Questa oneshot, la dedico
a Ryta Holmes; perché sei una vera amica, una scrittrice di talento e perché
indipendentemente da tutti coloro i quali tenteranno
di metterti i bastoni tra le ruote, sono certa che riuscirai a realizzare i
tuoi sogni (magari non sposare Sirius Black, ma penso che tu ne abbia altri in
mente, no?! XD). Ti voglio bene... ^^
Duello all'ultimo fiore d'arancio
La chiesetta di St.
Louis, periferia di Londra, era immersa nel verde. Un parco, circondava l'intera
struttura, alle cui spalle ospitava un piccolo oratorio per bambini disadattati
e un altrettanto piccolo cimitero; la vetrata principale, di forma rotonda,
filtrava il sole di un pomeriggio di metà agosto.
Al suo interno, il
sacerdote attendeva all'altare, assieme ad un uomo dai lunghi capelli neri e ai
suoi testimoni; l'organista, nel mentre, si dava da fare per riempire quel
silenzio austero, con una semplice marcia nuziale.
Dalla porta principale,
spalancata, fece il suo ingresso una sposa.
Ryta Falck, con indosso
un semplice completo gonna e maglietta rosso scuro, in mano un mazzolino di fiori raccolti nel giardino della chiesetta,
barcollava incerta su un paio di tacchi quasi a spillo. Il padre, impeccabile
nella sua divisa da generale dei Sunrise, la scortava impettito lungo la
navata, cercando di facilitarle il compito di camminare su quei trampoli.
Quando furono dinanzi all'altare, Lukas Falck consegnò
la figlia allo sposo, scoccandogli un'occhiata che aveva
dell'intimidatorio.
Il
prete, sorrise ad entrambi, prima di aprire il breviario e incominciare la
funzione. L'organo
tacque.
"Fratelli e sorelle,
siamo qui riuniti davanti a Dio, per unire in matrimonio quest'uomo
e questa donna."
Lynn Wolf ed Harry
Potter, si fecero accanto allo sposo, fintanto che Remus Lupin e Ginny Weasley,
si avvicinavano alla donna.
Padre Jordan, fece un
tacito segno allo sposo.
La
sempre imperturbabile Ryta, tremò impercettibilmente, quando vide l'uomo
prenderle la mano e guardarla serio.
"Io, Sirius Black, prendo te, Ryta Falck come mia sposa e prometto di
esserti... esserti... oddio..."
La sposa lo guardò torva,
digrignando i denti. "...fedele sempre... idiota!"
Lui la guardò male.
"Idiota?!... ma la sentite?! Non si può mai
sbagliare al cospetto di Miss Perfezione!! Chiedimi subito scusa...!!"
"E perché mai?!... SEI un idiota, tesoro!!... come si fa a sbagliare la
formula di rito, dopo che sono due settimane che la stiamo imparando a
memoria?!!" Ringhiò livida.
Harry si fece avanti,
scotendo la chioma nera, in evidente stato di rassegnazione. "Adesso basta
voi due!! Smettetela di fare i bambini o vi assicuro che Padre Jordan dovrà
celebrare un funerale doppio, al posto del vostro matrimonio!!"
I due si scambiarono uno
sguardo crucciato; Lynn batté il cinque col ragazzo, sorridendo al marito e
alla rossa, intenti a ridacchiare.
"Riprendiamo..."
Sospirò il prete, guardando lo sposo con un'occhiata supplichevole. "Vi
prego, impegnatevi, siamo qui da due ore... non mi è
mai capitata una coppia di sposi così... ritrosi!"
Sirius si schiarì la
voce. "Io, Sirius Black, prendo te Ryta Falck
come mia sposa e prometto di esserti... ma devo proprio dirlo?!" Mugolò al
sacerdote, che lo guardò sgranando gli occhi.
Remus si batté una mano sulla
fronte, esasperato. "...ma ti sembrano domande da
fare, queste?!" Harry trattenne a stento una risatina, subito fulminato
con lo sguardo dalla fidanzata, che ben poteva immaginare lo stato d'animo
dell'amica, in quel momento.
Lynn intervenne, puntando
la bacchetta magica alla schiena dell'uomo a cui doveva fare da testimone,
senza farsi vedere dal prete, troppo impegnato a scambiare occhiate disperate coi chierichetti. "Ascolta Sirius,
sono anni... capisci? Anni!!... che aspetto che voi due apriate gli
occhi e... ora ci siete quasi, vi manca tanto così e tu non rovinerai tutto con
le tue pagliacciate, sono stata chiara?!"
