto e che era ormai fuori pericolo e in via di guarigione. Venne a sedersi vicino a me seguito da un Matt preoccupato.

“Ethan! Come va?” chiese
“Oh, dolorante, ma bene” rispose
“Grazie al cielo!” sospirò


Grazie al cielo? Ma era impazzito? O forse mi ero persa Matt che sbatteva la testa per riuscire a fare un’affermazione del genere. Poteva anche essere lo shock, anzi speravo vivamente fosse così. Chris si avvicinò e mi guardò interrogativo, ma risposi con una semplice scrollata di spalle come per dire “tranquillo ho sentito male io”.

Nel momento in cui Ethan si alzò Matt lo seguì e lo sentii dire qualcosa che somigliava molto ad un “meglio che lei non ci senta”.

Qualche minuto dopo ero io quella che cominciava a percorrere la sala avanti e indietro senza una meta. Mi avvicinai a Matt ed Ethan quel tanto che bastava per carpire informazioni utili, dettata dalla mia sindrome da ficcanaso da che ero nata. Bisbigliavano in grande stile e questo non fece che aumentare in maniera irreparabile la mia curiosità.


Matt: mi spiace tanto
Ethan: oh tranquillo, sono solo un po’ scosso
Matt: lo siamo tutti…
Ethan: già…nessuno immaginava sarebbe andata così
Matt: ma soprattutto che Dom ti assalisse così alle spalle
Ethan: e senza che io dicessi nulla. Aspetterò con voi se vi va bene.
Matt: grazie, è un gesto molto coraggioso.


A quelle parole mi scagliai come una furia cieca contro di loro. Ero accecata dalla rabbia…
Mi lanciai contro Ethan spingendolo tanto da farlo cadere a terra, restando spiazzato più per essere stato scoperto che per altro.


“Senza che tu dicessi niente eh?” urlai
“Ehy, che ti prende?” chiese Matt aiutando Ethan
“Cosa mi prende? Mi prende che ti ha raccontato un mucchio di stronzate!!!” esplosi
“Ma che stai dicendo?” disse Ethan
“Oh, non fare la vittima con me Mrtecnicodelsuono”

Chris si affiancò domandandosi il motivo di tutto quel trambusto.

“Piccola Cinzia, frequentare i Muse ti ha reso pazza” rispose pulendosi i pantaloni
“Pazza? Te la do io la pazza…vieni qui” dissi mentre mi scagliavo nuovamente contro di lui
“Ehy, ehy, ehy dove vai?” chiese Chris mentre mi prendeva al volo per la vita
“Vado a finire di spaccargli la faccia” dissi cercando invano di forzare le braccia di Chris e scalciando
“Fermi tutti!” Matt “Mi spiegate che cavolo succede?”
“Non lo so Matt, te l’ho detto che è pazza”
“Sto per picchiarti a sangue, ti avverto” affermai
“Cosa è successo veramente lì dentro?” domandò Matt
“E’ successo che…”
“Zitto, non l’ha chiesto a te” lo interruppe Chris


Gli raccontai ogni singolo dettaglio: di come Dom lo avesse sollecitato a chiedermi scusa per tutto quello che era successo; delle risposte di sfida che Ethan gli aveva rivolto; del pugno e dello schianto di Dom contro la vetrata.

In maniera fulminante Matt si girò verso Ethan per cercare conferma, cosa che avvenne nel momento in cui lui non rispose e si limitò ad abbassare lo sguardo.


“Cristo santo! Mi hai raccontato tutt’altro!” disse Matt shockato
“Come ci riesci dico io?” disse Chris

Sorrise malefico.

“Che cosa avrai da ridere non lo so” constatai io
“Io? Proprio nulla”
“Oh santissimo Bellamy, sto per farlo fuori”

Matt sorrise leggermente alla mia invocazione, mentre Chris allentava un poco la presa.


