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Autore: Tovie95    31/08/2013    2 recensioni
Le strade di Diagon Alley brilicavano di vita nel mattino.
Tutto era un tripudio di luci, odori e rumori caratteristici dei diversi negozi: dagli schiamazzi degli animali del " Serraglio Sregato ", passando per i profumi di " Fragranze&Incanti ", arrivando alle esplosioni di colore delle diverse pozioni de " Il calderone ".
All'entrata di quest'ultimo si stagliava l'imponente figura di Lucius Malfoy impegnato a scegliere quali ingredienti acquistare per le pozioni.
la sua vita potrebbe considerarsi perfetta: le forze della luce stanno soccombendo all'Oscuro Signore, i Mangiamorte come lui hanno posti di rilievo nella società ed agendo nell'ordine preparano la futura gloria dei maghi.
Eppure alla sua vita manca un tassello per essere perfetta, mentre riflette su questo argomento i pensieri volano sempre a Draco: il suo unico figlio che dal momento in cui è nato non ha mai manifestato alcun tipo di emozioni, come se per lui fossero qualcosa di inutile e superfluo.
Il piccolo vive isolato nel suo mondo posto ben oltre l'orizzonte... cosa potrà modificare la sua vita??
Questa storia è stata composta in onore del compleanno della mia onee-chan ( narutina90 ) ed a lei è affettuosamente dedicata
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Lily Evans, Lucius Malfoy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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Emotionless
 



Le strade di Diagon Alley brulicavano di vita nelle prime luci del mattino.
La gente si riversava nella strada uscendo da portoni nascosti chi con entusiasmo al pensiero di una nuova gratificante giornata di lavoro, chi rimpiangendo con rammarico il tepore di un letto tutti tuttavia si concedevano il tempo per ammirare le vetrine allestite come in una giornata di festa.
Tutto era un tripudio di luci, odori e rumori caratteristici di ogni negozio, il quale ritrovava in essi una manifestazione della propria natura, solamente cogliendoli era possibile comprendere il tipo di clientela che solitamente li frequentava.
Gli schiamazzi del “ Serraglio Stregato ” saturavano l’aria, in un concerto di squittii e stridii solitamente davanti al suo ingresso si affollavano gli studenti in partenza per Hogwarts frementi al solo pensiero di poter scegliere il loro primo gufo, oppure gatto o topo.
Quindi la vista dei passanti scivolava lungo la via perdendosi nei profumi di “ Fragranze&Incanti ” fino a giungere alle improvvise esplosioni di colore dalle varie pozioni de “ Il Calderone ”.
All’entrata di quest’ultimo si stagliava l’imponente figura di Lucius Malfoy.
L’algido uomo scrutava con glaciali occhi color del ghiaccio le varie ampolle alla ricerca di quanto gli occorreva per fabbricare pozioni ed intrugli.
Egli era capostipite di una delle più nobili famiglie Purosangue esistenti nel mondo magico, oltre ad una discendenza di soli maghi possedeva anche ricchezza, bellezza, fama e potere.
Il fatto che fosse anche un Mangiamorte non dichiarato non influiva minimamente sulla sua reputazione, se non per aumentare maggiormente la sua sfera di influenza!
Infatti i tempi non erano favorevoli alle forze della luce: Voldemort, chiamato dai suoi seguaci il Signore Oscuro, era il mago malvagio più potente dai tempi del temuto Salazar Serpeverde, egli era nel pieno dei suoi poteri ed i suoi seguaci, i Mangiamorte, avevano una posizione centrale nel dirigere la società.
Le forze delle tenebre avevano potere decisionale quasi su ogni cosa e stringevano nelle mani bramose il destino dell’intero mondo magico.
Tutto faceva presagire a Lucius una perfetta scalata al potere che ben presto lo porterà ad assumere l’incarico di Ministro della Magia, allora nulla potrà negare ai Mangiamorte il dominio sulle sorti di tutto il mondo, poiché dopo aver abbattuto le ultime resistenze da parte dei maghi il passo per il dominio del mondo dei Babbani sarebbe stato immediato e rapido non avendo questi ultimi alcun mezzo per difendersi dai loro incantesimi.
Eppure da ormai più di un anno l’uomo sembrava aver posto in secondo piano i suoi sogni di grandezza: tutto in lui era concentrato su un unico pensiero che occupava le sue giornate rendendo cariche di attesa sia il giorno sia la veglia, eppure il suo più intimo desiderio sembrava non essere destinato a realizzarsi.
Nella sua vita nulla gli era parso irraggiungibile, perché gli era sempre stato sufficiente annullare il libero arbitrio di un avversario oppure corrompere importanti personaggi per ottenere posti di prestigio, eppure nulla di quanto aveva tentato l’aveva reso capace di spianare quest’ultima montagna che adesso minacciava di annientarlo.
Gli occhi si rivolsero per un istante al passeggino posto al suo fianco, una farfalla si era posata così vicina alla piccola mano di infante che pareva quasi averla scelta come luogo di ristoro eppure… gli occhi di suo figlio non mostravano la minima emozione: la presenza del piccolo essere non sembrava destare la sua attenzione, come del resto nulla di quanto lo circondava.
 
La nascita di Draco era stata a lungo attesa e desiderata, lui e sua moglie avevano avvertito da sempre il desiderio di avere un figlio a cui sarebbe stato affidato l’importante compito di difendere l’onore, nonché la purezza di una delle più antiche e nobili famiglie di maghi.
Un figlio avrebbe finalmente completato la loro famiglia, riempiendo un vuoto che avevano sentito crescere sin dai primi tentativi vani, eppure i due non avevano mai disperato: Lucius poteva avvertire la presenza del loro bambino nel caldo ventre della moglie, bisognava solo essere pazienti.
Infine la gravidanza tanto attesa era giunta: l’arrivo del figlio era stato festeggiato con tutti gli onori e tutte le famiglie più nobili si erano recate personalmente a fare gli auguri alla coppia portando doni preziosi.
Lucius aveva avvertito la propria gioia aumentare con lo scorrere dei mesi, così come aveva seguito con grande interesse l’aumentare del ventre di Narcissa, in quel periodo felice aveva persino preso ad eseguire gli ordini del Signore Oscuro con meno costanza da come era preso al pensiero dell’imminente nascita del figlio.
Quando il figlio era, infine, nato immediatamente il padre aveva sentito crescere nel suo cuore il forte desiderio di proteggerlo dalla corruzione del mondo: avrebbe provveduto ad indirizzarlo verso le amicizie migliori e gli studi più ricercati allo scopo di garantirgli un futuro radioso come membro di spicco del ministero.