Lo sposo deglutì. "O-ok... dicevamo!?"
Ryta però lo guardò
furibonda. "Basta!! Sono stufa di te e di questa ridicola messinscena! Se
non mi ami, dillo chiaro e tondo, faccio ancora in
tempo ad annullare tutto! Non vedo perché dovrei sposarmi con un incapace come
te, che non è in grado di ricordare il rito nuziale e di giurare fedeltà eterna
alla moglie!!" Detto ciò, gli sbatté in faccia il mazzolino
di fiori, scese dalle scarpe scomode e dopo averle prese in mano, corse in
direzione degli uffici parrocchiali.
Sirius restò a bocca
aperta, anzi spalancata, sotto lo sguardo infuriato dei quattro testimoni e del
padre della sposa, sul punto di sbranarlo con gli occhi. "Ma...ma..."
"Ma
si può sapere che ti piglia, Sirius Black!!" Tuonò Lynn, facendolo
sobbalzare sul posto. "Padre, ci scusi, può lasciarci soli due
minuti?!"
L'uomo parve quasi
confortato da quella richiesta; con un segno della testa richiamò i ragazzini
in procinto di addormentarsi sull'altare e l'organista, che lo seguirono silenziosi fino ad un'uscita laterale, che
conduceva nell'ufficio del sacerdote.
L'Auror Black
indietreggiò, trovandosi di fronte una imbufalita Lynn
e un altrettanto incazzato Harry, pronti a scagliargli un anatema mortale, da
un momento all'altro. Non ebbe il coraggio di voltarsi, certo che anche il
padre di Ryta non avesse un'espressione propriamente
felice.
"A-andiamo
stavo solo scherzando!! Non la si può prendere un po'
sul ridere!?"
Gli
occhi verde-castani di Lynn
brillarono pericolosamente di rabbia. "Sul ridere? Ti pare che il
matrimonio sia una cosa da prendere sul ridere, Sirius?!?"
L'eco della sua voce, si disperse man mano nella navata principale della
chiesa.
"Lynn, mi lasci
parlare un attimo con lui?!" Le domandò sorridente Remus; la ragazza
sospirò rassegnata, forse speranzosa che una discussione col suo migliore
amico, potesse portare un po' di sale in zucca all'uomo. "Tu vieni con
me..." Riprese autoritario e serio, afferrandolo per un braccio senza
delicatezza.
Gli occhi di Sirius non
abbandonarono neppure per un istante il pavimento a mosaico, della struttura,
fino a che non furono usciti nel giardinetto antistante, il cui terreno era di
ghiaia; a quel punto alzò lo sguardo, sperduto, sull'amico.
Remus sedette sulle
gradinate principali, fissando almeno in apparenza verso la cancellata della
chiesa. Restarono così, in silenzio, per un po', ascoltando il lieve cinguettio
di qualche uccellino e lo stridio delle cicale.
"Parla... avanti,
sputa il rospo o non potrò aiutarti." Lo esortò
il licantropo. "Cosa c'è che non va, Siri? Ti sei
pentito di averle chiesto di sposarti?"
L'uomo si
irrigidì, allargando gli occhi; parve pensarci un po' su, poi scosse la
testa freneticamente, infilando le mani nelle tasche dei jeans neri. "No,
questo no."
"Allora cosa?"
Insistette l'altro, guardandolo severamente. "Paura?"
Sirius distolse lo
sguardo dagli occhi dell'amico; si perse qualche istante a
osservare il gruppo di ragazzini, incaricati di fare i chierichetti,
rincorrersi per il cortile ridacchiando e riempiendo l'aria di allegria. Gli si
sedette accanto. "Sì..."
"Oddio, sì è un po'
generico... vorrei sapere, quale è la tua paura
principale." Ammise Remus, grattandosi la nuca con fare nervoso.
"Credi di non amarla a sufficienza?!"
"Credo di amarla
troppo." Spiegò invece lui, abbassando di colpo lo sguardo, con fare
imbarazzato.
Lupin lo guardò stranito,
inarcando un sopracciglio. "Troppo? Da quando in qua in amore, esiste la
parola troppo?"
"Non chiederlo a
me." Fece serio, scrollando la lunga chioma nera, sciolta sulla maglietta
a maniche corte bianca.
