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Autore: CriSnix    31/08/2013    4 recensioni
"Sei come uno di quegli uragani che passano e distruggono qualsiasi cosa... ecco sei come un uragano che ha distrutto ogni singolo pezzo del mio cuore, BonHan." Yesung prese un sospiro cercando le parole giuste, ma sopratutto il coraggio. "Io ti amo BonHan e ho bisogno di sentirmelo dire da te almeno una volta." Ecco, l'aveva confessato. Infondo non desiderava altro da un mese. Di certo non se lo era immaginato così, voleva dirglielo all'orecchio sussurrandole che l'amava e che l'avrebbe protetta da tutto e da tutti, ma era davvero stanco di tutta quella situazione. Lei lo guardò negli occhi, reprimendo le lacrime pronte a sgorgare.
"Grazie" disse dopo un tempo che parve interminabile per Yesung "Ma non merito il tuo amore." continuò.

DISCLAIMER.
Con questo mio scritto, non intendo urtare la sensibilità dei cantanti che ho scelto per dar vita al mio scritto e non intendo affermare che gli avvenimenti narrati siano realmente accaduti. I personaggi non mi appartengono in quanto reali.
Enjoy!
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kyuhyun, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Yesung
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
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 Capitolo 11
Sentimenti svelati.

Heechul sapeva quando Kyuhyun aveva qualcosa che non andava, o meglio lo intuiva. Era l’unico a cogliere le sue emozioni, nascoste dalla sua solita espressione di strafottenza, attraverso un suo battito di ciglia e quel giorno non fu diverso. Aveva capito che c’era qualcosa che non andava nel maknae, tuttavia preferì non indagare: non era nel suo stile. Se Kyuhyun aveva un problema e voleva sfogarsi, lo avrebbe fatto di sua spontanea volontà.

“Buongiorno bestiole mie!” proferì Jung Hoon non appena entrò nel dormitorio seguito da BonHan, con un largo sorriso in volto, calcando il tono di voce sull’appellativo che aveva dato ai cantanti.

Heechul notò che gli occhi di Yesung appena incrociarono quelli della giovane manager, si illuminarono e sul suo volto spuntò un sorriso felice e, inoltre, si accorse che anche BonHan lo guardava e gli sorrideva dolce.

Heechul represse un conato di vomito: odiava il romanticismo e in quel salotto ce n’era fin troppo.

“Grazie per il grazioso appellativo, hyung.” Disse Siwon ironico, guardando il manager truce, che, intanto, sghignazzava divertito.

“Buongiorno anche a te BonHan!” salutò allegro Sungmin mentre sorseggiava una tazza fumante di caffè. BonHan sorrise cordiale  e li salutò cortesi, aveva un tono di voce che provocò irrimediabilmente un’espressione di disgusto sul volto di Heechul. Solo lui la trovava così falsa? Tutti sembravano essere affascinati da quella ragazza, eppure c’era qualcosa in lei che faceva innervosire Heechul.

“Immagino che siete emozionati per sta sera...” disse BonHan sorridendo gioviale

“Perché mai dovremmo?” rispose Heechul acido puntandole i suoi occhi neri dritti nei suoi “Non è il primo concerto e tantomeno l’ultimo.” Aggiunse ancora il cantante con un tono provocatorio. BonHan lo guardò accigliata, poi incrociò le braccia indispettita.

Ti si è spezzata un’unghia sta mattina, serpe?

BonHan sapeva di non essere simpatica al cantante e non si chiese nemmeno il motivo. Una cosa era certa: l’antipatia era ricambiata.

“Quello che Heenim voleva dire è che, dopo tanti concerti, non abbiamo più paura del palco.” Intervenne Leeteuk prima che sfociasse una rissa “Ma non fraintendere ogni concerto per noi è un’emozione nuova, vero Heenim?” concluse il leader guardando severo il minore. Heechul increspò le labbra in una smorfia annoiata, poi fece spallucce e si sedette a tavola e si versò una tazza di caffè. Decise di chiudere l’audio e di farsi gli affari suoi, altrimenti  se avesse ancora sentito la voce fastidiosa di BonHan, le avrebbe strappato i capelli e poi farci una sciarpa: sarebbe stata un’ida carina per un regalo.  

