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Autore: Luna Malfoy    12/10/2004    5 recensioni
I momenti perduti dei nostri eroi. Quei momenti felici e malinconici, che non compaiono nella saga a capitoli, ve li ripropongo qui. Come pezzi di un puzzle...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Questa oneshot, la dedico a Ryta Holmes; perché sei una vera amica, una scrittrice di talento e perché indipendentemente da tutti coloro i quali tenteranno di metterti i bastoni tra le ruote, sono certa che riuscirai a realizzare i tuoi sogni (magari non sposare Sirius Black, ma penso che tu ne abbia altri in mente, no?! XD). Ti voglio bene... ^^

 

Duello all'ultimo fiore d'arancio

 

La chiesetta di St. Louis, periferia di Londra, era immersa nel verde. Un parco, circondava l'intera struttura, alle cui spalle ospitava un piccolo oratorio per bambini disadattati e un altrettanto piccolo cimitero; la vetrata principale, di forma rotonda, filtrava il sole di un pomeriggio di metà agosto. 

 

Al suo interno, il sacerdote attendeva all'altare, assieme ad un uomo dai lunghi capelli neri e ai suoi testimoni; l'organista, nel mentre, si dava da fare per riempire quel silenzio austero, con una semplice marcia nuziale. 

 

Dalla porta principale, spalancata, fece il suo ingresso una sposa.

 

Ryta Falck, con indosso un semplice completo gonna e maglietta rosso scuro, in mano un mazzolino di fiori raccolti nel giardino della chiesetta, barcollava incerta su un paio di tacchi quasi a spillo. Il padre, impeccabile nella sua divisa da generale dei Sunrise, la scortava impettito lungo la navata, cercando di facilitarle il compito di camminare su quei trampoli.

 

Quando furono dinanzi all'altare, Lukas Falck consegnò la figlia allo sposo, scoccandogli un'occhiata che aveva dell'intimidatorio. 

 

Il prete, sorrise ad entrambi, prima di aprire il breviario e incominciare la funzione. L'organo tacque. 

 

"Fratelli e sorelle, siamo qui riuniti davanti a Dio, per unire in matrimonio quest'uomo e questa donna."

 

Lynn Wolf ed Harry Potter, si fecero accanto allo sposo, fintanto che Remus Lupin e Ginny Weasley, si avvicinavano alla donna. 

 

Padre Jordan, fece un tacito segno allo sposo. 

 

La sempre imperturbabile Ryta, tremò impercettibilmente, quando vide l'uomo prenderle la mano e guardarla serio. "Io, Sirius Black, prendo te, Ryta Falck come mia sposa e prometto di esserti... esserti... oddio..."

 

La sposa lo guardò torva, digrignando i denti. "...fedele sempre... idiota!" 

 

Lui la guardò male. "Idiota?!... ma la sentite?! Non si può mai sbagliare al cospetto di Miss Perfezione!! Chiedimi subito scusa...!!"

 

"E perché mai?!... SEI un idiota, tesoro!!... come si fa a sbagliare la formula di rito, dopo che sono due settimane che la stiamo imparando a memoria?!!" Ringhiò livida. 

 

Harry si fece avanti, scotendo la chioma nera, in evidente stato di rassegnazione. "Adesso basta voi due!! Smettetela di fare i bambini o vi assicuro che Padre Jordan dovrà celebrare un funerale doppio, al posto del vostro matrimonio!!"

 

I due si scambiarono uno sguardo crucciato; Lynn batté il cinque col ragazzo, sorridendo al marito e alla rossa, intenti a ridacchiare. 

 

"Riprendiamo..." Sospirò il prete, guardando lo sposo con un'occhiata supplichevole. "Vi prego, impegnatevi, siamo qui da due ore... non mi è mai capitata una coppia di sposi così... ritrosi!"

 

Sirius si schiarì la voce. "Io, Sirius Black, prendo te Ryta Falck come mia sposa e prometto di esserti... ma devo proprio dirlo?!" Mugolò al sacerdote, che lo guardò sgranando gli occhi. 

 

Remus si batté una mano sulla fronte, esasperato. "...ma ti sembrano domande da fare, queste?!" Harry trattenne a stento una risatina, subito fulminato con lo sguardo dalla fidanzata, che ben poteva immaginare lo stato d'animo dell'amica, in quel momento.