"Siri, lascia che te
lo dica, mi sembri un po' confuso amico
mio."
Le grida dei ragazzini si
fecero più acute, ma ugualmente festose, mentre continuavano a rincorrersi,
rischiando di inciampare nelle lunghe tonache da cerimonia.
"Lo so."
Confermò, sospirando affranto. "E' che, sono anni che so esattamente cosa
provo ed anni che cerco di nasconderlo, a me stesso prima ancora che a lei. Ho
sempre avuto paura di Ryta."
"Effettivamente ha
un bel caratterino!" Ridacchiò Remus, grattandosi una guancia col dito
indice.
Sirius si lasciò sfuggire
un sorrise, dolce. "Eh sì, ma non intendo in quel
senso. Mi spiego." L'amico annuì. "Ryta è sempre stata capace di
placare ogni mia presunzione, era ed è tuttora
bravissima a zittirmi con uno sguardo e a rimettermi al mio posto. E' capace di
farmi sentire... nudo. Senza difese."
"E' l'amore."
Spiegò breve l'uomo. "La nostra soldatessa è
riuscita a far sciogliere il piccolo cuoricino di granito del caro vecchio,
Sirius Black, donnaiolo e libertino per eccellenza."
Il diretto interessato
annuì, convinto. "Lo so, è proprio questo che mi spaventa. E' riuscita a
farmi conoscere emozioni che... non avrei mai creduto potessi
provare. Ho sempre amato troppo la mia libertà e la parte che recitavo."
"Già sì, ne so
qualcosa. Ryta ha sofferto molto sia in passato, che in tempi più recenti, per
questo." Confidò Remus, stringendo tra le mani un
sassolino raccolto da terra e mantenendo lo sguardo fisso al suolo.
"D-dici
sul serio?!" Chiese, inghiottendo il vuoto e scrutandolo. "E... tu come lo sai?!"
"Dimentichi che ho
sposato la sua migliore amica, Sirius." Esclamò
sorridente, con un tono di ovvietà nella voce, che
fece sentire l'altro un vero sciocco.
Lo sposo alzò gli occhi
al cielo, studiando la facciata della piccola chiesetta, da poco ristrutturata.
"Ricordi, questo posto?!"
Il testimone annuì, gli
occhi illuminati di malinconia. "Oh sì, come fosse ieri. Eppure son già passati... oddio, quanti anni ha, Harry?!"
Sirius scoppiò a ridere.
"Qualcosa intorno ai venti, sì... anche se io me lo ricordo ancora quando
è nato. James aveva una faccia! Doglie in piena notte, poveri loro."
"Già..."
Sorrise triste. "Non ho mai visto il nostro amico più felice, tranne..."
"...quando ha sposato Lily, già." Ricordò l'uomo dai
capelli neri, passandosi entrambe la mani sul volto,
imperlato di sudore per il gran caldo. "Faceva tanto il bulletto eppure,
ricordo ancora la faccia che fece là... dove ora dovrei essere io, quando la
sua Lily entrò in chiesa, vestita di bianco. Non ero sicuro che mi arrivasse a
fine cerimonia, era pallido come un cencio..."
"E
ora tocca a te." Ribatté Remus, battendogli una pacca amichevole sulla
spalla robusta.
"...e ora tocca a me." Ripeté lui, mentre un sorriso amaro
gli piegava le labbra. "Sarò un buon marito, come lo è stato James?
Come... lo sei tu? Io non sono come voi."
L'amico lo guardò provocatorio. "Oh sì che lo sei, quando ti impegni. E ora, mio caro, devi metterci tutta la tua
buona volontà, perché dall'altra parte della chiesa, c'è una persona che non
vorrà più saperne di te, se non le chiedi scusa e le fai capire cosa ti frulla
in quella testa bacata."
La trovò dopo qualche
giro per la struttura; seduta, con le gambe rannicchiate contro il petto e il
mento appoggiato alle ginocchia. Quando le fu abbastanza
vicino, poté sentire distintamente un sospiro.
Idiota
"Ryta..."
La donna sembrò non udire
quel richiamo, ma nella sua mente balenò l'idea che fosse
sua precisa intenzione non voltarsi, non incontrare i suoi occhi, non chiarire
nulla. Non gli sembrò più tanto facile, come gliel'aveva
posta Remus.
"Ryta... ti prego,
ascoltami, un attimo solo." Tentò nuovamente,
facendosi più vicino e piegando le ginocchia, accovacciandosi alle sue
spalle.
