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Autore: _ClyssiasChange_    30/08/2013    5 recensioni
Raggiunge lo sposo, e per un attimo ho quasi timore di piangere, mi sento come se qualcuno mi desse un pugno allo stomaco, come se al mio corpo venisse estratto la linfa vitale, mi sento vuota, persa, o meglio, consapevole di aver perso lei, non sono mai stata ottimista, non spero certo che abbandoni John all'altare per tornare con me, assolutamente no, voglio che sia felice, perché quando si ama davvero qualcuno non si è egoisti, si pensa alla sua di felicità, anche se questa non renderà te tale.
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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So, I can't forget her ...

 

Che giornata di merda.

Prima la sfuriata del capo, poi la collega che doveva lavorare con me al progetto se ne tira fuori lasciandomi tutto il lavoro, poi mia madre che mi ricorda quanto sia insulsa la mia vita e che col mio atteggiamento non troverò mai un uomo -vuole capirlo o no che non ho più dodici anni e so badare a me stessa?-.

Qui mi ci vuole un bel bagno caldo ...

Preparo la vasca aggiungendoci sali e qualche candela, voglio rilassarmi il più possibile, raccolgo i miei lunghi capelli rossi e lisci in una crocchia per non farli bagnare e -una volta spogliata di quella gonna grigia, della camicia bianca, del foular rosato che portavo intorno al colletto di quest'ultima, dell'intimo - mi immergo nell'acqua.

-Che meraviglia, mi sento già molto meglio- le mie labbra carnose, ancora velate da quel nuovo rossetto rosso, si increspano in un sorriso rilassato, mi lascio trasportare da questa sensazione di pace, e chiudo anche i miei occhi "a-tazza-di-té" color nocciola.

Aveva ragione Amelié, non c'è niente di meglio di un bel bagno caldo ai sali dopo una giornata stressante; promemoria: inviarle un messaggio di rignraziamento più tardi!

Dopo un'oretta esco e avvolgo il mio fisico magro e non troppo formoso (posso dire anche secco, dato che per colpa del lavoro non mangio regolarmente) con il mio accapatoio bianco di seta e mi strucco del tutto.

Dopo aver indossato una semplice maglia larga scura e pantaloni di tuta, anch' essi scuri, e col mio galaxy ace invio un messaggio a Amelié su whatsapp: "grazie dei sali 'melié, li ho adorati! Mi servivano proprio" con una faccina sorridente alla fine del messaggio, poco dopo ricevo la risposta "e di che, te l'ho detto io!"

Sorrido, è una grande amica, non ci sentiamo molto spesso purtroppo, ma so che ci vogliamo bene, mi fido ciecamente di lei. Guardo l'ora sul cellulare, già le otto? Mi conviene mangiare qualcosa.

Vado in cucina, apro il frigo grigio metalizzato (che fa a cazzoti col resto della mobilia in legno), e prendo un po' della pasta in bianco avanzata ieri, per poi sedermi a mangiarlo sul tavolo, dove ci sono parecchie buste, giusto, stamane ero in ritardo e non ho letto la posta! Che testa ...

Tra un boccone e l'altro guardo le buste:

Bolletta della luce.

Bolletta del gas.

Pubblicità.

Ancora pubblicità.

Una partecipazione di nozze.

Una cartolina.

...

Un momento, UNA PARTECIPAZIONE DI NOZZE?

Che io ricordi nessuno che conosco si sposa ... apro incuriosita la partecipazione, con uno stile corsivo molto grazioso si legge benissimo: "Sei stata invitata al matrimonio di Annie May & John Smith, il giorno ventisette luglio nella chiesa di Harvey St. di Brooklyn, aspettiamo la sua conferma" il tutto contornato da fiori e ghirigori dorati.

Annie May, quanto tempo è passato ...

Chiudo gli occhi un momento, sorridente, assaporando i ricordi ...

-An, vieni qui stupida!- gridò una ragazzina dai capelli rossi raccolti in una treccia, rincorrendone un'altra della sua stessa età, ma dai capelli castano chiaro, ricci e indomabili.