 

Lynn intervenne, puntando la bacchetta magica alla schiena dell'uomo a cui doveva fare da testimone, senza farsi vedere dal prete, troppo impegnato a scambiare occhiate disperate coi chierichetti. "Ascolta Sirius, sono anni... capisci? Anni!!... che aspetto che voi due apriate gli occhi e... ora ci siete quasi, vi manca tanto così e tu non rovinerai tutto con le tue pagliacciate, sono stata chiara?!"

 

Lo sposo deglutì. "O-ok... dicevamo!?

 

Ryta però lo guardò furibonda. "Basta!! Sono stufa di te e di questa ridicola messinscena! Se non mi ami, dillo chiaro e tondo, faccio ancora in tempo ad annullare tutto! Non vedo perché dovrei sposarmi con un incapace come te, che non è in grado di ricordare il rito nuziale e di giurare fedeltà eterna alla moglie!!" Detto ciò, gli sbatté in faccia il mazzolino di fiori, scese dalle scarpe scomode e dopo averle prese in mano, corse in direzione degli uffici parrocchiali. 

 

Sirius restò a bocca aperta, anzi spalancata, sotto lo sguardo infuriato dei quattro testimoni e del padre della sposa, sul punto di sbranarlo con gli occhi. "Ma...ma..."

 

"Ma si può sapere che ti piglia, Sirius Black!!" Tuonò Lynn, facendolo sobbalzare sul posto. "Padre, ci scusi, può lasciarci soli due minuti?!"

 

L'uomo parve quasi confortato da quella richiesta; con un segno della testa richiamò i ragazzini in procinto di addormentarsi sull'altare e l'organista, che lo seguirono silenziosi fino ad un'uscita laterale, che conduceva nell'ufficio del sacerdote.

 

L'Auror Black indietreggiò, trovandosi di fronte una imbufalita Lynn e un altrettanto incazzato Harry, pronti a scagliargli un anatema mortale, da un momento all'altro. Non ebbe il coraggio di voltarsi, certo che anche il padre di Ryta non avesse un'espressione propriamente felice. 

 

"A-andiamo stavo solo scherzando!! Non la si può prendere un po' sul ridere!?" 

 

Gli occhi verde-castani di Lynn brillarono pericolosamente di rabbia. "Sul ridere? Ti pare che il matrimonio sia una cosa da prendere sul ridere, Sirius?!?" L'eco della sua voce, si disperse man mano nella navata principale della chiesa. 

 

"Lynn, mi lasci parlare un attimo con lui?!" Le domandò sorridente Remus; la ragazza sospirò rassegnata, forse speranzosa che una discussione col suo migliore amico, potesse portare un po' di sale in zucca all'uomo. "Tu vieni con me..." Riprese autoritario e serio, afferrandolo per un braccio senza delicatezza. 

 

Gli occhi di Sirius non abbandonarono neppure per un istante il pavimento a mosaico, della struttura, fino a che non furono usciti nel giardinetto antistante, il cui terreno era di ghiaia; a quel punto alzò lo sguardo, sperduto, sull'amico. 

 

Remus sedette sulle gradinate principali, fissando almeno in apparenza verso la cancellata della chiesa. Restarono così, in silenzio, per un po', ascoltando il lieve cinguettio di qualche uccellino e lo stridio delle cicale. 

 

"Parla... avanti, sputa il rospo o non potrò aiutarti." Lo esortò il licantropo. "Cosa c'è che non va, Siri? Ti sei pentito di averle chiesto di sposarti?"

 

L'uomo si irrigidì, allargando gli occhi; parve pensarci un po' su, poi scosse la testa freneticamente, infilando le mani nelle tasche dei jeans neri. "No, questo no."

 

"Allora cosa?" Insistette l'altro, guardandolo severamente. "Paura?"

 

Sirius distolse lo sguardo dagli occhi dell'amico; si perse qualche istante a osservare il gruppo di ragazzini, incaricati di fare i chierichetti, rincorrersi per il cortile ridacchiando e riempiendo l'aria di allegria. Gli si sedette accanto. "Sì..."

 

"Oddio, sì è un po' generico... vorrei sapere, quale è la tua paura principale." Ammise Remus, grattandosi la nuca con fare nervoso. "Credi di non amarla a sufficienza?!"

 

"Credo di amarla troppo." Spiegò invece lui, abbassando di colpo lo sguardo, con fare imbarazzato. 

 

Lupin lo guardò stranito, inarcando un sopracciglio. "Troppo? Da quando in qua in amore, esiste la parola troppo?"

