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Autore: cybilbennett    30/08/2013    3 recensioni
'Caro Diario..
Ho sempre creduto che la mia vita fosse perfetta, che nulla potesse andare storto, fino al giorno in cui ho conosciuto loro.
Mi hanno tolto tutto, ora mi chiedo, come si può continuare a vivere se non ti è rimasta più nemmeno una spalla su cui piangere?"
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Antonella Lamas Bernardi, Bianca Bernardi, Bruno Molina, Leandro Diaz Rivarola, Un po' tutti | Coppie: Antonella/Bruno, Carmen/Leandro, Matias/Patricia
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo VI
True love never dies.’



 
 
POV Antonella


Corsi fuori dal teatro della scuola come se fosse inseguita da chissà quale pericolo e arrivata in giardino mi sedetti a terra dietro alla fontana. Nascosi la testa fra le ginocchia ed iniziai a piangere.
Perché? Perché mi stava capitando tutto questo? Che colpe avevo?
Iniziai a sentire il rumore di alcuni passi sulla ghiaia del giardino, qualcuno si avvicinava a me, ma non alzai la testa, rimasi chiusa nel mio mondo ancora per un po’, finché non sentii quel qualcuno poggiarmi la propria mano sulla spalla.
“Antonella, tutto bene?” Era Ernesto, doveva essersi preoccupato per come avevo reagito durante la lezione.  Io scossi la testa. “Se vuoi puoi sfogarti con me, se questo ti fa stare più tranquilla.”
Ci pensai un po’, poi annuii. Ero sicura di aver fatto la scelta sbagliata, ma era stato il cuore che si era preso la briga di decidere per me, e ovviamente aveva preso la decisione più azzardata.
“Dai, vieni.” Mi aiutò ad alzarmi e ci sedemmo su una delle panchine del giardino della Pretty Land. “Ora smetti di piangere e raccontami tutto.”
“Ok.” Dissi singhiozzando, asciugandomi le lacrime con il dorso della mano. “Basta che lei non ne faccia parola con nessuno.”
Ernesto annuì serio ed io iniziai con il mio racconto; più andavo avanti più Ernesto assumeva un’espressione preoccupata, quando conclusi e scoppiai nuovamente a piangere lui mi sorrise, cercando di rassicurarmi.
“Antonella, devi raccontare tutto alla polizia. Se non vuoi farlo per te, almeno fallo per Bianca.”
“Non è così semplice. Vede, quella donna è tanto potente quanto pericolosa…”
“Tu sei una ragazza coraggiosa Antonella, chiunque al posto tuo non avrebbe resistito ad una situazione del genere, ma sei anche troppo orgogliosa. Vai dalla polizia, racconta tutto e vedrai che questo incubo finirà.”
Sospirai. “Va bene professore, adesso ci penserò.”
“Se non te la senti di tornare in classe hai il mio permesso di tornare a casa. Parlerò io con Ines e mi inventerò una scusa plausibile con gli altri ragazzi.”
“La ringrazio professore. Le devo un favore.” Sorrisi.
“Vai. Vai da Bianca e salutala anche da parte mia.”
“Lo farò.”
E, raccattate le mie cose, mi incamminai subito verso casa.


 
POV Francesca

 
Il telefono squillava.
Dannazione, perché il telefono doveva squillare proprio mentre stavo mettendo lo smalto?
“Pronto?” Risposi, tenendo la cornetta fra il collo e la spalla, soffiando sulle unghie affinché si asciugasse lo smalto.
“Pronto mamma!” Era mia figlia Babi.
“Dimmi tutto tesoro mio.”
“Mamma, devi farmi un favore!” Piagnucolò lei, dall’altro capo del telefono.
“Qualsiasi cosa per la mia principessina.” Le risposi io, prendendo finalmente la cornetta del telefono in mano, ora che lo smalto mi si era asciugato.
“Voglio essere io la leader delle Divine. Obbliga Antonella ad abbandonare il gruppo, so che puoi farlo.” Un sorriso mi si dipinse sul volto. Fantastico, mia figlia era proprio come me: sarebbe passata sopra a tutto e a tutti pur di ottenere il suo scopo.
“Certo tesoro mio. Lo farò.”
“Ti adoro mammina.” Urlò lei.
“Ti adoro anche io, tesoruccio.”
“Ah, una cosa.”
“Dimmi tutto Babi.” Il suo tono di  voce era diventato improvvisamente serio, chissà cosa era successo.
“Ho sentito Antonella parlare con Ernesto, il nostro professore. Vuole andare dalla polizia, si è decisa.”
“Non preoccuparti amore.” Sorrisi sadicamente. “Non le verrà più nemmeno in mente di rivolgersi alla polizia, te lo assicuro. Sai dove sta andando adesso?”
“In ospedale, da Bianca.”
“Perfetto.” Ghignai.
 

