01/09/2013
2 recensioni
Won't stop.
A mia mamma, che mi sostiene sempre.
A mio papà, che vorrebbe fulminare i ragazzi.
«Sarah Dean» Pronunciò una voce ferma.
Una ragazza si avvicinò, prendendo parte alla fila di ragazze, ragazze che di lì a poco avrebbero realizzato il loro sogno, ragazze con le labbra impegnate in un sorriso, e gli occhi lucidi puntati sulla serratura della porta di fronte, dalla quale sarebbe uscita la ragione di ogni loro sorriso.
«Loren Jail» Un altro nome, un'altra ragazza.
Loren si accostò alle altre, affogata nelle lacrime, lo sfogo di tutta una vita, di tutta la sua agitazione. Aveva aspettato per anni questo momento, ed ora ce l'aveva fatta.
Si sentì uno scatto, e dopo qualche secondo loro erano lì.
Loro erano quelli che le facevano tornare il sorriso quando tutto il resto del mondo la mandava a fanculo, loro erano quelli che la facevano piangere quando tutti gli altri sembravano non prestare attenzione alla distanza, loro erano quelli che le facevano compagnia attraverso un paio di cuffie quando gli altri la lasciavano sola.
Erano lì, più belli che mai, con un sorriso stampato sui loro volti.
Sarebbe rimasta ore ad osservare ogni loro singolo movimento, ma la porta si richiuse rapidamente.
Doveva solo aspettare il suo turno, nonostante il tempo sembrava non passare.
Le lacrime segnavano il volto di Loren, quando la ragazza prima di lei uscì da quella stanza, che racchiudeva la sua ragione di vita.
Era il suo turno, toccava a lei.
A piccoli passi raggiunse la porta, e con la mano che le tremava la aprii.
Un attimo dopo erano fermi di fronte a lei.
Il primo di loro aprì dolcemente le braccia, dicendo «Ehi piccola, è tutto okay, non piangere».
Poi si sarebbe fiondata tra le sue braccia, gli avrebbe sussurrato all'orecchio quanto lo amava, si sarebbe sentita così protetta, avrebbe provato qualcosa che non si puo' descrivere a parole, se solo la porta alle loro spalle non si fosse spalancata.
Se non si fossero fiondati dentro degli agenti di polizia a portarla via, dannatamente lontano da quello che era il suo sogno.
«È lei, va riportata a casa, i genitori erano preoccupati» E con delle pesanti mani addosso, fu trascinata via, vedendo quei cinque ragazzi allontanarsi sempre più. E lei non poteva fare nulla per impedirlo, sotto lo sguardo incredulo di quei cantanti favolosi, che avrebbe tanto voluto abbracciare.
Forse non sarebbe dovuta scappare, forse avrebbe dovuto aspettare, perchè in fondo, la pazienza e i sogni sono l'unico mezzo per realizzare qualcosa che sembra così distante.
E venne riportata a casa, dove tra varie urla e pianti isterici, ricominciò a sognare, a immaginare quel momento in cui tutto avrebbe ripreso un senso, in cui avrebbe trovato spiegazione a tutte quelle lacrime.
SPAZIO AUTRICE:
Eccomi aw.
Allora, questa flashfic è ispirata ad un mio sogno magnifico, nel quale ho abbracciato 2/5 dopodichè mi son svegliata, ma ci ho pensato così tanto, che ho avuto bisogno di sfogarmi, e ovviamente non poteva mancare il mio finale lmao.
Non credo riuscirò mai a scrivere qualcosa con un lieto fine ahahah
Beh, che dire, quei cinque cantanti sono i ragazzi obviously, anche se non viene specificato.
E' tutto frutto della mia mente, non copiate per favore (:
Per qualsiasi domanda o dubbio contattatemi su twitter, sono @zajnsbeard.
Bye, alla prossima asdfgh
klaudia xx
klaudia xx