 

"Non chiederlo a me." Fece serio, scrollando la lunga chioma nera, sciolta sulla maglietta a maniche corte bianca.

 

"Siri, lascia che te lo dica, mi sembri un po' confuso amico mio." 

 

Le grida dei ragazzini si fecero più acute, ma ugualmente festose, mentre continuavano a rincorrersi, rischiando di inciampare nelle lunghe tonache da cerimonia.

 

"Lo so." Confermò, sospirando affranto. "E' che, sono anni che so esattamente cosa provo ed anni che cerco di nasconderlo, a me stesso prima ancora che a lei. Ho sempre avuto paura di Ryta."

 

"Effettivamente ha un bel caratterino!" Ridacchiò Remus, grattandosi una guancia col dito indice.

 

Sirius si lasciò sfuggire un sorrise, dolce. "Eh sì, ma non intendo in quel senso. Mi spiego." L'amico annuì. "Ryta è sempre stata capace di placare ogni mia presunzione, era ed è tuttora bravissima a zittirmi con uno sguardo e a rimettermi al mio posto. E' capace di farmi sentire... nudo. Senza difese."

 

"E' l'amore." Spiegò breve l'uomo. "La nostra soldatessa è riuscita a far sciogliere il piccolo cuoricino di granito del caro vecchio, Sirius Black, donnaiolo e libertino per eccellenza."

 

Il diretto interessato annuì, convinto. "Lo so, è proprio questo che mi spaventa. E' riuscita a farmi conoscere emozioni che... non avrei mai creduto potessi provare. Ho sempre amato troppo la mia libertà e la parte che recitavo."

 

"Già sì, ne so qualcosa. Ryta ha sofferto molto sia in passato, che in tempi più recenti, per questo." Confidò Remus, stringendo tra le mani un sassolino raccolto da terra e mantenendo lo sguardo fisso al suolo.

 

"D-dici sul serio?!" Chiese, inghiottendo il vuoto e scrutandolo. "E... tu come lo sai?!"

 

"Dimentichi che ho sposato la sua migliore amica, Sirius." Esclamò sorridente, con un tono di ovvietà nella voce, che fece sentire l'altro un vero sciocco. 

 

Lo sposo alzò gli occhi al cielo, studiando la facciata della piccola chiesetta, da poco ristrutturata. "Ricordi, questo posto?!"

 

Il testimone annuì, gli occhi illuminati di malinconia. "Oh sì, come fosse ieri. Eppure son già passati... oddio, quanti anni ha, Harry?!"

 

Sirius scoppiò a ridere. "Qualcosa intorno ai venti, sì... anche se io me lo ricordo ancora quando è nato. James aveva una faccia! Doglie in piena notte, poveri loro."

 

"Già..." Sorrise triste. "Non ho mai visto il nostro amico più felice, tranne..."

 

"...quando ha sposato Lily, già." Ricordò l'uomo dai capelli neri, passandosi entrambe la mani sul volto, imperlato di sudore per il gran caldo. "Faceva tanto il bulletto eppure, ricordo ancora la faccia che fece là... dove ora dovrei essere io, quando la sua Lily entrò in chiesa, vestita di bianco. Non ero sicuro che mi arrivasse a fine cerimonia, era pallido come un cencio..."

 

"E ora tocca a te." Ribatté Remus, battendogli una pacca amichevole sulla spalla robusta.

 

"...e ora tocca a me." Ripeté lui, mentre un sorriso amaro gli piegava le labbra. "Sarò un buon marito, come lo è stato James? Come... lo sei tu? Io non sono come voi."

 

L'amico lo guardò provocatorio. "Oh sì che lo sei, quando ti impegni. E ora, mio caro, devi metterci tutta la tua buona volontà, perché dall'altra parte della chiesa, c'è una persona che non vorrà più saperne di te, se non le chiedi scusa e le fai capire cosa ti frulla in quella testa bacata."

 

 

 

La trovò dopo qualche giro per la struttura; seduta, con le gambe rannicchiate contro il petto e il mento appoggiato alle ginocchia. Quando le fu abbastanza vicino, poté sentire distintamente un sospiro. 

 

Idiota

 

"Ryta..." 

 

La donna sembrò non udire quel richiamo, ma nella sua mente balenò l'idea che fosse sua precisa intenzione non voltarsi, non incontrare i suoi occhi, non chiarire nulla. Non gli sembrò più tanto facile, come gliel'aveva posta Remus.