Lei non si voltò; un
verso strano, sarcastico, le fuoriuscì dalla bocca. "Che
vuoi?"
Sirius respirò a fondo,
chiudendo per un attimo gli occhi. "Scusami..."
"Troppo facile,
Sirius, mi spiace." Sibilò furiosa lei, continuando a voltargli la
schiena. "Sono stufa dei tuoi modi infantili,
delle tue pagliacciate, del tuo non prendere nulla seriamente. Sono stanca di
aspettarti... perciò, se hai deciso di fare marcia indietro,
risparmiati le tue inutili scuse e dimmelo ora... meglio tardi
che-"
Lui la interruppe, stanco
di ascoltare quelle cose così ridicole, conseguenza del suo comportamento
stupido; la afferrò per le spalle e la tirò a sé, facendola appoggiare al suo
petto.
"Scusami,
davvero." Continuò imperterrito, cercando di reprimere il nodo che gli si
era formato in gola. "Se tra noi due c'è qualcuno
che deve fare marcia indietro sei tu, non io. Non so come sei riuscita a
sopportarmi in tutti questi anni, col mio atteggiamento da ragazzino. Davvero
non lo so, ma non passa giorno che non ringrazi Dio per questo. Sono stato un vero imbecille, non ho fatto altro che farti
soffrire... io non sono... come Remus, non sarò mai un bravo marito come lui. Avresti... sì avresti fatto meglio a sposare Jon-"
Ryta non gli diede il
tempo di continuare; si voltò, inginocchiandosi sul marmo dei gradini posteriori
della chiesa e gettandogli le braccia al collo. Gli tappò la bocca con un
bacio, avvertendo le prime lacrime scenderle copiosamente sul volto, rigandole
le guance.
Solo dopo qualche minuto,
si staccarono, più per bisogno di respirare, che per altro. Sirius le alzò il
volto, con un dito sotto il mento e le asciugò i segni sulle guance, con i
pollici. "No, ti prego... non sopporto di vederti piangere, non per me.
Non di nuovo..."
"N-non
vorrei sposare nessuno, che non sia tu, Sirius
Black..." Mormorò, con la voce interrotta dai singhiozzi, riuscendo a
mantenere il tono deciso di sempre. "...perciò
non dire mai più sciocchezze simili. Mi faresti solo del male."
Le mani lunghe e
affusolate di Ryta, una delle quali -la sinistra- ornata da un prezioso anello
in oro giallo, decorato con un brillantino, corsero sul suo viso, trascinandolo
nuovamente in un bacio divoratore.
"Scusami...
scusami... scusami..." Le sussurrò contro le labbra,
alternando le parole a piccoli baci.
La
donna sorrise contro la sua
bocca e annuì, smettendo finalmente di piangere, ma ancora con gli occhi lucidi
per la gioia. Gli prese le mani tra le sue e si alzò. "Andiamo? Ci
aspettano le prove... quel povero sacerdote..."
Sirius rise di gusto,
prendendo a camminarle accanto; improvvisamente, però, si fece preoccupato e le
rivolse uno sguardo teso.
"Che
c'è?!" Gli domandò, corrugando la fronte e arrestandosi di colpo.
"Cosa... cosa devo
dire dopo... 'e prometto di esserti fedele sempre'?!?"
Una settimana dopo, in un
torrido pomeriggio di fine agosto, Sirius Black, vestito di uno smoking nero, i
capelli legati in una coda bassa, e Ryta Falck, in un elegante abito da sposa
di color avorio, che la fasciava appena sotto le spalle ,
senza strascico e lievemente scollato, e un mazzolino di fiori d'arancio,
uscirono mano nella mano dalla chiesetta, investiti da una pioggia di riso
bianco... finalmente marito e moglie.
"E' con immensa
gioia, che siamo oggi qui a festeggiare l'unione di
due tra le persone più belle, che abbia mai avuto la fortuna di
incontrare!" Esclamò entusiasta Remus, in piedi, al tavolo degli
sposi.
Avevano
scelto di festeggiare in un ristorante periferico, anch'esso immerso nel verde,
gestito da un mago, il padre di un loro collega Auror nei battlemage.
"...Sirius, per me
sei sempre stato come un fratello, sebbene mi renda conto che non dovrei essere
io oggi, a rendervi omaggio, ma qualcun altro, che purtroppo non è qui con
noi." Tutti tacquero e chi restava del gruppo dei Malandrini, si scambiò
uno sguardo che valeva più di mille parole. "Nonostante questo, parlerò
per entrambi."