“Direi che non serve che tu aspetti” disse Matt rivolto ad Ethan
“Voglio restare comunque” affermò
“Oh, non credo proprio. Tu vai via all’istante” ancora Matt
“Non vorrei essere scortese ma , credo che se voglio posso farlo”
“O signore, ma hai sempre la risposta pronta?” urlai.


Dopo qualche secondo, un infermiere si avvicinò a Matt chiedendo cortesemente che io abbassassi il volume. Io mi ricomposi un secondo, prima di andare a salutare Kelly che mi stritolò in un abbraccio.  Ci sedemmo un attimo per parlare, ignorando Ethan di fronte a noi, che come volevasi dimostrare cercò di stuzzicarmi ancora di più.

“Non dovresti chiedere scusa?”
“Ho chiesto scusa all’infermiere” dissi ignorando il riferimento alla frase riciclata da Dom

Il bastardo mi piazzò davanti l’infermiere di prima che in quel momento era in pausa e che mi guardava come se fossi da rinchiudere…cosa che era assolutamente vera dato il mio aspetto.

“Vedi cara, gli ho spiegato un po’ di cose”
“Come?”
“Devi vergognarti un pochino non credi?”
“Vergognarmi di cosa? Ma sei pazzo?”
“Vede, glielo avevo detto che soffre di sbalzi d’umore frequenti” … “niente paura” mi disse
“Proprio tu parli di vergogna? Tu che hai messo a repentaglio la vita di una persona! Tu che reagisci come se nulla fosse! Tu che non hai battuto ciglio dopo averlo visto in una pozza di sangue! Tu che non ti sei fatto scrupoli a raccontare una marea di cazzate, solo per dare la colpa a lui!!! E vieni a dire a me di vergognarmi!!”
“Si, proprio a te” mi rispose beffardo.


Rimasi in silenzio un secondo sostenendo il suo sguardo senza battere nemmeno gli occhi. Mi tornò in mente tutto, dal mio arrivo in aeroporto a Dom privo di sensi, ed una rabbia incontrollabile si impadronì di me…non potevo sopportare l’idea di Dom in un letto d’ospedale mentre lui si prendeva gioco di me e degli altri. In qualche sala di quell’odioso posto c’era una parte della mia vita in ogni tipo di sfaccettatura che andava dall’essere il mio idolo, alla persona con cui dormivo la notte…

Continuava a sfidarmi con i suoi occhi ed io non cedetti per nemmeno un istante.

“Continua a straziarti per quel biondino deficiente”

Solo quando fu certo di aver vinto il confronto, abbassò lo sguardo. E fu proprio allora che il palmo della mia mano si stampò sul suo viso lasciandogli le mie cinque dita ben visibili. Istintivamente si toccò la guancia.

“Mai. Insultare. Dominic. Howard. In. Mia. Presenza.”  dissi scandendo ogni parola.


Matt e Chris si precipitarono di nuovo per dividerci, o perlomeno per evitare una carneficina tanto ero furiosa. Chris mi afferrò nuovamente per la vita mentre un Ethan urlante veniva tenuto fermo da Matt.

“Infermiere! Infermiere!” gridava Ethan “Portatela via, vi prego!”
“Signorina, mi dispiace ma siamo costretti a mandarla via” mi dissero
“Kelly?”
“Si, Chris tranquillo la porto io a casa”
“Grazie” rispose.


Mentre mi allontanavo dalla sala, rivolsi un ultimo sguardo a tutti loro ed uno più specifico ad Ethan che mi guardava orgoglioso del suo intento.

“Prega Ethan” dissi suonando profetica
“Cosa?”
“Prega…prega fortemente che Dom esca da quella sala sano e salvo…perchè se non sarà così, non mi importerà di passare il resto della mia vita in galera”.