 

"Ryta... ti prego, ascoltami, un attimo solo." Tentò nuovamente, facendosi più vicino e piegando le ginocchia, accovacciandosi alle sue spalle. 

 

Lei non si voltò; un verso strano, sarcastico, le fuoriuscì dalla bocca. "Che vuoi?"

 

Sirius respirò a fondo, chiudendo per un attimo gli occhi. "Scusami..."

 

"Troppo facile, Sirius, mi spiace." Sibilò furiosa lei, continuando a voltargli la schiena. "Sono stufa dei tuoi modi infantili, delle tue pagliacciate, del tuo non prendere nulla seriamente. Sono stanca di aspettarti... perciò, se hai deciso di fare marcia indietro, risparmiati le tue inutili scuse e dimmelo ora... meglio tardi che-"

 

Lui la interruppe, stanco di ascoltare quelle cose così ridicole, conseguenza del suo comportamento stupido; la afferrò per le spalle e la tirò a sé, facendola appoggiare al suo petto. 

 

"Scusami, davvero." Continuò imperterrito, cercando di reprimere il nodo che gli si era formato in gola. "Se tra noi due c'è qualcuno che deve fare marcia indietro sei tu, non io. Non so come sei riuscita a sopportarmi in tutti questi anni, col mio atteggiamento da ragazzino. Davvero non lo so, ma non passa giorno che non ringrazi Dio per questo. Sono stato un vero imbecille, non ho fatto altro che farti soffrire... io non sono... come Remus, non sarò mai un bravo marito come lui. Avresti... sì avresti fatto meglio a sposare Jon-"

 

Ryta non gli diede il tempo di continuare; si voltò, inginocchiandosi sul marmo dei gradini posteriori della chiesa e gettandogli le braccia al collo. Gli tappò la bocca con un bacio, avvertendo le prime lacrime scenderle copiosamente sul volto, rigandole le guance. 

 

Solo dopo qualche minuto, si staccarono, più per bisogno di respirare, che per altro. Sirius le alzò il volto, con un dito sotto il mento e le asciugò i segni sulle guance, con i pollici. "No, ti prego... non sopporto di vederti piangere, non per me. Non di nuovo..."

 

"N-non vorrei sposare nessuno, che non sia tu, Sirius Black..." Mormorò, con la voce interrotta dai singhiozzi, riuscendo a mantenere il tono deciso di sempre. "...perciò non dire mai più sciocchezze simili. Mi faresti solo del male."

 

Le mani lunghe e affusolate di Ryta, una delle quali -la sinistra- ornata da un prezioso anello in oro giallo, decorato con un brillantino, corsero sul suo viso, trascinandolo nuovamente in un bacio divoratore. 

 

"Scusami... scusami... scusami..." Le sussurrò contro le labbra, alternando le parole a piccoli baci. 

 

La donna sorrise contro la sua bocca e annuì, smettendo finalmente di piangere, ma ancora con gli occhi lucidi per la gioia. Gli prese le mani tra le sue e si alzò. "Andiamo? Ci aspettano le prove... quel povero sacerdote..."

 

Sirius rise di gusto, prendendo a camminarle accanto; improvvisamente, però, si fece preoccupato e le rivolse uno sguardo teso. 

 

"Che c'è?!" Gli domandò, corrugando la fronte e arrestandosi di colpo. 

 

"Cosa... cosa devo dire dopo... 'e prometto di esserti fedele sempre'?!?" 

 

 

 

Una settimana dopo, in un torrido pomeriggio di fine agosto, Sirius Black, vestito di uno smoking nero, i capelli legati in una coda bassa, e Ryta Falck, in un elegante abito da sposa di color avorio, che la fasciava appena sotto le spalle , senza strascico e lievemente scollato, e un mazzolino di fiori d'arancio, uscirono mano nella mano dalla chiesetta, investiti da una pioggia di riso bianco... finalmente marito e moglie. 

 

"E' con immensa gioia, che siamo oggi qui a festeggiare l'unione di due tra le persone più belle, che abbia mai avuto la fortuna di incontrare!" Esclamò entusiasta Remus, in piedi, al tavolo degli sposi. 

 

Avevano scelto di festeggiare in un ristorante periferico, anch'esso immerso nel verde, gestito da un mago, il padre di un loro collega Auror nei battlemage.

 

"...Sirius, per me sei sempre stato come un fratello, sebbene mi renda conto che non dovrei essere io oggi, a rendervi omaggio, ma qualcun altro, che purtroppo non è qui con noi." Tutti tacquero e chi restava del gruppo dei Malandrini, si scambiò uno sguardo che valeva più di mille parole. "Nonostante questo, parlerò per entrambi."