-Non mi prenderai mai Juju, sei troppo lenta!- esclamò di rimando la piccola impertinente divertita, correndo sempre più veloce tra gli alberi di quel parco.

-Oh, tu dici?- affermò determinata la rossa, correndo più veloce.

Entrambe risero, divertendosi, correndo, vivendo, ah, l'adolescenza, senza alcun dubbio uno dei momenti in cui ci si poteva diverire nei modi più impensabile, di fare le cavolate più assurde, di fare quante più esperienze possibili ...

La castana, a un certo punto, sentì una stretta al braccio, coperto da una camicetta bianca leggera, che la costrinse a fermarsi, ne approfittò per riprendere fiato.

-Mi hai presa alla fine- sospirò, fingendosi triste, con un broncio e due languidi occhi color cielo.

-Avevi dubbi?- le fece l'occhiolino l'amica.

-No- decretò infine An, girando il capo verso destra, dopo essersi appoggiata all'albero che era dietro di lei.

Judith si avvicinò a lei, le prese il mento e la fece girare, le scostò un ciuffo ribelle dal viso, per poi lasciarle un candido bacio sulle labbra sottili dell'altra, che sorrise nel mezzo del bacio ... se lo aspettava, anzi, lo attendeva.

Forse erano qualcosa di più che amiche ...

Scuoto la testa per tornare al presente, a cosa diavolo sto pensando? E' passato ormai, è stato un bel periodo, è stato bello vivere quelle esperienze con lei, ci piacevamo ... ma ora siamo adulte, si sta per sposare, e non potrei essere più felice per lei!

***

Ed eccomi un mese dopo, alle prove del suo matrimonio, siamo tutti vestiti in modo casual, riconosco molti compagni delle scuole, i genitori di Annie, come sono invecchiati ... beh, è anche normale, e poi Annie, lei sì che è cambiata, si è fatta donna, si è fatta più bella, sì, perché affascinante non è adatto, tantomeno sensuale, è solo bella, sì, una bellezza innocente, dolce, quasi fiabesca ... in fondo, è sempre stata la mia principessa.

Dopo le prove decido di andare a parlarle, indossa una camicia azzurra che lascia le spalle coperte solo da un pizzo del medesimo colore, e un paio di jeans chiari che fasciano perfettamente le sue gambe snelle, i capelli, ancora ricci e perfetti, le ricadono dolcemente sulle spalle, e gli occhi, grandi, contornati dalle lunghe ciglia e un filo di matita, la rendono ancora più innocente, più dolce.

-Ehi An!- esclamo accompagnando un cenno con la mano, beh, dopo anni che non la vedo come poterla non salutare in una maniera così idiota?

-JUJU! QUANTO TEMPO!- subito mi abbraccia forte, eh sì, è cresciuta fisicamente, ma mentalmente è quella sedicenne che tutti amano.

-Ancora con quel nomignolo?- rido - Nessuno mi chiama così da anni- continuo, spostando la frangia che era ricaduta sui miei occhi.

Anche lei ride, la sua risata è rimasta invariata, dolce e spontanea come la ricordavo -Beh, ma io sono io!- afferma sicura di sé -Aw, quanto mi sei mancata!- mi abbraccia nuovamente, e riesco a sentire il suo profumo, dovrebbe essere di violette se non sbaglio.

-Ancora profumo alle violette eh, piccolina?- piccolina, da quanto non la chiamo così?

-Sempre- mi fa una tenera linguaccia.

-Lasciatelo dire, sei sempre la solita stupida- le faccio l'occhiolino, mentre lo scompiglio i capelli castani, mi sembrano più chiari, forse perché è estate.

-Ah-a, ti pare che dopo anni io possa essere cambiata?- replica con fare ovvio, assumendo una posa da finta offesa.

-Ovviamente no! Dopotutto 'maturità' non è mai stata nel tuo vocabolario- commento in tono scherzoso.

Sembra che il tempo non sia mai passato, sembriamo ancora le due sedicenni inseparabili che ricordano le cavolate fatte, ridendo con un umorismo infantile, godendoci tutti gli attimi che la vita ci riservava.

