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Autore: EffieRiot    05/03/2008    3 recensioni
Si apre la porta, ma la visione che mi si prospetta davanti non è quella che mi aspettavo. Quello che ci si para innanzi non è certo un dottore brizzolato con un lungo camice bianco e l’aria di quello che sa tutto della vita, ma una piccola bambina bionda, con due occhi grandi e un po’ intimoriti. Avrà avuto si e no cinque o sei anni.
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Save the memories

Perché?

Perché deve essere tutto così difficile?

Perché, la gente, appena mi vede, si volta dall’altra parte?

Perché io non posso avere nessuno vicino, apparte lui?

Lui.

Ora mi sta chiamando.

Sento la sua voce.

Mi sta raccontando della mamma.

Oggi ha provato a fare una nuova ricetta, ma ha sbagliato le dosi e la pentola è esplosa.

Per fortuna non si è fatta nulla.

Meglio che mi rendo un po’partecipe, altrimenti lui se ne andrà.

Lo conosco, e non ha molta pazienza.

Comincio a aprire un occhio, ma un luce più che accecante lo colpisce.

Spero di non rimanere ceco!

Porto una mano al volto per coprire l’occhio, ma un intricato groviglio di fili e tubicini non mi permette di alzare il braccio.

Lui si volta.

Urla il mio nome.

Non saprei dire se è disperato o immensamente felice.

-Stai fermo fratellino…ora ti spieghiamo tutto, ma calmati!- Dice sorridendo. E’ rassicurante. Abbasso il braccio e lui mette a posto l’intrico di tubicini che si piantano dritti nel mio braccio. Non è una bella sensazione. Mi sembra di essere in “Matrix”!

Si apre la porta, ma la visione che mi si prospetta davanti non è quella che mi aspettavo. Quello che ci si para innanzi non è certo un dottore brizzolato con un lungo camice bianco e l’aria di quello che sa tutto della vita, ma una piccola bambina bionda, con due occhi grandi e un po’ intimoriti. Avrà avuto si e no cinque o sei anni.

Ci guarda con occhi sbarrati e piano piano dice –Scusate…posso stare un pochino qui con voi?-

Io e mio fratello ci guardiamo. So già cosa dirà, e voglio precederlo.

-Certo che puoi restare! Come ti chiami?- lei mi guarda prima timorosa, poi con un piccolo sorriso. Si va a sedere sulla sedia al lato del letto opposto a quello in cui si trova mio fratello.

- Mi chiamo Veronica! E’ un nome italiano. Vuol dire “colei che porta la verità”.-

Il suo tono è diventato allegro. Credo che all’inizio fosse intimorita dal fatto che…beh, di certo io e mio fratello non sembriamo degli angioletti!

- Che bel nome!- dice lui.

-Grazie!- arrossisce un poco. Mi ricorda un po’ me alla sua età. Un bambino perso in un mondo troppo difficile per lui, ma che lotta con tutte le forze per sopravvivere in quella giungla di semafori e idranti.

- E voi? Come vi chiamate voi?- ci guardiamo. Risponderò io per entrambi. Oltretutto, credo di saperci fare meglio io di lui con i bambini.

- Io mi chiamo Bill, lui è mio fratello Tom.- Veronica spalanca gli occhi, che gli si illuminano di una luce particolare.

- Voi siete fratelli? Che bello!- Noi ci guardiamo imbarazzati. Nessuno dei due sa cosa rispondere. Sento la mano di lui che tamburella vicino al mio braccio.

-…però, così, mi sarà più difficile scegliere!-

- Scegliere cosa?-

- Chi di vuoi due è più bello!- stessa reazione da entrambi. Occhi dilatati e guance arrossate. E’ la prima volta che qualcuno ci dice una cosa simile. Io e lui, lui e io. Siamo sempre stati uguali agli occhi di tutti, apparte delle nostre fan, e ora…una bambina dice di voler decidere chi di noi è più bello!

