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Autore: cocktaylor    31/08/2013    2 recensioni
Harry pensò che è proprio così: per Keira, difficile da contornare e limitare, esiste una legge, un teorema, qualcosa di fondamentale e grazie ad il quale sarebbe riuscito a capire il perché di tutto quello che stava provando.
Esisteva, di sicuro, ed a lui toccava solo scoprirlo.
Ma come sarebbe riuscito lui, che in matematica non era neanche bravo, a scoprirlo?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Harry è in ritardo come sempre e la sveglia non tarda a ricordarlo. Si ripromette di svegliarsi cinque minuti più tardi, cerca di continuare il suo sogno focoso su Megan Fox, tira un sospiro frustrato, forma un groviglio di lenzuola uscendo dal letto, inciampa nel libro di chimica per cui doveva svegliarsi prima - Dannazione, mondo di merda! - e decide di addentare un muffin tanto per fare felice sua mamma.

Continua ad imprecare mentre mette una camicia, afferra velocemente lo zaino con i libri del giorno prima e corre per le scale.

Se fosse un film, la sua vita, sarebbe una Commedia. Una di quelle per cui, al cinema, non si riesce a trattenere la risata vera, spesso imbarazzante, e sarebbe girato da qualcuno di davvero incompetente.

Harry se lo ripete sempre, nella strada verso la fermata dell’autobus, che la sua vita è un vero casino. Ancora di più della sua situazione familiare, dei suoi capelli che senza gel chissà cosa sarebbero, della sua camera, del suo migliore amico che un giorno c’è e l’altro no.

Ma ogni singolo giorno, nel solito sedile infestato da chewing gum in fondo all’autobus, per quindici minuti scarsi - il tempo esatto che ci vuole per arrivare a scuola - lui si sente bene.

Perché ogni singolo giorno, nella fermata dopo la sua, sale Keira Feltics.

Sale, con quelle gambe chilometriche che il respiro te lo fanno perdere a prima vista, le mani costantemente impegnate a legare la chioma bionda e borbottare qualcosa di indefinito, e lui si sente davvero bene.

“Oggi le vado a parlare” si sussurra a bassa voce, ogni giorno, cercando di convincersi. Però, ecco, Harry non è abbastanza.

Perché Harry non profuma sempre di buono, non ha i capelli giusti, i soldi o l’ultimo modello di cellulare.

“Harry Styles, adesso tu vai a parlare” prova ancora a convincersi, utilizzando un ipotetico Louis Tomlinson - migliore amico da una vita è dir poco - come coscienza.

Allora, dopo quattordici minuti a parlarsi ed essere preso per pazzo dalla signora al suo fianco, decide di alzarsi, con passo sicuro.

E, puntualmente, ogni giorno e sempre in quel preciso istante, la voce metallica dichiara che l’autobus è arrivato alla fermata della sua scuola, ad Harry sembra quasi di sentire le risate degli spettatori a quello strano film che è la sua vita.

“‘Fanculo” è sempre la sua ultima parola.




 

“Keira Feltics” sono le prime parole che accolgono le orecchie di, appunto, Keira Feltics.

Sono le prime ed anche le ultime che sua mamma le rivolge, prima di prendere la costosa borsa Louis Vuitton e scappare perché “sono in ritardo, buona scuola!”.

Allora, dopo le famose due parole che le fanno da sveglia grazie alla voce squillante della madre, indossa la divisa di un pessimo gusto che le è stata imposta dalla scuola, mangia i cereali con calma, ricordandosi poi di essere in ritardo.

Quindi, getta la tazza nel lavandino, accarezza il suo cane Duke, si lava velocemente i denti e corre verso la fermata dell’autobus, che sua mamma le promette sempre di non prendere perché “un giorno, non molto lontano, andrò a lavorare il pomeriggio e sarò io ad accompagnarti!”

Keira sorride sempre e vorrebbe urlarle che non è vero ma poi pensa che no, non sarebbe giusto, perché alla fine è grazie a sua madre che indossa quei bellissimi orecchini di Tiffany.

Ci sono gesti che nel corso del tempo si è impressa nella mani. Il primo, il più vecchio, consiste nell’accarezzare il suo cane, susseguono il prepararsi il pranzo, scrivere oltre i margini ben imposti dai quaderni, applaudirsi ogni volta che prende B in qualche materia, abbracciare Tracy, indossare la cuffietta sinistra nell’orecchio destro, acconciarsi i capelli dentro l’autobus.

“Questa vita non mi appartiene” dice quando cerca di farsi l’ennesima coda decente. I capelli ordinati le piacciono, un po’ troppo.

E’ vero, questa vita non le appartiene, così come non le appartengono gli occhi verdi del ragazzo all’ultima fila in autobus, un carattere vagamente dolce,  i teoremi che si appresta a studiare anche se non le interessa, Brad Pitt, i vestiti costosi che non le sono mai piaciuti abbastanza.

Però - questo non lo ammette neanche a se stessa - la vista di due occhi verdi per un tempo che è troppo poco per lei, le fanno pensare che forse, solo forse, questa vita potrebbe appartenerle.







okay, sono di fretta e se mia mamma mi scopre sono fottuta.
comunque, grazie a chiunque si sia soffermato a leggere uno dei miei tanti sfoghi mentali. allora, la storia è buona come idea (lo ammetto) sono io, stupida e vacillante in tutto, che ho paura di non riuscire a svolgerla.
comunque, questo capitolo è corto e non c'è niente di molto importante, è più un capitolo scritto per introdurre i due personaggi principali: Keira e Harry.
Ditemi, perfavore, cosa ne pensate altrimenti mi faccio tante di quelle pare che sarei capace di cancellare la storia e rifugiarmi in un monastero.
il prossimo capitolo arriva in fretta (ma c'è davvero qualcuno che aspetta il prossimo capitolo?) se solo trovo un posto decente dove scrivere. cioè, il mio computer ha dichiarato guerra a Word, quindi ho dovuto scrivere il capitolo su Google Drive, capite?
Va bhe, sto parlando troppo! Oddio, che ansia, è anche la mia prima storia!
grazie a tutti, incentivatemi :)

 
  
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