Save
the
memories
Perché?
Perché
deve
essere tutto così difficile?
Perché,
la
gente, appena mi vede, si volta dall’altra parte?
Perché
io non
posso avere nessuno vicino, apparte lui?
Lui.
Ora mi sta
chiamando.
Sento la sua
voce.
Mi sta
raccontando della mamma.
Oggi ha
provato a fare una nuova ricetta, ma ha sbagliato le dosi e la pentola
è
esplosa.
Per fortuna
non si è fatta nulla.
Meglio che mi
rendo un po’partecipe, altrimenti lui se ne andrà.
Lo conosco, e
non ha molta pazienza.
Comincio a
aprire un occhio, ma un luce più che accecante lo colpisce.
Spero di non
rimanere ceco!
Porto una
mano al volto per coprire l’occhio, ma un intricato groviglio
di fili e
tubicini non mi permette di alzare il braccio.
Lui si volta.
Urla il mio
nome.
Non saprei
dire se è disperato o immensamente felice.
-Stai fermo
fratellino…ora ti spieghiamo tutto, ma calmati!- Dice
sorridendo. E’
rassicurante. Abbasso il braccio e lui mette a posto
l’intrico di tubicini che
si piantano dritti nel mio braccio. Non è una bella
sensazione. Mi sembra di
essere in “Matrix”!
Si apre la
porta, ma la visione che mi si prospetta davanti non è
quella che mi aspettavo.
Quello che ci si para innanzi non è certo un dottore
brizzolato con un lungo
camice bianco e l’aria di quello che sa tutto della vita, ma
una piccola
bambina bionda, con due occhi grandi e un po’ intimoriti.
Avrà avuto si e no
cinque o sei anni.
Ci guarda con
occhi sbarrati e piano piano dice –Scusate…posso
stare un pochino qui con voi?-
Io e mio
fratello ci guardiamo. So già cosa dirà, e voglio
precederlo.
-Certo che
puoi restare! Come ti chiami?- lei mi guarda prima timorosa, poi con un
piccolo
sorriso. Si va a sedere sulla sedia al lato del letto opposto a quello
in cui
si trova mio fratello.
- Mi chiamo
Veronica!
E’ un nome italiano. Vuol dire “colei che porta la
verità”.-
Il suo tono
è
diventato allegro. Credo che all’inizio fosse intimorita dal
fatto che…beh, di
certo io e mio fratello non sembriamo degli angioletti!
- Che bel
nome!- dice lui.
-Grazie!-
arrossisce un poco. Mi ricorda un po’ me alla sua
età. Un bambino perso in un
mondo troppo difficile per lui, ma che lotta con tutte le forze per
sopravvivere in quella giungla di semafori e idranti.
- E voi? Come
vi chiamate voi?- ci guardiamo. Risponderò io per entrambi.
Oltretutto, credo
di saperci fare meglio io di lui con i bambini.
- Io mi
chiamo Bill, lui è mio fratello Tom.- Veronica spalanca gli
occhi, che gli si
illuminano di una luce particolare.
- Voi siete
fratelli? Che bello!- Noi ci guardiamo imbarazzati. Nessuno dei due sa
cosa
rispondere. Sento la mano di lui che tamburella vicino al mio braccio.
-…però,
così,
mi sarà più difficile scegliere!-
- Scegliere
cosa?-
- Chi di vuoi
due è più bello!- stessa reazione da entrambi.
Occhi dilatati e guance
arrossate. E’ la prima volta che qualcuno ci dice una cosa
simile. Io e lui,
lui e io. Siamo sempre stati uguali agli occhi di tutti, apparte delle
nostre
fan, e ora…una bambina dice di voler decidere chi di noi
è più bello!
- Siete
entrambi belli, ma se dico che uno è più bello
dell’altro poi l’altro ci
rimarrà male!-
Ci guardiamo
ancora più imbarazzati. La bimba ci guarda un attimo per poi
esclamare
-
Mh…ho
deciso!-
-
Cos’hai
deciso?- gli chiedo con la voce leggermente tremante.
