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Autore: Miss_OneUp    01/09/2013    0 recensioni
L’amore scivola via, lasciandoti solo e in una lenta agonia che non finirà mai. Un’agonia che tu pensi ti porterà alla morte, prima o poi. Credetemi, non si muore. Si vive a metà. Le funzioni vitali continuano ad essere le stesse, ma dentro si è praticamente morti, incapaci di un sorriso, incapaci di trasmettere felicità, incapaci di raccoglierla, anche dai momenti più belli.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti.
Pubblico questa storia in seguito a dei brutti momenti, che avevo bisogno di raccontare e questo sito mi fa trovare sempre lo spazio giusto.
Non è una storia geniale, ma senza dubbio scritta con il sentimento.
Vi prego, commentate e fatemi sapere come l'avete trovata :)




Le stelle, la luna, la notte, i sogni. Una luce lontana, un sorriso che ti fa sentire bene, che ti fa sognare. Il mare sembra quasi sotto di me, sembra che parli. Sembro quasi felice, cullata dal respiro di colui che mi siede accanto e che mi abbraccia.
 
Buio.
 
I contorni degli oggetti accanto a me si fanno nitidi, definiti. La mia mente, pian piano, inizia a capire che era un sogno, soltanto un sogno molto realistico, quasi vero. Mi sembrava quasi di sentire la sabbia sotto le piante dei piedi che mi solleticava le dita e le onde che, lentamente, con il loro consueto rumore, s’infrangevano contro gli scogli con un costante movimento che portava a galla, volta dopo volta, animali e alghe. Invece no, era solo un sogno, un bel sogno. Ora davanti a me ho solo la cassettiera di betulla e il gatto che mi guarda, come per farmi capire che è tardi e che è solo un altro stupido giorno.
Un altro giorno senza senso. Sono sola ad affrontare tutto ciò che prima non avevo nemmeno calcolato. I giorni sembrano più lunghi, più difficili. Tutto ciò che prima sembrava stupido, quasi inutile, ora diventa così complicato, faticoso. Sono diventata taciturna. Non parlo più come prima. Prima parlavo così tanto e di cose così futili. Ora no. Ora mi esprimo in frasi brevi e piatte, del tipo: “grazie”; “no”; “no, grazie”. Tutti si sono accorti che c’è qualcosa che non va, ma io non posso spiegare cosa, sarebbe troppo difficile, davvero troppo impegnativo descrivere cosa è successo. E’una cosa che sanno tutti, ma che nessuno ha sentito da me. Probabilmente è molto stupido pensare che non parlare serva a non pensare, ma è davvero difficile anche pensare di poter intrattenere una conversazione avendo la necessità di pronunciare molto spesso quel nome, oppure descrivere cosa io provi o perché.
Quindi, di conseguenza, mi limito a tacere e a fare finta che nessuno conosca la realtà, come se vivessero in un universo parallelo uguale a questo, con l’unica differenza che li il sole ancora splende, riesce a riscaldare le persone e la gioia si sente, si può quasi toccare. Quell’universo esiste nella mia mente, io continuo a vivere li nella maggior parte del mio tempo, quando nessuno mi obbliga a parlare o a mangiare, oppure, la cosa peggiore, a pensare. A pensare che è tutto finito, che è tutto così tremendamente differente, tutto così al contrario da un giorno all’altro, dalla notte al giorno.
Vorrei solo prendere fuoco, oppure disintegrarmi senza lasciare tracce. Credo che nessuno oramai si possa accorgere della mia assenza, visto che non esiste più nessuno così legato a me, così presente dentro me da poter essere dispiaciuto per la mia scomparsa.
“Passerà”. E’la cosa che la mia mente mi dice ogni giorno, ad ogni minuto di ogni ora, ma io davvero non riesco a crederci. Non riesco proprio. Sembra così improbabile, impossibile addirittura, pensare che arriverà la mattina in cui non mi sveglierò sconvolta dai miei stessi pensieri, sconvolta dal vuoto che sento e dal sogno appena terminato, sempre diverso ma così simile agli altri, popolato da capelli scuri e sorrisi con gli incisivi leggermente accavallati. E’il mondo delle fiabe, il mondo dove davvero non esiste nulla, solo io e lui. Il resto non ha importanza davvero. Vorrei che ne avesse, ma non riesco a trovarne il senso.
Perché il sole continua ad alzarsi ogni mattina? Perché le persone continuano ad esistere? Perché i bambini continuano a sorridere?
Trovo così assurdo pensare che assolutamente nulla accanto a me sia cambiato. Tutti proseguono con la loro vita, le loro gioie ed i loro problemi, senza fare caso al fatto che ogni cinque minuti ho bisogno di guardarmi allo specchio e ripetermi che sono forte, che passerà, che il dolore che sento è solo la mia immaginazione, che non sto davvero morendo come il mio corpo cerca di farmi credere. La stretta al cuore ogni volta che vedo una sua foto non mi porterà ad accasciarmi sul pavimento freddo e a farmi lentamente scivolare nel sonno senza risveglio di cui ho davvero tanto, tantissimo bisogno. L’unica cosa che spero ultimamente è morire, non mi importa come, ma prego davvero che il mio cuore smetta di battere e, soprattutto, che il mio cervello smetta di pensare. La mia vita, ora come ora, non ha particolarmente senso.
Dicono che tutti noi siamo creature create per amare, per non stare da sole. Ognuno di noi, anche se cerca di nasconderlo, ha un tremendo bisogno di qualcuno che lo sorregga e lo aiuti, che viva per mezzo del tuo respiro e tu lo stesso per mezzo del suo.
Dicono che quando trovi l’amore te lo devi tenere stretto, perché è una cosa fragile, che si spezza con talmente tanta semplicità che nemmeno te ne rendi conto. Io ho avuto modo di capire che è assolutamente vero. L’amore scivola via, lasciandoti solo e in una lenta agonia che non finirà mai. Un’agonia che tu pensi ti porterà alla morte, prima o poi. Credetemi, non si muore. Si vive a metà. Le funzioni vitali continuano ad essere le stesse, ma dentro si è praticamente morti, incapaci di un sorriso, incapaci di trasmettere felicità, incapaci di raccoglierla, anche dai momenti più belli.
Non lasciatevi scappare la gioia di vivere, di alzarsi ogni mattina e di credere nella vita. Io l’ho fatto ed è la cosa di cui più mi pento ogni secondo della mia inutile esistenza. Sono fredda, cupa e senza vita. Dentro di me è scoppiato un temporale che non da nessunissimo segno di voler cessare e la cosa più tremenda è pensare che non dipende da me, io posso solamente cercare di alleviarne il dolore, ma la mia felicità dipende da una persona, una persona davvero fantastica che io ho avuto il coraggio di lasciar andare via per colpa dei miei errori e della voglia che avevo di vivere, quando in realtà solo adesso mi rendo conto che da sola non esisto. Non sono in grado di sopravvivere da sola. Vivo in funzione di una persona, anche se essa oramai non fa più parte della mia esistenza. E’colpa mia, solo colpa mia se ora sono sola, ma ogni giorno spero che quel sorriso si presenti dinnanzi a me, pronto a perdonarmi e a permettermi di tornare ad esistere con la voglia di farlo per lui, solamente per lui.
  
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