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Autore: Ashbear    22/07/2003    1 recensioni
[Rinoa e Squall, Quistis e Seifer] Si può fare sempre la scelta giusta, se ci viene data la possibilità di realizzare i nostri sogni tramite una semplice risposta: sì o no? Una bugia che cambierà per sempre una nazione, una settimana che cambierà per sempre la storia.
Attenzione: la traduzione è stata completamente rivista e corretta; attualmente, abbiamo aggiornato i primi 22 capitoli con la nuova traduzione, fatta sulla base dell'ultima versione della storia rilasciata dall'autrice originale.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quistis Trepe, Rinoa Heartilly, Seifer Almasy, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I embrace my rival,
but only to strangle him.

--Jean Racine

CRIMSON LIES
scritto da Ashbear, tradotto da Erika, Shizuru117, Alessia Heartilly, Shu e Youffie
~ IV. FIDANZAMENTO ~

Squall rimase a fissare il suo vecchio nemico, con uno sguardo che neanche Seifer riusciva a decifrare. Per quel che il biondo cavaliere poteva decifrare, era un'espressione mista di disgusto, disprezzo e tradimento. Il cupo comandante tirò fuori le sue sigarette, ne fece uscire una con cura dal pacchetto, la accese lentamente e inalò una boccata profonda.

"Era un giorno normale, quella mattina la strega e io avevamo litigato; era stata di pessimo umore per tutta la settimana precedente. Avevamo litigato la sera prima, continuava a sparare idiozie sul troppo tempo che passavo a lavorare. Le avevo in pratica detto che avevo un lavoro vitale per l'interesse del pianeta; e non potevo passare tutto il giorno a spendere i soldi di papà. Hyne, quanto era arrabbiata; la piccola principessa non mi disse neppure una parola e si limitò ad uscire dalla stanza... le ultime parole che mi rivolse furono va' al diavolo, Squall. Sarà lieta di sapere che il suo desiderio è diventato realtà."

"Più o meno verso alle nove di quella mattina Quistis venne da me furiosa, sbatté la mano sulla mia cattedra e si lamentò di Rinoa; sembra che avessero litigato prima che lei arrivasse nel mio ufficio. Da quello che ho sentito dopo, stavano quasi per arrivare alle mani. Rinoa si era ritirata, terminando con alcune parole 'ad effetto' dirette all'istruttrice che le intimavano di stare lontana da me. Quistis voleva che fosse messa sotto accusa dalla commissione disciplinare. Io mi limitai a non ascoltare le sue lamentele, anche se, in quel momento, non ci sarebbe stato niente di meglio che imporre un po' di disciplina a Rinoa."

Seifer trovò una vecchia sedia di metallo arrugginito e la avvicinò a Squall, che era appoggiato alla ringhiera di legno tarlato. Non interruppe mai la storia del comandante, e ascoltò ogni parola di Squall come un bambino affascinato durante la notte della vigilia di Natale.

"Che tu ci creda o no, quella è stata l'ultima conversazione normale che ricordo di aver avuto. Quando Quistis lasciò il mio ufficio, delle grida riecheggiarono per i corridoi. Presi in mano il mio gunblade, pronto a combattere contro qualunque nemico aspettasse i SeeD. Quando mi avvicinai alla scalinata di emergenza, vidi una grande luce rossa... e granate. Furono fatte detonare parecchie granate in una sola volta, causando grossi danni strutturali. L'esplosione mi fece cadere per quasi metà della scalinata, mandandomi in stato di incoscienza per un tempo che stimai non superiore ai due minuti. Due minuti che tuttora vorrei non mi fossero mai stati rubati."

"Ripresi conoscenza e continui ad andare giù per la scala, ora buia. Quando raggiunsi il piano più basso e aprì la pesante porta di sicurezza, trovai soldati Galbadiani, almeno per quel che potevo vedere; le armature argentee e blu erano quasi accecanti visto il sole che si rifletteva sul metallo delle uniformi. Erano bravi, dannatamente bravi. Non i soldati poco addestrati del regno di Vinzer Deling; quegli uomini erano stati addestrati sotto il comando del Generale Mitchell, un uomo che aveva studiato le tecniche militari più di me. Dopo una lunga battaglia con uno dei guerrieri Galbadiani, notai che diverse persone si erano radunate su un lato dell'edificio. Lì vidi Quistis inginocchiata accanto a una figura stesa. Riconobbi appena l'istruttrice a causa del sangue... ne era completamente coperta. Quando raggiunsi la scena, vidi il corpo per terra. Era Ellione."

