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Autore: Kokky    05/03/2008    7 recensioni
La guerra sta distruggendo Konoha. L'unica felicità di Sakura è il suo Sensei Kakashi.
"Sakura aveva pochi attimi di quiete, ed erano tutti legati al sensei Kakashi."
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Petali per il nome di Sakura.
Cristallo perché fragile.


A Gabriella, mia dolce tesorina che sogna sempre e comunque.

Sicuramente non ti piacerà perché volevi un lieto fine,

ma mi è venuta così e devo dire che l'adoro.

Ti voglio bene, tanto, tanto, tanto!

Un bacione.

 

Petali di Cristallo

 

Sasuke Uchiha

vissuto come traditore

e Vendicatore.

Non ti dimenticheremo mai

anche se ci hai voltato

le spalle.

Naruto e Sakura

 

Guardò la lapide grigia, con il vaso verde accanto vuoto e sporco. Mise dell'acqua e dei fiori, riempiendo finalmente il vetro opaco, da troppo non occupato da omaggi floreali. Ormai non c'era più nessuno, oltre lei, a riempire occasionalmente quel vaso.

 

Sakura vagava per le strade di una spopolata Konoha. Non funzionava quasi niente, tutto andava in rovina, in continua disgregazione. Le case erano quasi del tutto distrutte, poche persone circolavano nelle strade, non c'erano più bambini.

La guerra distruggeva Konoha.

Tsunade-sama cercava di non darlo a vedere, ma anche lei era stanca, terribilmente stanca. E nemmeno Sakura riusciva a consolarla, perché anche lei aveva perso la speranza.

"Cosa dobbiamo fare?", pensò Sakura, sedendosi a terra, in mezzo alla strada deserta. "Che cosa possiamo fare?"

Rimase li sull'asfalto percosso da incrinature, a guardarsi i piedi e le palme, cercando una risposta a quella domanda.

 

Il primo ad andarsene era stato Sasuke.

La sua vita votata alla morte e alla vendetta era stata piegata da suo fratello. Itachi l'aveva ucciso con pochi precisi colpi, senza tentennamenti e sorrisi.

La vita del suo primo amore era stata sprecata, cadendo in frantumi di vetri opachi in un solo istante. In fondo Sakura l'aveva sempre saputo... la vendetta non portava a nulla. Solo uno sciocco poteva sperare in chissà quale ibrida gioia.

 

Sakura guardava di striscio le vie che percorreva, guidata dai piedi che sapevano quella cittadina a memoria. Le si strinse il cuore a vedere il negozio degli Yamanaka chiuso per sempre.

Non un solo fiore decorava la città. C'era solo l'aria di morte, di sofferenza e di stanchezza. Era il grigio a dominare la scena, i colori sembravano spenti, lavati via da un acquazzone troppo forte.

"Ino, Ino...", si ritrovò a pensare la kunoichi. Poi proprio com'era apparsa, scomparve per le vie di Konoha.

 

La guerra non è eroica. La guerra non porta gloria, benessere e felicità.

La guerra è sinonimo di morte.

La guerra porta distruzione, una lente frammentazione dell'uomo. Non un sorriso, una carezza, un abbraccio. La guerra porta solo cadaveri.

E disperazione, che ti prende, stringendoti e facendoti soffocare lentamente.

Konoha stava perdendo. Lo si vedeva negli sguardi della gente, nelle missioni ripetutamente fallite, dal comportamento di Tsunade-sama.

E Sakura non poteva fare nulla, come al solito. Era lei l'anello debole, la ragazzina senza doti particolari. Ma ormai era rimasta solo lei.   

 

Il secondo ad andarsene era stato Naruto.

Lui, con quel bel sorriso solare, gli occhi azzurri; lui e la sua voglia di vivere. Il suo sogno era andato in frantumi, proprio come la sua vita.

Gliela avevano rubata... la Volpe era nelle mani dell'Akatsuki e niente poteva fermarli.

Aveva lottato, da vero eroe. L'amore nascente di Sakura era sfiorito con la sua prematura morte. Lei aveva pianto, disperata, cercando di negare la verità.

Ma non c'era più quel sorriso ad illuminarle la giornata.

 

Tsunade-sama invecchiava di giorno in giorno, la sua bellezza appassiva. Non aveva più la voglia di combattere. Per cosa, poi?