Eppure qualcosa aveva turbato quel momento di grande letizia, come se una nuvola fosse improvvisamente scesa a velare il sole e non vi fosse nemmeno un alito di vento a sospingerla via: solo un vagito stentoreo aveva accompagnato la nascita del piccolo, mentre molti altri neonati spesso singhiozzavano per lungo tempo senza poter essere fermati.
Nel momento in cui il bimbo era stato posto tra le sue braccia non aveva emesso nessun lamento per il bisogno di latte materno, si era limitato a restare immobile muovendo appena le piccole dita di mani e piedi ad indicare quanto la vita animasse il piccolo corpo, eppure mai nessun essere appena nato gli era perso più fragile.
Quando Narcissa l’aveva allattato il piccolo aveva sorbito il prezioso liquido vitale senza manifestare nessuna gioia, questo aveva preoccupato ulteriormente il padre però era bastato un sorriso dell’amata moglie per rassicurarlo: Draco era solo un bambino un po’ timido, sicuramente avrebbe manifestato i suoi bisogni molto presto ed allora avrebbero rimpianto quelle notti di silenziosa tranquillità.
Il tempo però non aveva portato modifiche nel carattere del bambino: Draco piangeva molto raramente e per questo era difficile per i due genitori capire quando sentisse il bisogno di nutrirsi, nemmeno quando si era sbucciato durante i suoi primi tentativi di stare in piedi aveva emesso una singola lacrima.
Il suo piccolo viso dalla carnagione innaturalmente pallida non aveva mai mostrato l’ombra di un’emozione, mai un sorriso aveva illuminato il suo volto e dato gioia ai suoi genitori, così come mai una risata cristallina era fuoriuscita dalla sua bocca come una cascata di sollievo per i genitori.
Draco non manifestava interesse per i giocattoli che gli erano stati regalati ancora prima della sua nascita, anzi li osservava con sguardo spento brillare dall’interno di un cestino graziosamente decorato senza mai provare ad afferrarne uno limitandosi a guardare oltre di essi fuori dalla finestra, magari osservando un orizzonte agli altri inaccessibile.
Numerosi celebri medimaghi furono interpellati per scoprire il motivo per cui il bambino ancora non avesse manifestato una singola emozione, temendo che l’apatia del figlio fosse stata provocata da una maledizione sferrata da qualche avversario nel momento in cui loro non erano presenti.
La diagnosi dei medimaghi era sempre la medesima: Draco Malfoy era un bambino in salute, quindi nessuna maledizione era stata scagliata per impedirne la crescita, l’unica cosa in cui i genitori potevano confidare era il tempo: sicuramente loro figlio avrebbe riso, solo bisognava accettare i suoi ritmi.
 
Per Lucius la famiglia era quanto di più importante potesse esistere: si sarebbe fatto togliere la vita pur di salvare la sua adorata moglie e suo figlio, non ci sarebbe stata una cifra che non avrebbe speso per assicurare loro la guarigione dalla malattia.
In quel momento avrebbe volentieri venduto l’anima al Diavolo, anche se forse in parte l’aveva già fatto, pur di poter finalmente leggere un’emozione sul viso di suo figlio: vedere i suoi occhi illuminarsi per la gioia di una scoperta o per il dolore di una ferita sarebbe stato per lui il massimo regalo.
Osservò Draco con una strana dolcezza negli occhi: era raro persino per lui manifestare clemenza o letizia, sempre il suo sguardo si manteneva altero e sdegnoso quando si trovava immerso tra i maghi di rango inferiore. Era straordinario il cambiamento che avveniva in lui nel momento in cui varcava le mura domestiche: allora smetteva la veste di Mangiamorte ed assumeva quella di Lucius Malfoy marito e padre amorevole, sapeva che se il Signore oscuro l’avesse visto in quella situazione avrebbe riso di lui, ma in quel momento poco importava.
Gli sgargianti colori delle ali della farfalla rilucevano negli occhi chiari del bambino che seguiva il lento alzarsi ed abbassarsi di quelle variopinte ali. Eppure era come se il suo sguardo fosse fisso altrove ben oltre il muro di mattoni e cemento che aveva di fronte, come se ormai vivesse in una realtà tutta sua e nulla i genitori potessero fare per sottrarvelo.
Un soffio di vento improvviso sospinse via il variopinto insetto, ma la sua dipartita non fu accompagnata che da un battito di ciglia nel fanciullo, così Lucius vide svanire l’ennesima speranza di assistere al primo sorriso del figlio.
Intanto maghi in eleganti mantelli li superavano, alcuni si fermavano a stringere la mano all’uomo oppure a complimentarsi per la maestosità dell’aspetto del figlio, quindi fluivano come un fiume ininterrotto senza che l’adulto si sforzasse di ricordare le loro facce.
Il negoziante aveva finalmente finito di impacchettare tutti gli ingredienti richiesti da Lucius, il quale si vide costretto ad allontanare per un attimo lo sguardo protettivo dal figlio, pagò il venditore contando le monete una ad una avvertendo però un vago senso di inquietudine aumentare nel petto a mano a mano che i secondi passavano.
Era come se una voce sussurrasse al suo orecchio un forte segnale d’allarme, tuttavia lui non poteva concedersi di ascoltarlo poiché in quel momento tutta la sua attenzione era rivolta al negoziante.
Lucius depose in fretta gli ingredienti in una busta, quindi abbassò gli occhi per scorgere la bionda chioma del figlio, il suo cuore perse un battito nel constatare come il passeggino fosse un guscio vuoto, ormai del tutto simile agli occhi di Draco.
Solamente l’onore derivato dal lignaggio impedì all’uomo di gridare attirando l’attenzione della gente, però l’inquietudine nel suo cuore permaneva aumentando di minuto in minuto nel constatare come il piccolo non si fosse allontanato di sua spontanea volontà.
Se solamente Draco avesse pianto per richiamare l’attenzione, allora Lucius avrebbe estratto la bacchetta ed ucciso chiunque avesse minacciato il figlio, eppure la straordinaria apatia del piccolo gli aveva impedito di spaventarsi riconoscendo un pericolo.
I nemici dei Malfoy erano numerosi, soprattutto famiglie cadute in disgrazia dopo che l’uomo ne aveva denunciati i più orridi segreti, spesso menzogne, ma che erano valse a privare gli uomini della libertà e le famiglie dell’onore.