Così mi allontanai con Kelly al seguito senza neanche un’ ombra di interesse nel vedere il modo in cui Ethan o gli altri reagirono alla mia costatazione. Kelly mi riportò a casa, e si scusò per via del fatto di non poter restare a farmi compagnia. La salutai ringraziandola del passaggio e mi scusai per averla fatta assistere alla mia sfuriata epica. Mi lasciò così a casa da sola dicendomi che Matt mi avrebbe chiamata non appena avesse saputo qualcosa.
Mi telefonò, infatti, un paio d’ore dopo. La voce un sussurro.

“Ti ho svegliata?”
“Si ma non importa…allora?” chiesi
“E’ tutto ok tesoro. Hanno detto che hanno dovuto fargli una piccola operazione per riuscire a togliere i frammenti di vetro; che il taglio in realtà prende solo un pezzettino di testa e che tutto quel sangue era per via di una piccola vena che si era rotta…”
“Oook” risposi
“Per farla breve, adesso è imbottito di farmaci perchè ha perso molto sangue e dorme. Ha un taglio trasversale più o meno dietro il collo e un pezzettino di testa. Ha qualche punto ma niente di irreparabile”
“Posso tornare a vivere allora?”
“Si tesoro, si” sospirò “deve solo stare qui un po’, ma la cattiva notizia è che Ethan ha fatto un casino e perciò se tu venissi qui, non te lo farebbero vedere”

Sospirai chiudendo gli occhi.

“Va bene così Matt, salutalo per me”
“Ma certo, non appena si sveglierà…ah ti saluta Chris”
“Grazie…salutalo”
“Ciao tesoro”
“Ciao Matt” dissi con la voce che tremava.

Nel frattempo in ospedale si erano riversati tutti lì: Matt, Chris, Tom, Kelly e addirittura Spencer.
Ethan aveva finito i suoi giochetti ed era tornato a casa con il naso ancora dolorante e la guancia ancora in fiamme. Erano tutti esausti, in attesa anche solo di vederlo attraverso un vetro. Matt raccontò tutta la faccenda a Spencer che gli teneva la mano ascoltandolo con molta attenzione. Kelly lo stesso si unì all’ascolto, mentre Chris si infuriava via via che la storia arrivava ai momenti salienti. Non c’era ombra di dubbio che fossero tutti nervosi, ma credo che nel profondo dessero anche un po’ la colpa a loro stessi: e ovviamente in quel momento non potevano riscattarsi in alcun modo.




Mi girai e rigirai nel letto per tutta la notte controllando meticolosamente il telefono, nella speranza vana di ricevere una telefonata da qualcuno. Telefonata che ovviamente non arrivò dato che Matt aveva detto che era tutto a posto, ma io non riuscivo a darmi pace. Desideravo con tutta me stessa di alzarmi, vestirmi, correre in quel fottuto ospedale, di entrare in quella fottuta stanza e semplicemente sedermi al lato del letto per non perdere il momento in cui i suoi bellissimi occhi avrebbero incontrato i miei…

 
Ma tutto questo mi era stato negato perchè effettivamente avevo creato il panico in ospedale; ma ne avevo comunque tutte le ragioni.
Mi voltai di nuovo a guardare il telefono e nonostante fossero le 5:00 del mattino, decisi di alzarmi. Preparai del thè per poi decidere di andare a vedere l’alba.

La giornata trascorse lenta, e dopo aver ristabilito una specie di contatto telefonico, anche se molto forzato, con Spencer, la sera arrivò piano portando con sé la malinconia.

Passai la serata sdraiata sul divano a guardare la tv, o meglio la tv guardava me mentre diventavo un cadavere giorno dopo giorno.

Dopo notti insonni finalmente riuscii a chiudere occhio un paio d’ore, prima di sentire la mia Uprising echeggiare dal mio cellulare sepolto sotto i cuscini del divano. Lo trovai leggendo chi fosse e risposi.