-Oh sì, come quella volta che abbiamo fatto da babysitter al figlio della signora Evergreen! Ti ricordi? HAHAHAH, avevamo combinato un macello, bei tempi!- trilla, eh no, è ancora la mia piccola bambina ingenua.

-Abbiamo? Vorrai dire che hai combinato- la canzono.

-Eri con me, potevi fermarmi, signorina ho-tutto-sotto-controllo- mette le mani sui fianchi.

-Touché, mi sei mancata amica mia!- questa volta io l'abbraccio, e sì, eccome se mi è mancata.

-Dai ... staccati, sennò mi metto a piangere, dai, ti presento il mio futuro marito- si stacca e noto i suoi occhi lucidi, cucciola, annuisco, così mi trascina verso ... ehm, come si chiamava?

Un uomo di trentatré anni circa, dai capelli corti scuri, così come gli occhi, e la pelle lievemente abbronzata, mi porge la mano, uhm, sei anni più grande di noi.

-John, molto piacere, tu devi essere Judith vero? Ho sentito tanto parlare di te, tu e la mia fidanzata eravate molto amiche ai tempi delle superiori- si presenta.

-Oh, che onore, credevo che questa sciocca non accennasse niente riguardo a me, comunque sì, sono io, molto piacere, mi raccomando, si prenda cura di questa testona- ricambio, scherzando un po' su, non è il momento di fare l'associale.

-Sai, in realtà Jud è molto timida, e quindi si mostra sempre spavalda, quando invece è come un pulcino-

-Non è vero- ribatto alle parole della futura sposa.

-Sì invece-

-No-

-Sììì!-

-No!-

-Suvvia, smettetela, sembrate due bambine- John si porta una mano alla fronte sconsolato, per poi accennare una risata -Mi sa che devo proprio credere alla teoria che, quando due persone non si vedono per tanto tempo, quando si rincontrano si comportano come facevano ai tempi, eravate così infantili?-

-Mh, giusto un po'- bofonchiamo io e lei.

-Vado a salutare i miei vecchi amici, vi lascio sole- e se ne va, non so perché, ma ho sentito una certa ostilità nel suo tono.

-Sai, John è uno psicologo, ci siamo incontrati così, ero a fare una seduta perché avevo troppo stress addosso, come sai, cerco di tenermi tutto dentro ma a un certo punto scoppio, e ho bisogno di parlarne con qualcuno, ma purtroppo tu non c'eri, e così prenotai una seduta da lui, mi confidai, ecco, sa anche di noi, e col tempo, ci innamorammo, mi ha sempre appoggiata, non gli importa di ciò che è successo tra noi, anzi, ne parliamo come se fosse una cosa normalissima, che poi alla fine lo è- mi spiega.

-Capisco, ma scusa, non avevi amiche?- domando incuriosita.

-Sì ma ... nessuna era come te, tu per me sarai sempre la mia migliore amica- mi stringe la mano -Non mi fido di nessuno come mi fido di te, credimi- dice sincera.

-Lo so, ti capisco-

-Mi dispiace di non averti contatta prima ... non sapevo come fare e poi temevo che non volessi rivedermi, da quando mi ero trasferita all'ultimo anno delle superiori i nostri rapporti sono cambiati molto, ci sentivamo sempre di meno, fino a rompere i rapporti ... mi sono sentita davvero male ... -

-Ha fatto male anche a me ... - mi lascio sfuggire. -Ma ehi, non pensiamoci, ora sono qui e resteremo amiche, niente ci dividerà ancora!- tento di rassicurarla, lei mi sorride, mostrando i suoi denti piccoli e bianchi, ricambio.

***

Domani mattina ci sarà la cerimonia, non riesco a chiudere occhio ... prendo il mio cellulare, guardo le foto che ho scannerizzato dentro, ai tempi delle scuole:

Mi ricordo di questa foto, eravamo nel bagno del cinema, stavamo guardando uno dei film della saga di Harry Potter, l'adoravamo, durante la pausa siamo andate nei bagni, lei aveva i capelli stranamente legati, una sciarpa coi colori dei grifondoro, era stretta a me, facendo un occhiolino, mentre io, con la sciarpa dei serpeverde, le baciavo una guancia con gli occhi chiusi, con un braccio allungato per farci la foto con la fotocamera (che mi portavo sempre dietro).