Inoltre c’erano persone a conoscenza dei suoi segreti più oscuri, di come anche lui fosse schierato dalla parte di Voldemort e, nonostante i maghi da lui uccisi fossero un numero esiguo, l’uomo non aveva dubbi nel ritenere come ci fossero molti parenti di maghi uccisi da Mangiamorte in cerca di vendetta.
Solamente Lucius aveva sperato che questi maghi conservassero un minimo d’onore… evidentemente non doveva essere così oppure non avrebbero rapito un bambino innocente per attirarlo in una trappola!
Lasciò le cose che aveva con sé al negoziante, con numerose minacce di ripercussioni nel caso qualcosa fosse mancato al suo ritorno, quindi impugnò saldamente la bacchetta e si immerse nella folla alla ricerca del figlio, non aveva quasi dubbi sul posto dove dirigersi: Nokurne Alley era il luogo perfetto per malfattori di simile risma, avrebbe cominciato da lì!
 
La giornata era così soleggiata e piacevolmente tipica da essere ideale per passeggiare con il proprio figlio neonato, così avevano lasciato la loro casa a Godric’s Hollow di buon mattino diretti a Londra.
Con l’uso della metropolvere il viaggio si era rivelato estremamente breve, Harry aveva riso mentre le fiamme inghiottivano lui e sua madre Lily; ripensandoci James si chiedeva come potevano aver temuto che il piccolo fosse spaventato alla vista delle danzanti fiamme smeraldine.
Harry si rivelava simile a lui ogni giorni che passava, non solo nell’aspetto fisico, ma soprattutto nel carattere: il giorno prima aveva quasi provato ad alzarsi, ma l’unico risultato ottenuto era stato un ruzzolone sul cuscino.
Il piccolo aveva manifestato anche un’innata passione per il Quidditch, il gioco più praticato e seguito di tutto il mondo magico, infatti aveva apprezzato particolarmente la piccola scopa giocattolo regalatagli da Sirius Black, il migliore amico di James, il suo primo Natale.
Le ruote del passeggino scivolavano senza produrre rumore sull’asfalto livellato della strada, a spingerlo era Lily i capelli rossi inondati dalla luce del mattino ed un sorriso stampato sul viso: nulla rendeva la donna più lieta di poter trascorrere del tempo in compagnia di suo marito e suo figlio.
James era alle loro spalle e chiacchierava tranquillamente con Sirius, dai frammenti di conversazione che la donna riusciva a cogliere poteva comprendere di cosa stessero ancora discutendo: di come la forma fisica della squadra inglese fosse perfetta e di come ci fossero ottime possibilità di conquistare il titolo mondiale.
Lily non poteva considerarsi come un’accanita sostenitrice di Quidditch, però le faceva piacere sentire la voce tranquilla di James mentre ne parlava con Sirius, tutto questo le dava una parvenza di normalità che temeva di non poter possedere a lungo: l’Ordine era in subbuglio a causa dei sempre più frequenti attentati dei Mangiamorte ai suoi membri, Silente aveva ordinato la massima segretezza ed attenzione perché era impossibile prevedere chi di loro sarebbe stato il prossimo bersaglio di Colui-che-non-deve-essere-nominato o dei suoi.
Una farfalla variopinta attraversò l’aria sopra le loro teste, immediatamente Harry alzò le manine e fece per afferrare le sue colorate ali senza avere successo, nel momento in cui il colorato insetto disparve sul volto del piccolo si era dipinta un’espressione delusa.
La madre sorrise accarezzandogli i capelli mentre con decisione superavano numerosi negozi di Diagon Alley senza fermarsi ad osservarne le vetrine illuminate.
Harry osservava con interesse il mondo che passava vicino a lui, una volta aveva persino cercato di afferrare un fiore coloratissimo, fortunatamente la mano della donna era intervenuta prima che il piccolo potesse raggiungere il suo gambo.
Lo sguardo che il figlio le aveva rivolto aveva un’espressione tra il colpevole ed il furbesco, i suoi occhi riflettevano le stesse emozioni ogniqualvolta avveniva qualcosa di imprevisto in casa: come il giorno in cui svegliandosi avevano trovato la camera piena di foglie ingiallite come se fossero in pieno autunno, oppure di quella volta in cui un’intera famiglia di gatti randagi era venuta a stabilirsi nel loro sottoscala senza che si potesse fare nulla per cacciarli, oppure il giorno in cui la culla di Harry era piena di bolle di sapone senza che il bimbo fosse bagnato.
Suo figlio doveva essere certamente un bimbo molto precoce dati i suoi innumerevoli tentativi per alzarsi in piedi oppure per riuscire a sollevare la scopa al di sopra dei venti centimetri da terra, tutti questi suoi esperimenti venivano frequentemente fermati dall’intervento suo e di James, eppure chissà quante altre marachelle aveva combinato il piccolo Harry senza che loro ne fossero a conoscenza??
Lily doveva sbrigare delle commissioni urgenti così decise di affidare il figlio alle cure del padre dopo innumerevoli raccomandazioni sulla necessità di prestargli sempre attenzione e di evitare di introdursi in luoghi troppo affollati.
Prima di allontanarsi si chinò e posò un lieve bacio sulla fronte del figlio, gli carezzò i capelli con dolcezza come se le costasse dolore il solo pensiero di doversi assentare, come se la mancanza della sua figura potesse nuocere terribilmente al figlio.
Salutò James con un bacio dolce e quindi si allontanò per il viale scomparendo velocemente tra la folla di maghi in movimento, gli occhi del padre rimasero fissi sulla capigliatura cremisi della moglie finché questa non fu scomparsa dalla sua vista, quindi prese a spingere il passeggino con attenzione per evitare al piccolo i sobbalzi.
Senza comunicarsi le proprie intenzioni i passi dei due amici li condussero davanti al negozio di articoli per il Quidditch, James posizionò con cura il passeggino per fare in modo che suo figlio avesse una visione completa delle scope esposte in vetrina, quindi lui e Sirius cominciarono a valutare i manici uno ad uno, come grandi intenditori.
I manici delle scope brillavano come diamanti sotto il sole, questo colore lucido era dovuto alla resina usata per mantenerle al massimo delle prestazioni, nemmeno il ramo più sottile sfuggiva dalla loro coda come se ogni mattina fosse fatta un’accurata manutenzione sui pezzi esposti.
James e Sirius stavano scherzando sul momento in cui Lily avrebbe permesso ad Harry di alzarsi con la sua scopa al di sopra di venti centimetri, “ l’altezza di sicurezza ” secondo l’opinione della donna, il padre sognava la prima volta in cui avrebbe preso suo figlio ponendolo davanti a sé sul suo manico di scopa ed insieme sarebbero volati fin oltre le nuvole, sicuramente il piccolo ne sarebbe stato contento.
