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Autore: persuasjon    31/08/2013    2 recensioni
"Vattene via!" urlai, non m'importava il fatto che dovesse stare vicino a me, non lo volevo più vedere.
"Sì, hai vinto me ne vado, ma ricorda:
in qualunque posto sarò, in qualunque posto sarai, basterà chiamarmi, anche solo sussurrare il mio nome e io apparirò davanti a te, perchè io sono tuo, ti appartengo e il mio compito è di proteggerti." disse prima di scomparire.
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E' la mia prima FanFiction...siate clementi...
- El
Genere: Comico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Call me and I'll save you

 

I'm lost, please somebody come catch me.

I'm hurt, please somebody help me.

I know that nobody will come, but if you hear me save me.

 

 

 

Prologo

 

“Dovresti essere come tua sorella!” “Sei sempre così ribelle, invece tua sorella si comporta così bene!”.

Queste erano le frasi che ogni giorno Elyna sentiva ripetere fino alla nausea, ogni volta veniva paragonata a sua sorella, Elaine.

Elyna si fingeva forte, dal cuore di cristallo, ma in realtà quella era solo una maschera, una maschera che copriva il volto di una ragazza fragile ed infelice. Una ragazza piena di problemi e complessi esistenziali. Ma questo nessuno lo notava, perché Elyna era costantemente messa all'ombra da sua sorella.

Elyna odiava la sua vita, odiava se stessa, odiava la sua famiglia, i suoi compagni di scuola, odiava qualsiasi cosa riguardasse la sua vita.

Ogni giorno quando si svegliava si chiedeva che cosa la teneva in vita, per che cosa continuava a vivere, ma ogni volta che decideva di farla finita si ricordava dell'unica cosa per cui valeva la pena vivere, l'unica persona che con un solo sorriso riusciva a farle scordare tutto e la portava al settimo cielo.

Suo fratello, l'ultimogenito della famiglia, un piccolo bebè di diciotto mesi che rideva sempre. Da quando il piccolo Raphael era nato Elyna riusciva a sorridere.

Ma come sempre i suoi genitori non si fidavano di lei e pensavano che Raf a stare con lei avrebbe avuto solo un cattivo esempio, così preferivano affidarlo ad Elaine, la quale però lo considerava solo un peso.

Quella giornata per Elyna stava andando male, del resto come tutte.

Non aveva preso un brutto voto, ma era sicura che quello di Elaine fosse più alto... Certo lei copiava tutto dal secchione della classe, in cambio ci andava a letto.

Non appena varcò la soglia di casa fu investita dal suono della voce di sua madre che già le chiedeva che voto avesse preso nella verifica di storia.

-Ho preso sette, non avevo studiato...- disse già pensando alla probabile risposta della madre.

-Tua sorella invece ha preso nove, lei studia sempre... dovresti prendere il suo esempio impareresti molte cose-

“Sì ad aprire le gambe e abbassare le mutande...” pensò mentre saliva di corsa le scale per rifugiarsi in camera, ma proprio quando era all'ultimo gradino si ricordò di suo fratello, ogni volta quando tornava da scuola lui le saltava addosso, ma quel giorno non c'era.

-Dov'è Raf?!- chiese urlando.

-E' uscito con Elaine, lei di sicuro non gli farà fare cavolate-

Nonostante non fosse per niente contenta, se ne stette zitta e si chiuse in camera. Non appena la porta si chiuse una lacrima rigò il suo viso e dopo quella tante altre si aggiunsero, come del resto ogni giorno, perché ogni giorno Elyna piangeva.

Soffriva, ma non lo dava mai a vedere, preferiva prendersela con se stessa, piuttosto che con gli altri, si sfogava su se stessa e così era diventata anoressica, autolesionista e agorafobica.

Si avvicinò al comodino vicino al letto e aprì il cassetto, dal quale prese una lametta, iniziando ad osservarla.

Brillava, riflettendo la luce del sole e a Elyna sembrava che dicesse: “Fallo, ti devi punire, non puoi rimanere impunita, fallo”.

Ma in realtà era tutto nella sua mente, la mente di una ragazza che aveva sofferto troppo.

Iniziò ad incidersi i polsi, un segno rosso per ogni cosa che non andava bene nella sua vita.

Era arrivata al terzo, quando una voce sconosciuta le gridò: “Smettila!”.

Si guardò intorno, ma non vedendo nessuno pensò che fosse solo stata la sua immaginazione.

Riportò l'attenzione alle ferite sui polsi dalle quali ormai sgorgava sangue che scendeva in piccoli rivoli tracciando percorsi sulla pelle lattea di Elyna per poi trasformarsi in piccole gocce che scendevano nell'aria, infrangendosi al suolo.

Elyna si fece un quarto taglio, ma nuovamente la stessa voce maschile di prima la rimproverò: “Smettila, Elyna, ti fai solo del male”.

E' quello l'intento” rispose iniziando a parlare con il nulla.

Ma perché?” continuò la stessa voce, ormai Elyna era sicura che fosse frutto della sua immaginazione, eppure non c'era niente attorno a lei, nessuno.

Lo so che sei frutto della mia immaginazione e che questa voce è solo nella mia testa, quindi cervello saresti pregato di lasciarmi tagliare i miei polsi in pace, quando avrò finito avrò il tempo per un amico immaginario.” disse la mora, cominciando a chiedersi se ai suoi problemi non si fosse aggiunta anche la pazzia.

Ma io non sono immaginario” rispose la stessa voce.

Io sono qui” all'improvviso, dal nulla apparve un ragazzo. Aveva i capelli castani e gli occhi un colore indefinito, sembrava essere azzurro e grigio allo stesso tempo.

Che cosa sei?! Cosa vuoi?!” urlò Elyna in preda al panico.

Io sono il tuo angelo custode e ti salverò” disse per rassicurarla.
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Ciao! Questo era il prologo della mia primissima Ff, sinceramente non mi entusiasma, ma spero che non sia lo stesso per voi....
La storia mi è venuta in mente dopo uno strano sogno... Poi ho arricchito la storia con l'immaginazione.
Vi chiedo perfavore non è che lascereste una piccolissima
, minuscola recensione? Please....
ora però vi devo salutare.
- El

 

  
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