Tranne un secondo conato di vomito, quando vide Yesung e quella ragazzina arrogante scherzare amabilmente tra di loro. Cercò lo sguardo del maknae, sicuro che anche lui stesse avendo la sua stessa reazione ma non fu così: Kyuhyun stringeva con forza le mani in due pugni e guardava di sottecchi il main vocalist con astio.

Heechul fece due più due: aveva aggiunto un secondo motivo per non sopportare quella ragazza.

 

Prima di dirigersi all’ “Olympic Gymnastic Arena” per il concerto con tutti gli artisti della SM Town, Yesung aveva invitato BonHan a prendere un caffè con lui al Mouse and Rabbit. Dopo l’appuntamento era più sicuro dei sentimenti che provava verso la ragazza, tuttavia non poteva non essere preoccupato per Kyuhyun...

Scosse la testa e si impose che per il momento non pensare a lui e alla loro ultima discussione.

Non contarci... Yesung.

Chiuse gli occhi e respirò profondamente mentre si appoggiava allo schienale della sedia dov’era seduto nell’attesa dell’arrivo di BonHan.

“Ciao!” esclamò una voce femminile dolce e seducente alle sue spalle. Non dovette nemmeno girarsi  per capire chi fosse, quella voce ormai era diventata la melodia dei suoi sogni.

“Ciao BonHan!” rispose allegro il main vocalist girandosi verso la ragazza

“Aspettavi da tanto?” domandò lei mentre si sedeva di fronte a lui. Yesung non rispose subito, era attratti dalla figura di BonHan: quel giorno aveva i capelli legati in una coda alta in modo da mettere in risalto i tratti delicati del suo viso, belli quanto, o forse di più, quelli di una statua.

“H-ho qualcosa in faccia?” balbettò confusa la manager accorgendosi di come il cantante la scrutava.

“No, no! Sei perfetta...” rise Yesung impacciato “Stavo solo pensando che oggi sei molto carina.” Aggiunse il cantante sorridendole dolce. BonHan si portò un ciuffo che le ricadeva sul viso dietro l’orecchio, sorridendo imbarazzata. Quei complimenti la lasciavano sempre interdetta anche perché nessun uomo le rivolgeva mai complimenti o tantomeno mai qualche bel ragazzo gli rivolgeva la parola. Non pensava che potesse essere carina, figuriamoci di apparire perfetta.

“Scusa, ti ho messa a disagio...” disse dispiaciuto il cantante.

BonHan più conosceva Yesung e più si convinceva che innamorarsi di lui era la cosa più naturale che potesse fare.

“N-niente affatto! Ti... ti ringrazio.” Rispose balbettando lei stringendo la tazza fumante tra le mani, posta davanti a lei.

Avrebbe dovuto guardarlo negli occhi o continuare a fissare il liquido nero nella tazza?

Ovviamente.

Tuttavia se lo avesse fatto, non avrebbe più emesso alcun fiato. Spesso si chiedeva se Yesung fosse consapevole di essere così letale: bastava un suo sguardo o un suo sorriso per toglierle dieci anni di vita.

“Non sapevo che avessi un bar...” iniziò BonHan cercando ci cambiare discorso, guardando finalmente il main vocalist.

“L’ho fatto per assicurare un posto di lavoro per mio fratello ma soprattutto per farmi restare con i piedi per terra.” Rispose lui serio mentre sorseggiava lentamente la bevanda nel suo bicchiere. La manager rimase piacevolmente sorpresa della maturità e della premura del cantante e capì che non voleva diventare uno di quegli artisti che pensavano solo alla fama e trovò ancora più affascinante e perfetto, come poteva dimostrare il leggero sorriso che le spuntò in volto.