Il padre sognava da sempre i momenti speciali che avrebbe condiviso solo con Harry ed il primo volo del piccolo era un diritto spettante solamente a lui ed a cui avrebbe difficilmente rinunciato!
La porta del negozio era aperta, una fila ininterrotta di giovani vi entrava e fuoriusciva al punto tale che il piccolo Harry si domandò quanto fosse enorme il negozio all’interno per contenere tutte quelle persone, il suo sguardo era incollato al piccolo campanello posto sopra la porta che oscillava lento seguendo il moto dei soffi di vento deliziando le orecchie del bimbo col suo dolce trillo.
Improvvisamente fu un oggetto stranamente luminoso ad sottrarre gli occhi di Harry dal campanellino: una pallina dorata, della stessa forma del campanello, stava volando al di fuori del negozio passando sopra i capelli dei giovani senza che essi se ne accorgessero.
La piccola palla aveva due ali come di libellula che battevano freneticamente per tenerla sollevata al di sopra delle teste di tutti, gli occhi di Harry erano saturi del brillio dorato del Boccino, però la pallina, oggetto della sua attenzione, si stava velocemente allontanando in direzione di un vicolo scuro, il bambino voleva indicarla al padre così che la prendesse per lui.
La manina del moro si strinse attorno alla giacca di pelle indossata dal padre e la tirò con insistenza, James però non si accorse del tentativo del figlio per richiamare l’attenzione troppo preso com’era ad osservare il modello di una piccola Firebolt giocattolo che pareva essere fatta apposta per suo figlio, lui e Sirius stavano appunto valutando la possibilità di acquistare un manico di scopa che si elevasse a cinquanta centimetri dal suolo.
Harry voleva ripetere il tentativo perché sicuramente prima o poi suo padre l’avrebbe notato, però la pallina dorata si stava ormai allontanando nel vicolo buio, se avessero atteso ancora qualche secondo sarebbe sparita completamente dalla loro vista!
Così il bambino rinunciò a tirare la giacca del padre e puntò il suo sguardo sulla cintura che lo teneva legato al passeggino, gli bastò il pensiero di aprirla per riuscire a disgiungere le due estremità senza fare alcun rumore.
Sempre nel silenzio il piccolo scivolò fuori dal passeggino finendo sul duro asfalto di Diagon Alley, in un primo momento il contatto con il ruvido materiale scuro sfregò la tenera pelle delle mani di Harry producendo una sensazione di fastidio, quando vide la pallina svoltare nel vicolo il bambino si dimenticò del dolore e prese a gattonare seguendola.
Il piccolo bimbo passava tra le gambe della gente senza essere notato da nessuno, il suo sguardo sorridente era fisso sul luccichio dorato del Boccino senza prestare attenzione ad altro, le piccole ali della pallina battevano sopra la sua testa ed Harry rideva silenziosamente mentre la seguiva senza perderla d’occhio.
In questo modo non si accorse del brusco passaggio dalla luce del sole alla penombra quando imboccò il vicolo più malfamato di tutta Londra: Nocturne Alley, strada in cui avevano sede i negozi di articoli di magia nera, solitamente solo i maghi oscuri la frequentavano per tutti gli altri era sconsigliabile passeggiarvi ed era ancora più pericolosa per un bambino di pochi mesi.
Harry però era troppo impegnato a seguire il suo sole per accorgersi di altro, così non si rese conto nemmeno di essersi avvicinato ad un cospicuo gruppo di uomini i quali stavano facendo un cerchio attorno a qualcosa di molto prezioso a giudicare dal modo in cui si scrutavano attorno.
Il piccolo sentì l’impulso di evitarli, però il Boccino stava calando proprio al centro del gruppo superando le teste dei maghi senza che essi se ne accorgessero… ridendo di felicità anche Harry lo seguì passando in mezzo ad una lunga serie di gambe senza essere scorto da alcuno.  
 
Gli occhi cristallini del bambino erano fissi sulla sudicia facciata dell’edificio di fronte a lui, era incredibile come con lo sguardo riuscisse a scorgere oltre la fitta schiera di energumeni che lo circondavano, eppure lui riusciva a vedere quanto squallore lo circondasse, non era certo abituato a posti di tale risma.
Quando due mani rozze e ben poco delicate l’avevano sollevato lui aveva compreso immediatamente del guaio in cui era capitato, eppure non era riuscito ed emettere nemmeno un grido di protesta con cui attirare l’attenzione del suo papà, se solo l’avesse fatto sicuramente non si troverebbe in quella situazione.
Il suo papà avrebbe certamente fatto a brandelli quella feccia, non avrebbe lasciato al rapitore nemmeno gli occhi per piangere se solo lui si fosse deciso a strillare in cerca di soccorso, invece aveva taciuto e non certo per paura, si era semplicemente limitato ad osservare la schiena del papà allontanarsi sempre di più senza che lui si accorgesse della sua assenza.
Dalle braccia nerborute dell’uomo aveva osservato scie di negozi susseguirsi senza che riuscisse a distinguere nulla delle loro insegne sgargianti, quando avevano bruscamente virato introducendosi in un sudicio vicolo Draco aveva sentito come quello non fosse un posto per infanti, eppure nemmeno allora aveva protestato.
L’uomo si era introdotto nella via senza fretta, adesso le insegne dei negozi non erano più colorate e divertenti come quelle dell’altra via, anzi erano tutte tremendamente scure e tetre, così come erano oscuri gli oggetti che si scorgevano oltre le vetrine coperte da polvere e fuliggine.
Il rapitore si era ben presto riunito ai suoi collaboratori ed adesso un gruppo compatto circondava il piccolo, da subito gli parvero troppi perché il suo papà potesse affrontarli da solo…
Lo deposero sul lastricato sudicio e lo squadrarono come indecisi se legarlo oppure meno, alla fine scelsero di lasciarlo libero di muoversi consapevoli di come il piccolino da solo non sarebbe certo potuto fuggire! Quindi si erano asserragliati attorno a lui, come se si fosse trattato di un principe da difendere e non di un ostaggio da nascondere ad occhi indiscreti.
Draco si era limitato a rimanere perfettamente immobile con gli occhi fissi sulla sudicia vetrina di un altrettanto sporco negozio, domandandosi chetamente se per caso il suo papà si fosse ormai accorto della sua assenza e lo stesse cercando.
Improvvisamente un raggio di luce rossa passò al di sopra delle teste degli uomini, i quali si voltarono simultaneamente all’ingresso della via, Draco non riusciva a scorgere ciò che i rapitori vedevano poiché la sua vista era impedita dalla mole degli energumeni.