- Siete belli
uguali!- Sospiriamo, insieme. Come si può pretendere di
decidere quale gemello,
in una coppia di gemelli omozigoti, è meglio
dell’altro?
Ok, noi ora
non siamo così uguali come un tempo, ma siamo pur sempre
gemelli!
- Come mai
sei venuta qui?- la bambina si fa scura in volto.
- Stavo
scappando…-
- E da chi?-
- Dalla mia
mamma! Lei dice cose senza senso!-
Ci guardiamo
preoccupati. Sappiamo cosa vuol dire ricevere brutte notizie a
quell’età, è
successo anche a noi con la separazione di mamma e papà.
- Che cosa ti
dice tua mamma?- azzardo a chiedere.
-Mi dice che
la mia sorellona non c’è più! Dice che
è salita in celo! Che quando una
macchina l’ha spinta, lei ha cominciato a volare e
è arrivata fino a dove ci
sono gli angeli e è diventata uno di loro. Che ora sta
facendo compagnia al
nonno.-
Ci guardiamo
spaventati.
- Ma io lo so
che non è vero! L’ho vista dentro a quel letto che
si chiude! È vestita bene, e
ha sul petto dei fiori. Sembra una principessa da salvare! Ehy,
perché uno di
voi non gli fa da principe azzurro? Tu- disse indicando me con un
ditino
paffutello- saresti perfetto!-
Abbasso lo
sguardo sulla mia mano destra, poi quella di Tom stringe la mia. Ci
guardiamo
negli occhi, che vedono solo il loro identico riflesso.
- Vado io a
cercarla.- Dice mentre si alza dalla sedia e esce accostando la porta.
-Dove va?-
-A
cercare…
una bibita!- lei mi guarda fisso. Io tento di guardare altrove.
-Bill! Come
mai sei truccato? Anche la mia sorellona si trucca come te!-
- Beh,
perché…perché così sto
bene!-
- Mi
piacerebbe vederti senza il trucco- dice sorridendo. Non so cosa
successe
dentro di me, ma presi il borsone di fianco al mio letto e cominciai a
frugarci
dentro.
-Cosa stai
facendo?-
- Ti faccio
vedere come sono senza trucco.-
Ricominciai a
trafficare con il contenuto del borsone. So per certo che dentro
c’è dello
struccante. Mi è già successo di andare
all’ospedale, e mia mamma portava
sempre lo struccante. Anche quando sono venuto già struccato
perché sapevo che
mi dovevano togliere le tonsille.
Dopo aver
quasi infilato la testa nel borsone per cercare quel maledetto
struccante lo
trovo in un angolino, vicino ai batuffoli di cotone. Prendo uno di
questi
ultimi e lo imbevo nel liquido perlaceo, poi prendo lo specchietto
sempre posto
sul mio comodino e comincio a passarlo sugli occhi. Un po’
alla volta tutto il
colore nero viene via.
La bambina
guarda attentamente ogni mio singolo movimento, e, quando ho finito
l’opera, mi
guarda curiosa da dietro allo specchio.
Io abbasso piano la piccola superficie riflettente, e lei
mi scruta come
se mi vedesse per la prima volta.
- Come sei
diverso così! Forse sei anche più bello!
Assomigli molto di più al tuo
fratellone!-
- Come fai a
saper che lui è il fratello maggiore?-
- Si vede da
come ti guarda! E’ come se volesse sempre proteggerti!-
Tomi…
L’oggetto
dei
miei pensieri sbuca fuori dalla porta, seguito poco dopo da una signora
alta e
bionda. Si vedevano i segni dell’età, ma
è ancora una bella donna, con il corpo
asciutto e atletico messo in risalto dal completo da ufficio nero.
La bambina in
due secondi passa tre espressioni. Felicità, per il ritorno
di Tom. Sorpresa,
per la vista della madre. Broncio, perché era convinta che
la madre diceva cose
brutte e false.
- Tom!
Perché
hai portato qui la mia mamma! Lei dice cose non vere!-
- Ma piccola
mia…- Dice la signora. Parlava perfettamente il tedesco, ma
nella sua voce si
percepiva un accento straniero. Doveva essere italiana. Anche la
bambina, in
fondo, aveva un nome italiano, no?