“Matt”
“Ciao stellina” … “come va?”
“Sinceramente non saprei dirtelo” risposi
“Ehy, cos’è quella voce triste?”
“Nulla…solo che mi manca da morire”
“Lo so tesoro, anche a noi” … “facciamo così, Spencer è a Los Angeles per un servizio fotografico. Se vuoi passo da te, così non resti sola”
“Non lo so Matt”
“Dai, porto anche Chris”
“E…?”
“E cosa?”
“E…?”
“Aaah, ok. E…ti suonerò le tue canzoni preferite”
“Esatto!!!” risposi euforica
“Ci vediamo dopo, piccola doppiogiochista” disse ridendo forte
“A dopo” risposi”.

Poco prima delle 18:00, bussarono alla mia porta e entrarono tutti felici e spensierati, prima che Matt mi osservasse meglio e si soffermasse a scrutarmi. Credo che dovessi risultare come un orribile spettacolo: non avevo un filo di trucco, i miei capelli avevano litigato con la spazzola, indossavo una maglia larghissima che copriva i miei pantaloncini, ero completamente scalza, gli occhi marroni enfatizzati da profonde occhiaie e completamente rossi…insomma non il massimo della bellezza.

“Adesso tu ti siedi e mi spieghi che ti prende” disse sedendosi sul divano
“Nulla Matt…è solo che avevi detto che sarebbero passati un paio di giorni e…”
“E invece è già una settimana. Lo so”
“Già” risposi
“E’ che non ci hanno detto altro”
“Lo so, lo so”
“Vieni qui” disse abbracciandomi insieme a Chris.

Mi ero domandata spesso cosa si provasse a trovarsi in un abbraccio con loro due…e fu qualcosa di irreale. Ero triste, afflitta, ma quel piccolo gesto mi riempi il cuore di gioia.

“Adesso vai di là, ti fai una doccia e torni ad essere la nostra nanerottola”
“Senti chi parla…l’uomo alto 1.70” dissi io
“Ahahahah, direi che sta tornando in lei abbastanza in fretta” disse Chris
“Sono bello, ricco, famoso e sono uno dei tuoi miti, non posso essere anche alto” rispose altezzoso.

Tornai poco dopo e li trovai rilassati sul divano con il tavolino di fronte ricoperto di schifezze. Dagli svariati tipi di caramelle ai miliardi di patatine…mi stavano praticamente invitando a nozze. Guardammo tre film, due dei quali erano Horror e Matt non faceva che sbuffare, mentre io e Chris lo prendevamo in giro.

“No, nooo…ecco, farà una brutta fine” disse immerso nel film
“Ma nooo, lì c’è l’assassino” ancora lui “oddio è dentro l’armadio sono sicuro”

Chris gli si avvicinò furtivo, deciso a farlo saltare dalla paura…

“Bhuuuu!!!” urlò all’improvviso

Matt fece un urlo di quelli colossali, peggio di quelli utilizzati in falsetto nelle sue canzoni, gettando all’aria pop corn, cuscini e coperte.
Chris si sbellicava dalle risate poggiando la fronte su una mia spalla, tanto rideva, io invece ridevo piangendo lacrimoni e reggendomi la pancia per lo sforzo.

“Cosa avete da ridere brutti idioti?” chiese isterico
“Dai ne valeva la pena Matt, ammettilo!” risposi
“La protagonista sta per morire e voi ridete!!”
“Matt era solo uno stupido scherzo, e poi è un film”
“Si Matt, scusaci. Non credevamo che la prendessi così tanto sul personale” lo rincuorai io
“Che ne volete sapere voi della gente che ha rischiato la vita!!!”
“Certo, che ne sappiamo noi…” dissi alzandomi e andando in camera mia.

Solo in quel momento Matt si rese conto di cosa ci aveva accusati; e solo allora si rese conto che il suo atteggiamento era stato dettato solo dalla reazione allo scherzo.
Chris chiuse un attimo gli occhi, prima di alzarsi per raccogliere i pop corn che erano volati, e gli rivolse uno sguardo di rimprovero che lui afferrò al volo.

