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Autore: Ashbear    22/07/2003    1 recensioni
[Rinoa e Squall, Quistis e Seifer] Si può fare sempre la scelta giusta, se ci viene data la possibilità di realizzare i nostri sogni tramite una semplice risposta: sì o no? Una bugia che cambierà per sempre una nazione, una settimana che cambierà per sempre la storia.
Attenzione: la traduzione è stata completamente rivista e corretta; attualmente, abbiamo aggiornato i primi 22 capitoli con la nuova traduzione, fatta sulla base dell'ultima versione della storia rilasciata dall'autrice originale.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quistis Trepe, Rinoa Heartilly, Seifer Almasy, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Nota: Per esigenze di trama, ho fatto in modo che Trabia diventasse una città, proprio come Balamb; Trabia è situata a circa cinquanta chilometri dal Garden omonimo, ed è grande all'incirca quanto Dollet. So che non è presente nel gioco, ma avevo bisogno di questo luogo per alcuni avvenimenti futuri.

He that lacks time to mourn,
lacks time to mend.

--Sir Henry Taylor

CRIMSON LIES
scritto da Ashbear, tradotto da Erika, Shizuru117, Alessia Heartilly, Shu e Youffie
~ III. CONTESA ~

La neve le schiaffeggiava con violenza il viso, e i capelli raccolti non volevano saperne di stare dietro alle orecchie quasi gelate. Era quel genere di freddo che poteva farti fuori in pochi minuti, se non si indossava qualcosa di adatto. Ogni respiro sembrava una pugnalata ai suoi polmoni. Chi ha mai detto che l'inferno è un luogo caldo? Se un luogo su quel maledetto pianeta si avvicinava di più all'inferno, era una notte d'inverno a Trabia. Il tempo passava lentamente a quelle temperature rigide. Giudicando dall'attesa, doveva essere ormai passata la mezzanotte. Andare in giro in una notte che non perdona poteva ucciderla, o peggio. Il pensiero si dissolse in fretta nella sua testa, quando qualcuno la chiamò.

"Signora Bennett? Siete voi?" Cercò di bisbigliare una voce flebile, contrastando il vento pungente.

"Alex. Stalle. Ora."

Era una risposta molto breve, ma era l’unica che la sua mente fosse riuscita a concepire mentre piccoli fiocchi di neve colpivano il suo volto. Le due figure scivolarono silenziosamente nelle stalle. L’edificio era buio, a eccezione del riflesso delle luci esterne sulla neve, che brillavano attraverso la finestra. Faceva più caldo, anche se di poco, eppure la vecchia struttura offriva un senso di sicurezza altrimenti introvabile.

La donna si tolse il cappuccio con cui aveva cercato di ripararsi la testa dalle intemperie. I corti capelli scuri le scivolarono sul viso. Lei li scostò rapidamente di nuovo dietro le orecchie.

"Lui torna a casa stasera. Questo è tutto quello che sono riuscita a prendere."

Alex prese la piccola borsa nera piena di guil e annuì, comprendendo.

"Signora Bennett, Renee... per favore... ne sei davvero sicura?"

"Sì. Se non vai via stasera, forse non ti sarà mai più possibile."

Renee si tolse il cappotto caldo che le copriva il corpo. Doveva essere forte per tutte e due, eppure le mani le tremavano di una paura non rivelata. Alex poteva facilmente sgattaiolare per il mondo senza essere notata, al sicuro. Era meglio così.

"Lui ti ucciderà quando lo verrà a sapere. Richard Bennett è il peggior figlio di puttana che abbia mai incontrato. Che tu sia sua moglie o no, sei morta."

Renee chiuse gli occhi e sentì il freddo che cominciava ad avvolgerla. "Lo so. Ma così lei vivrà."

La figura ricoperta dall'ombra sollevò infine il cappotto scuro. Dentro vi era una bambina che cominciava a stiracchiarsi.

"Alex, lui non si metterà l'anima in pace finché non troverà sua figlia. Sono sicura che il Consiglio Mondiale sarà a sua disposizione. Tu dovrai essere sempre un passo avanti a loro. Che Hyne vi protegga, entrambe."

Renee passò con attenzione la bambina ad Alex. Dandole un bacio amorevole, sparì nella notte tempestosa.

Alex coprì delicatamente la bambina e si diresse fuori nel buio, nell'ignoto.