- Io con te
non ci parlo! Tu dici cose brutte!-
- Lei non
dice cose brutte. Lei dice la verità. E se non la sai
riconoscere, non puoi
chiamarti con quel nome di cui vai tanto fiera. Se tu, che ti chiami
Veronica,
non riconosci la verità, chi lo dovrebbe fare?- le parole
del mio gemello lasciano
tutti di sasso.
Veronica
rimane con la boccuccia un po’ sdentata aperta. I suoi occhi
verdi come il
fondo marino si riempiono di lacrime.
- Mamma,
spiegami dove è andata la mia sorellona! Non ho ancora
capito bene!- così
dicendo si butta abbracciando forte forte la vita della donna. Lei
accarezza la
testolina della piccola e ci guarda con riconoscenza. Per lei siamo
solo un
ragazzo sdraiato su un lettino e il fratello che è stato
accanto a lui tutto il
tempo, ma anche i due ragazzi che la hanno aiutata a ritrovare sua
figlia.
Quando le due
sono uscite, mano nella mano, cala un silenzio di tomba. Tom torna a
sedersi di
fianco a me e mi stringe il polso guardando i fili che mi escono dal
braccio.
Voglio chiarire due cose con mio fratello.
-
Perché sono
in ospedale? Cosa mi è successo questa volta?-
- Nulla di
speciale. Mentre giravamo sei svenuto perché ieri non hai
cenato ne pranzato, e
oggi non hai fatto colazione. Che ti succede, eh? Tu, che ragioni con
lo
stomaco al posto del cervello, non mangi?-
- E’
che in
questi giorni sono molto concentrato. Quando non giriamo scrivo il
testo di una
nuova canzone.-
- Una nuova
canzone? Di cosa parla questa volta?-
- Della
stessa cosa di cui parlano le altre. Di noi. Di me, di te, del gruppo e
del
mondo intero.-
- Sempre la
solita storia, eh? Non mi dirai mai con precisione di cosa parla una
nuova
canzone fino a quando non ce la canti per la prima volta?-
-Esatto!-
Ridiamo.
È
bello ridere con lui.
- Ora,
parliamo di cose serie. Cosa è successo alla sorella di
quella bimba?-
- È
stata
investita…mentre veniva a vedere noi che uscivamo dallo
studio e andavamo a
mangiare. Era una fan girl, adorava il nostro gruppo. Era una fan
sfegatata di
Gustav.-
La mia
reazione è indescrivibile. Quella ragazza è morta
per noi? Solo per vederci
fare qualche passo fino alla macchina e, se era fortunata, strapparci
un
autografo?
-
Come…-
- Lo so, ma
non è colpa nostra. Ho parlato con la signora, e ha detto
che non vuole nulla
da noi, ma se vogliamo andare a casa sua un pomeriggio, può
raccontarci di più
di lei.- entrambi abbassiamo lo sguardo, poi ci guardiamo negli occhi.
Le
stesse sensazioni, gli stessi pensieri, si leggono in due paia di occhi
separati ma uguali come il riflesso della luna sul mare in una notte di
calma
piatta.
Sappiamo
già
che cosa fare.
-°3
giorni dopo°-
-Bentornati a
TG Day, tutte le notizie del giorno! Partiamo con la notizia di
apertura…Berlino, i Tokio Hotel sono in concerto. Hanno
dichiarato già da tre
giorni, quando il cantante Bill Kaulitz si è ripreso da un
piccolo svenimento
sul set del loro ultimo video, che il concerto di questa sera
sarà dedicato a
una loro fan molto speciale. Che si tratti della nuova fiamma di uno
dei
componenti della be…-
Tic!
Una donna
sulla trentina spegne il televisore. Sospira e si avvicina alla
finestra
pulendosi le mani nel grembiule indossato sopra alla tuta da
ginnastica. Fa
entrare uno spiraglio di aria che gli scompiglia i capelli biondi e
piano
chiama una bambina.