Nella confusione nessuno si accorse di un Boccino volteggiante nell’aria malsana, le piccole alucce producevano un rumore come di campanelle, doveva trattarsi di una trovata pubblicitaria da regalare ai figli degli appassionati di Quidditch.
La piccola pallina dorata scese dolcemente compiendo una traiettoria parabolica che l’avrebbe portata esattamente al centro del cerchio degli uomini, tuttavia l’attenzione di Draco era completamente rivolta alla voce che riecheggiava irata nel vicolo.
« Liberate subito mio figlio! » in quel tono il piccolo riconobbe la voce di suo padre, allora l’aveva veramente cercato ed ora che l’aveva trovato nulla avrebbe risparmiato agli uomini la punizione che si meritavano.
Un altro raggio di luce, questa volta di un intenso color verde smeraldo, passò poco distante dalla spalla di uno degli aggressori, anche questi avevano estratto le loro bacchette e le brandivano in direzione dell’uomo.
Draco aveva osservato numerose volte le bacchette dei suoi genitori emettere volute di fumo colorato per divertirlo, allora non si era nemmeno vagamente interessato alle nuvole di fumo dalle forme più svariate ad affascinarlo erano sempre stati i bastoncini di legno affusolato impugnati dai suoi genitori.
Era dalla punta di questi che fuoriuscivano bolle di sapone, stelle filanti e coriandoli dopo che i suoi genitori avevano pronunciato delle strane parole, lui si era da sempre domandato come potessero delle parole provocare lo spuntare dei fiori, qualcosa nella magia lo affascinava ancora prima che potesse scoprirlo.
Anche dalle bacchette degli uomini partirono strisce di luce verde, però queste non comunicavano a Draco una sensazione positiva, aveva come l’impressione che fossero nocive.
Suo padre eresse una barriera tutta attorno a lui, ma ciò nonostante la forza degli incantesimi nemici lo fece indietreggiare e minacciò di colpirlo con durezza non appena l’uomo si fosse distratto.
« Perché non ve la prendete con qualcuno della vostra stazza? Codardi! » esclamò l’uomo, però nel viso era visibile la concentrazione necessaria per resistere ai ripetuti assalti degli avversari, Draco voleva dire al suo papà di non commettere sciocchezze, ma la sua voce si rifiutava di farsi sentire.
Gli uomini coprirono il vicolo e per Draco fu impossibile scorgere la figura del padre.
Una pallina dorata scese nel suo campo visivo, lo sguardo di Draco allora si indirizzò ad essa, al suo dolce luccicare così come alla melodia che da essa si emanava, come una ninna nanna ebbe il potere di calmarlo e di distogliere la sua attenzione dallo scontro alle sue spalle.
Doveva aver già visto un oggetto simile in precedenza, forse ne aveva uno simile tra i suoi innumerevoli giocattoli solo che quello oltre a brillare ed emettere una melodia immetteva nell’aria della stanza anche coloratissime bolle di sapone e sbuffi di fumo soffici come nuvole, nemmeno a questo gioco lui aveva mai prestato molta attenzione.
Il Boccino dorato si muoveva a scatti davanti al suo volto, con gli occhi ne seguiva il lento movimento chiedendosi perché una simile pallina si trovasse in quel luogo, perché sicuramente quel vicolo sudicio non era il posto adatto per un giocattolo per bambini.
I riflessi dorati delle ali della pallina catturarono la sua attenzione al punto tale che il bambino non riuscì a distoglierne lo sguardo.
Improvvisamente la pallina richiuse le sue alucce e si fermò a mezz’aria, allora Draco avvertì le sue labbra socchiudersi per la sorpresa, come era possibile che quella pallina si fosse fermata?
La sua espressione manifestò una sorpresa ancora maggiore nel momento in cui un bambino comparve davanti a lui, aveva il piccolo braccio teso e nella mano la pallina dorata.
Com’era arrivato fino a lì dato che i bambini non nascono certo dalla terra??
Il bambino lo dovette trovare molto buffo poiché dischiuse le labbra in una risata cristallina.
Draco rimase forse più sorpreso dell’improvvisa ilarità del bimbo di quanto ne era stato nel vederselo comparire davanti, il piccolo rideva a crepacuore senza riuscire a smettere, quasi cadde al suolo per le troppe risate.
Senza preavviso anche gli angoli della bocca di Draco si alzarono e, prima che questi se ne rendesse conto, anche dalle sue labbra stava scaturendo una risata cristallina come l’acqua sorgiva poiché ancora incontaminata dal male del mondo.
La sua prima risata era sorta in un sudicio vicolo in una situazione tutt’altro che buffa, però non riusciva a smettere, non poteva fermarsi come se tutte le emozioni trattenute nel suo piccolo corpo per tutto quel tempo avessero finalmente trovato una valvola di sfogo e si fossero riversate all’esterno.
 
Gli occhi di Harry non avevano perso di vista la pallina dorata se non per il tempo necessario a passare tra le gambe degli uomini, passaggio facilitato dal fatto che improvvisamente tutti si erano voltati in un’unica direzione mentre due fasci di luce avevano attraversato il cielo.
Il primo lampo di luce era stato rosso ed aveva illuminato l’aria come un fuoco artificiale, gli stessi che Sirius aveva fatto esplodere nel loro giardino per capodanno però questo non aveva brillato di mille colori assumendo la forma di una farfalla, anzi era andato a rimbalzare contro un insegna mandandola in frantumi, nemmeno il raggio di luce verde era brillato come un fuoco d’artificio, evidentemente dovevano essere difettosi.
Il bambino aveva rischiato di inciampare nel superare le gambe dell’ultimo uomo, tuttavia aveva resistito e si era trovato in un piccolo frammento di strada sudicia con davanti al volto un altro bambino in tutto simile a lui tranne per i capelli e la pelle candidi.
Un sorriso di gioia si era dipinto sul volto di Harry nello scorgere l’abbassamento improvviso del Boccino, adesso fluttuava mollemente davanti al viso dell’altro bambino ed era nella posizione ottimale per poter essere afferrato, il moro si avvicinò gattonando sul selciato sconnesso e sporcandosi i nuovi pantaloncini, la mamma si sarebbe sicuramente arrabbiata… ma in quel momento contava solo la cattura della pallina.
Adesso la melodia si era fatta ancora più dolce e lieve, per stroncare qualsiasi resistenza da parte del fanciullo, eppure gli occhi dell’altro bambino pur avendo la pallina davanti al naso sembravano non vederla, infatti ne seguivano i movimenti con lentezza e senza manifestare il minimo interesse.