“Ti andrebbe di fare due passi?” chiese Yesung alzando in piedi e porgendole la mano. BonHan notò che la sua mano era piuttosto piccola per essere quella di un ragazzo, ciò nonostante provò una certa attrazione verso di essa, amplificata dalle vene che sporgevano. Aveva una strana ossessione verso le vene che spuntavano sulle mani: le ricordavano quelle di suo padre.

Spostava gli occhi dalla mano al viso del cantante, incerta sul da farsi, ma quando Yesung le sorrise rassicurante, gli afferrò la mano: era morbida e fresca, eppure percepì uno strano calore fondergli le vene del braccio, come se le loro pelli si stessero fondendo per unirsi per sempre in una. La ragazza trovò quella sensazione così spontanea, era come se le loro mani fossero create per essere unite. Quel contatto le provocò dei brividi per tutto il corpo, soprattutto quando la prese si fece più salda e già temeva il momento in cui avrebbe dovuto lasciarle la presa.

 

“Ieri sono stato davvero bene con te.” Esordì Yesung cercando di non arrossire. Stringeva ancora la mano di BonHan, non era riuscito a lasciarla e neanche lei aveva espresso il desiderio di sciogliere quel contatto. Di certo quel contatto non gli dispiaceva: la pelle della ragazza era liscia e trasmetteva un  calore che a Yesung ricordò il calore dei raggi del sole: sicuro e penetrante.

“Anche io, davvero bene!” rispose lei sorridendo, sperando di non apparire tesa o imbarazzata agli occhi di lui. Quel contatto così ravvicinato e ancora duraturo, la rendeva nervosa tanto da farle sentire le vertigini.

“E’ da tanto che non uscivo con una ragazza...” proferì Yesung con un po’ di amarezza. BonHan lo guardò di sottecchi: sorrideva mestamente e teneva lo sguardo fisso al suolo.

“Per le fan, vero?” chiese BonHan seria accigliando lo sguardo.

Magari fosse così, magari... pensò il cantante amareggiato.

Lasciò a malincuore la mano della ragazza e sospirò stanco. Quante volte aveva raccontato quella storia? Tante, forse troppe, eppure era arrivato al punto di non provare nessun’emozione mentre la raccontava, solo forse un po’ di malinconia. Quella storia lo aveva segnato e forse per sempre.

Si sedette sulla panchina del parco in cui stavano passeggiando e invitò a BonHan di fare lo stesso. Iniziò a torturarsi in modo frenetico le mani sotto lo sguardo confuso e preoccupato di BonHan. Fece un respiro profondo e cercò di sorridere rassicurante.

“Le fan non c’entrano, purtroppo.” Esordì Yesung  rivolgendo lo sguardo al cielo privo di nuvole. “Tempo fa, prima che debuttassimo, avevo una ragazza. Era una di quelle ragazze speciali, una di quelle ragazze che al mattino ti portavano un cartone di latte e che si emozionavano per un bacio sulla guancia. Mi accompagnava ogni mattina agli studi di registrazione e mi aspettava fino a quando non avevo finito, a volte fino a tarda sera.” Continuò sorridendo malinconico. Poi prese fiato e sorrise amaro “Un giorno, mi disse che non mi avrebbe accompagnato agli studi così ci andai da solo. Quando finì, feci un percorso diverso per ritornare a casa attraverso il parco e fu lì che la vidi.” Yesung si interruppe bruscamente e strinse i pugni fino a sentire le unghie graffiargli la pelle: ogni volta che raccontava quella parte, un dolore acuto, come mille spilli nel cuore, si impossessava di ogni suo singolo organo. Nonostante fossero passati anni, provava ancora rabbia e rancore, non aveva mai smesso di pensare al dolore che quella ragazza gli aveva provocato.

Chiuse gli occhi e ispirò ed espirò cercando di calmarsi.

