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Autore: Dancing girls    01/09/2013    8 recensioni
La Maison de l'ABC è la più importante organizzatrice di vacanze studio in Francia; Grantaire lavora lì ogni estate in compagnia del suo solito gruppo.
Quell'anno tutto sembra procedere come al solito, Grantaire non sa che Combeferre ha fatto assumere un suo amico.
E che quel suo amico si chiama Enjolras.
Dal testo: "Courfeyrac sollevò il cappello in segno di saluto dando il la a una sfilza di 'bienvenue!' e presentazioni, finché il nuovo arrivato non tese la sua mano bianca e delicata verso R dicendo:«Enjolras»
«Grantaire» , rispose questi afferrandola.

Strano, pensò, come anche una mano tanto fine potesse avere una stretta così salda."
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Enjolras, Grantaire, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Compilare il De Apollo parte II
 
R aprì gli occhi sentendo una pressione sulla spalla. Mise lentamente a fuoco la sua camera. Beh, quello era decisamente il risveglio più tranquillo della settimana. Certo, invece che essere sdraiato sul letto era seduto alla scrivania ed aveva un foglio appiccicato alla guancia e alcune bottiglie vuote giacevano tristemente abbandonate sul pavimento e c’era una mano guantata di nero appoggiata sulla sua spalla ma… 

Aspetta un secondo…
R si voltò molto lentamente, senza preoccuparsi di staccare la carta dalla guancia. Una figura nera era in piedi dietro di lui e prese lentamente forma. 

Darth Vader.
Darth Vader era nella sua stanza.
Darth Vader gli stava stringendo la spalla.
Darth Vader lo aveva guardato dormire.
Un principio di infarto assalì R che non poteva fare altro se non tenere la bocca spalancata. 

Darth Vader.
Qualcuno da qualche parte ce l’aveva con lui, e quel qualcuno doveva essere davvero pieno di senso dell’umorismo e probabilmente di rancore.
<< Che la forza sia con te. >> affermò il caro Darthy con la sua voce lugubre. Poi con uno svolazzamento di mantello uscì dalla stanza come se niente fosse.
 
R pensò che doveva seriamente prendere in considerazione l’idea di smettere di bere.
 
Rimase come un imbecille a fissare un punto dietro di sé, un urlo fermatoglisi in gola, gli occhi sgranati ed il cuore che non ne voleva sapere di rallentare la sua corsa. Stette lì per cinque minuti di crescente terrore nei quali la sua mente realizzava di essere appena stato svegliato da una persona vestita da Darth Vader che aveva scassinato la porta della sua stanza e l’aveva guardato mentre dormiva.
Appena le gambe gli smisero di tremare R si alzò ed esaminò la serratura: era intatta, era stata aperta con la chiave.
Ma chi cazzo si prende la briga di rubare il passe-partout dall’ufficio per entrare in camera mia vestito da Darth Vader?!
Esattamente in quell’istante Courfeyrac ed il suo imbarazzante pigiama (maglietta con gli orsacchiotti e pantaloncini con le biciclette) fecero la loro entrata saltellando sul posto freneticamente, con un sorriso a trentadue denti.
<< Tu! >> sbraitò Grantaire, un dito accusatore alzato verso di lui.
<< R ti prego dimmi che l’hai visto anche tu! >> lo ignorò l’amico.
<< Tu hai... Che cosa?! Chi? >>
Courf si avvicinò di un passo e in un sussurro pronunciò:  << Darth Vader! >>
L’espressione sul volto di R raggiunse livelli di incredulità epici.
<< Eh? Ma non eri tu?! >>
<< Oddio R! Non è stato incredibile? Io sono stato addirittura svegliato da lui! Forse sono un prescelto! >>
<< Non eri tu?! Io ero convinto che fossi tu! Cazzo, Courf, sai cosa vuol dire? >>
<< Che siamo dei prescelti? >>, chiese Courfeyrac speranzoso.
<< Che Darth Vader ci ha guardato dormire. >>
 
***
 
Grantaire si stava infilando la maglietta mentre un Courfeyrac ancora saltellante lo aspettava fuori dalla porta, quando il suo sguardo si posò sul pezzo di carta sul quale si era addormentato la sera prima.
 
DE APOLLO : FAI RICERCHE!

