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Autore: Elrond    31/08/2013    2 recensioni
« Sas... 'ke. » con le ultime forze che ancora possedeva Naruto riuscì ad allungare il proprio braccio fino alla guancia di Sasuke, che accarezzò con amore. Erano anni che desiderava poter donare un tocco gentile all'amico, eppure non erano mai riusciti a sfiorarsi senza ferirsi [...]
Genere: Angst, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Tsunade | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden, Contesto generale/vago
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Giaceva a terra, quella terra massacrata che era stata la triste spettatrice del più sanguinario conflitto che fosse mai avvenuto.

Avevano vinto: la devastante forza del nemico non li aveva distrutti; l'alleanza ninja usciva trionfante da quella grande guerra, ed era in un certo qual modo ironico pensare che l'eroe che era riuscito a mettere fine a tutto ciò si trovasse riverso a terra, attorniato da una pozza di sangue dalle dimensioni fin troppo estese per poter lasciare anche un solo briciolo di speranza a tutti coloro che stavano osservando la pietosa fine di quel giovane e valoroso shinobi.

Naruto riusciva a malapena a tenere gli occhi socchiusi, nel tentativo di non cedere e farsi inghiottire da quel tremendo buio che, suo malgrado, sembrava l'unica soluzione rimasta per sfuggire al dolore che attanagliava ogni singolo centimetro del suo corpo.

« Naruto! Non chiudere gli occhi, non chiuderli! »; Sakura, in lacrime, tentava in tutti i modi di risanare le ferite più profonde, ma era palese che quella fosse una disperata corsa contro il tempo: lo stava perdendo, e sebbene il suo essere un medico le diceva che la cosa migliore da fare per poter donare un po' di pace al biondo fosse quella di infierirgli il colpo di grazia in modo che tutte quelle atroci sofferenze trovassero fine, dall'altra parte, dentro di lei, la ragazzina che in fin dei conti era le diceva di non mollare, che con il suo aiuto l'amico sarebbe riuscito a sopravvivere.

 

« Naruto! » alle spalle della ragazza dai capelli rosa una voce, a lei fin troppo nota sebbene non l'avesse quasi mai sentita per tre anni, si alzò in un disperato urlo. Barcollante ma nonostante ciò ancora in grado di reggersi sulle proprie gambe Sasuke si avvicinò agli ex compagni di team: capiva fin troppo bene cosa stava accadendo e sapeva che avvicinarsi solo per vedere con i propri occhi il proprio amico spirare non avrebbe fatto altro che rendere più profonda la ferita con ormai da molti, troppi anni lacerava il suo cuore. Nonostante ciò Sasuke proseguì, finendo per cadere sulle proprie ginocchia le quali ora distavano solo pochi centimetri dai capelli biondi dell'amico, tinti di tanto in tanto da tremende macchie scarlatte. « Naruto... » sussurrò flebile, tuttavia riuscendo ad attirare l'attenzione dell'Uzumaki che si sforzò di aprire gli occhi per vedere il volto del suo teme. Voleva parlargli, fare lo stupido come un tempo ma la gola bruciava ed era talmente difficile emettere anche un singolo suono... « Cosa vuoi fargli ancora?! Vattene via, Sasuke! » Sakura, ormai dimentica di tutto l'amore che aveva provato un tempo verso quel ragazzo riuscì solo a ruggire quelle parole: non appena l'Uchiha era entrato nel suo campo visivo non era riuscita a pensare ad altro se non a tutte le occasioni in cui il moro aveva ferito Naruto, fisicamente o moralmente, ed egoisticamente non voleva che l'ultima persona che l'Uzumaki vedesse fosse proprio colui che più di tutti gli aveva fatto del male.

Ad intervenire fu Kakashi, che strinse la propria allieva al petto mentre quella riprendeva a singhiozzare: « Sta morendo, Sakura. » le disse non riuscendo suo malgrado a mascherare il tremore nella propria voce, « Lasciali insieme. » sussurrò accarezzandole le spalle con affetto, sebbene il suo intero corpo fosse a pezzi e per le ferite riportate e per la vista alla quale stava suo malgrado assistendo.