“Era con un altro ragazzo e i loro visi erano così vicini tanto da sfiorarsi. Mi sentì un completo idiota e stetti ancora peggio quando mi disse che per lei non valevo più niente.”

BonHan sbarrò gli occhi in un’espressione di stupore. Chi mai sano di mente avrebbe tradito o lasciato un ragazzo del genere?

“D’allora non sono più uscito con una ragazza anche se mi ripetevo costantemente che avevo solo diciannove anni e una vita davanti a me e che avrei dimenticato in fretta, non fu così. Continuo ad aver paura che possa capitarmi di nuovo e questo mi porta ad allontanarmi da chiunque.” Appena Yesung ebbe finito di raccontare, ispirò profondamente mentre fissava ancora il cielo, cercando di apparire il più distaccato possibile, per poi passarsi una mano trai capelli e sorridere amaro. Aver raccontato a BonHan uno dei momenti che lo avevano segnato per sempre, lo fece stare bene: aveva condiviso un ricordo doloroso con lei, proprio come lei stessa aveva fatto con lui.

BonHan lo guardava con tristezza, come se stesse provando anche lei il suo stesso dolore, unendoli ancora di più.

“Mi dispiace, non volevo farti risalire a galla dei ricordi dolorosi...” disse BonHan dispiaciuta mentre gli stringeva la mano. Yesung la guardò dolce desiderando di accarezzarle il viso, invece le ricambiò la stretta e le regalò uno dei suoi sorrisi che per la ragazza erano ormai essenziali.

“In confronto a quello che hai passato tu, il mio è solo un granellino di polvere.” Rispose Yesung con tono rassicurante. Poi si alzò è invitò BonHan a fare lo stesso “Sarà meglio ritornare al dormitorio, tra un po’ dovremmo avviarci allo stadio.” Aggiunse Yesung pacato tenendo ancora la mano di BonHan stretta nella sua. La manager annuì poi, ancora mano nella mano, si diressero verso i dormitori per poi prendere il van e dirigersi verso lo stadio. Quando la mano di BonHan dovette lasciare quella di Yesung, il cantane sentì un gran vuoto e desiderò di nuovo sentire il palmo della mano di lei combaciare con il suo.

 

Kyuhyun cercava di apparire come al solito: distaccato e strafottente, e ci stava riuscendo perfettamente. Nessuno si era accorto di niente e tantomeno poco gli importava di apparire diverso dal solito, non voleva che gli altri si immischiassero nella sua vita e gli stava bene. Anche perché non voleva renderli partecipi del motivo della sua rabbia.

“Kyuhyun, sei pronto? Tocca a voi, adesso.” Esclamò Jung Hoon affacciato alla porta del suo camerino. Kyuhyun si alzò e silenzioso, uscì dal camerino.

“Kyuhyun, tutto apposto? Ti vedo sovrappensiero.” Lo bloccò il manager prendendolo per le spalle, con un tono preoccupato. Kyuhyun scosse il capo e alzò lo sguardo verso Jung Hoon: era cupo e il manager capì che era successo qualcosa.

“E’ tutto apposto, hyung.” Rispose secco il maknae divincolandosi dalla presa dell’uomo.

“Se tu hai un problema, Kyuhyun, è un problema di tutto il gruppo, di conseguenza è un mio problema.” Rispose serio il manager mentre l’altro si allontanava per poi fermarsi. Strinse i pugni: perché mai avrebbe riguardato anche lui?

“Seppure io avessi un problema, non vedo come tu potresti risolvermelo.” Rispose atono il maknae e proseguì a passo svelto verso il palco, lasciando di stucco il manager. Diede un fugace sguardo a BonHan: stava sussurrando qualcosa all’orecchio del main vocalist, provocandogli un sorriso. Probabilmente gli stava augurando “buona fortuna” e desiderò con tutto se stesso di avere anche lui quell’augurio da parte di lei.

Scosse con vigore la testa, non era ne il momento e ne il luogo per pensarci, tutto sarebbe arrivato al momento giusto.