1) Gli piace la musica? Non si interessa di musica (però suona il violino)
2) Porta i boxer o le mutande? Boxer (ADERENTI)
3) Gli piace leggere? Libro preferito?

4) Gli piace la tv?

5) E il cinema? Film preferito? Lincoln, Il buio oltre la siepe, Il gladiatore…
6) Cosa ne pensa della poesia? 

7) Ha mai visto Game of Thrones?

8) The al limone o alla pesca? Pesca
9) Casa di Hogwarts? Chiaramente Grifondoro
10) È gay? 

11) Colore preferito? 

12) Ama viaggiare?
13) Qual è la sua città preferita?
14) Gatto o cane?
15) Biondo naturale?
16) Come è finito a fare lavori socialmente utili?!
17) Cibo preferito? Crepe ai frutti di bosco
18) Gli piace la fotografia?
19) Gli piace l’arte? Sì (?)
 
***
 
<< Ma tutti gli altri dove sono finiti? >> chiese R preoccupato da Courfeyrac, che aveva un’espressione sin troppo eloquente, eppure taceva.
<< Combeferre si è preso la giornata libera, Bossuet è a letto con la gamba rotta e – sono sicuro l’avrai già constatato – Enjolras non c’è mai per colazione. >> rispose.
<< Feuilly? >> tentò Grantaire.
<< Non ne ho idea. Si potrebbe fare un’intera lista di motivi per spiegare il suo ritardo. >> concluse Courf ammiccando.
Grantaire affondò la faccia nei cereali desiderando ardentemente di potersi affogare in quelle due dita di latte.
<< A proposito di liste! Se hai bisogno di una mano, posso assicurarti che Enjolras è biondo naturale. >>
<< Come cazzo hai fatto a capire che era su Enjolras?! Cioè, non che sia su Enjolras, ma cosa ti spinge a pensare che sia su di lui? >>
<< Alors, in primo luogo è l’unico biondo qui dentro, poi sono il tuo migliore amico, non pensare che non abbia notato come lo guardi e infine ho i miei informatori nelle retrovie, che mi hanno riferito del giretto in bagno che ti sei fatto la prima volta che l’hai visto. E comunque, Grantaire, me l’hai appena detto tu stesso. >>
<< Voglio morire. >> dichiarò R sbattendo ripetutamente la testa sul tavolo.
<< Dai mon ami, parliamone. >> iniziò Courfeyrac. << Ma per te è una cosa seria? >>
Grantaire lo guardò con aria rassegnata << Courf, quando mai mi hai visto fare qualcosa del genere per un’altra persona? >>
<< Mai. Senti, R, quello che sto per dirti lo dico solo perché ti voglio bene, e credo tu ne abbia passate abbastanza e non abbia nessun bisogno di aggiungere anche un’infelice storia a senso unico. Conosco bene Enjolras e… >>
<< Courfeyrac non fare lo splendido, lo conosci da una settimana appena. Probabilmente so anche più cose io su di lui, sai, era lo scopo della lista quello. >>
<< Della musica non glien’è mai fregato nulla, adora leggere ed il libro che gli è piaciuto di più è Il conte di Montecristo, odia la televisione e la poesia gli piace abbastanza, soprattutto Brecht. Ah, il suo colore preferito è il rosso. Grantaire, la prima volta che ho incontrato Enjolras avevamo cinque anni. Dopo Combeferre sono la persona che lo conosce meglio al mondo e ti posso assicurare che non solo non è gay, ma non ha mai considerato nessuno in quel senso in tutta la sua vita, uomo o donna che fosse>>
<< Tu conosci Enjolras da…? >>
<< Sì. Io, lui e Combeferre studiavamo violino insieme. Però ascoltami, per favore, per una volta nella mia vita sto parlando seriamente: lascia perdere. Enjolras divide le persone in tre categorie: quelle che lo lasciano indifferente, quelle che odia, ed i suoi amici. Nient'altro, non è proprio in grado di amare. >>
<< Assomiglierà anche ad un dio, ma è pur sempre umano. E' impossibile che non possa provare qualcosa per qualcuno. >>
<< Lo è. Enjolras è impossibile. Non hai nessuna possibilità con lui. >>
<< Guarda che non mi importa se non ha mai… >>
<< No, non è soltanto il fatto che sia vergine, non si è mai interessato a nessuno. In nessun senso. Non capirebbe nemmeno che lui ti piace. >>
<< Ti farò vedere che ti sbagli. Dammi tre settimane e ti assicuro che glielo dimostrerò. >>
<< Grantaire, ti stai imbarcando in un'impresa che è come il Titanic: non arriverà alla fine. >>
 