 

« Sas... 'ke. » con le ultime forze che ancora possedeva Naruto riuscì ad allungare il proprio braccio fino alla guancia di Sasuke, che accarezzò con amore. Erano anni che desiderava poter donare un tocco gentile all'amico, eppure non erano mai riusciti a sfiorarsi senza ferirsi: era contento di aver realizzato almeno uno dei suoi tanti sogni prima di andarsene. Avrebbe voluto poter vedere Konoha un'ultima volta, avrebbe voluto intraprendere il percorso del suo stesso padre e diventare Hokage per poter proteggere il suo amato villaggio, avrebbe voluto poter conoscere il calore di una vera famiglia, prima di morire; più di ogni altra cosa, tuttavia, avrebbe voluto riportare Sasuke a casa e dirgli "Ben tornato, teme!", ed era quasi certo che quello gli avrebbe risposto con uno dei suoi "Stai un po' zitto, usuratonkachi”. Si, avrebbe davvero voluto sentirglielo dire, ma in fondo non era nessuno per poter pretendere qualcosa da parte del moro, pensò amaramente mentre gli occhi chiari si nascondevano sotto due pesanti palpebre. Si era illuso per anni, nonostante Sasuke non avesse fatto altro che tentare di ucciderlo: chi era per dire che il ragazzo aveva bisogno di lui? Poteva affermare il contrario, quello era certo. Compagno di squadra, migliore amico, fratello, primo amore, anima gemella... erano tutti aggettivi che avrebbe potuto attribuire senza un secondo di esitazione a Sasuke ma non aveva più la presunzione che l'aveva accompagnato per quei tre anni di separazione dal ragazzo per poter dire che quest'ultimo avrebbe fatto lo stesso. No, non sapeva assolutamente nulla dei sentimenti dell'Uchiha, ma a quel punto non importava più: se ne andava col solo rimorso di non aver detto almeno una volta a Sasuke che lo amava, ma forse era meglio così. Preferiva andarsene in quel modo, assieme a quei sentimenti che mai sarebbero stati ricambiati: il suo amico sarebbe riuscito a lasciarselo alle spalle, in quella maniera, avrebbe trovato un'altra persona con la quale condividere la propria vita e sarebbe riuscito a ridar vita al suo clan. Avrebbe trovato la sua felicità in un modo o nell'altro e andava bene così: per la prima volta dopo tantissimo tempo finalmente si sentiva libero e sereno. Ora poteva raggiungere i suoi genitori e Jiraiya senza alcuna preoccupazione.

 

Mi spiace andarmene in questo modo, avrei voluto salutarvi per bene. Sasuke, Sakura, Kakashi-sensei e tutti gli altri... Vorrei dirvi ancora tante cose, ma non riesco nemmeno a parlare...

 

Un ultimo respiro, più profondo dei precedenti, e Sasuke sentì la mano del biondo scivolare lungo la sua guancia finendo con lo sbattere contro la terra fredda sotto di loro. Il moro spalancò i suoi occhi neri afferrando senza alcuna delicatezza la testa di Naruto: sorrideva, quell'idiota, ma aveva smesso di respirare, di vivere. 
« Naruto! » un urlo, poi un altro ed un altro ancora si alzarono dal ragazzo che abbracciava disperatamente il corpo immobile dell'amico. « Apri gli occhi, ti prego... » sussurrò facendo fatica a respirare a sua volta a causa delle prepotenti lacrime che gli offuscavano la vista. « Svegliati... »

