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Autore: Grigio Efelante    31/08/2013    0 recensioni
«Ti scriverei, tutto il giorno ti scriverei. E lo sai che passerei ogni minuto della mia giornata a domandarti come stai e se hai del tempo per sentirci; per ascoltare la tua voce e il tuo accento un po' diverso dal mio (...)»
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ti scriverei, tutto il giorno ti scriverei. E lo sai che passerei ogni minuto della mia giornata a domandarti come stai e se hai del tempo per sentirci; per ascoltare la tua voce e il tuo accento un po' diverso dal mio e sentirti più vicina. Bellissima, ti chiedo solo di lasciare che io dedichi il mio tempo a pensare a noi due, insieme. Distanti, ma insieme. Non sai quanto ti vorrei e che abbraccio il mio cuscino ogni notte e tutta la notte se la sera prima non ti ho scritto. Tu manchi ancora seduta affianco a me e nel letto. Ho tentato di pensare a te entro un limite, lo giuro che ho tentato!, però tu eri lì, tra le mie braccia, mentre mi tenevi la mano e sognavi. Così anche io ho sognato. Ad occhi aperti. Ed era un sogno bellissimo: c'eri tu nel tuo letto, sdraiata su un fianco, ed io che ti tenevo e, accidenti, anche tu mi tenevi, la mano. Senza forza e senza peso, le due mani abbandonate una nell'altra, intrecciate. Quel sogno era tutto meno che un sogno. Cercavo un bel finale per quella notte, uno in cui mi sarei svegliato non provando tutto quello, una fine perfetta in cui ti giravi con i capelli scompigliati e mi baciavi dicendo che qualsiasi persona io fossi stata non ti sarebbe importato, perché ero importante io, per te, proponendo poi di rimanere ancorato abbracciati. Non sono bravo a mettere punti e a finire, infatti non potevo fare altro che pensare alla folle paura che tu mi piacessi davvero, così, in piedi, vicino al letto, guardavo dall'alto la situazione. Tu, senza di me, dormivi e ti lamentavi per il freddo. In un attimo ero di nuovo con te tra le coperte quasi tutte dalla tua parte. Non volevo mi perdessi per una mia stupida paura. Adesso te lo vorrei scrivere e tra qualche anno mi pentirò amaramente di aver voluto senza mai agire. Ti scriverei che non ti amo, ma che sono felice. Sei tu che mi rendi felice e che mi dai un motivo per continuare a credere ci sia sempre un lato positivo dopo quello negativo, e poi, se non lo sono io, non posso farti ridere e tirarti su di morale e immaginare il tuo sorriso e la risata che mi fa volare e camminare per il resto della giornata a un dito da terra: abbastanza in alto per sembrarmi più vicino alle nuvole, ma abbastanza in basso perché nessuno se ne accorga. In poche parole mi fai andare in giro come Heidi, che saltella sui monti con un sorriso impossibile da non notare. Ora, non sto chiudendo con l'immagine più poetica di sicuro, ma io non me la cavo con i finali, credo di averlo detto già qui da qualche parte, ma anche senza quello perfetto, ho scoperto, può andare bene. Poi a me va bene così, bellissima.
   
 
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