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Autore: A m e t h y s t    01/09/2013    1 recensioni
[Folkloreshipping; Kotone/Matsuba].
Shi-hane [...], lo spirito della morte si incarna ogni cento ventisette giorni, puntuale come il destino.
[...] Sulla cima del fulcro delle narrazioni, una sagoma indistinta, bagnata dal tramonto, osserva ogni aspetto della, oramai devastata, città.
[...] «Matsuba, il vecchio saggio, tuo maestro, è stato assassinato». [...] «Una piuma, una piuma arcobaleno infilzata nell'occhio destro».
[...] A far capolino sul suo viso macabramente tranquillo, un sorriso. [...] «Kai, chiarirò ogni tuo dubbio.» sussurra Matsuba, scandendo ogni parola.
[...] Ottantuno, ottantadue, ottantatré, ottantaquattro.
Il biondo dalla chioma sporca di rosso estrae dalla tasca una piuma dalle tinte arcobaleno. La assapora passandosela sulle labbra copiosamente.
[...] «Questo sangue puro e trasparente, non finirà mai di piacermi. ».
[...] Ottantacinque.
Il giovane biondo non distoglie lo sguardo dalla bambina: i suoi capelli sono castani e, un colore così banale, non può che ricordagli il suo passato, la sua vita, lei.
[...] Matsuba ricorda ogni sua movenza, i frammenti della sua memoria riemergono.
E mentre rivive gli ultimi dieci anni della sua vita, presta attenzione alle parole di quell'innocente creatura, inconsapevole di ciò che è appena avvenuto. Inconsapevole del fatto che la vita è pura illusione.
Il più sadico fra gli assassini.
[...] Ottantasei.
Genere: Horror, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Angelo, Lyra / Kotone, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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                                                                              ~ Ottantacinque ~

                                                                                                               yaso kara go


 

Shi-hane, la leggenda che scatena terrore, costantemente e ovunque. 
Lo spirito della morte si incarna ogni cento ventisette giorni, puntuale come il destino.
Il tramonto tinge, come ogni giorno, d'arancio le casette di Amarantopoli. Una città tranquilla, questo è il ricordo che gli abitanti hanno di essa. La serenità non era altro che la caratteristica principale di questo borgo dalle tonalità rilassanti. 
Un uomo dalla tonaca di un rosso sbiadito si posa su un cadavere, completamente ricoperto di sangue, tra le strade di Amarantopoli.

Ottantaquattro.

Una lieve brezza solleva i capelli della gente. La palestra pare così imponente, il teatro rende il borgo assai particolare. La torre bruciata, costituisce una delle più apprezzate mete turistiche.
Tuttavia, tra le piccole costruzioni del villaggio, incontrastata domina la torre: numerose leggende ne narrano ed ogni saggio parla di essa ai propri discendenti. Lui non deve essere da meno: i suoi posteri in un lontano futuro racconteranno di lui, rendendolo immortale.
Sulla cima del fulcro delle narrazioni, una sagoma indistinta, bagnata dal tramonto, osserva ogni aspetto della, oramai devastata, città. 
«Immortalità» sussurra il ragazzo, fissando il sol calante per mezzo dell'occhio sinistro, amaranto.
L'altro è coperto da una benda violacea, stretta attorno alla chioma. Il giovane passa la mano dalla carnagione pallida fra i capelli color fieno. Stringe la fascia in un pugno, una volta avvertita essa fra le dita. 
«
Menzogne!» grida, scattando verso la balaustra. 
A causa del brusco movimento, la sciarpa che adorna il suo collo si solleva, sfiorandogli il disonorato viso. 
Spaventati, gli uccelli fuggono, assieme alle tante creature abitanti nel bosco dalle tinte pastello. Lacrime cominciano a rigargli il viso, terminando nell'evidente taglio presente sul collo, recandogli dolore. 
Il panorama ammirabile dalla torre di Amarantopoli non ha nulla da invidiare a quello d'una villa sul mare: il bosco, in quella tiepida serata autunnale, rifletteva la splendida colorazione del tramonto. La pace e la tranquillità, tuttavia, sono estinte da mesi, mesi che paiono secoli alla mente del ragazzo.

«
Matsuba, il vecchio saggio, tuo maestro, è stato assassinato» dice un uomo comparendo sulla porta. 
Non vi è nemmeno l'ombra di un capello sul suo capo, nonostante egli non abbia più di trent'anni. Il giovane dai capelli dorati, girato di spalle, si lecca le labbra, assaporando con la lingua ogni lacrima. 

«
La bontà di questo sangue trasparente è immensa.» pensa, tentando di pronunciare qualche parola. 
«
Cosa è accaduto?» chiede, atono.
 
«Nessuno era presente. Tuttavia, posso comunicarti che Sua Eccellenza presenta ottantaquattro ferite superficiali, un evidente taglio sotto la gola e..». 
«
Sì? Continua pure.» dice il giovane continuando a dare le spalle al calvo. 
«
Una piuma, una piuma arcobaleno infilzata nell'occhio destro.» risponde quest'ultimo, rimembrando disgustato il cadavere appena visionato. 
Matsuba tace, completamente rilassato: convinto del fatto d'essere l'unico su quella terrazza a bearsi del tepore solare. A far capolino sul suo viso macabramente tranquillo, un sorriso. Il giovane monaco, invece, pare assorto nei suoi pensieri: la sua espressione corrucciata e il sudore che gli imperla la fronte non suggestionano il biondo dalle facoltà telepatiche. 