***
 
Grantaire si stava godendo il suo poco tempo libero concessogli dalle lezioni a cui i ragazzi italiani partecipavano al mattino, leggendo un bel libro seduto su una panchina nel giardino dell'università.
Alzò lo sguardo dalla sua lettura soltanto quando un ragazzo gli si sedette a fianco.
Le labbra color papavero erano incurvate in un sorriso, la cui dolcezza riluceva anche negli occhi nocciola, abbelliti da una linea sottile di eyeliner verde foglia; il suo viso era cosparso da una manciata di lentiggini e una cascata di boccoli biondo-rossicci scendeva fino alla vita.
<< Hai gli occhi intonati alla maglietta. >> gli disse. Poi si alzò e se ne andò.
Ma oggi che cazzo ha la gente? Prima Darth Vader e ora questo! Che altro deve succedermi?
A rispondergli fu l'inesorabile avanzata di Lamarque, che si faceva avanti come un incendio nella foresta.
Quando furono faccia a faccia la donna sorrise.
<< Bene. Giornata produttiva, vedo! Bello il libro? >>
<< Mai quanto te, Di. >>
<< In ogni caso, c'è bisogno che qualcuno faccia visitare il campus al sostituto di Bossuet. >>
<< E' compito di Ferre, no? >>
<< Sì, ma come tu ben sai oggi ha la giornata libera, vi raggiungerà solo verso le sette per organizzare la serata. Quindi a te l'onore. >>
Grantaire sbuffò: << Come si chiama la matricola? >>
<< Montparnasse. >>
 
***
 
<< … e quell'edificio là in fondo è la mensa. Adesso ti faccio vedere il tuo appartamento. >>
<< Fai strada. >> rispose l'altro, accompagnando le sue parole con un gesto svolgiato della mano. Anzi, svogliato ed elegante. Perché si poteva dire tutto di Montparnasse, ma non che non fosse fottutamente elegante.
Grantaire aveva il piacere, o meglio il dispiacere, di aver conosciuto il ragazzo tramite i Thénardier.
Nessuno sapeva molto di lui a parte che la sua coscienza era sporca tanto quanto la sua fedina penale era immacolata. Faceva parte di un gruppo di persone poco raccomandabili che si riunivano in un vecchio deposito abbandonato chiamato Patronne-Minette, e che si occupava principalmente di scippi, taccheggi, qualche rapina e soprattutto un fiorente giro di droga.
Ma Montparnasse non si accontentava di questi crimini minori, il suo amore per il bello l'aveva spinto verso il furto d'arte. Nei bassifondi di Parigi si vociferava che il misterioso colpo al museo d'arte moderna del 2010 fosse stata opera sua, che a lui apparteneva la snella figura nera che si era introdotta nell'edificio e aveva sottratto i cinque quadri più famosi1.
<< Quello chi è? >> chiese Montparnasse indicando una persona che passava.
Grantaire sollevò un sopracciglio: << E' uno della sicurezza. E' scritto sulla casacca. >> rispose.
<< E quello? >>
<< E' sempre uno della sicurezza. Se non l'hai notato sono vestiti uguali. >>
<< Veramente la scritta del primo è giallo canarino e quella del secondo è giallo zafferano. >>
Grantaire reprimette l’istinto di tirargli un pugno.
Montparnasse si guardò un po' intorno.
<< E quello chi è invece? >> chiese indicando il ragazzo dai capelli rossi di prima.
<< Veramente non lo so. Dev'essere uno studente dell'Universitée. Credo mi abbia fatto i complimenti per la maglietta. >>
<< Non avrebbe dovuto. E' orrenda. >>
<< Guarda che la dovrai portare anche tu, è la divisa dello staff. >>
<< Ma non si intona con la mia carnagione! >> sbuffò l'altro.
<< E un occhio nero si intonerebbe con la tua carnagione? >>
<< Meglio che io non la prenda come una minaccia, Grantaire. Ho ucciso per molto meno. >>
<< Tanto la vita è solo un'invenzione odiosa di non so chi. A vivere ci si rompe la testa.2 >>
Montparnasse sbuffo.
Sarà un pomeriggio lungo e faticoso.
***
 