Oppure questa, è una delle mie preferite ... eravamo andate in vancanza insieme, eravamo stata una giornata al mare, e la sera avevamo dormito nello stesso letto della pensione dove avevamo alloggiato, eravamo entrambe in pantaloncini e canottiera, coi capelli legati, i visi vicini da toccarsi i nasi, ricordo ancora il rossore sulle sue guance, che la rendeva adorabile, così come ricordo il suo viso angelico posato sul mio petto, tutta accucciolata tra le mie braccia, mentre dormivamo, e il risveglio ... pian piano aprii gli occhi, e mi ritrovai la frangia della mia piccola davanti gli occhi, le li scostai, per poi lasciarle una scia veloce di baci dal collo alle labbra, per svegliarla dolcemente, sì, quella è sicuramente stata l'estate più bella della mia vita, nessuno ci giudicava, nessuno ci conosceva, eravamo due semplici innamorate, e a nessuno importava.

Questa foto ... risale al ventidue maggio, era il giorno in cui ci eravamo appena messe insieme, nella foto io avevo i capelli corti (prima e ultima volta che me li accorciai così tanto), lei invece si era stirata i capelli, stava benissimo, ma riccia, beh, riccia era semplicemente perfetta, avevamo un sorriso radioso sul volto, eravamo strette più che mai, gli occhi che luccicavano come stelle, e le collane col cuore a metà, unite, questa volta però come coppia.

Quel giorno ero ansiosissima, dopo due anni che era la mia migliore amica, dopo un anno che mi ero innamorata di lei, mi ero decisa, dopo tante seghe mentali mi ero imposta di confessarle i miei sentimenti, liberarmi di quel peso, a costo che il nostro rapporto cambiasse per sempre, o addirittura, fermasse ... tenevo stretta il ciondolo che mi aveva regalato per il compleanno lo scorso anno, lei teneva l'altra metà, durante la lezione ci inviammo tanti bigliettini, lei sentiva che ero strana, così le dissi che le dovevo parlare, durante l'intervallo ci chiudemmo nel bagno, e a quel punto ...

-Io, devo dirti una cosa ... molto importante- cominciai, tutta imbarazzata.

-Aspetta ... -mi fermò, prendendomi le mani- ... tu non vuoi rompere la nostra amicizia, vero? Hai capito che ... - sospirò, triste, nascondendo gli occhi.

-Non so a che ti riferisci- ammisi -Io volevo dirti, insomma, oh che diavolo, Annie, mi sono innamorata di te.- mi liberai, decisa, felice di essermi tolta quel peso dallo stomaco.

-Tu? Io? DAVVERO?- esclamò entusiasta, in quel momento non capii più nulla, ero sconvolta, non sapevo se prendere e baciarla o cheiderle spiegazioni.

-Ma quindi ... -optai per la seconda, e non potè rispondermi in modo migliore, mi prese il viso tra le mani, si mise in punta e mi baciò, tra le pareti di quel minuscolo bagno pieno di scritte.

Noto lo schermo del cellulare bagnato ... perché sto piangendo? Forse perché quei ricordi sono stati i più belli della mia vita, forse perché siamo state insieme per ben tre anni e mezzo, fino alla sua partenza, o forse perché è vero che non ti rendi conto di ciò che ami finché non sai di averlo perso ...

Poso il cellulare sul comodino bianco, accanto al mio letto a una piazza e mezzo, e mi rigiro nelle coperte bordeux, e affondo il mio viso nel cuscino ...

***

Eccola lì, nel suo candido abito da sposa, pomposo, col corsetto decorato da ghiricori argentati sotto la scollatura a cuore e nella parte che lo divide dalla gonna, perfetto per una principessa, un diadema semplice e grazioso tra i capelli sciolti, che trascina un velo lungo fino alla sua vita, un bouquet di rose rosa e rosse, viole, un paio di margherite e un giglio, cammina per la navata, elegante e dolce, si ferma a un certo punto, mi guarda e mi sorride, il mio cuore perde un colpo, mi manda un bacio volante, in quel momento non capisco più niente, è come se non ci fosse più nessuno, solo noi due, mi alzo dalla panca e senza preavviso la bacio con tutto l'amore che sento, poso la mano sul suo fianco e noto che nel bacio sorride, mi era mancata questa sensazione.