«
Appari assai turbato Kai, dimmi, cosa ti preoccupa, amico mio?» domanda il ragazzo dallo sguardo amaranto. 
Il calvo, sorpreso da quelle parole, deglutisce rumorosamente. Alza lo sguardo verso la schiena di Matsuba il quale non si è mai mosso di un singolo centimetro. Avanza verso quest'ultimo a passi pesanti, assaporando ogni attimo come fosse l'ultimo. Giunge dietro alla schiena del biondo, così vicino da poter avvertire nettamente l'assenza di battiti cardiaci. 

«
Sono molto turbato in effetti, mio caro Matsuba ». 
Matsuba pare di pietra, non si degna neppure di respirare. Sorride assiduamente, rendendo l'atmosfera carica di terrore. 

«
Molte domande, ma nessuno sa darmi risposte. » continua impellente Kai. 
Il giovane dallo sguardo ametista avverte la ferita presente sul collo pulsare: è questione di attimi. 

«
Kai, chiarirò ogni tuo dubbio.» sussurra Matsuba, scandendo ogni parola. 
Il monaco, assuefatto dalla calma espirata dal biondo, inala abbondanti quantità d'aria la quale pare anidride solforosa.

«
Matsuba, io e te ci conosciamo da una vita » dice Kai, ritrovando la pace interiore «sin da quando tu eri solo un vivace neonato ed io un isterico adolescente.» entrambi si lasciano sfuggire una pallida risata, un inesistente sfogo. 
«
Cos'è successo, circa tre mesi fa, quando sei scomparso nel vuoto?». 
A quelle parole, il sorriso del giovane Matsuba si spegne all'istante. Le ombre dei due si proiettano lungo la facciata della torre, mentre il sole scompare dietro i lievi pendii.
«
Matsuba, non sei mai stato in grado di mascherare i disastri che combinavi da bambino» prosegue Kai, rompendo il silenzio che si era creato. 
«
Matsuba. Nell'occhio sinistro del maestro, immerso nel dolore, vi era il riflesso della tua spilla.».
Il biondo abbassa lo sguardo verso la sua sciarpa, osservando minuziosamente la spilla dorata posata su di essa. Poi sorride, dimenticando il dolore proveniente dal taglio posto sotto la gola. 

«
Hai sempre avuto naso per questo genere di cose, Kai » dice Matsuba, riaccendendo il terrore nell'animo dell'amico «è un peccato che proprio tu, te ne sia accorto». 
Il ragazzo dagli occhi amaranto emette fastidiosi e terrificanti rumori per mezzo del collo e delle nocche. 

«
Se solo fossi rimasto a casa ieri sera, se solo non avessi voluto guardare negli occhi quel misero cadavere senz'anima né cuore, ora..». 
«
Ora, non dovresti uccidermi » lo interrompe Kai «Sei tu l'ombra che si aggira per Amarantopoli, piantando piume negli occhi delle tue vittime, scuoiandole vive ed incrementando i tagli su di esse di uno ogni giorno». 
Matsuba si volta senza degnare l'amico di uno sguardo. Quest'ultimo, nonostante la situazione, è il riflesso della tranquillità. L'aria pesante ed il tepore asfissiante non impensieriscono i due ragazzi. Il biondo alza lo sguardo. Il suo occhio sinistro, amaranto, è macchiato da gocce dalle tinte arcobaleno. Il suo volto è sfigurato dal dolore ma su di esso ogni smorfia muta in sorriso. Dalla ferita presente sotto la gola, il sangue sgorga imperterrito. Matsuba preme sul taglio, cercando di mascherare il dolore. Una fitta lo coglie di sorpresa, egli si trattiene dal contorcersi. Resiste per quei pochi attimi, sufficienti a pronunciare futili e vane parole. 
«Ti ho sempre ammirato molto Kai. Ciò per cui ti ammiravo, tuttavia, si è dimostrata la causa della tua fine.». 
Gli occhi amaranto del ragazzo si accendono. Lacera la carne dell'amico mentre il cuore di quest'ultimo continua a contrarsi. Il sangue ricopre il corpo della vittima, in preda ad una grave emorragia. Taglio dopo taglio, il giovane si trasforma in una carneficina umana. La sciarpa di Matsuba si sporca di sangue assieme alla sua, ormai dissolta, coscienza.

Ottantuno, ottantadue, ottantatré, ottantaquattro.

Il biondo dalla chioma sporca di rosso estrae dalla tasca una piuma dalle tinte arcobaleno. La assapora passandosela sulle labbra copiosamente. Poi, senza la minima indecisione, la infilza nel bulbo oculare destro del giovane monaco, distruggendolo e provocando la fuoriuscita del liquido lacrimale.

Se ne porta un po' alla bocca posandone una goccia sulla lingua:

«Questo sangue puro e trasparente, non finirà mai di piacermi. ».

Matsuba aspetta pazientemente sul tetto; dopo circa due ore la madre e la sorellina di Kai stanno piangendo sul corpo dell'uomo.

Ottantacinque.

Il giovane biondo non distoglie lo sguardo dalla bambina: i suoi capelli sono castani e, un colore così banale, non può che ricordagli il suo passato, la sua vita, lei. Lei, arrivata e presentatasi come un dono del destino. Attesa per sei interminabili anni, scomparsa in poco più d'un attimo. Matsuba ricorda ogni sua movenza, i frammenti della sua memoria riemergono. 
E mentre rivive gli ultimi dieci anni della sua vita, presta attenzione alle parole di quell'innocente creatura, inconsapevole di ciò che è appena avvenuto. Inconsapevole del fatto che la vita è pura illusione. 
Il più sadico fra gli assassini.

«Mamma, mamma! Il fratellone sta sognando! Guarda come brilla il suo occhio sinistro!».

Ottantasei.

  
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