<< Come è stato il pomeriggio? >> chiese Courfeyrac a Grantaire.
<< Lungo. E faticoso. >>
<< Perché? >>
<< Quando vedo Montparnasse mi sale il vaffanculo. >>
<< Montparnasse? Il sostituto di Bossuet? >>
<< Lui. >>
<< Ma che tipo è? >>
<< E' uno che lavora con i genitori di Eponine. E’ lo stronzo che vendeva la roba a Bahorel. >>
Courfeyrac divenne serio: << Cosa?! E perché cazzo Di l'ha assunto? Non possiamo permettere che uno spacciatore giri per l'Universitée, R! Ci sono dei ragazzi santo cielo! >>
<< Lo so. Tra l'altro sembra che Bahorel ne sia appena uscito, non possiamo permettere che quel cazzone lo rovini di nuovo. >>
<< Assolutamente no. Tu! >> urlò Courf avvicinandosi a grandi passi a Montparnasse, che aveva iniziato a sistemare i palloni da basket in un angolo della palestra.
<< Io e te abbiamo un problema. >> scandì Grantaire.
<< Sì, abbiamo molti problemi. A quale in particolare ti stai riferendo? >> rispose l'altro senza neanche alzare lo sguardo su di lui.
Courfeyrac prese la parola: << Senti amico, se sei venuto qui per aumentare la tua clientela, sappi che… >>
<< Non ho idea di che cosa tu stia parlando. >> lo interruppe.
<< Ok, voglio farla breve: se vengo a sapere che tu hai venduto un solo milligrammo di roba a qualcuno qui dentro, non è che ti faccio licenziare, ti faccio finire direttamente in prigione. E soprattutto non avvicinarti a Bahorel, lui non ha più niente a che fare con gente come te. >>
Montparnasse sbuffò: << Il tuo amico qui non ti ha riferito nulla riguardo la mia politica sulle minacce? E comunque non sono un criminale da quattro soldi, non mi occupo di quei giri da anni ormai. >> Courfeyrac lo fulminò con lo sguardo. << Chiedi a lui >> continuò indicando Grantaire, il quale sbuffò prima di dargli ragione. << Ho sentito dire che ora si da ai furti nei musei, più che altro. >>
Courf continuò a guardarlo storto: << Facciamo che ti credo, ma un solo passo falso e… >>
Proprio in quel momento furono interrotti da Combeferre, che la prese parola e si rivolse a tutti i membri dello staff: << Bene ragazzi, è ora di mettersi al lavoro! Montparnasse, tu che sei nuovo stai con me, Feuilly con Courfeyrac e Grantaire, tu vieni con Enjolras. >>
R fece per muoversi verso il compagno quando Courf lo afferrò per un braccio e, avvicinatosi al suo orecchio, sussurrò: << So che ti piacerebbe molto venire con Enjolras, ma ricordati bene quello che ho detto stamattina. >>
<< E tu ricorda quello che io ho detto a te. >> rispose Grantaire sollevando tre dita verso di lui.
Mentre raggiungeva Enjolras, Combeferre iniziò a dare istruzioni: << Noi pensiamo ai palloni, Feuilly e Courf montate la rete da pallavolo e R, Enj preparate il campo da calcetto. >>
<< Sì signore! >> rispose prontamente Courfeyrac battendo i tacchi e facendo il saluto militare.
<< Dai, mettiamoci al lavoro, mon ange3 . >> disse R rivolto al biondo.
<< Cosa?! Come mi hai chiamato? >> chiese l'altro fermandosi di colpo.
<< Enj, no? Tu mi chiami Taire e io ti chiamo Enj. Qualche problema? >> disse con un ghigno.
<< No, direi di no. >>
Mentre Enjolras sistemava le reti e R i cinesini ai lati del campo, quest'ultimo alzò lo sguardo sul collega.
<< Allora, che cosa hai fatto per finire a bruciarti l'estate qui invece che farti un viaggetto in un bel posto? >>
<< Non c'è nessun posto che io ami più della Francia. >>
<< Ma no! Non mi dire! Non era affatto chiaro! Sei talmente cocciuto con questa tua ossessione per la Patria che neanche vuoi vedere il resto del mondo? >>
<< Come al solito mi idealizzi, Taire. Mi è sempre piaciuto vedere luoghi nuovi, ma rimane il fatto che nessun paese è glorioso come la Francia e nessuna città è bella come Parigi. Da piccolo ho viaggiato tantissimo con i miei, abbiamo visto tutta l'Europa e siamo stati un paio di volte in Africa, ma nonostante questo casa mia è qui. E tu?>>