Harry si trascinò fino davanti al volto dell’altro bimbo e si sedette per terra allungando la manina ed afferrando il Boccino che subito ritrasse le alucce e smise di emettere la dolce melodia.
Un’espressione di stupore apparve sul viso del bambino con i capelli chiari, aveva la bocca leggermente aperta e si guardava attorno senza capacitarsi di come tutto fosse potuto succedere.
Il modo di reagire dell’altro davanti alla pallina catturata sorprese di molto Harry, il quale aveva sempre visto quell’espressione sul volto dei genitori dopo che lui aveva fatto comparire delle bolle di sapone, oppure nuvole di panna e sempre ne rideva, così come in quel momento una risata uscì dalla sua gola e sembrò illuminare il vicolo.
L’altro bambino parve ancora più sorpreso nel vederlo ridere, il suono della sua risata sembrava quasi stordirlo, però ben presto anche la sua bocca si piegò in un sorriso stentato che ben presto si dischiuse liberando una risata dolce sebbene ancora accennata, come se mai prima di allora il bimbo avesse avuto la possibilità di ridere.
I loro occhi incredibilmente chiari si riflettevano gli uni negli altri, eppure brillavano di colori molto diversi: quelli del biondo erano azzurri come il cielo d’estate privo di nuvole, mentre quelli di Harry erano verde chiaro come gli steli d’erba imperlati dalle gocce di rugiada.
Quando smisero di ridere fu come se tutto il gelo del mondo tornasse a riempire il vicolo buio eppure i due bambini ne erano immuni esistevano incantesimi per accendere piccoli fuochi azzurri che ardevano senza consumare combustibile scaldando piacevolmente il corpo, eppure nessuna fiamma cerulea brillava tra i due neonati.
Harry batté le mani con gioia trovandosi impedito nel movimento dal volume del Boccino solamente allora si ricordò di averla ancora stretta nel pugno, allungò la mano in direzione dell’altro bambino ed la piccola pallina dorata riprese a volare sbattendo le ali.
Adesso lo sguardo di Draco era fisso sugli spostamenti della pallina, mosse il braccio poco prima che questa si sollevasse fuori dalla sua portata e la strinse con dolcezza nel palmo della mano, le piccole ali trasparenti brillarono ancora per pochi secondi, così come la melodia.
Le ultime note dolci si spensero in concomitanza con la manifestazione del sorriso di Draco, ridendo il piccolo aprì nuovamente la mano e la pallina volò tra loro due priva di peso e libera finché la manina di Harry non la catturò nuovamente ponendo fine alla sua musica.
 
I suoi passi si erano diretti senza indugio in direzione di Nocturne Alley: l’unico luogo in cui si poteva attuare una vendetta nel silenzio, senza l’intervento di testimoni indiscreti a modificare l’esito del confronto o a mettere in pericolo la vita di suo figlio.
Lucius non poteva conoscere le intenzioni dei rapitori, era possibile che arrivassero ad uccidere suo figlio nel caso in cui si fosse presentato accompagnato da altri maghi, per questo doveva andare da solo anche se la paura per la propria vita cominciava a fargli tremare le gambe non poteva permettersi tentennamenti: la vita di suo figlio aveva la precedenza su tutto!
L’algido uomo era molto legato alla sua esistenza: aveva sempre selezionato con cura gli incarichi evitandoli o delegandoli ad altri nel caso gli fosse stato possibile rifiutarli, in questo caso usava affidarli ad altri maghi dietro la minaccia di torture e vendette.
La famiglia però era un valore a cui non avrebbe mai rinunciato, non si sarebbe sottratto ai suoi compiti di padre e sarebbe morto per Draco se fosse stato necessario.
Il vicolo di Nocturne Alley lo inghiottì come un orrendo mostro, tutto in quella strada stretta era diversa dall’esterno persino la luce evitava quel recondito luogo come la peste, pareva quasi che su di esso gravasse un qualche terribile incanto in grado di allontanare la luce, il profumo dei fiori e il canto degli uccelli.
La strada era insudiciata da qualsiasi tipo di ciarpame, molti di origine umana constatò torcendo il naso.
La sua vista ben presto aveva incontrato un gruppo cospicuo di uomini, sei in tutto, asserragliati a cerchio come a voler proteggere un materiare prezioso, o un ostaggio… senza esitare scagliò uno Schiantesimo mirando alla testa del primo uomo.
Però nessuno avrebbe impedito ai maghi di uccidere Draco nello sgradevole caso in cui avesse nociuto al loro capo, così all’ultimo momento modificò l’angolatura del colpo e spedì il fascio di luce rossa in modo che cadesse al di sopra delle teste degli uomini.
Se solo non avessero rapito suo figlio… se al posto di Draco ci fosse stato un altro Mangiamorte sicuramente non avrebbe esitato a schiantare qualsiasi avversario, il timore che gli altri compagni dell’ucciso potessero scagliare l’Anatema che uccide sul seguace di Voldemort non l’avrebbe preoccupato più di troppo, ma si trattava di Draco!!
Rammentava ancora la prima volta in cui l’aveva visto, quando il medimago l’aveva posto tra le sue braccia tremanti e lui aveva osservato il volto angelico del piccolo come se si trattasse di un piccolo miracolo, l’aveva cullato con le braccia osservando i suoi radi capelli chiari, l’aveva da subito amato!
Intanto i rapitori si erano accorti della sua presenza voltandosi simultaneamente nella sua direzione, sei bacchette si diressero contro di lui, il suo cuore ebbe un tremito, ma l’uomo non tentennò molto e quando parlò la sua voce non mostrava il timore che l’animava « Liberate subito mio figlio! ».
A questa minaccia fece seguire l’Avada Kedavra, la scia smeraldina dell’incantesimo saettò nel vicolo ad aumentare la credibilità della minaccia, in quel momento nemmeno il timore di essere scoperto nell’atto di attuare una Maledizione senza Perdono lo spaventava.
Per chiunque praticasse questi incantesimi oscuri era prevista la reclusione ad Azkabam senza fare distinzione tra i giovani che li praticavano come prova di coraggio e coloro i quali le utilizzavano perché la situazione lo richiedeva, i Mangiamorte facevano un largo uso delle Maledizioni senza Perdono senza preoccuparsi delle conseguenze, ma in quel momento Lucius non indossava il mantello da schiavo di Voldemort: era esposto come un neonato.