- Vini
dentro, che è quasi pronto!-
-°Ore
21.30, stesso
giorno°-
-Buona sera,
Berlino!!!- una voce squillante e piena di energia si espande per tutta
la
sala. Da dietro le quinte del palco escono saltellando allegramente e
pieni di
adrenalina quattro ragazzi di circa 18, 19 anni. Appena sono visibili,
un boato
sovrasta qualsiasi altro rumore.
- Come va,
gente?-
dice un ragazzo moro. Un altro boato riempie la sala.
- Come forse
saprete, vogliamo dedicare questo concerto a una persona. Credo che
siate tutti
impazienti di sapere chi sia, giusto?-
L’ennesimo
boato. L’adrenalina pura scorreva nelle vene dei ragazzi, che
non smettevano di
sorridere a ogni boato e di guardare impazienti i coordinatori
dell’evento.
-
Allora…come
già detto lei è una fan, come tutte voi. Ma una
fan molto speciale, perché da
tre giorni ci guarda dall’alto. Proprio tre giorni fa, alle
11.30 del mattino
molte di voi erano riunite davanti ai nostri cancelli. Lei doveva
essere con
voi, ma era uscita in ritardo. Per quei pochi minuti di ritardo, non
faceva
attenzione alle macchine che passavano. Quando era il suo turno,
passava senza
guardare nessuno e andava con passo spedito verso il suo sogno. Ore
11.40, due
ambulane partono dall’ospedale centrale. Una arriva davanti
al cancello degli
studi, dove tutte voi siete nel panico. Qui vengo recuperato io stesso,
svenuto
perché…beh, perché sono stato a
digiuno L’altra si ferma prima, all’inizio di
una via a circa 500 metri di distanza. La seconda recupera il corpo
inerte di
una ragazza con nella borsa un blocco notes, un CD e una macchina
fotografica.
Quella ragazza è deceduta alle 13.38. Io alle 15.30 mi sveglio, con di fianco
mio fratello. Alle
16.00 vengo dimesso. Tutti hanno saputo la mia storia, la storia di uno
svenimento che può accadere a tutti. Ora voglio che tutti
ricordino Sabrina,
questa ragazza- dice indicando lo schermo che fa da fondo al palco, su
cui
appare la foto di una ragazza seduta a gambe incrociate che tiene in
braccio
una bambina. Entrambe fanno la linguaccia. Lei ha i capelli corti,
biondi.
Indossa dei pinocchietto a scacchi rosa perlato, con una canotta con
disegnati
due teschi stilizzati dello stesso colore
dei pantaloni e con una grande e unica tasca sotto con le
cuciture
rosine in evidenza.
-Questa
ragazza…che ha rincorso il suo sogno e è arrivata
a pochi metri dal traguardo
per poi spegnersi.- Bill guarda i ragazzi dietro di lui con uno sguardo
di
intesa, poi, insieme, dicono
- QUESTO LO
DEDICHIAMO A TE!-
Quello
verrà
ricordato come il migliore concerto dei seguenti cinquanta anni. Ma
loro non lo
sanno. Mettono tutti loro stessi nella musica, come sempre. Ma questa
volta,
hanno un motivo vero per suonare più forte che possono.
Sabrina
è
voltata molto in alto. La musica deve arrivare fino a lì!!!!
-°15 anni
dopo°-
-Benvenuti a
TG Day! I super famosi Tokio Hotel, che da 3 anni si sono ritirati dal
mondo
della musica come musicisti, hanno scritturato la loro prima
rivelazione. La
ragazza si chiama Veronica, ha 20 anni. Le sue parole al nostro
microfono sono
state:
“Da
quando ho
incontrato i musicisti preferiti di mia sorella per caso, in un
ospedale, ho
desiderato entrare nel mondo della musica.” Chi
saran…-
Tic!
Un uomo sulla
quarantina spegne la televisione. Perché quella ragazza
rinnega sempre il suo
nome? Non lo sa, ma sa certamente che in questo caso fa bene a non dire
che è
stato proprio lui, quindici anni prima, a fargli capire che sua sorella
era
diventata un angelo.