<< Eh… Quando ero piccolo avevamo a stento i soldi per mangiare, figuriamoci per viaggiare. Quando ho compiuto diciotto anni avevo racimolato abbastanza per un viaggetto di due mesi. Poi sai, una cosa tira l'altra… Sono tornato un anno dopo. >>
<< Visto? Sei tornato perché anche per te questa è casa tua. >>
<< No, perché volevo usare i soldi che lo stato mi doveva per la borsa di studio per comprare un sacco di roba da bere. Mi spiace deluderti, Apollo, ma per me un posto vale l'altro. >> Grantaire s'interruppe per un secondo e parve riflettere: << Però ad Amsterdam con Bahorel mi ero trovato bene. >>
Enjolras scosse la testa << Sei impossibile. >>
R sorrise << Impossibile sì, ma scemo no. Non hai ancora risposto alla mia domanda: come mai devi scontare le ore di lavoro? Io ti ho raccontato la mia storia, ora tocca a te. >>
L'altro sbuffò << Protesta non autorizzata. Mi hanno arrestato. >>
<< Eh no! Adesso voglio i dettagli! Protesta per…? >>
<< Tagli all'istruzione. Ma sono sicuro che tu non ne avrai sentito il peso, visto che i fondi che lo stato investiva in te li hai usati per distruggerti il fegato, invece che per nutrire la tua mente. >>
<< E il mio fegato ne va molto fiero. >>
In quel momento da un angolo all'altro della palestra Courfeyrac gridò: << Comunque, Ferre, come mai ti sei preso il pomeriggio libero? >> Nel mentre Feuilly ridacchiava sotto i baffi.
<< Sono andato a… trovare i miei genitori… >> rispose senza guardare negli occhi Courf.
<< Combeferre, i nostri genitori vivono ad Avignone… Sono quasi sei ore di macchina. >> disse Enjolras sollevando un sopracciglio.
Tutti scoppiarono a ridere.
<< Smontato come un comodino dell’Ikea! Non è che ti sei trovato la morosa, invece? >> chiese R.
<< No! Niente del genere! >> obiettò Ferre.
<< Immagino! Aha! Sono stupefatto! Sono atterrito! Combeferre alla fine si è innamorato?4 >> lo prese in giro Grantaire.
<< No, no! Io ti credo! >> esclamò Courfeyrac, << sono sicuro che… Feuilly, lo zaino! >> In quel momento la ragazza, che era sgattaiolata alle spalle di Ferre, raccolse da terra lo zaino del collega e lo lanciò a Courf. Ma Combeferre, allenato da tanti anni di basket e di scherzi degli amici, allungò una mano per intercettare la sua borsa, che cadde miseramente in terra, riversando tutto il suo contenuto sul pavimento della palestra. Che comprendeva anche una maschera di Darth Vader e un mantello nero.
Maschera. Mantello. Darth Vader.
<< Lo sapevo! Sei l’unico nerd scemo abbastanza da fare qualcosa del genere! >> esclamò Courf saltellando sul posto.
Grantaire era semplicemente allibito. Con gli occhi sgranati sillabò: << Eri tu? >>
Ferre sorrise e si grattò la testa.
<< Eri tu. Eri tu! Cazzo, Combeferre, mi è quasi venuto un infarto! Cioè, avrei potuto tirarti in testa qualcosa di pesante e ammazzarti! >>
A quel punto Montparnasse prese la parola: << Scusate, ma credo che qui stiamo mancando il punto: perché tu hai un costume da Darth Vader? >>
<< Adora Star Wars, Star Trek e tutte quelle cose lì da quando eravamo bambini. E si traveste! Alle fiere! E’ bellissimo! >> spiegò Courfeyrac.
<< Ancora con quella pagliacciata dei travestimenti? Andiamo, Combeferre, non hai più tredici anni. >> lo rimbrottò Enjolras.
<< Alors, intanto non sono ‘travestimenti’, si chiamano ‘cosplay’ e non fingere di non esserti divertito quando ti ho costretto a portare quello di Kirk e ti sei messo a discutere con quel tipo sui diritti dei vulcaniani. E comunque non è una cosa per bambini. Oh. E dai, R, non te la prendere, era uno scherzo innocente!>>
<< Era uno scherzo grandioso! >> puntualizzò Courf.
<< Poteva venirmi un infarto! >> sbraitò R.
Montparnasse si voltò verso Feuilly. << Andranno avanti per molto, vero? >>
 