Mi sveglio, rendendomi conto che è stato tutto un sogno, e rido, una risata, malinconica, isterica, strana, e poi, quella risata si trasforma in un pianto incontrollabile, porto le mani al viso, per poi calmarmi qualche minuto dopo, guardo l'orario sul cellulare, otto e dieci, tra un'ora e mezza devo essere al matrimonio della mia ex-ragazza, di cui quasi sicuramente sono ancora innamorata. Frustrante.

Velocemente mi faccio una doccia, indosso il mio abito rosso, -che richiama i miei capelli e fa contrasto con la mia pelle chiara, che nemmeno in estate prende colorito- lungo poco più su della ginocchia, stretto sulla parte superiore, a balze nella gonna, a una sola spallina, che lascia una buona parte della schiena scoperta, una collana stretta al collo composta da brillanti con tre filamenti uniti, un braccialetto d'argento di Tiffany, scarpe dello stesso colore del vestito a sandali, con qualche centimetro di tacco e due fasce che circondano metà polpaccio, terminando con un fiocchetto, prendo una pochette nera con una cantenina dorata per portarla a tracollo, come trucco metto un po' di fondotinta chiaro per nascondere le evidenti occhiaie, cipria per stenderla, un po' di fard rosa sulle guance, matita nera, ombretto sfumato dal grigio al nero man mano che si va verso l'esterno, mascara nero, e lucidalabbra trasparente lucido, giusto per dare tono alle mie labbra già rosse e carnose di loro, mentre i capelli li ordino in uno chignon legato con un nastro nero opaco, lasciando un ciuffo fuori che mi ricade sulla parte sinistra del viso.

Prendo le chiavi della mia auto nera e arrivo alla chiesa, tutti stanno aspettando la sposa, mi siedo in uno dei primi posti, stranamente liberi, e aspetto.

Dopo una mezz'oretta ecco che si sente la marcia nuziale, lei entra, è vestita come nel mio sogno, anche bouquet è uguale, il trucco e leggero, giusto un po' di matita, fard, mascara, e ombretto rosa chiaro brillantinato sulle palpebre, bianco all'interno, un rossetto rosso, che però non la rende volgare, le fa sembrare le labbra più carnose e invitanti. Sì, è una meraviglia.

Raggiunge lo sposo, e per un attimo ho quasi timore di piangere, mi sento come se qualcuno mi desse un pugno allo stomaco, come se al mio corpo venisse estratto la linfa vitale, mi sento vuota, persa, o meglio, consapevole di aver perso lei, non sono mai stata ottimista, non spero certo che abbandoni John all'altare per tornare con me, assolutamente no, voglio che sia felice, perché quando si ama davvero qualcuno non si è egoisti, si pensa alla sua di felicità, anche se questa non renderà te tale.

La cerimonia passa lentamente, perlomeno per me, ho notato che spesso An si portava i capelli dietro l'orecchio imbarazzata, la tenerezza di una bambina di tre anni, la sensibilità di una donna.

Ecco che arriva il sì, il mio cuore spezzato, due cuori uniti in matrimonio finché morte non li separi, ha le gote arrossate, entusiasta, imbarazzata, un bacio li unisce, e lì sì che so di averla persa per sempre.

Le lacrime non scendono dal mio viso, ma dentro c'è una pioggia malinconica, mi sento come se il mio cuore piangesse sangue, il vuoto che sento dentro lo possono trasmettere solo i miei occhi, spenti della luce della speranza che Lei mi trasmetteva.

 

Clyssia' s Crazy Corner

Ehi, lo so, lo so, è lunghissima,

ma spero che siate riusciti a leggerla ugualmente,

io me sono soddisfatta, sono felice di averla scritta,

anche se è parecchio triste,

spero che vi sia piaciuta,

e che ve la siate goduta nonostante la lunghezza,

datemi consigli e fatemi sapere se vi ha soddisfatti!

Kiss Clyssia

   
 
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