- Siete entrambi belli, ma se dico che uno è più bello dell’altro poi l’altro ci rimarrà male!-

Ci guardiamo ancora più imbarazzati. La bimba ci guarda un attimo per poi esclamare

- Mh…ho deciso!-

- Cos’hai deciso?- gli chiedo con la voce leggermente tremante.

- Siete belli uguali!- Sospiriamo, insieme. Come si può pretendere di decidere quale gemello, in una coppia di gemelli omozigoti, è meglio dell’altro?

Ok, noi ora non siamo così uguali come un tempo, ma siamo pur sempre gemelli!

- Come mai sei venuta qui?- la bambina si fa scura in volto.

- Stavo scappando…-

- E da chi?-

- Dalla mia mamma! Lei dice cose senza senso!-

Ci guardiamo preoccupati. Sappiamo cosa vuol dire ricevere brutte notizie a quell’età, è successo anche a noi con la separazione di mamma e papà.

- Che cosa ti dice tua mamma?- azzardo a chiedere.

-Mi dice che la mia sorellona non c’è più! Dice che è salita in celo! Che quando una macchina l’ha spinta, lei ha cominciato a volare e è arrivata fino a dove ci sono gli angeli e è diventata uno di loro. Che ora sta facendo compagnia al nonno.-

Ci guardiamo spaventati.

- Ma io lo so che non è vero! L’ho vista dentro a quel letto che si chiude! È vestita bene, e ha sul petto dei fiori. Sembra una principessa da salvare! Ehy, perché uno di voi non gli fa da principe azzurro? Tu- disse indicando me con un ditino paffutello- saresti perfetto!-

Abbasso lo sguardo sulla mia mano destra, poi quella di Tom stringe la mia. Ci guardiamo negli occhi, che vedono solo il loro identico riflesso.

- Vado io a cercarla.- Dice mentre si alza dalla sedia e esce accostando la porta.

-Dove va?-

-A cercare… una bibita!- lei mi guarda fisso. Io tento di guardare altrove.

-Bill! Come mai sei truccato? Anche la mia sorellona si trucca come te!-

- Beh, perché…perché così sto bene!-

- Mi piacerebbe vederti senza il trucco- dice sorridendo. Non so cosa successe dentro di me, ma presi il borsone di fianco al mio letto e cominciai a frugarci dentro.

-Cosa stai facendo?-

- Ti faccio vedere come sono senza trucco.-

Ricominciai a trafficare con il contenuto del borsone. So per certo che dentro c’è dello struccante. Mi è già successo di andare all’ospedale, e mia mamma portava sempre lo struccante. Anche quando sono venuto già struccato perché sapevo che mi dovevano togliere le tonsille.

Dopo aver quasi infilato la testa nel borsone per cercare quel maledetto struccante lo trovo in un angolino, vicino ai batuffoli di cotone. Prendo uno di questi ultimi e lo imbevo nel liquido perlaceo, poi prendo lo specchietto sempre posto sul mio comodino e comincio a passarlo sugli occhi. Un po’ alla volta tutto il colore nero viene via.

La bambina guarda attentamente ogni mio singolo movimento, e, quando ho finito l’opera, mi guarda curiosa da dietro allo specchio. Io abbasso piano la piccola superficie riflettente, e lei mi scruta come se mi vedesse per la prima volta.

- Come sei diverso così! Forse sei anche più bello! Assomigli molto di più al tuo fratellone!-

- Come fai a saper che lui è il fratello maggiore?-

- Si vede da come ti guarda! E’ come se volesse sempre proteggerti!-

Tomi…

L’oggetto dei miei pensieri sbuca fuori dalla porta, seguito poco dopo da una signora alta e bionda. Si vedevano i segni dell’età, ma è ancora una bella donna, con il corpo asciutto e atletico messo in risalto dal completo da ufficio nero.

La bambina in due secondi passa tre espressioni. Felicità, per il ritorno di Tom. Sorpresa, per la vista della madre. Broncio, perché era convinta che la madre diceva cose brutte e false.