 
POV Antonella

 
I corridoi dell’ospedale erano intrisi di quel classico odore di disinfettante, iniziai a salire le scale che portavano al secondo piano, mentre dal mio I-pod partiva la canzone ‘Skyscraper’ di Demi Lovato.
Appena ‘uscita’ da scuola ero andata a casa a farmi una doccia gelata, mi ero cambiata ed ero corsa subito in ospedale. Avrei passato tutto il resto della mattinata lì con mia madre, e per questo avevo appena inviato un messaggio a Fabio, dicendogli che non doveva preoccuparsi, stavo bene e non sarei tornata per pranzo.
Arrivata di fronte alla stanza di mia madre spensi l’I-pod e lo misi in borsa, aprendo poi la porta senza bussare.
Una brutta sorpresa mi stava aspettando.
“Francesca!” Rimasi pietrificata. “Che ci fai qui?! Vattene subito!” Iniziai poi ad urlare.
Lei mi fece cenno di stare zitta. “Stiamo in un ospedale, non in una discoteca. C’è gente che riposa qui.” Ghignò.
“Non ti ci voglio qui. Hai avuto quello che desideravi, ora vattene.” Sentivo che sarei esplosa fra qualche secondo.
“Stai tranquilla, ero solo venuta a sapere come stava la mia Bianchina.” Disse beffarda, avvicinandosi a mia madre.
“Stai lontano da lei.” La presi per un braccio, strattonandola. Lei si liberò dalla mia presa, bloccandomi a sua volta per un polso.
“Non hai capito che qui quella che da ordini sono io?! Tu sei solo uno stupido giocattolo nelle mie mani.”
Ma chi credeva di essere quella vipera? Ah se l’avrebbe pagata! Quanto è vero che mi chiamo Antonella Lamas Bernardi.
“Che cosa vuoi? Non credo che tu sia venuta solo per sapere come stesse mia mamma, dato che sei stata tu stessa a ridurla così.” Incrociai le braccia, rassegnata. Ero sicura che volesse ottenere qualcosa comportandosi così, dovevo solamente riuscire a capire cosa.
“Oh, povera cara. Certo che è ridotta piuttosto male.” Si voltò verso mia madre, distesa sul letto e priva di sensi. “I miei due ragazzi devono essersi proprio divertiti con lei.”
“Sei una strega!” Urlai, ma lei aumentò la stretta sul mio polso, facendomi gemere dal dolore.
“Si, può anche darsi che io sia una strega, ma sappi che mi è giunta voce che tu voglia andare a raccontare tutto alla polizia, è vero?”
Io non risposi, continuai solamente a fissarla negli occhi.
“Bene. Sappi che non lo farai.” Tirò fuori dalla borsa una siringa piena di un liquido trasparente, di cui non conoscevo l’entità.
Il mio cuore iniziò ad accelerare i battiti: stavo sudando freddo, cosa diavolo voleva fare quella pazza?!
“Cos-cos’è quella roba?” Balbettai.
“Questa?” Indicò la siringa. “Oh, è solamente un’abbondante dose di cloruro di potassio. Uno dei più letali veleni in circolazione, che io sappia.”
Feci fatica a deglutire. Cosa voleva farci con quel veleno? Mi portai istintivamente una mano sul punto in cui Francesca mi bloccava il polso con la sua, supplicandola con lo sguardo.
“Sai, dicono che con una dose di questo si provi l’inebriante sensazione di sentirsi bruciare dall’interno. Mi sono documentata molto prima di scegliere il veleno migliore.”
“Io-non volevo…” Gli occhi mi si velarono di lacrime.
“Shh tesoro, non piangere.” Mi sorrise. “Questo veleno non è per te, è per Bianca.”
Sgranai gli occhi. “No! No!” Urlai.
Lei stappò la siringa e si avvicinò a mia madre, facendo brillare l’ago controluce.
“Ti prego, non farlo! Uccidi me, ma non mia mamma!”
Le sghignazzò. “Oh no, è qui che ti sbagli. Tu mi servi ancora viva.” Avvicinò l’ago al braccio di mia madre.
Chiusi gli occhi. “Ti prego! Farò tutto ciò che vorrai.” La implorai nuovamente.
 “Bene, potrei anche avere un ripensamento.” Io riaprii immediatamente gli occhi. “Se tu abbandoni la tua folle idea di andare dalla polizia, allora credo che riporrò questa siringa nella mia borsa, altrimenti…”
Annuii. “Non andrò dalla polizia, te lo prometto.”
“Bene.” Sorrise lei. “Hai fatto la scelta giusta, Honey.”
Io tirai un sospiro di sollievo.
“Ah, un’altra cosa prima che io riponga la siringa.”
Alzai la testa ed incrociai il suo sguardo gelido. “Cosa?”
“Babi vuole essere la leader delle divine. Sono sicura che a te non dispiace lasciarle il posto, non è vero?”
“What? No, è assurdo!” Risposi, storcendo la bocca.
Lei mi fulminò con lo sguardo. “Davvero? Allora evidentemente non tieni abbastanza a tua madre, tieni molto di più alle tue Divine…”
“No, no!” Mi misi immediatamente sulla difensiva.
“Allora abbandona il gruppo, nomina mia figlia leader e se ti sarà rimasta ancora un po’ di voglia di cantare e ballare unisciti a quelle insulse delle Popolari.”
Io annuii, a testa bassa.
“Molto bene tesoro.” Mi accarezzò una guancia. “hai fatto la scelta giusta.” Sibilò prima di uscire, sbattendo la porta.
Io scoppiai a piangere. Passai tutto il pomeriggio con mia madre, fra qualche singhiozzo e qualche risata, raccontandole ciò che era successo con Bruno la sera prima. Fabio mi trovò addormentato sulla sedia accanto al letto e con zio Fito mi  riportarono a casa. Quando la mattina dopo mi svegliai ricordai tutto ciò che era successo il giorno precedente, minacce di Francesca comprese e, dopo aver sorseggiato appena un po’ di caffè a colazione, mi diressi a scuola dove avrei dovuto dare la notizia a tutti i miei compagni.
Già, la notizia.
 