“Chris…”
“Matt, era un film del cazzo!!” rispose lui
“Lo so” disse abbassando il capo
“Cristo santo, di tante cose che potevi dire…hai scelto proprio quella”
“Mi dispiace”
“Questo lo so. Ma sappi che non è solo il tuo migliore amico…è anche il suo ragazzo”

Sospirò finendolo di aiutare. Io tornai cinque minuti dopo e mi sedetti nuovamente sul divano bevendo un sorso di coca cola e facendo finta di nulla.

Chris intanto diede una gomitata a Matt mentre erano intenti a gettare le buste di plastica. Lui si avvicinò piano, quasi avesse paura che lo aggredissi. Si sedette e resto lì fermo guardandosi le mani.

“Tesoro perdonami”

Io alzai lo sguardo verso di lui

“Ho parlato a sproposito lo so. Ero arrabbiato per lo scherzo e nello stesso tempo ero troppo immedesimato nel film per comprendere che quello che stavo dicendo toccava tutti quanti allo stesso modo. Ho pensato a me; al fatto che in quell’ospedale c’è uno dei miei migliori amici; ho immaginato tutta la scena ed egoisticamente non ho pensato a te. Non pensato al fatto che in quell’ospedale c’è il tuo Dom, che tu eri li quando è successo tutto il casino; e al contrario di me ti sei dovuta accontentare di giorni e giorni vuoti e pieni di agonia, nonostante che io ti abbia detto che è fuori pericolo. Non ho pensato che il tuo ultimo ricordo di lui è stato quella fatidica sera”
“Matt…va tutto bene” dissi
“E invece no”
“Si, si tranquillo”
“E’ che…sono riuscito a vederlo per due secondi e…” le mani che tremavano
“E cosa?” lo incoraggiai
“E…mi manca da impazzire” disse scoppiando a piangere.

Dio mio! Io che consolavo Matt era una cosa fuori dal mondo.

“Ascolta Matt; adesso smettiamo di autocommiserarci entrambi e tu mi suoni le tue canzoni come promesso, ok?”
“Ok” rispose tirando su col naso in modo tenerissimo.

Si alzò per dirigersi verso il suo adorato pianoforte. Scrocchiò le dita prima di cominciare un intro improvvisato sul momento, e decidere che la prima canzone dovesse essere la mia tanto adorata Exogenesis III. Non appena riconobbi le prime note mi sorrise mentre mi accomodavo sulla poltrona vicino al divano nell’abbraccio di Chris che si stava godendo lo spettacolo come me.

Continuò per quasi un’ora, fino ad arrivare a Falling away with you; come a voler sottolineare che ci sentivamo cadere un po’ tutti in quel periodo.

“Torneremo a sorridere presto, vedrai” disse Chris.

Ci furono un altro paio di canzoni e poi i ragazzi tornarono ognuno nella rispettiva casa. Li ringraziai vivamente della serata e loro mi promisero che lo avremmo rifatto presto. E per la prima volta in circa una settimana, riuscii a dormire qualche ora in più.

Il mattino seguente, Kelly mi chiamò allarmata dicendo se potevo portare io Buster da sua nonna, perchè lei aveva avuto un contrattempo. La informai che per me non c’era alcun problema e mi ringraziò. Così il pomeriggio subito dopo mangiato, uscii di casa per andare a prendere Buster e portarlo da sua nonna.

Mi ci volle tutto l’autocontrollo e tutta la pazienza che avevo per riuscire a salire sulla macchina di Dom; venendo investita all’istante dal suo profumo misto all’odore di sigarette non appena entrai. Accesi il motore e partii per le strade Londinesi. Prima di andare dalla nonna, portai il mio nanerottolo a prendere un gelato che si ritrovò ben presto su tutto il viso. Era buffissimo mentre tentava di raccontarmi una favola che suo padre gli aveva raccontato. Aveva i capelli spettinati dal vento e il viso pieno di cioccolato. Lo adoravo da morire, mi ricordava Chris in tutto e per tutto. E più tardi, dopo essermi separata da lui, potei finalmente realizzare che anche se era passato poco tempo, mi aveva rallegrato il pomeriggio.