- Tom! Perché hai portato qui la mia mamma! Lei dice cose non vere!-

- Ma piccola mia…- Dice la signora. Parlava perfettamente il tedesco, ma nella sua voce si percepiva un accento straniero. Doveva essere italiana. Anche la bambina, in fondo, aveva un nome italiano, no?

- Io con te non ci parlo! Tu dici cose brutte!-

- Lei non dice cose brutte. Lei dice la verità. E se non la sai riconoscere, non puoi chiamarti con quel nome di cui vai tanto fiera. Se tu, che ti chiami Veronica, non riconosci la verità, chi lo dovrebbe fare?- le parole del mio gemello lasciano tutti di sasso.

Veronica rimane con la boccuccia un po’ sdentata aperta. I suoi occhi verdi come il fondo marino si riempiono di lacrime.

- Mamma, spiegami dove è andata la mia sorellona! Non ho ancora capito bene!- così dicendo si butta abbracciando forte forte la vita della donna. Lei accarezza la testolina della piccola e ci guarda con riconoscenza. Per lei siamo solo un ragazzo sdraiato su un lettino e il fratello che è stato accanto a lui tutto il tempo, ma anche i due ragazzi che la hanno aiutata a ritrovare sua figlia.

Quando le due sono uscite, mano nella mano, cala un silenzio di tomba. Tom torna a sedersi di fianco a me e mi stringe il polso guardando i fili che mi escono dal braccio. Voglio chiarire due cose con mio fratello.

- Perché sono in ospedale? Cosa mi è successo questa volta?-

- Nulla di speciale. Mentre giravamo sei svenuto perché ieri non hai cenato ne pranzato, e oggi non hai fatto colazione. Che ti succede, eh? Tu, che ragioni con lo stomaco al posto del cervello, non mangi?-

- E’ che in questi giorni sono molto concentrato. Quando non giriamo scrivo il testo di una nuova canzone.-

- Una nuova canzone? Di cosa parla questa volta?-

- Della stessa cosa di cui parlano le altre. Di noi. Di me, di te, del gruppo e del mondo intero.-

- Sempre la solita storia, eh? Non mi dirai mai con precisione di cosa parla una nuova canzone fino a quando non ce la canti per la prima volta?-

-Esatto!-

Ridiamo. È bello ridere con lui.

- Ora, parliamo di cose serie. Cosa è successo alla sorella di quella bimba?-

- È stata investita…mentre veniva a vedere noi che uscivamo dallo studio e andavamo a mangiare. Era una fan girl, adorava il nostro gruppo. Era una fan sfegatata di Gustav.-

La mia reazione è indescrivibile. Quella ragazza è morta per noi? Solo per vederci fare qualche passo fino alla macchina e, se era fortunata, strapparci un autografo?

- Come…-

- Lo so, ma non è colpa nostra. Ho parlato con la signora, e ha detto che non vuole nulla da noi, ma se vogliamo andare a casa sua un pomeriggio, può raccontarci di più di lei.- entrambi abbassiamo lo sguardo, poi ci guardiamo negli occhi. Le stesse sensazioni, gli stessi pensieri, si leggono in due paia di occhi separati ma uguali come il riflesso della luna sul mare in una notte di calma piatta.

Sappiamo già che cosa fare.

-°3 giorni dopo°-

-Bentornati a TG Day, tutte le notizie del giorno! Partiamo con la notizia di apertura…Berlino, i Tokio Hotel sono in concerto. Hanno dichiarato già da tre giorni, quando il cantante Bill Kaulitz si è ripreso da un piccolo svenimento sul set del loro ultimo video, che il concerto di questa sera sarà dedicato a una loro fan molto speciale. Che si tratti della nuova fiamma di uno dei componenti della be…-

Tic!

Una donna sulla trentina spegne il televisore. Sospira e si avvicina alla finestra pulendosi le mani nel grembiule indossato sopra alla tuta da ginnastica. Fa entrare uno spiraglio di aria che gli scompiglia i capelli biondi e piano chiama una bambina.