*~*~*~*~*

La mattina giunse al Garden come in qualunque altro giorno. In qualche modo il tempo aveva ben poco significato, ormai. Squall si svegliò sulla sua scrivania: si era addormentato di nuovo sulla sua sedia, e si trovò a pensare che sicuramente aveva passato più notti lì che nel suo letto. Improvvisamente qualcuno bussò alla porta, togliendogli anche quella poca voglia di dormire che gli era rimasta.

"Squall?"

Riconobbe la voce, e non era dell'umore giusto per ricevere una ramanzina.

"Sì, Quistis, è aperto."

Lei entrò nella stanza con addosso l'uniforme ufficiale dei SeeD.

"Andiamo in cappella fra mezz'ora. Per favore unisciti a noi." Quistis si avvicinò alla scrivania, e si sedette tranquillamente su un angolo, "Laguna si unirà a noi stasera per cena; gli piacerebbe davvero vederti di nuovo."

"Sì. Sono sicuro che gli piacerebbe. Digli che ho già altri impegni."

"Squall, cosa può essere più importanti di cercare di sistemare le cose con l'unico familiare che ti rimane?"

Lui la fissò con freddezza, "Quistis, non è il momento adatto per parlarne. Ho già un impegno e non posso rimandarlo. Mandagli i miei saluti."

"Senz'altro, glielo dirò."

Scivolò giù dalla scrivania e si avviò rapidamente verso l'uscita. Voltandosi dopo essere giunta davanti all'enorme porta, si augurò che Squall riflettesse almeno sulle parole che si erano detti. Lui non la stava guardando, totalmente concentrato sul computer. Lei sbatté la porta massiccia con tutta la forza che poteva imprimerle.

*~*~*~*~*

La cappella era semplice. Selphie aveva originalmente pensato a grandi, affascinanti rose per riempire la stanza. Poi, dopo aver pensato ad Ellione, aveva deciso di fare qualcosa di più modesto. Ellione non si era mai interessata troppo alle cose concrete, e tuttavia era elegante nella sua semplicità. Invece di vasi dappertutto, c'era una sola singola rosa rossa sull'altare. Più tardi avrebbero piantato un albero nel giardino interno, dedicandolo a lei. Qualcosa che vivesse e portasse gioia agli altri. Era quello che Ellione avrebbe voluto.

Selphie rimase in piedi accanto ad Irvine; i lunghi capelli di lui ora avevano lasciato spazio a un'acconciatura più corta e ordinata. Sfortunatamente quella era stata una delle prime regole che Squall aveva fatto applicare come nuovo Comandante... regole di abbigliamento e di comportamento più severe per tutti i SeeD: niente capelli lunghi, niente orecchini e niente abbigliamento casual in classe. Aveva davvero trasformato il Garden in un'istituzione militare. Irvine si era consolato in qualche modo, pensando che anche Squall si era tagliato i capelli e si era sbarazzato del suo orecchino, ma allo stesso tempo pensava che al Comandante, della guerra, non sarebbe potuto importare di meno... oramai viveva solo per la lotta. Per sua fortuna Irvine aveva passato l'esame prima dell'incidente: molti dei requisiti erano cambiati, e il cecchino dubitava che avrebbe potuto farcela con le nuove e più dure regole di Squall.

L'ex cowboy mise, senza curarsi troppo degli altri, un braccio intorno a Selphie; e notò subito che questo rompeva una delle regole cardinali che Squall aveva imposto sui contatti con l'altro sesso. Regole imposte, o almeno così pensava Irvine, per impedire a Squall di vedere gente felice. Era una delle cose che erano cambiate quel giorno.

La stessa Sephie aveva tentato di tenere l'umore alto. Osservò Zell fermo nell'angolo, a contemplare la bellezza della rosa. Sorridendo, si ricordò del primo giorno che si erano incontrati; i tempi erano cambiati, e non per il meglio. Accarezzò la spalla di Irvine e poi si diresse verso Zell. Lei era invecchiata bene, forse persino troppo bene. Poco era cambiato in Selphie, la si vedeva leggermente più grande, ma sempre più giovane dei suoi ventidue anni.

"Zell, vuoi venire là con noi?" chiese Selphie nel modo più vivace più possibile.

"Selphie, perché... Rinoa... perché lei?" chiese Zell ancora fissando il fiore.