***
 
<< … chi vuole giocare a pallavolo segua Feuilly, invece chi… >> il tentativo di spiegazione di Grantaire venne interrotto di nuovo dalle urla e dalla risate di italiani, polacchi e arabi, che evidentemente si erano coalizzati contro di lui per non fargli finire il discorso. << Quelli che vogliono giocare a basket devono andare… >>
<< Ma secondo te di che colore è quel muro? >> chiese la voce di una ragazza.
<< E che cazzo… >> si arrese Grantaire.
<< Taire! Cris!5 >> la voce di Enjolras si levò talmente forte e nitida dalle altre (evidentemente istruita da tanti e tanti comizi) che tutti lo sentirono e, dopo un secondo di agognato silenzio, ognuno in quella palestra scoppiò a ridere.
Alla fine, in qualche modo, R riuscì a dare tutte le istruzioni che doveva e si recò al campo da calcio dove lo aspettava Courf.
<< Squadre avversarie. Ti faccio secco. >> lo sfidò l’amico.
<< Sono tre anni che ci provi. >> ribattè.
Dopo solo mezz’ora di partita (R: 3; Courf: 2) la situazione era decisamente degenerata. Grantaire aveva continuato ogni due per tre a girarsi verso il campo da basket, dove si trovavano Enjolras ed i suoi calzoncini rossi, e Courfeyrac aveva raggiunto lo zaino di Ferre e si era impossessato della sua maschera da Darth Vader, che aveva indossato come accessorio per aumentare il suo fascino mentre flirtava con Sajima.
<< Courfeyrac! La mia maschera! Costa più di te! >> urlò Combeferre non appena si rese conto del furto subito.
Courf baciò la mano della capo gruppo italiana e disse: << Ma cherie6, ora devo andare! Ma tornerò! Per te! >> . Quindi si mise a correre, inseguito dall’amico, come se fossero tornati all’età di tre anni e stessero giocando a guardia e ladri.
<< Courfeyrac, benedetto Voltaire, se ti prendo sei un jedi morto! >> sbraitò il poliziotto.
<< Ma, ma… Ferre! Io sono tuo padre! >> replicò il fuggitivo.
L’inseguimento si concluse con un ottimo placcaggio da parte di Ferre e una ola che coinvolse ogni ragazzo sulle gradinate.
A quel punto tutti erano caldi abbastanza da dar via al vero evento della serata: il mega partitone di calcio.
Courf, R, Bahorel (che era spuntato dal nulla) e persino Montparnasse scesero in campo, mentre Combeferre prese il ruolo di arbitro (solo per dar a Courfeyrac il maggior numero di falli possibili). Feuilly era troppo intenta a ridacchiare, seduta sulle gradinate sotto alle tre dancing girls per partecipare all’evento e non ci fu verso di convincere Enjolras a unirsi a loro. Neanche gli occhi dolci di Courfeyrac o i ricatti di Combeferre ( << Enj, se non vieni non ti do più una mano coi volantini! >> ) riuscirono a smuovere quella statua di marmo da dove si era seduta.
Ma ciò che lo colpì abbastanza da farlo alzare fu uno dei ragazzi polacchi che durante l’incontro aveva tirato fuori un bastone da passeggio. Con la testa di Napoleone come manico.
<< Taire? >> chiamò Enjolras con l’oggetto in mano, perplesso su come procedere. Non ottenne però risposta in quanto l’altro era impegnato a servire un assist ad un italiano.
<< Taire? Taire? Grantaire? >> tentò di nuovo. Sentendo il suo nome completo il ragazzo si voltò.
<< Oui? >> disse sorridendo mentre correva verso l’amico << Che cos’hai in mano? >> domandò poi un po’ interdetto.
<< Napoleone Bonaparte. Che cosa ne devo fare? >> chiese
<< Mandarlo a Sant'Elena! >> E risero insieme.
 