I rapitori non esitarono ulteriormente scagliando fasci di luce smeraldina a loro volta, per difendersi Lucius fu costretto ad evitare l’incantesimo Protego: la barriera magica resistette solo grazie alla determinazione dell’uomo, però il biondo avvertì i piedi scivolare sul terreno la forza degli incanti minacciava di sopraffarlo.
L’uomo mise tutte le sue forze nell’incanto di protezione, sperava fossero sufficienti a mantenerlo vivo, quando gli avversari interruppero l’emissione di fasci luminosi Lucius non mostrò la sua inquietudine e mantenne un tono di voce forte mentre urlava « Perché non ve la prendete con qualcuno della vostra stazza? Codardi! »
Poteva avvertire la concentrazione e la forza necessarie per resistere all’Anatema che Uccide scemare velocemente, se non fosse riuscito a sconfiggere velocemente gli uomini difficilmente sarebbe riuscito a liberare il figlio; non poteva limitarsi a difendersi, doveva attaccare se voleva avere una possibilità di raggiungere Draco.
Allora Lucius dimenticò il suo timore per la propria vita, strinse le dita attorno alla bacchetta e si gettò in avanti scagliando un incantesimo di disarmo: questo gli avrebbe concesso il tempo sufficiente a riorganizzare sia le sue energie, sia le sue forze sebbene le sentisse sempre minime.
Le bacchette degli avversari caddero a terra con un suono ridondante, la sua eco rincuorò l’uomo che scagliò uno schiantesimo colpendo in pieno il primo degli avversari che si accartocciò al suolo immobile.
Nel frattempo gli assalitori si erano chinati per recuperare le loro bacchette e stavano scagliando i loro incantesimi per rispondere all’assalto del biondo, ancora fasci di luce verde saettarono nell’aria così Lucius fu costretto nuovamente ad evocare l’incantesimo scudo per non essere colpito.
Non poteva più permettersi di ricorrere all’Incantesimo di Disarmo perché sicuramente gli avversari si aspettavano questa sua reazione, dunque non si sarebbero più lasciati sorprendere… cosa doveva tentare?
I rapitori intanto non si erano lasciati intenerire dall’evidente stato confusionale in cui si trovava Lucius, avevano alzate nuovamente le bacchette pronti a colpire e già i primi fasci di luce smeraldina saettavano nell’aria come grotteschi serpenti.
L’uomo si scansò scagliando uno schiantesimo: un fascio color rubino saettò nell’aria, giunto a metà strada un secondo vi si aggiunse andando a colpire due nemici simultaneamente, i corpi dei due avversari caddero al suolo con un tonfo.
Sei paia di occhi stralunati si inchiodarono sul fondo della via desiderosi di scoprire l’identità di colui che aveva osato intromettersi.
In contro luce, come una fiamma di speranza, dei capelli rosso cremisi scintillavano come animati da una forza invisibile, come se Dio avesse inviato un angelo in aiuto all’uomo messo alle strette da ben cinque nemici.
I capelli ondulavano nel vento sospinti dalla leggera brezza estiva, una bacchetta veniva tenuta con destrezza nella mano destra, due occhi smeraldini osservavano la scena immobili e senza mostrare la minima traccia di paura.
La donna avanzò raggiungendo in poco tempo Lucius, il quale la riconobbe immediatamente senza bisogno di sentire la sua voce: quale ragione poteva aver spinto Lily Potter fino in quel vicolo buio?
 
Quando era tornata da James e Sirius li aveva trovati in preda all’agitazione: si erano appena resi conto di come il passeggino fosse vuoto e stavano cercando Harry il più accuratamente e velocemente possibile volendo ritrovarlo prima del ritorno della donna.
Lily si era risparmiata una scenata sulla pubblica strada: una volta ritrovato suo figlio avrebbe avuto tutto il tempo necessario per redarguire entrambi gli uomini con elaborati discorsi sulla responsabilità, ma non era quello il momento poiché dovevano assolutamente ritrovare il piccolo.
Era soprattutto la vicinanza con Nocturne Alley ad impensierirla: se suo figlio si fosse introdotto nel vicolo spinto dalla curiosità c’era il serio rischio di non ritrovarlo più e lei non sapeva come sarebbe potuta sopravvivere alla perdita del suo amatissimo Harry.
Si erano da subito messi a cercarlo setacciando Diagon Alley in tre diverse direzioni, Lily stava giusto dirigendosi in una via laterale quando un fascio di luce verde saettò al di sopra della folla di maghi, i suoi componenti erano troppo impegnati nelle loro occupazioni per potersi accorgere del pericolo incombente.
Una qualsiasi altra giovane donna, madre di un bambino si sarebbe limitata ad alzare le spalle e si sarebbe allontanata il più in fretta possibile tenendo maggiormente alla propria vita che non a quella della persona minacciata dall’Avada Kedavra, ma non Lily: lei aveva in sé tutto il coraggio di un Grifondoro e mai avrebbe potuto abbandonare una persona in difficoltà!
Estrasse la bacchetta dalle pieghe dello sgargiante vestito color smeraldo, regalatole da James il giorno della nascita di Harry, e si diresse con decisione all’ingresso di Nocturne Alley.
Il tempo di scorgere un gruppo composto di uomini e la chioma bionda di Lucius per comprendere la situazione: l’uomo doveva avere fatto un torto ad una delle famiglie degli uomini che adesso stavano cercando vendetta per le sue malefatte.
Lei aveva conosciuto Lucius Malfoy a scuola e doveva dire che il viscido uomo non rientrava nella cerchia delle sue amicizie, anzi a dire il vero non aveva mai potuto sopportarlo per la cattiva influenza esercitata su Severus… da quando l’aveva incontrato il suo amico di infanzia non era più stato lo stesso.
Lily era convinta che la fine della sua amicizia con Severus fosse stata programmata da Lucius perché lei era una Mezzosangue e mai l’uomo avrebbe potuto accettare che un suo amico stringesse legami con simile feccia.
Nonostante tutto il male fattole dal biondo la donna non poteva nemmeno pensare di abbandonarlo in una simile situazione; strinse la bacchetta con maggiore determinazione e scagliò uno schiantesimo.
La scia del suo incantesimo saettò parallela a quella di Lucius ed andò a colpire un avversario, la donna non poté che sentirsi rasserenata dal fatto di avere colpito nel segno, si sarebbe limitata a mettere fuori combattimento anche gli altri tre assalitori quindi si sarebbe dedicata alla ricerca di suo figlio col cuore rasserenato dalla consapevolezza di non aver abbandonato un uomo a sé stesso.