"Non lo so. Ma se la troviamo, forse potrà dircelo lei."

"Selphie, perché non la odio come dovrei?"

"Forse perché lei era una di noi, nessuno sapeva quello che i suoi poteri erano capaci di farle fare."

"Dev'essere così. Ma c'è qualcosa che non mi quadra in questa storia... anche se non so cosa."

"Sono passati due anni. Perché interrogarsi, Zell?"

"Non lo so. Ma ho avuto uno strano sogno su Rinoa..."

"Sulla Strega", tutti si voltarono per vedere Squall davanti all'entrata della cappella. "Zell, la si deve chiamare Strega. L'altra persona di cui parli è morta per il Garden." Camminò verso l'altare e guardò la rosa.

"Sono qui per ricordare Ellione, e per recarle omaggio. Non per parlare di alcunché o di chiunque altro, siamo intesi?"

Zell si mise dritto, salutando il suo superiore. I colpi secchi dei tacchi risuonarono per tutta la cappella e il gruppo, escluso Squall, si girò per vedere Quistis che entrava nella stanza. Irvine si avvicinò alla moglie del Comandante, offrendole il braccio. Insieme, camminarono lungo il corridoio ed arrivarono alle panche in prima fila.

La funzione, se così si deve chiamare, fu molto breve e informale. I quattro parlarono o semplicemente ascoltarono storie su Ellione, rivivendo racconti che tutti avevano sentito, ma di cui non sembravano stancarsi mai. Squall sedeva perduto nel suo mondo, finché un giovane SeeD interruppe il discorso di Zell.

"Comandante, mi spiace infastidirla in questo momento così personale, ma ho il Presidente Mitchell al telefono. Dice che è urgente."

"Ho capito", Squall si mise in piedi e si scusò, per poi lasciare la cerimonia.

*~*~*~*~*

Arrivando nel suo ufficio, Squall afferrò rapidamente il telefono. L'idea che quegli sciocchi potessero aver davvero trovato la Strega era snervante. "Parla il Comandante Leonhart."

"Squall, mi spiace di disturbarla durante questo momento. Ma il consiglio ha bisogno urgente di un SeeD qualificato."

"La Strega?"

"No. Non questa volta. La notte scorsa è stata rapita la figlia di uno dei membri del Consiglio, il rappresentante dei delegati di Trabia. Normalmente non mi preoccuperei troppo di tali banalità, ma abbiamo bisogno del suo appoggio: vede, Comandante, importare petrolio dal suo paese è molto importante per alcuni membri di Galbadia. Potrebbero significare milioni di guil per il diritto di esclusiva."

Che fottuto bastardo, pensò Squall, cercando di nascondere la sua rabbia. Quel tizio si preoccupava del petrolio quando una bambina era stata appena rapita. Ecco in cosa si stava lentamente trasformando, in uno di loro.

"Signor Presidente, che informazioni ha sulla bambina?"

"Stamattina quando lui e sua moglie si sono svegliati, la bambina era già stata sequestrata. Una delle loro assistenti non si è presentata al lavoro oggi... abbastanza sospetto, non trova? Lavorava da loro da due anni, ma non era mai mancata un solo giorno."

"Signor Presidente, perché non notifica la notizia al Garden di Trabia? Loro potrebbero trovarla molto più in fretta di noi..."

"L'ho già fatto. Stanno facendo i primi accertamenti in attesa dell'arrivo del vostro Garden. Vogliamo mostrare al signor Bennett che sua figlia merita il meglio, e tutti sanno che il meglio è Balamb."

Squall sospirò rassegnato in silenzio. Prima la questione con la Strega, ora doveva anche mandare il suo personale equipaggio a cercare una bambina quando Trabia ne era più che capace.

"Che ulteriori informazioni ha su questo caso?"

"L'assistente sospettata si chiama Alexandra Williams, ventisei anni, niente bambini. L'unico membro della sua famiglia ancora vivo, una zia mi sembra, risiede a Fisherman's Horizon."

"Bene, manderò due dei miei migliori Seed in perlustrazione a FH. Attraccheremo a Balamb in un'ora. Li manderò in avanscoperta. Che informazioni ha sulla bambina?"

"So solo che ha 14 mesi, e si chiama Allison - oppure Ally."

"Allison... signore?"

"Sì Squall, va tutto bene?"

"Mi spiace signore, avevo solo perso il filo per un attimo mentre leggevo degli appunti. Allison."