Più tardi a casa mi sdraiai un secondo sul letto e lessi il messaggio che Matt mi aveva lasciato.

Sms : “Ciao stellina, passiamo da te più tardi. Forse ceniamo fuori. Un bacio”

Sorrisi e nel frattempo ascoltai la mia adorata musica. Mi risvegliai dal trance un’ora dopo e ringraziando il cielo che non fossero ancora arrivati, feci una doccia.
Il tempo di vestirmi ed asciugarmi i capelli, che sentii subito le chiavi che giravano nella serratura. Io invece armeggiavo con i pantaloni e la ricerca di un paio di scarpe da mettere nel caso fossimo usciti a cena.

“Cinziaaa, siamo a casa”
“Arrivo Matt, scusami”

Uscii dalla camera nella mia più totale goffaggine: ovvero con entrambe le converse slacciate e una che la stavo mettendo al volo in equilibrio su una gamba sola.

“Oh, tranquilla, ho portato io la cena” disse ancora sulla porta
“Oh, per fortuna allora” sorrisi “beh che fai sulla porta?”
“Sto aspettando Chris, il telefono non prende molto qui”

Io nel frattempo continuavo ad allacciarmi le scarpe. Poco dopo spuntò Chris.

“Salve” fece capolino
“Ehy, ciao” dissi ancora armeggiando con i lacci
“Come è andata con Buster?” chiese posando qualche busta e dicendo a Matt di prendere il resto.

Risposi tranquillamente, incurante di ciò che stessero facendo gli altri due, visto che Matt aveva fatto su e giù per le scale un paio di volte portando non so cosa. Ma ero testarda e dovevo terminare quello che stavo facendo.

“Oh. Tutto ok. Siamo andati a prendere un gelato e poi l’ho portato via”
“Bene, mi fa piacere” rispose.

Sorrisi ancora con gli occhi bassi per controllare che i lacci fossero stati messi nel modo in cui volevo io. Sentivo degli spifferi di aria gelida, segno che Matt non aveva ancora chiuso la porta perchè stava riprendendo fiato sul pianerottolo. Sbuffai poco dopo contro di lui…

“Dio Matt, si gela!!!” inveii togliendo un pezzo di filo dai pantaloni.



“Ciao amore”

Alzai gli occhi finalmente, ed il mio respiro si bloccò. Nei minuti che seguirono, vidi tutto come fosse al rallentatore. Dalla porta spuntò fuori Dom, nella sua felpa grigia ed i suoi pantaloni neri. Io ero completamente paralizzata mentre lo guardavo avvicinarsi. Aveva il viso stanco di chi nonostante avesse dormito per una settimana si sentisse come se avesse eseguito Knights of Cydonia oppure Uprising per 100 volte di fila. I capelli erano trasandati e spettinati, un po’ per il vento un po’ per la forzatura nel letto. La camminata era lenta e stanca; ma sul viso splendeva quel sorriso che mi stregava da una vita; un sorriso che si allargò ancora di più quando mi vide in quello stato.

Continuò a camminare verso di me, finché si inginocchiò ai miei piedi stringendomi forte le gambe e aggrappandosi ai passanti dei miei jeans neri, poggiando il capo sul mio ventre. Mi riscossi dall’effetto rallenty  accarezzandogli il viso con la mano destra, intrecciando le dita nei suoi capelli con la sinistra e gettando la testa indietro per cercare di trattenere le lacrime di gioia il più possibile. Prese il palmo della mia mano destra e lo baciò delicatamente.