"...ma anche no!" Scherzò lo sposo, cercando di dissipare
l'aria pesante che si era creata, facendo scoppiare tutti in una risata
clamorosa.
Remus si asciugò una
lacrima, provocata dalla crisi di riso e posò il calice di spumante sul tavolino, ricoperto da una sottile tovaglia bianco
panna. "Invece ti tocca, amico mio. Dicevo...
oggi siamo qui, per festeggiare il tuo matrimonio e
credimi, non mi sembra ancora possibile. Il playboy più incallito di Hogwarts,
Hogsmeade e sì, anche qualche zona della Londra Babbana, è stato accalappiato
e... udite udite, proprio dalla donna con cui ha
sempre avuto un rapporto più che burrascoso. Quando si dicono
i miracoli..." Gli ospiti, seduti ai tavoli vicini,
esplosero nuovamente a ridere.
"Ryta..."
Proseguì il licantropo. "...per te dovrebbe parlare Lynn, ti conosce senza
dubbio meglio di me, ma sappiamo entrambi quanto emotiva e poco sensibile sia, per cui di comune accordo, mi rivolgerò io stesso a te, da
parte di entrambi..." Lynn nel frattempo, si asciugava gli enormi
goccioloni di lacrime, con un fazzolettino, tirando su con il naso di tanto in
tanto.
La sposa, si aggiustò un
ciuffo sfuggito alla semplice acconciatura che aveva scelto, arricchita da un
fermaglio dorato, che spiccava perfettamente sui lunghi capelli neri.
"Sappiamo
tutti, quanto poco responsabile, poco serio e poco maturo sia Sirius. Per cui, tu... che sei la sua antitesi, cerca di sopperire a quella
mancanza di materia grigia che lo accompagna da quando era un mocciosetto.
Ho già detto e lo ribadisco, che per me, quest'uomo -posò una mano sulla spalla di Sirius, alla sua
destra- è come un fratello e credimi, non avrei desiderato donna diversa da te,
al suo fianco. Sei veramente la persona giusta per lui... vi auguro tanta
felicità..."
Gli sposi si scambiarono un'occhiata dolce, poi Ryta si alzò, andando ad
abbracciare l'oratore della serata, prendendo a piangere sommessamente
nell'incavo del suo collo. "Grazie... Remus...
grazie davvero."
Quando Lupin tornò al
tavolo e la neo coppia andò ad aprire le danze, per
movimentare il rinfresco, Harry e Ron gli si avvicinarono alle spalle,
furtivi.
"Quanto sono...
romantici!" Bisbigliò Harry, con sguardo commosso e mani giunte.
Ron ridacchiò in una mano
e si accostò all'orecchio dell'addestratore di Logistica. "Quanto credi che durerà questo idillio, prima che scoppino a
litigare furiosamente?!"
Ginny e Lynn li
fulminarono con uno sguardo e il rosso ringraziò il cielo che Hermione fosse stata intrattenuta da Draco e Luna, al loro
tavolo.
Remus parve
scandalizzarsi; un attimo dopo le sue labbra si curvarono in un ghignetto
perfido. "Cinque galeoni che tra un quarto d'ora al massimo, si mettono a
bisticciare di nuovo... ahi!" Uno scappellotto della moglie, dietro la
nuca, non glielo tolse nessuno.
"Uhm... cinque
galeoni che ce ne mettono trenta!" Esclamarono all'unisono i due
battlemage, ora più che mai intenti ad osservare la coppietta, stretta in un
tenero abbraccio, in mezzo alla pista da ballo, attorniata da numerosi altri...
improvvisati ballerini.
"Sei felice?!"
Chiese Sirius, sfiorando le labbra della novella mogliettina, in un casto
bacio.
Ryta annuì, sorridente.
"Come non lo sono mai stata in vita mia..."
"Questo è ciò che
conta..." Mormorò, stringendola possessivamente a sé per la vita e
appoggiando la propria fronte, contro quella della
donna.
"Ahem...
Siri..." Incominciò un po' titubante lei,
bloccandosi un istante per salutare con un cenno della testa Molly e Arthur
Weasley, intenti a ballare poco distanti da loro.
L'uomo la guardò
perplesso, per quel tono così... strano. "Dimmi, tesoro..."