- Vini dentro, che è quasi pronto!-

-°Ore 21.30, stesso giorno°-

-Buona sera, Berlino!!!- una voce squillante e piena di energia si espande per tutta la sala. Da dietro le quinte del palco escono saltellando allegramente e pieni di adrenalina quattro ragazzi di circa 18, 19 anni. Appena sono visibili, un boato sovrasta qualsiasi altro rumore.

- Come va, gente?- dice un ragazzo moro. Un altro boato riempie la sala.

- Come forse saprete, vogliamo dedicare questo concerto a una persona. Credo che siate tutti impazienti di sapere chi sia, giusto?-

L’ennesimo boato. L’adrenalina pura scorreva nelle vene dei ragazzi, che non smettevano di sorridere a ogni boato e di guardare impazienti i coordinatori dell’evento.

- Allora…come già detto lei è una fan, come tutte voi. Ma una fan molto speciale, perché da tre giorni ci guarda dall’alto. Proprio tre giorni fa, alle 11.30 del mattino molte di voi erano riunite davanti ai nostri cancelli. Lei doveva essere con voi, ma era uscita in ritardo. Per quei pochi minuti di ritardo, non faceva attenzione alle macchine che passavano. Quando era il suo turno, passava senza guardare nessuno e andava con passo spedito verso il suo sogno. Ore 11.40, due ambulane partono dall’ospedale centrale. Una arriva davanti al cancello degli studi, dove tutte voi siete nel panico. Qui vengo recuperato io stesso, svenuto perché…beh, perché sono stato a digiuno L’altra si ferma prima, all’inizio di una via a circa 500 metri di distanza. La seconda recupera il corpo inerte di una ragazza con nella borsa un blocco notes, un CD e una macchina fotografica. Quella ragazza è deceduta alle 13.38. Io alle 15.30 mi sveglio, con di fianco mio fratello. Alle 16.00 vengo dimesso. Tutti hanno saputo la mia storia, la storia di uno svenimento che può accadere a tutti. Ora voglio che tutti ricordino Sabrina, questa ragazza- dice indicando lo schermo che fa da fondo al palco, su cui appare la foto di una ragazza seduta a gambe incrociate che tiene in braccio una bambina. Entrambe fanno la linguaccia. Lei ha i capelli corti, biondi. Indossa dei pinocchietto a scacchi rosa perlato, con una canotta con disegnati due teschi stilizzati dello stesso colore dei pantaloni e con una grande e unica tasca sotto con le cuciture rosine in evidenza.

-Questa ragazza…che ha rincorso il suo sogno e è arrivata a pochi metri dal traguardo per poi spegnersi.- Bill guarda i ragazzi dietro di lui con uno sguardo di intesa, poi, insieme, dicono

- QUESTO LO DEDICHIAMO A TE!-

Quello verrà ricordato come il migliore concerto dei seguenti cinquanta anni. Ma loro non lo sanno. Mettono tutti loro stessi nella musica, come sempre. Ma questa volta, hanno un motivo vero per suonare più forte che possono.

Sabrina è voltata molto in alto. La musica deve arrivare fino a lì!!!!

-°15 anni dopo°-

-Benvenuti a TG Day! I super famosi Tokio Hotel, che da 3 anni si sono ritirati dal mondo della musica come musicisti, hanno scritturato la loro prima rivelazione. La ragazza si chiama Veronica, ha 20 anni. Le sue parole al nostro microfono sono state:

“Da quando ho incontrato i musicisti preferiti di mia sorella per caso, in un ospedale, ho desiderato entrare nel mondo della musica.” Chi saran…-

Tic!

Un uomo sulla quarantina spegne la televisione. Perché quella ragazza rinnega sempre il suo nome? Non lo sa, ma sa certamente che in questo caso fa bene a non dire che è stato proprio lui, quindici anni prima, a fargli capire che sua sorella era diventata un angelo.

  
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