La giovane madre avanzò decisa, la luce del sole alle sue spalle la scaldava con dolcezza facendo aumentare il coraggio nel suo cuore, adesso sapeva che non avrebbe fallito!
Raggiunse Lucius con la bacchetta tesa davanti a sé pronta a scagliare nuovi incantesimi, nello sguardo rivoltole dall’uomo non c’erano il disprezzo e la superiorità aspettate, nei suoi occhi azzurri riuscì solo a scorgere stupore e paura… per cosa doveva preoccuparsi?
In quel momento la risata di un infante scosse l’aria e fu come se la luce si fosse infine introdotta in quello squallido vicolo, tuttavia questa manifestazione di gioia ebbe un effetto negativo su Lily: la donna avrebbe riconosciuto la voce del suo piccolo tra mille, era sicura di come quelle risa appartenessero al suo Harry.
Cosa aveva spinto Harry in quel sudicio vicolo?
Dopo poco tempo una seconda risata, ancora timida e stentata si unì a quella di suo figlio ad udirla lo sguardo di Lucius parve come illuminarsi di gioia, quindi l’uomo era finito in quel vicolo per proteggere il giovanissimo Draco Malfoy?
Allora anche i Mangiamorte avevano un cuore! Non che prima la donna non ci avesse creduto, ma l’ultimo fatto aveva dato conferma alla sua tesi.
Adesso era la determinazione a muovere i loro gesti: gli incantesimi saettarono e colpirono con precisione gli avversari che capitolarono con un tonfo sordo.
Lucius si scagliò in avanti ancora prima di averli visti abbattuti al suolo, superò i corpi immobili e prese tra le braccia un bambino, una pallina dorata brillò nella scarsa luce ed una dolce melodia si diffuse nell’aria.
Allora anche la donna si mosse e raccolse dal suolo il suo Harry, in una normale situazione l’avrebbe sgridato per il fatto di essersi allontanati, però dallo sguardo rivolto dal piccolo all’altro bambino Lily comprese come suo figlio non le avrebbe prestato attenzione così decise di rimandare la sgridata a dopo.
Tra le mani di Harry brillava un piccolo Boccino dorato, una deliziosa attrattiva per i bimbi di ogni età per le sue luci e colori, evidentemente era stato la causa dell’allontanamento del piccolo dalla sicurezza del passeggino.
Lily si avvicinò all’uomo ed osservò il piccolo tra le sue braccia: Draco guardava nella sua direzione, lo sguardo incatenato negli occhi di Harry, un piacevole sorriso sul volto di entrambi i piccoli.
Non le occorse l’intuito per comprendere come il piccolo Malfoy fosse diventato il primo amico di Harry e lei non poté che esserne estremamente felice: per proteggersi dei Mangiamorte del Signore Oscuro erano costretti a nascondersi e suo figlio non aveva mai avuto la possibilità di incontrare altri bambini, l’idea che il suo primo amico fosse un giovane mago così diverso da lui le riempiva il cuore di gioia.
I legami stretti nei primi mesi di vita sono i più forti, condizionano per tutta una vita per questo Lily era convinta che le strade dei due si sarebbero rincontrate un giorno ed allora sarebbe stato divertente vedere come si sarebbe evoluto il loro rapporto.
 
Lucius si avviò verso l’uscita del vicolo tenendo il piccolo tra le braccia, adesso Draco tendeva le mani verso di lui e giocava divertito con le ciocche più lunghe dei suoi capelli, l’uomo non poteva che esserne lieto: finalmente suo figlio manifestava delle emozioni, per quanto tempo aveva atteso che ciò si realizzasse??
Era ironico il fatto che le emozioni si erano manifestate in un periodo di grande preoccupazione da parte sua eppure ormai Draco le aveva scoperte e non sembrava intenzionato ad abbandonarle.
Prima di lasciare Nocturne Alley si voltò verso Lily e la osservò con attenzione: era incredibile come fosse cambiata la ragazzina conosciuta ad Hogwarts, non aveva mai pensato che un giorno le sarebbe stato profondamente grato « Lo dirò una sola volta, grazie! » le parole uscirono chiare dalla gola di Lucius anche se l’uomo aveva pensato si sarebbe profondamente vergognato nell’ammetterlo.
« È stato un piacere! » rispose Lily sorridendo mentre accarezzava la testa del piccolo Draco, Harry scalpitava tra le sue braccia e tendeva le manine verso il nuovo amico, il Boccino stretto nel pugno.
La donna comprese e lasciò che suo figlio consegnasse il prezioso oggetto al suo nuovo amico, Draco lo osservò per qualche istante prima di inserirlo all’interno dei pantaloncini come un prezioso tesoro.
 
Usciti da Nocturne Alley i due si divisero percorrendo strade differenti.
I bambini si sporsero da sopra le spalle dei genitori tendendo spasmodicamente le mani come a volersi incontrare nuovamente, come ad impedire la separazione dei due adulti, ma ormai era troppo tardi.
La chioma rossa di Lily scomparve dietro ad un angolo, Draco continuò a tenere tese le braccia nella speranza di veder comparire nuovamente il suo amico, ma Harry non ricomparve.
Nell’atto di deporlo nuovamente nel passeggino una lacrima solitaria rigò il volto di Draco, in poco tempo il piccolo mago aveva sperimentato emozioni antitetiche come la gioia ed il dolore, grazie ad una disavventura aveva fatto i primi passi nel mondo misterioso delle emozioni, adesso sarebbe spettato ad i genitori il compito di guidarlo lungo questo tortuoso cammino.
Dal canto suo negli occhi di Draco c’era una muta convinzione: lui ed Harry si sarebbero incontrati nuovamente, non sapeva quanto tempo sarebbe stato necessario ma bastava la convinzione di come questo fatto si sarebbe verificato per rasserenarlo.
Un sorriso luminoso brillò sul suo viso mentre le ruote del passeggino scorrevano sul selciato senza produrre rumore, da quel momento in avanti avrebbe cercato i colori del suo amico nelle tenebre della notte e nel verde fresco della menta, in questo modo non l’avrebbe dimenticato conservando vivo il suo ricordo fino al loro prossimo incontro.
 
Angolo dell’autrice:3
Questa storia è stata scritta in onore del compleanno della mia Onee-chan ( narutina90 )<3<3<3<3 ed è a lei che la dedico con gioia sperando possa piacerle:3
Grazie a tutti coloro che hanno letto e recensiranno:3<3<3 
 
Kisses
Giuly Keehl

 
P.S la mia musa mi ha anche detto di dirvi che se le recensioni saranno tante potrebbe anche esserci un seguito:3<3
 
  
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