“Ehm, professore?” Chiesi ad Ernesto. “Potrei fare un annuncio?”
“Certo Antonella, prego.”
Salii sul palco e dopo essermi sistemata i capelli,come facevo di solito, mi avvicinai al microfono.
“Allora miei cari compagni e soprattutto mie care Divine. Vi annuncio che da oggi lascerò il gruppo.” Un boato generale si udì dalla ‘platea’. “Al mio posto la leader sarà Barbara, unica ragazza che ritengo talentuosa quanto me.”
Non potevano immaginare i miei compagni quanta fatica mi facesse pronunciare quelle parole.
“Perciò io oggi nomino ufficialmente Barbara Serrano Dupresse al nuova leader delle Divine!” Sorrisi, il mio era un sorriso fintissimo.
I miei compagni erano stupiti e sconcertati allo stesso tempo. Pia e le altre mi guardavano come se le avessi appena pugnalate alle spalle, cosa che più o meno avevo fatto, mente gli altri si chiedevano spiegazioni a vicenda.
“Sei proprio sicura?” Mi chiese Ernesto, dubbioso.
“Sicurissima.” Oh, come ero brava a mentire!
“Molto bene. Da oggi Barbara sarà il nuovo leader delle divine. Forza ragazze, sul palco!”
Mentre scendevo Bruno mi bloccò per un braccio, costringendomi a voltarmi.
“Sei pazza Antonella? Cosa hai fatto?”
Io mi morsi il labbro, incapace di rispondere.
 
 
 
Angolo Autrice.
Lalala  sono riuscita ad aggiornare in tempo record(?) woahh.
Si, sono molto sadica muahahaha. °-°
Bene bene, spero che anche questo capitolo vi piaccia u.u Anche se compare quella vipera di FrancyFrancesca(?) che personalmente detesto e.e
Ringrazio in particolare Folleshane e EvangelineMalfoy che hanno recensito il mio ultimo capitolo.
PERCHE’ VOI ALTRI NON RECENSITE? e.e cattivi!
Scherzo, ovviamente :**
Ringrazio anche tutti i miei lettori, oh vi adoro ragazzi!
p.s.
Mi raccomando, recensite! u.u
Un beso, al prossimo capitolo!
  
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