*~*~*~*~*

Renee stava ferma a guardare fuori dalla finestra gli alberi ricoperti di ghiaccio, osservando mentre manciate di neve cadevano dai rami a causa del loro peso, non dubitando neppure per un istante della sua decisione. Allison avrebbe avuto più possibilità con Alex e il freddo, che con i lupi che stavano lì dentro casa. Ancora non riusciva a credere a come aveva vissuto con questo animale per anni: Richard Bennett era, se possibile, la persona più malvagia che avesse mai incontrato, eppure di gente ne aveva conosciuta parecchia.

Quello che c'era di così criminale in lui era il modo in cui prendeva il controllo. Quando lo aveva incontrato per la prima volta fuori dal ristorante, sembrava la risposta alle sue preghiere: gentile, dolce, persino abbastanza affettuoso da poter diventare un buon padre. Era stato furbo. Se non fosse stato per Ally, avrebbe rinunciato alla vita da tempo ormai. Ally se n'era andata. Fra non molto, anche lei. Richard avrebbe scoperto il suo coinvolgimento, e in un modo o nell'altro, sarebbe morta. Era una questione di tempo.

Era sempre stata una questione di tempo.

Si guardò allo specchio. Lacrime cominciarono a caderle giù per il viso pallido. Cercò di non odiare il mondo intorno a lei, ma era dannatamente difficile. Qualche anno prima, nessuno sarebbe riuscito a controllarla quanto Richard. Lei glielo aveva permesso, anche se solo per sopravvivenza. Ally era sempre stata una scusa, buona per Richard in modo da tenerla sotto controllo. Ora lei avrebbe ripreso il controllo della situazione. Chi diavolo era Renee Bennett in fondo? Giurò a se stessa di non essere mai più debole... anche se significava essere abbastanza forte da morire.

*~*~*~*~*

Il Garden aveva raggiunto Balamb, proprio come pianificato. Squall uscì dall'edificio, dando false scuse sul fatto che doveva fare alcuni rifornimenti personali. L'idea di incontrarsi con Seifer sembrava ancora strana, ma ora, quel concetto era diventato realtà. Fidarsi di colui che l'aveva gettata di proposito nelle braccia di Adele sembrava surreale. Ma dentro di sé, si sentiva colpevole quanto Seifer. Era stato Squall a permetterle di stargli addosso, anche se ogni ragionamento sensato lo implorava di non farlo. Adesso che ci ripensava era stato per ragioni egoistiche, era stato attratto da lei sin dall'inizio, anche se non lo avrebbe mai ammesso. Così attratto da averle permesso di fare cose pericolose. Ed era solo parte della colpa con cui conviveva: se avesse avuto la forza di dire no, adesso lei avrebbe condotto una vita normale e felice, senza bisogno di temere il mondo o cercare di sottometterlo - Squall non aveva idea di quali delle due possibilità fosse quella vera. Torturato dai ricordi, continuò lungo la strada che costeggiava la spiaggia di Balamb.

"Ehilà, Comandante dei pivelli, di qua!"

Questa volta la voce era riconoscibile.

"Seifer piantala con le stronzate. Cosa sai?" Il Comandante era decisamente esasperato. Seifer indicò un edificio in lontananza. I due rivali si incamminarono verso una piccola e abbandonata baracca di pescatori.

"So che se non vuoi vedere la testa di Rinoa su un bastone, farai meglio a trovarla tu per primo."

"Non mi sei di aiuto," ringhiò Squall.

"Scusa. Senti, devo sapere esattamente quello che è successo quel giorno. La tua versione dei fatti potrebbe essere importante," rispose Seifer con un tono quasi triste nella voce.

Squall scosse la testa. Aveva cercato così a lungo di dimenticare quello che era successo due anni prima... sarebbe stata la prima volta che ne avrebbe parlato, esclusi i rapporti ufficiali. Sapeva che era giunto il momento. Trovò un angolo del muro e vi ci si appoggiò, chiudendo gli occhi.

"Due anni fa, in quel giorno..."

*****
Note delle traduttrici: capitolo rivisto e betato da DefenderX.
Citazione di apertura: dal Philip Van Artevelde di Sir Henry Taylor.
Chi non ha tempo per il cordoglio,
non ha tempo per il sollievo.
- Alessia Heartilly

   
 
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