 

"...ma anche no!" Scherzò lo sposo, cercando di dissipare l'aria pesante che si era creata, facendo scoppiare tutti in una risata clamorosa. 

 

Remus si asciugò una lacrima, provocata dalla crisi di riso e posò il calice di spumante sul tavolino, ricoperto da una sottile tovaglia bianco panna. "Invece ti tocca, amico mio. Dicevo... oggi siamo qui, per festeggiare il tuo matrimonio e credimi, non mi sembra ancora possibile. Il playboy più incallito di Hogwarts, Hogsmeade e sì, anche qualche zona della Londra Babbana, è stato accalappiato e... udite udite, proprio dalla donna con cui ha sempre avuto un rapporto più che burrascoso. Quando si dicono i miracoli..." Gli ospiti, seduti ai tavoli vicini, esplosero nuovamente a ridere. 

 

"Ryta..." Proseguì il licantropo. "...per te dovrebbe parlare Lynn, ti conosce senza dubbio meglio di me, ma sappiamo entrambi quanto emotiva e poco sensibile sia, per cui di comune accordo, mi rivolgerò io stesso a te, da parte di entrambi..." Lynn nel frattempo, si asciugava gli enormi goccioloni di lacrime, con un fazzolettino, tirando su con il naso di tanto in tanto. 

 

La sposa, si aggiustò un ciuffo sfuggito alla semplice acconciatura che aveva scelto, arricchita da un fermaglio dorato, che spiccava perfettamente sui lunghi capelli neri. 

 

"Sappiamo tutti, quanto poco responsabile, poco serio e poco maturo sia Sirius. Per cui, tu... che sei la sua antitesi, cerca di sopperire a quella mancanza di materia grigia che lo accompagna da quando era un mocciosetto. Ho già detto e lo ribadisco, che per me, quest'uomo -posò una mano sulla spalla di Sirius, alla sua destra- è come un fratello e credimi, non avrei desiderato donna diversa da te, al suo fianco. Sei veramente la persona giusta per lui... vi auguro tanta felicità..."

 

Gli sposi si scambiarono un'occhiata dolce, poi Ryta si alzò, andando ad abbracciare l'oratore della serata, prendendo a piangere sommessamente nell'incavo del suo collo. "Grazie... Remus... grazie davvero."

 

Quando Lupin tornò al tavolo e la neo coppia andò ad aprire le danze, per movimentare il rinfresco, Harry e Ron gli si avvicinarono alle spalle, furtivi. 

 

"Quanto sono... romantici!" Bisbigliò Harry, con sguardo commosso e mani giunte. 

 

Ron ridacchiò in una mano e si accostò all'orecchio dell'addestratore di Logistica. "Quanto credi che durerà questo idillio, prima che scoppino a litigare furiosamente?!"

 

Ginny e Lynn li fulminarono con uno sguardo e il rosso ringraziò il cielo che Hermione fosse stata intrattenuta da Draco e Luna, al loro tavolo. 

 

Remus parve scandalizzarsi; un attimo dopo le sue labbra si curvarono in un ghignetto perfido. "Cinque galeoni che tra un quarto d'ora al massimo, si mettono a bisticciare di nuovo... ahi!" Uno scappellotto della moglie, dietro la nuca, non glielo tolse nessuno.

 

"Uhm... cinque galeoni che ce ne mettono trenta!" Esclamarono all'unisono i due battlemage, ora più che mai intenti ad osservare la coppietta, stretta in un tenero abbraccio, in mezzo alla pista da ballo, attorniata da numerosi altri... improvvisati ballerini. 

 

 

 

"Sei felice?!" Chiese Sirius, sfiorando le labbra della novella mogliettina, in un casto bacio. 

 

Ryta annuì, sorridente. "Come non lo sono mai stata in vita mia..."

 

"Questo è ciò che conta..." Mormorò, stringendola possessivamente a sé per la vita e appoggiando la propria fronte, contro quella della donna. 

 

"Ahem... Siri..." Incominciò un po' titubante lei, bloccandosi un istante per salutare con un cenno della testa Molly e Arthur Weasley, intenti a ballare poco distanti da loro. 

 

L'uomo la guardò perplesso, per quel tono così... strano. "Dimmi, tesoro..."