In quel momento sentii  le mie gambe tremare ed indietreggiai quel poco che bastava per poter crollare seduta sulla poltrona che era lì a due passi. Dom, sempre in ginocchio si avvicinò a me poggiando stavolta tutta la testa sulla mia gamba destra chiudendo per un attimo gli occhi. Io di rimando continuai ad accarezzargli i capelli per testare che non stessi immaginando tutto.
Poco dopo si rialzò col busto per guardarmi negli occhi prima di poggiare la fronte contro la mia. Fu allora che piansi, e piansi e piansi…tutte le lacrime di una settimana.

“Mi sei mancato da morire” dissi tra un singhiozzo e l’altro
“Lo so piccola, anche tu” rispose abbracciandomi forte.

Ricambiai l’abbraccio affondando la testa nel suo collo, fregandomene altamente di bagnargli la felpa. Si staccò un attimo prendendo il mio viso fra le mani, asciugando una lacrima rimasta incastrata fra le ciglia, e finalmente mi baciò. E stavolta fu tutta un’altra cosa…in quel bacio ci misi una settimana di agonia, felicità nel rivederlo e tutto l’amore che potevo; la stessa cosa fu per lui. E sinceramente, non ebbi idea di quanto tempo passò prima che Matt ci interrompesse con un colpo di tosse.

Ci alzammo entrambi e lanciai uno sguardo minatorio contro Matt e Chris che mi guardavano ridendo sotto i baffi.

“Bastardi che non siete altro”

Matt rise in quel modo che mi faceva sbellicare dalle risate ogni volta. Ovviamente era tutta una scena organizzata, e Chris mi spiegò che i medici ritenevano che il taglio e tutto il resto stessero guarendo nella maniera dovuta e che perciò quella mattina gli avevano comunicato che se voleva, poteva andarsene.  Naturalmente avevano afferrato l’occasione al volo perchè Dom, a detta di Matt, stava delirando sul fatto di voler tornare a casa. Così lasciai andare la mano di Dom che avevo tenuta stretta per tutto il racconto, per andare a ringraziarli.

“Di nulla, tesoro” mi rispose Matt
“Ehy, un abbraccio al tuo bassista preferito, no?” chiese Chris col finto broncio.

Ringraziai anche lui di cuore e lo aiutai un attimo a sistemare le cose per la cena. Avevano comprato miliardi di cose e tutte andavano riscaldate. Posammo i piatti sulla penisola mano a mano che venivano preparati. Alzai un attimo lo sguardo e notai che Dom se ne stava ancora lì impalato vicino la poltrona.

“Dom, cos’hai?” chiesi io
“Oh…ecco…niente”
“Sicuro Dom???” incalzò Matt

Dom si grattò la testa un paio di volte inclinandola di lato.

“Ecco…mi stavo chiedendo…”
“Si?” … “dimmi pure” dissi passando un piatto a Chris
“Vedi, ultimamente ne sono successe di tutti i colori; da tua sorella che ti ha cacciata da casa a me che ho rischiato di rimetterci le penne con quella caduta. E chiuso in quell’ospedale ho avuto modo di pensare molto e molto a lungo. Ero in quel letto stamattina che aspettavo loro due e non ho potuto fare a meno di pensare che in realtà non volevo tornare in quella casa  perchè…beh perchè lì non c’eri tu…così mi stavo chiedendo se per te andava bene venire a stare qui da te. Ma forse ti sembrerà azzardata l’idea di vivere insieme”

Passai un piatto a Matt, prima di correre verso Dom e saltargli letteralmente in braccio. Lui mi prese al volo trattenendo un gemito di dolore, evidentemente per qualche livido che gli era ancora rimasto, e lo baciai a lungo e intensamente. Ci separammo un attimo riprendendo fiato.

“Dovrei prenderlo come un si?” mi chiese
“Secondo me è un no” sorrisi
“Oh beh, dovrai accontentarti perchè tutte le mie cose sono già qui” disse sfoggiando il suo sorriso perfetto.