Konoha era perduta, questo era un dato di fatto.

La sensei e l'allieva continuavano a guardare la morte fra le vie di Konoha, sospirando.

Ed intanto morivano dentro, sempre di più.

 

Sakura aveva pochi attimi di quiete, ed erano tutti legati al sensei Kakashi.

Anche ora, dopo aver vagato in strada, si dirigeva dal sensei, provando qualcosa simile alla felicità. Il suo viso riprendeva un po' di colore, mentre un timido sorriso increspava le sue labbra.

Kakashi l'aspettava, come sempre seduto a leggere. Alzò il volto verso la kunoichi, che si diresse fra le braccia calde del sensei.

L'amore poteva nascere in guerra? A quanto pare si.

Il sensei diede un bacio leggero a Sakura, annusando il suo buon profumo.

 

Quella notte Kakashi partì per una missione in campo nemico, e Sakura rimase da sola nel letto a due piazze.

Aveva provato felicità, seppur breve. Troppe morti gravavano nella sua mente. Altri, oltre Sasuke e Naruto, avevano lasciato per sempre Konoha.

Neji, morto per proteggere Hinata in un'imboscata. Da allora la mora non era più la stessa, era diventata invisibile, fragile, spettrale. Dopo anche Kiba aveva seguito la sorte di Neji, e con lui Shino.

E poi era morto Choji, seguito subito dopo da Ino. Una stretta invisibile sul cuore fece gemere Sakura.

Intanto al buio un gufo ripeteva il suo verso, portando presagi di morte.

 

Sakura non aveva nulla da fare quel giorno, era libera da qualunque missione o faccenda.

Guardava il lago di Konoha risplendere senza tempo, come se fosse tutto uguale a prima. Eppure era tutto diverso.

La kunoichi portò le ginocchia vicino al mento, riposandosi. Sentì che si avvicinava qualcuno, quindi si preparò alla battaglia.

Prima non avrebbe afferrato 3 shuriken, pronta a lanciarli nell'aria. Prima nemmeno si sarebbe accorta della presenza.

Prima erano in pace.

 

Shizune raggiunse Sakura lentamente, non incrociando mai il suo sguardo. Si fermò di fronte a lei, guardando a terra.

A Sakura venne un'improvvisa ansia.

«Cosa c'è, Shizune?»

«Ecco...» sussurrò lei, con lentezza.

«Dimmi.» ordinò Sakura, dura. Cos'era successo? La curiosità mista all'ansia era pressante ed opprimente.

«La missione... la missione di Kakashi...» le si spezzò la voce, non solo Sakura si stava sentendo male.

«E'-è... andata male?» domandò Sakura, tremando.

«Si.» mormorò Shizune, voltandosi di lato.

 

Il terzo ad andarsene era stato Kakashi.

Così, in silenzio, in territorio nemico. Senza nemmeno salutare, tanto sarebbe tornato.

L'uomo mascherato era caduto. Sakura non riusciva nemmeno ad immaginarlo steso per terra, senza più respirare l'aria malsana del mondo.

Il suo amore ricambiato, in tempo di guerra. Il suo amante era morto e lei non poteva farci nulla.

 

Sakura cadde a terra, in mezzo all'erba umida e la fanghiglia.

Non poteva crederci, non doveva. Ma già le calde lacrime scivolavano sul viso stanco.

Aveva resistito con Sasuke. Ce l'aveva fatta con Naruto... ma Kakashi.

Kakashi era l'unica felicità in quel periodo. Non poteva farcela.

Si lasciò cullare da Shizune, anche lei in lacrime, che l'abbracciava forte, sussurrandole che tutto sarebbe andato per il meglio.

 

Ma non poteva andare tutto per il meglio.

Orochimaru la faceva da padrone, mentre l'Akatsuki diventava sempre più forte. Konoha non avrebbe retto e con lei sarebbe crollata anche Sakura.

E la Vendetta di Sasuke. E il Sogno di Naruto. E l'Amore di Kakashi.

Tutto veniva distrutto dalla guerra.

Perché la guerra non porta gloria, benessere e felicità.

La guerra è morte. La morte del corpo e del cuore.

E ormai a Sakura era rimasto solo il primo.

 

   
 
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