"Che...
ne dici, se comprassimo, l'appartamento di fronte a quello di Lynn e
Remus?!" Propose incerta, lei, trovando tutto ad un tratto molto
interessante il pavimento.
Sirius allargò gli occhi,
spaesato. "Ma Ryta, abitiamo esattamente sopra di
loro, n-non capisco, cosa ti cambia?!"
Lo sguardo bruno della
mora, restò fisso sulle mattonelle in cotto. "Beh... è più ampia
come casa, quella accanto alla loro. Sarebbe più comoda."
La presa sulla vita della
sposa aumentò, in un chiaro tentativo di scuoterla e farla decidere a parlare
apertamente e soprattutto, ad alzare gli occhi dal suolo. "Davvero non ti
capisco, Ryta, la tua casa... ehm nostra casa, è già abbastanza grande, figuriamoci!! Siamo solo in due..."
"P-per
ora..."
"Eh sì, per or-.... aspetta un momento, che vuoi dire!?" Le domandò
con un espressione più che sconvolta, a tratti incredula, smettendo all'istante
di muoversi a tempo di musica.
Un sorriso gentile, si
allargò sulle labbra truccate della donna. Tornò a guardarlo negli occhi.
"Aspetto un bambino, Sirius."
Istintivamente, l'uomo
serrò la sua mano intorno a quella della moglie. "D-dici
sul serio?" Lei annuì.
Un'ondata di gioia lo
colse; rimase a studiarla qualche istante, memorizzando ogni suo singolo gesto,
scintillio negli occhi. Era certo di non aver mai provato una felicità così
grande, così intensa. Padre... stava per diventare padre. Sì beh, in un certo
senso lui già lo era, Harry per lui era sempre stato
come un figlio... ma stavolta era diverso. Stavolta era una vita, nata dal loro
amore. Lui e Ryta.... no no,
da quel momento erano lui, Ryta e qualcun altro. Il loro qualcun altro.
Il loro bambino... o bambina...
Le strinse le braccia
intorno alla vita, facendola sollevare appena da terra, per poi farla
volteggiare. "E'... è una notizia stupenda, amore..."
Le disse, non appena ebbe terminato quel gioco.
Ryta gli accarezzò una
guancia, annuendo. "Sì, lo è..."
Stettero abbracciati per
qualche minuto, sotto lo sguardo intenerito dei presenti, tra i quali ben pochi
sapevano o avevano capito di cosa si trattasse. Ma in
quegli istanti non c'era nessuno accanto a loro, erano soli.
D'improvviso Sirius si
staccò dalla morsa affettuosa, prendendola per le spalle e guardandola serio.
"Ora... c'è solo una cosa da fare!!"
La donna lo guardò
dapprima basita, poi curiosa. "E... cioè?!"
"Lungi da me,
ordinarti di fare qualcosa che tu non voglia fare ma..."
Lei inarcò un
sopracciglio. "...ma?!"
Sirius proseguì un po'
impacciato, piegando appena la testa di lato. "...beh voglio
dire, tu ora, devi pensare a te, e alla salute del bambino. E io ovviamente non voglio obbligarti a fare scelte che
tu-"
"Scelte!? Ma di che parli?!" Domandò spazientita, cercando di intercettare
il suo sguardo.
Quando finalmente, lo sposo, si decise a guardarla negli
occhi, si accorse che di punto in bianco, era tornato serio. "Devi lasciare
il lavoro da Auror, è troppo rischioso... sai, è meglio che tu stia al sicuro,
dietro una scrivania della redazione della Gazzetta del
Profeta!"
Lo sguardo di Ryta mutò
in furioso. "Ma... ma come osi!? E chi saresti per dirmi cosa devo o non devo fare?!?"
Harry e Ron, si
scambiarono un'occhiatina, trattenendo a malapena una risata; rivolsero la loro
attenzione a Remus, che si passò una mano tra i capelli, con una smorfia di chi
la sa lunga, dipinta sulle labbra.
"Ragazzi...
pagate!!"
FINE
Eccomi a voi, con la
prima OneShot, dedicata a "Nata per soffrire", della serie che ho
deciso di creare.
Il matrimonio tanto atteso di Ryta e Sirius. Ovviamente ce ne saranno altri, in
chiave diversa... e tanti altri aneddoti! Sempre che... la mia idea vi piaccia
^^
Luna Malfoy.
Alla prossima!! ^^
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RECENSITE!! =^.^=