 

"Che... ne dici, se comprassimo, l'appartamento di fronte a quello di Lynn e Remus?!" Propose incerta, lei, trovando tutto ad un tratto molto interessante il pavimento. 

 

Sirius allargò gli occhi, spaesato. "Ma Ryta, abitiamo esattamente sopra di loro, n-non capisco, cosa ti cambia?!" 

 

Lo sguardo bruno della mora, restò fisso sulle mattonelle in cotto. "Beh... è più ampia come casa, quella accanto alla loro. Sarebbe più comoda."

 

La presa sulla vita della sposa aumentò, in un chiaro tentativo di scuoterla e farla decidere a parlare apertamente e soprattutto, ad alzare gli occhi dal suolo. "Davvero non ti capisco, Ryta, la tua casa... ehm nostra casa, è già abbastanza grande, figuriamoci!! Siamo solo in due..."

 

"P-per ora..."

 

"Eh sì, per or-.... aspetta un momento, che vuoi dire!?" Le domandò con un espressione più che sconvolta, a tratti incredula, smettendo all'istante di muoversi a tempo di musica. 

 

Un sorriso gentile, si allargò sulle labbra truccate della donna. Tornò a guardarlo negli occhi. "Aspetto un bambino, Sirius."

 

Istintivamente, l'uomo serrò la sua mano intorno a quella della moglie. "D-dici sul serio?" Lei annuì. 

 

Un'ondata di gioia lo colse; rimase a studiarla qualche istante, memorizzando ogni suo singolo gesto, scintillio negli occhi. Era certo di non aver mai provato una felicità così grande, così intensa. Padre... stava per diventare padre. Sì beh, in un certo senso lui già lo era, Harry per lui era sempre stato come un figlio... ma stavolta era diverso. Stavolta era una vita, nata dal loro amore. Lui e Ryta.... no no, da quel momento erano lui, Ryta e qualcun altro. Il loro qualcun altro. Il loro bambino... o bambina... 

 

Le strinse le braccia intorno alla vita, facendola sollevare appena da terra, per poi farla volteggiare. "E'... è una notizia stupenda, amore..." Le disse, non appena ebbe terminato quel gioco. 

 

Ryta gli accarezzò una guancia, annuendo. "Sì, lo è..."

 

Stettero abbracciati per qualche minuto, sotto lo sguardo intenerito dei presenti, tra i quali ben pochi sapevano o avevano capito di cosa si trattasse. Ma in quegli istanti non c'era nessuno accanto a loro, erano soli. 

 

D'improvviso Sirius si staccò dalla morsa affettuosa, prendendola per le spalle e guardandola serio. "Ora... c'è solo una cosa da fare!!"

 

La donna lo guardò dapprima basita, poi curiosa. "E... cioè?!"

 

"Lungi da me, ordinarti di fare qualcosa che tu non voglia fare ma..."

 

Lei inarcò un sopracciglio. "...ma?!"

 

Sirius proseguì un po' impacciato, piegando appena la testa di lato. "...beh voglio dire, tu ora, devi pensare a te, e alla salute del bambino. E io ovviamente non voglio obbligarti a fare scelte che tu-"

 

"Scelte!? Ma di che parli?!" Domandò spazientita, cercando di intercettare il suo sguardo.

 

Quando finalmente, lo sposo, si decise a guardarla negli occhi, si accorse che di punto in bianco, era tornato serio. "Devi lasciare il lavoro da Auror, è troppo rischioso... sai, è meglio che tu stia al sicuro, dietro una scrivania della redazione della Gazzetta del Profeta!"

 

Lo sguardo di Ryta mutò in furioso. "Ma... ma come osi!? E chi saresti per dirmi cosa devo o non devo fare?!?"

 

 

 

Harry e Ron, si scambiarono un'occhiatina, trattenendo a malapena una risata; rivolsero la loro attenzione a Remus, che si passò una mano tra i capelli, con una smorfia di chi la sa lunga, dipinta sulle labbra. 

 

"Ragazzi... pagate!!"

 

 

FINE

 

Eccomi a voi, con la prima OneShot, dedicata a "Nata per soffrire", della serie che ho deciso di creare. Il matrimonio tanto atteso di Ryta e Sirius. Ovviamente ce ne saranno altri, in chiave diversa... e tanti altri aneddoti! Sempre che... la mia idea vi piaccia ^^   

 

Luna Malfoy.

 

Alla prossima!! ^^

 

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V

RECENSITE!! =^.^=

 

   
 
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