***
 
Una scarpa volante.
Aspetta. Una scarpa volante?

Erano ventitré anni che Grantaire giocava a calcetto e mai aveva visto qualcuno far volare via una scarpa tentando di segnare. E nessuno (Bossuet a parte) avrebbe potuto avere la sfiga che la suddetta scarpa finisse proprio sulle reti attaccate al soffitto. A più di dieci metri d’altezza.
Un italiano c’era riuscito.
Il gioco era fermo e tutti fissavano la scarpa senza saper bene come procedere.
Enjolras prese in mano la situazione ed una palla da basket.
<< Ci penso io. >> annunciò.
Prese bene la mira e con precisione lanciò il pallone. Che si impigliò esattamente di fianco alla scarpa.
Uno scroscio di risate. Enjolras divenne dello stesso colore dei suoi pantaloncini, ma mise da parte l’imbarazzo per tentare una seconda volta. Per ottennere lo stesso misero risultato della prima.
Allora Grantaire, sorridendo e scuotendo la testa, raggiunse Feuilly sugli spalti. << Senti, Feuilly, vuoi farmi un favore? >> La ragazza non rispose, troppo impegnata a osservare un punto oltre le spalle di R. L’artista le sventolò una mano davanti agli occhi per richiamare la sua attenzione. << Feuilly? Ci sei? >>
<< Certo, scusa R! Mi ero solo incantata! >>
Grantaire si girò, seguendo il suo sguardo. << A guardare Bahorel? >> chiese. << Sì, ha… una bella maglietta! >>
<< Tesoro? E’ quella dello staff… >>.
Feuilly sbuffò. << Allora, di che hai bisogno? >>
<< Potresti prendere il mio posto in campo mentre io do una mano ad Enjolras? >>
<< Certo! Con piacere! >> rispose la giovane saltando in piedi.
R si avvicinò al suo Apollo. << Vuoi che provi io? >> propose.
<< No. >> rispose con decisione.
Si può dire tutto ma non che non sia tenace.
Il ragazzo afferrò un altro pallone.
E le palle sopra la rete divennero tre.
E le risate sugli spalti quasi incontrollabili.  
<< Dai, andiamoci a sedere, quando se ne sono andati i ragazzi tiriamo giù la rete direttamente. >>
Enjolras acconsentì con uno sbuffo e si andò ad accomodare di fianco all’amico sulle gradinate.
<< Non vuoi tornare a giocare? >> chiese il biondo.
<< No, sono stanco. >> rispose. << E comunque c’è Feuilly che mi sostituisce e sembra passarsela bene. >> disse vedendo il suo sorriso mentre Bahorel le passava un braccio intorno alle spalle mentre minacciava un ragazzo arabo che le aveva appena fatto fallo. << Non trovi che Feuilly sembri un gatto mentre sorride? >> chiese guardando affettuosamente l’amica.
<< Non lo so… >> rispose Enjolras.
<< A proposito! >> chiese R << Preferisci i gatti o i cani? >>
<< I gatti ed io ci capiamo… solo che decidiamo di non interagire spesso7. >>
<< Ci avrei scommesso. >>
<< Perché scusa? >>
<< Beh, sai, tu hai tanto l’aria di un gattino che crede di essere una tigre. >>
 
***
 
DE APOLLO : FAI RICERCHE!