 

“ELF, vi ringraziamo davvero tanto del vostro amore, non smettete di amarci!” esclamò Leeteuk entusiasta “E adesso il nostro Yesung canterà per voi una delle sue ballad, per concludere la nostra  esibizione!” concluse il leader per poi lasciare il palco seguito dagli altri membri, accompagnato dalle urla e gli applausi dei fans, per poi lasciare Yesung che si posizionò al centro.

“Vorrei dedicare questa canzone ad una ragazza che è diventata parte di me in poco tempo. BonHan-ssi, questa è per te.” Esordì Yesung volgendo lo sguardo verso la giovane manager che sentendo il suo nome, aveva strabuzzato gli occhi per lo stupore ed era arrossita violentemente.

“BonHan, c’è qualcosa che dovresti dirmi?” sghignazzò divertito Jung Hoon. BonHan si voltò verso il collega e incrociò le braccia al petto infastidita, tentando di non sembrare imbarazzata.

“ ‘Sta zitto.” Rispose stizzita lei, poi sorrise dolce guardando il cantante, acclamato dei fans.

Quando partì la base, BonHan riconobbe subito quale canzone fosse: The more I love you. Era uno di quelle ballad d’amore e la giovane manager pregò di non svenire prima che l’esibizione finisse.

La voce di Yesung le fece vibrare forte il cuore, impossessandosi di ogni fibra del suo corpo, impossessandosi della sua anima.

Nella strada sulla collina in cui non ci sono stato da molto tempo

Ma penso che tu starai in piedi come se tu fossi esattamente ancora lì dov’eri anni fa

Quest’immagine di me mentre ti guardo,

dovrei dimenticarti ormai come tu stessa hai fatto?

Adesso, io ti amo ancora di più

Più tu ne soffri, più ti allontani nel tempo

Come se ti facevi sfiorare solamente lasciandomi

Dici che la nostra storia non è più che un ricordo e il tempo passa,

ma io ti amo al punto che tu ne soffri.

Io ti amo a tal punto.

 

Quando Yesung terminò di cantare, tutte le ELF lo acclamarono e urlavano il suo nome e mentre lo applaudivano, si girò verso BonHan che era dietro le quinte. Le sorrise e questo bastò alla ragazza per farle avere le palpitazioni. La corvina sentì le lacrime in gola; quella canzone era come se fosse ormai parte del suo essere come un marchio perenne inciso nella sua pelle. Sentì le fans che urlavano al main vocalist:

“Yesung ha la voce degli angeli!”

Sorrise: no, erano gli angeli stessi ad avere la sua stessa voce.

Yesung andò verso il backstage, dirigendosi verso BonHan.

“Grazie, grazie davvero.” Disse lei commossa con gli occhi lucidi. Si sentì amata e desiderata ed era a prima volta che provava tali emozioni. Yesung le sorrise con dolcezza  e le accarezzò una guancia, con lentezza in modo che potesse sfiorare ogni centimetro della pelle di lei. Ebbe l’impulso di baciarla mentre la guardava nei suoi occhi scuri che, dalla prima volta che l’aveva vista, lo avevano ipnotizzato. Non si accorse che, a poco a poco, si stava avvicinando al suo viso, così vicino da poter sfiorarle il naso e percepire il respiro accelerato di lei, che soffiava contro la sua pelle. Ma il ricordo di quel dannato dolore, lo fece allontanare da lei e con un sussurro si scusò, poi si allontanò velocemente dirigendosi al suo camerino.

Stupido, stupido, stupido!

BonHan lo guardò interdetta, con un misto di delusione, poi sorrise dolcemente mentre lo guardava darsi delle botte sulla fronte ripetendosi qualcosa che sfuggiva al suo orecchio.

Si diresse, dunque, verso Jung Hoon che discuteva con gli altri manager.

Tutto a tempo debito BonHan, tutto a tempo debito.

   
 
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