Gli occhi di Squall rimasero limpidi mentre parlava dell'incidente, si rifiutavano di piangere o di mostrare qualunque emozione. Parlava all'altro uomo con una voce monotona e puramente informativa. Squall si fermò per un attimo, solo per scuotere in aria un capo della sigaretta, facendo cadere le ceneri sul pavimento sporco. Strinse la mano sinistra in un pugno stretto, mentre continuava a rivivere l'orribile giornata che aveva per così tanto cercato di dimenticare.

"Un SeeD, un cadetto credo, fu il primo a parlare ad alta voce."

"Comandante, vendicheremo la sua morte nel nome dei Seed, la strega pagherà per questo con la sua vita."

"La sua vita, le parole riecheggiavano nella mia testa con la forza di un uragano. Credo che abbia visto la confusione sul mio viso e abbia per questo continuato a spiegare."

"Ellione è stata assassinata a sangue freddo dalla strega, questi uomini sono i suoi soldati. Galbadia e la strega hanno unito le forze, come negli anni passati."

"Guardai Quistis; sedeva per terra, scuotendo leggermente il corpo senza vita di Ellione. Le lacrime scorrevano sulle sue guance, confondendosi con le tonalità più scure del sangue della persona che noi chiamavano 'Sorella'. Così tanto sangue, tutto suo... così tanto fottutissimo sangue."

"Guardai Quistis per avere una conferma dell'attacco della strega; lei annuì e ritornò con lo sguardo ad Ellione. Per la prima volta dopo alcuni interminabili momenti, quello che mi accadeva intorno mi ritornò alla mente. I SeeD stavano continuando a combattere per le loro vite, per la sopravvivenza del Garden di Balamb. Assorbii la portata della situazione in corso, e seppi che dovevo continuare a combattere. Non volevo... ma dovevo farlo. I dettagli li avrei capiti dopo, prima dovevo riuscire a sopravvivere per ascoltarli."

"Cinquantaquattro SeeD morirono nell'attacco. Le truppe di Galbadia si ritirarono per una ragione ancora sconosciuta, lasciandoci ad osservare i danni provocati al Garden. Un quarto dell'edificio era da ricostruire dopo la battaglia, milioni di guil di danni; ma il denaro non avrebbe mai potuto rimpiazzare quelli che erano morti. Lei l'aveva pianificato, aveva aspettato il momento giusto per colpire. Il potere assoluto corrompe; neanche la creatura più innocente può ignorarlo a lungo."

Squall si fermò solo per un attimo, notando il suo pugno; il palmo della mano gli sanguinava a causa delle sue stesse unghie che gli avevano squarciato la carne. Non si era reso conto del male che aveva fatto al suo corpo, dopo tanti anni aveva imparato a vivere nel dolore.

Seifer cercò di trattenere il liquido che si stava formando fra le pieghe dei suoi occhi. "Come è successo, Squall? Com'è stata uccisa Ellione?"

"Pugnalata. Pugnalata al petto da una grossa daga. La strega aveva bisogno del potere che Ellione possedeva. Era stata sempre l'ossessione di tutti gli altri prima di lei; come poteva una che non discendeva da Hyne possedere tali abilità? Loro la temevano."

Seifer si sentiva appena, con voce confusa e roca. "Perché? Perché Rinoa avrebbe aspettato tre anni per attaccare? Quando avrebbe avuto il tempo di addestrare gli eserciti se nel frattempo stava assistendo alle lezioni del Garden?"

"Stava qui e inviava i suoi messaggi via computer o attraverso altri mezzi, non ne siamo del tutto sicuri. Sapeva le abitudini del Garden, conosceva le sue debolezze. Quale miglior metodo di studiare il nemico che vivere fra loro? Il Generale Mitchell fu in seguito capace di rompere l'incantesimo sotto il quale lo aveva posto la Strega Rinoa, il primo uomo che sia riuscito a fare una cosa del genere senza che la sua strega fosse uccisa."

Seifer inclinò la testa di lato con fare interrogativo, ora stavano entrando in un territorio nel quale aveva esperienza. "Mitchell era il suo cavaliere? E tu cos'eri allora?"