1) Gli piace la musica? Non si interessa di musica (però suona il violino)
2) Porta i boxer o le mutande? Boxer (ADERENTI)
3) Gli piace leggere? Libro preferito? Il conte di Montecristo
4) Gli piace la tv? No
5) E il cinema? Film preferito? Lincoln, Il buio oltre la siepe, Il gladiatore…
6) Cosa ne pensa della poesia? Gli piace abbastanza
7) Ha mai visto Game of Thrones? Non credo proprio
8) The al limone o alla pesca? Pesca
9) Casa di Hogwarts? Chiaramente Grifondoro
10) È gay? !!!!
11) Colore preferito? Rosso
12) Ama viaggiare?
13) Qual è la sua città preferita? Parigi
14) Gatto o cane? Gatto
15) Biondo naturale? A quanto pare…
16) Come è finito a fare lavori socialmente utili?! Si è fatto arrestare ad una protesta (l’idiota)
17) Cibo preferito? Crepe ai frutti di bosco
18) Gli piace la fotografia?
19) Gli piace l’arte? Sì (?)
 
GOAL DEL GIORNO: raggiunto
 
***
 
Note&Google Traduttore
1. Si fa riferimento a un furto avvenuto davvero. Nel 2010 qualcuno è entrato nella galleria di arte moderna di Parigi per rubare cinque quadri di grande importanza. Nel caso vi interessi ecco il link
2. Citazione di Grantaire dal libro
3. Mio angelo, gioco di parole perché ‘mon Enj’ si pronuncia esattamente allo stesso modo. E R se ne approfitta, ovviamente.
4. Pseudo-citazione da Red and Black: “I am agog, I am aghast, is Marius in love at last?”
5. “Taire! Urla!” Gioco di parole perché Taire significa tacere.
6. Mia cara
7. Questa è una frase che ha detto il MERAVIGLIOSO Aaron Tveit riguardo al suo rapporto coi gatti. Meow.
 
 Dancing corner!
Salut nos amis (de l'ABC)!
La sapete la news? Si è aggiunta a noi una nuova dancing girl! Si chiama Ritardo e ci accompagnerà per un bel po' di tempo.
Okay, siamo mortificate per queste millanta settimane di ritardo, ma davvero non è colpa nostra! E' colpa di George che ha eclissato ogni altra cosa nella nostra vita. Perché è una fan girl e fa le cover delle canzoni e/R cambiando i testi. Dannato.
Comunque ci dispiace tanto per il ritardo e vi diciamo subito che domenica 8 non saremo in grado di aggiornare. Quella scema di Giuls se ne parte di nuovo e quindi vi tocca aspettare. Comunque per sapere più precisamente i nostri aggiornamenti fate un salto sulla nostra pagina facebook.

E niente.

*Appare un Jehan selvatico*
*Jehan selvatico fugge*
E già, anche il nostro piccolo Jehan (vuoi vedere il nostro Jehan headcanon? Clicca qui! ) è comparso. Ed è un meraviglioso e suonato cucciolo di cincillà.

Ah, poi vorremmo aprire una piccola parentesi (Aaron, speriamo non diventi prolissa quanto le digressioni di Hugo xD), noi volevamo tanto mettere Ferre patito di sci-fi perché è tutto fissato con la scienza e il progresso ecc ecc ma la triste realtà è che noi di fantascienza non sappiamo un tubo. Mai visto Star Wars e l’unica pseudo-conoscenza che abbiamo deriva dal fatto che Giuls ha visto il film di Star Trek uscito quest’anno. Perché c’era Benedict Cumberbatch. Quindi è probabile che abbiamo detto 2302385435 castronerie, correggeteci se ce ne sono xD

L’ultima frase su Enj gattino-tigre a noi ci piace un sacco. C’è stato un giorno in cui abbiamo fatto un discorso di un’ora sul carattere di Enjolras e abbiamo concluso con quella frase, che riassumeva perfettamente quanto detto prima. Il che c’ha fatto molto ridere.

Altro mini-annuncio?
Lo sapete cosa succede il 7? Lo sapete? Eh?
E’ il compleanno di Laura!
Vi lascia a dire che esige da tutti quelli che leggono gli auguri ed un regalo. Il regalo può essere o un campanello che canta Who am I?, o un George Blagden o una recensione.
Diciamo a voi, ghost-readers! Sappiamo che ci siete! Fatelo per la Laura che compie gli anni! Cmoooon è una birthday girl!
 
Grazie per l’entusiasmo e le bellissime recensioni che ci lasciate, siete i lettori migliori del mondo e vi vogliamo tanto bene!
 
XOXO (GOSSIP GIRL)
 
Giuls&Laura
  
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