 Voltai lo sguardo e solo allora mi accorsi delle sue valigie vicino la porta. Mi voltai nuovamente e sorrisi di gusto; aveva già deciso tutto e di certo io non lo avrei fermato per nulla al mondo. Mi rimise giù, scusandosi un attimo dicendo che aveva bisogno di una rinfrescata.

Lo lasciammo fare mentre apparecchiavamo la penisola on tutte le cose pronte.
Mi chiamò qualche minuto dopo per aiutarlo a lavare i capelli, avendo bisogno ovviamente di una mano per evitare che il sapone gli finisse nella ferita, anche se era quasi chiusa ormai.

Dopo cena Chris E Matt si sdraiarono sul divano mentre io mi misi in braccio a Dom sulla poltrona. Parlammo di diverse cose finché Dom non chiese che gli venisse raccontato tutto quello che era accaduto. Io guardai i ragazzi un po’ perplessa, poiché ero convinta che lo avessero già aggiornato; ma Matt mi spiegò che i medici avevano vietato di stressarlo troppo.

“Oh Dom, hai perso delle scene epiche” iniziò Chris
“Per esempio?” chiese
“Beh, hai perso Ethan che raccontava un mucchio di fesserie sul fatto che tu lo avessi attaccato alle spalle e che lui aveva solo reagito”
“Cosa?” disse Dom corrugando la fronte
“Aspetta. Aspetta. La nostra bambolina lo ha smascherato buttandolo a terra con una spinta mentre io la tenevo. E poi ha tipo indotto il medico a farla passare per una squilibrata, e lei gli ha urlato contro un mucchio di cose che lui ha sfruttato per farla innervosire facendogli una battuta poco carina su di te”
“Mio Dio!” esclamò stringendomi a lui
“E poi è arrivato il pezzo forte” si intromise Matt
“Ovvero?” chiese Dom
“Gli ha mollato uno schiaffo sul viso, degno di lode… ed era tutta un Mai insultare Dominic Howard in mia presenza” disse Matt
“E soprattutto gli ha intimato di pregare che tu ne uscissi sano e salvo altrimenti sarebbe andata a finire molto male” concluse Chris




Ci fu un attimo di silenzio fra tutti e quattro che stavamo metabolizzando il tutto. Poi tutti ci scambiammo uno paio di sguardi, finché Dom sorrise.

“E brava la mia bambina” disse baciandomi il naso.


Più tardi i ragazzi andarono via, e Matt si raccomandò con Dom sul fatto che il medico gli aveva intimato di riposare. Così gli preparai una camomilla e aspettai che si addormentasse nella stanza degli ospiti per poi andare a dormire nella mia stanza; per farlo rilassare meglio.

Durante la notte venne in camera mia e mi vide dormire abbracciata al cuscino. Lo spostò delicatamente svegliandomi e sdraiandosi vicino a me.

“Ehy, ora viviamo insieme, non dovrei dormire solo” sussurrò
“Beh, se devi riposare ti è difficile con me che mi muovo”
“Nooo, sono uscito da quel postaccio proprio per stare con te” disse
“Grazie Dom”
“Per cosa?”
“Per tutto…per me, per non esserti arreso, per far parte della mia vita da anni sia come musicista che come ragazzo…grazie mille”
“No, sono io che ti ringrazio. Non vorrei essere in nessun altro posto in questo momento”.

Sorrisi.

“E sai una cosa?”
“Cosa?”
“Credo proprio che ti amo” disse strofinando il naso contro il mio.

Spalancai gli occhi nel buio. L’aveva detto e stentavo a crederci; mi amava non era possibile!!!

Avevo passato anni come un’idiota di fronte alle sue foto e di fronte ai video musicali e dei live dicendo che lo amassi; ma ora era tutto diverso. Era lui che amava me, ed era la cosa più forte del mondo!!!

“Ti amo anche io signor batterista”  risposi sorridendo.

Si accoccolò di più verso di me, posando il capo sul mio petto, addormentandoci così, col cuore in fiamme e la testa fra le nuvole.

   
 
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