"Uno stupido," rispose Squall senza esitazione, "un maledetto stupido. Mitchell è stato in grado di rompere l'incantesimo della strega e portare le sue truppe contro di lei. È saltato fuori che lei aveva una precedente relazione con quell'uomo, anche se aveva vent'anni meno di lui. Suppongo che i suoi weekend a Galbadia non le servivano solo per visitare il caro vecchio paparino," replicò Squall con ben più di una traccia di acidità.

"Jefferson Mitchell? Squall, vuoi farmi credere che Rinoa e Mitchell avevano una qualsivoglia relazione di tipo sessuale? Lo stesso uomo che è ora presidente del Consiglio Mondiale? È questo che credi davvero? Che ti abbia usato per nient'altro che una scheggia inutile nel suo piano per la conquista del potere assoluto?"

Squall chiuse gli occhi, e rispose con un tono di voce implorante, in un modo in cui Seifer non l'aveva mai sentito neanche lontanamente parlare.

"Non voglio crederci. Ma Quistis, lei stessa, ha assistito all'uccisione di Ellione da parte della strega. Non l'avrei mai creduta capace... Rinoa avrebbe dovuto essere innocente. Avevo giurato di proteggerla; e invece avrei dovuto proteggere la gente da lei. Mi aveva avvisato con le sue ultime azioni, e non ho collegato i fatti se non dopo l'attacco; Da quel giorno nessuno l'ha più vista o sentita; sembra sparita senza lasciare traccia. Mitchell ha giurato personalmente di ucciderla, per tutto quello che lo ha costretto a fare. Per le vite che gli ha fatto perdere."

Seifer stava silenziosamente assorbendo tutte le informazioni che gli venivano poste davanti; non importava quante volte si affannasse a cercarlo dentro la sua testa, il tassello mancante non saltava fuori.

"Allora, Squall, se sei schierato col presidente so-tutto-io, perché la cerchi per conto tuo?"

"Risposte, voglio risposte. Agiva da sola o qualcuno la stava controllando? È stato per sua volontà che il Garden è stato distrutto quel giorno? Loro la ucciderebbero senza farle neanche una domanda. Per quel che vale, invece: io devo sapere perché."

Seifer tirò fuori dal cappotto di trench sporco un raccoglitore di cuoio. Aprì il dossier e frugò per un attimo fra i fogli che vi giacevano dentro.

"Ecco, ho un regalo per te. Questi sono i rapporti ufficiali e non che sono riuscito a trovare nell'ufficio di Mitchell."

Squall alzò il sopracciglio e prese il raccoglitore.

"Nel suo ufficio?"

L'uomo dai capelli biondi sorrise e si appoggiò all'indietro sulla sedia, sollevandola tra una risatina e l'altra.

"Le operazioni segrete sono la mia specialità; dovrei ringraziare il Garden e gli insegnamenti della tua bella mogliettina A proposito, dovresti dirmi come cavolo è andata a finire in quel modo; sono sicuro che si tratta di una storia interessante."

Squall assunse un'espressione infastidita davanti all'arrogante domanda. "L'ho sposata, che altro c'è da dire?"

"Oh, solo che di Quistis non ti era mai importato romanticamente per ventun anni, poi appena Rinoa è sparita ti sei sposato con la bella istruttrice. Non avevi mai notato la sua bellezza o stavi semplicemente cercando di trovare una sostituta decente da conquistare? È sorprendente la velocità con cui il rude Leonheart, cuore di pietra, riesce a innamorarsi; perché tu la ami, vero Squall?"

"Seifer, non è affar tuo questo, e stai andando troppo oltre," rispose Squall, alzando di poco la voce.

"So che abbiamo avuto le nostre... ah, divergenze in passato; diavolo, avrei venduto la tua anima per un pugno di guil. Ma credimi, cinque anni sono tanti per riflettere sui propri errori. Eventi, emozioni che si ripetono in continuazione nella tua mente, l'ultima cosa che senti di notte e la prima cosa che senti la mattina all'alba. Ma non te lo devo spiegare questo, vero Leonheart? Adesso vivi anche tu lo stesso dolore e la stessa angoscia che provo io ogni giorno; ti conosco. Siamo uguali, abbiamo solo preso strade diverse per raggiungere la stessa destinazione. Non sei meglio di me, ti nascondi dietro i titoli e la politica. Sento dolore quanto ne senti tu, Squall. Non permettiamo a noi stessi di essere felici; non è nella nostra natura. Sfortunatamente, nella nostra via verso l'autodistruzione, talvolta decidiamo di trascinarci dietro anche degli innocenti. Quistis e Rinoa sono solo conseguenze di questa guerra che combattiamo nella nostra mente; anzi, in verità sono i nostri danni collaterali. La cosa migliore che possiamo fare è quella di non trascinarle completamente a fondo insieme a noi, e in questo abbiamo già sbagliato. Di nuovo, signor Leonheart, ti chiedo la domanda di prima: ami o hai mai amato Quistis?"