« Levatevi di mezzo! » dal centro della folla che attorniava il corpo dell'eroe di Konoha e dei suoi compagni di team, la voce prepotente di una donna si alzò mentre la sua proprietaria si faceva spazio tra tutti quegli shinobi che guardavano sbigottiti quella scena. Le aveva sentite, Tsunade, le urla di quell'Uchiha, e nonostante fosse a sua volta ricoperta di ferite più o meno gravi non aveva esitato a correre verso il punto da cui quel disperato lamento giungeva. Deglutì a fatica quando i suoi occhi nocciola si posarono sul corpo immobile di Naruto, ma senza perdersi d'animo si gettò sul corpo del giovane. « Maledetto ragazzino! » sbraitò mentre iniziava a curare con una velocità sorprendente ogni singola ferita del biondo; « Non pensare di potertene andare così facilmente, dannazione! Sei tu il prossimo Hokage! » ruggì con forza, riuscendo a darsi da sola la forza che necessitava per poter esercitare una particolare tecnica sul corpo di Naruto: concentrando quasi ogni singola goccia di chakra ancora presente nel suo corpo sui palmi delle mani aspettò che la luce verde delle tecniche di guarigione fosse sufficientemente intensa, dopodiché premette con forza le mani sul petto del giovane, all'altezza del cuore. Dapprima non accadde nulla, dopodiché il corpo del ninja fu pervaso da una potente scarica che illuminò per qualche secondo il suo corpo di verde: infine le membra di Naruto si mossero come se fossero state colpite da una potente scarica elettrica. Sasuke, che ancora stringeva il capo del biondo, non sapeva cosa dire o cosa fare, gli sembrava di aver assistito a quella scena dall'esterno del proprio corpo: non aveva idea di cosa avesse fatto quella donna, era fin troppo confuso per poter capire qualsiasi cosa, ma quando il suo dobe si mosse nuovamente le lacrime ripresero a scorrere lungo il suo volto, riuscendo a riportarlo alla realtà.

« Mi devi un favore ora, ragazzino. » borbottò il quinto Hokage, sfinito ma indubbiamente rasserenato nel vedere che la propria tecnica aveva avuto un esito positivo.

Naruto si riscosse da quel breve, brevissimo sonno in cui era caduto, sentendo dei tocchi agitati sul suo volto: era ancora vivo? Com'era possibile tutto ciò? Non riusciva ancora ad aprire gli occhi, nonostante si sentisse meglio era ancora molto stanco, e di quella situazione non riusciva a capire proprio nulla. D'un tratto, tuttavia, con un amore che aveva colto solo nelle parole che avevano pronunciato i suoi genitori quando li aveva incontrati, o forse addirittura più grande, udì ciò che da tempo voleva sussurrare al suo teme, e la cosa buffa era proprio il fatto che fosse Sasuke a pronunciare quelle parole.

 

« Bentornato, Naruto.»

Note:
Ciao a tutti e grazie per aver letto "Who am I to say"! 
Ci sono davvero un sacco di cose che devo dire di questa storia... ma andiamo con ordine, su: l'idea iniziale era quella di partire da una canzone (Who am I to say di 'Hope', appunto), ma se avrete voglia di ascoltarla e leggerne il testo capirete che solo una piccola parte della mia storia corrisponde con il testo della canzone: tuttavia, ho voluto mettere l'avviso Song Fic poiché la storia è comunque nata mentre l'ascoltavo, ed ho voluto tenere anche lo stesso titolo, come avete visto. Bene, detto ciò... l'Happy Ending! E' un pò scontato, forse, e se vi ha fatto storcere il naso non vi biasimo: non penso di essere ancora in grado di riuscire a far morire uno dei personaggi nelle mie storie... Terzo punto, la tecnica di Tsunade; parto col dire che è qualcosa di totalmente inventato, non mi sono "documentata" sulle tecniche dell'Hokage e quindi ho lasciato correre la fantasia, semplicemente. So che può sembrare vagamente al sacrificio della vecchia Chiyo nei confronti di Gaara, ma con la sola differenza che la guaritrice non è morta; ad essere onesti immaginavo una scena simile pure io, ma Tsunade non è morta per due precisi motivi: prima di tutto, è molto più giovane di Chiyo, e quindi presumo anche più in forza, e poi si parla di Tsunade come il miglior ninja medico che esista tra gli shinobi, quindi non mi pare troppo "forzato" il fatto che non perda la vita. Ultima cosa da dire (poi la smetto, giuro!) è che la storia è ambientata in un contesto vago: c'è la guerra, si, ma non sono andata a specificare i vari avvenimenti perché non erano necessari al fine della storia. Posso quindi affermarvi che non segue passo passo gli avvenimenti del manga, per chi lo sta seguendo. 
Per concludere (lo so, l'avevo già detto prima xD), chi segue 'Blessed' può considerare questa One Shot come prologo infatti sto maturando l'idea di scriverne altre per narrare gli avvenimenti precedenti alla mia long fic ^^
Con questo ho davvero terminato di rompere, e vi saluto mandandovi un grosso bacione: alla prossima!
 

  
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