Squall non disse niente; Squall non disse niente; Seifer si stava avvicinando troppo a un argomento delicato. Non importa cosa avrebbe detto a voce, il suo rivale conosceva già la risposta che si era materializzata nel cuore di Squall. Così il comandante decise che il silenzio era la sua migliore opzione.

"Squall, perché non rispondi alla domanda di Seifer?" chiese una voce apatica.

Entrambi si girarono subito verso la porta, mentre la figura di Quistis si materializzava attraverso lo stipite rotto.

*~*~*~*~*

Renee sedeva sul suo letto, con le ginocchia al petto. Stava aspettando con ansia un qualunque messaggio da Alex, anche se sapeva che non sarebbe mai arrivato. Ogni contatto sarebbe stato eccessivamente rischioso, specialmente con tutta la polizia che circolava per la casa. Teneva una fotografia di Ally in mano; avrebbe avuto solo ricordi d'ora in poi. Le erano rimasti soltanto ricordi anche in riferimento a molte altre cose.

Richard non era stato meno bastardo quel giorno; aveva cercato di piangere ma il dolore era troppo intenso a causa dei nuovi lividi che aveva alle costole - Richard non era stupido. Alcuni membri del suo staff l'avevano vista lasciare la casa ieri notte, aveva solo fatto due più due. L'unica cosa che non riusciva a capire era perché non l'avesse già denunciata. Non aveva detto niente alla polizia, solo che Alex aveva preso sua figlia. In privato però, era una storia diversa. Aveva infatti rifiutato apertamente di permettere alle autorità di interrogarla.

Si strinse più forte le ginocchia dondolandosi avanti e indietro sul letto. Le vorticavano in testa pensieri sul giorno in cui l'aveva incontrato la prima volta. Era stato così gentile, ma quella facciata era presto sparita. Non era da lei andare a letto con un uomo la prima notte che lo incontrava, ma tempi difficili richiedevano misure difficili. Aveva bisogno di lui, anche se solo per sopravvivere. Non era troppo difficile rimanere incinta dopo una notte, no? Da come si comportava, sapeva già che si sarebbe preso le sue responsabilità - ci avrebbe scommesso. Era stato davvero il giorno più brutto della sua vita, il giorno in cui aveva venduto tutto quello che aveva... inclusa la sua dignità. Ora, due anni dopo, tutto sarebbe finito. La cosa ironica era che non era sicura nemmeno lei se essere contenta oppure triste per quel finale.

Il tempo ora era l'unico fattore che contava; all'improvviso, lo sportello di una macchina sbattuto forte la fece sussultare e scendere dal letto. Avvicinandosi alla finestra ghiacciata, abbassò lo sguardo e confermò la sua peggior paura. SeeD. Il consiglio li aveva invischiati nelle indagini. Trabia non era niente di più che una piccola città industriale, che contava due diverse classi di residenti. Le migliaia di operai dall'uniforme blu che faticavano a morte ogni giorno per i loro soldi, e i pochi che li sfruttavano; suo marito faceva parte della seconda categoria, naturalmente.

Gli affari del resto del mondo quasi non esistevano qui; era stata questa la prima cosa che l'aveva portata in questa landa ghiacciata. La seconda era stata la nave in cui si era imbarcata e nel cui cargo si era nascosta. Ora il mondo li avrebbe raggiunti, o più precisamente, avrebbe raggiunto lei. Sbirciò fuori dalla finestra, solo per notare che il veicolo aveva le insegne del Garden di Trabia.

Era una cosa confortante; almeno non era Balamb.

*****
Note delle traduttrici: capitolo rivisto e betato da DefenderX.
Citazione di apertura: dal Britannicus di Jean Racine.
Abbraccio il mio nemico,
ma soltanto per strangolarlo.
- Alessia Heartilly

   
 
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