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Autore: _Breakable    01/09/2013    2 recensioni
Quando si è innamorati di una persona, si prova di tutto pur di compiacerla. Proviamo a portargli il suo dolce preferito, con tanta nonchalance gli regaliamo un oggetto che aveva visto poche settimane prima…
Con Kurt, avevo provato davvero di tutto ma lui era ancora bloccato nella sua nuvola di sogni e non era intenzionato a scendere per un bel po’. O almeno così pensavo.
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"Prova ancora a dire che il tuo amore per me è stupido e giuro che colpisco quel bel visino che ti ritrovi..."
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Quando si è innamorati di una persona, si prova di tutto pur di compiacerla. Proviamo a portargli il suo dolce preferito, con tanta nonchalance gli regaliamo un oggetto che aveva visto poche settimane prima…

Con Kurt, avevo provato davvero di tutto ma lui era ancora bloccato nella sua nuvola di sogni e non era intenzionato a scendere per un bel po’. O almeno così pensavo.

Conoscevo Kurt Hummel dal nostro secondo anno al McKinley, ma nonostante tutto non ero ancora riuscito a dichiararmi e un altro anno stava per finire per darci la spinta verso un particolare college.
Come ho conosciuto Kurt? Semplice, è stato il mio eroe sin dall’inizio.

Non conoscevo nessuno in quella scuola o anche in tutta Lima visto che mi ero trasferito da poco, anche se non venivo da molto lontano. Insomma, Westerville e Lima non sono molto lontani, ma per un ragazzo abituato a passare le sue giornate chiuso in una camera, beh, la lontananza si nota.

Il primo giorno mi diedero il benvenuto con una granita al lampone, ma non sto dicendo che me la fecero bere, no, me la gettarono contro bagnando la mia camicia nuova e tutto il mio orario scolastico.

Era lì che era apparso Kurt. Il mio cavaliere senza macchia.

Non so come, ma da seduto in mezzo al corridoio mi ritrovai al bagno dei maschi con la faccia e la camicia tutta pulita, ma con un leggero senso di appiccicaticcio addosso.

Kurt, mi aveva trascinato in bagno, mi aveva ripulito senza smettere di parlare un attimo di quanto fossero cerebrolesi quei giocatori di football e poi con tutta la calma possibile si era presentato.

“Comunque, sono Kurt Hummel. Non ti ho mai visto da queste parti…sei nuovo? Sai, qui a Lima ci conosciamo un po’ tutti visto che non è poi così grande…”

La sua voce. Non mi scorderò mai il tono calmo e gentile con cui si presentò quel giorno. Mi aveva salvato già da subito e non potevo immaginare che quello era solo l’inizio.

Per tutto il secondo anno, l’avevo seguito peggio di un cagnolino ammaestrato e infatti, mi fece anche iscrivere al Glee Club della scuola che aveva riaperto proprio quell’anno. Vedete, mi piaceva cantare, amavo cantare dopo essere stato nei Warbler, ma con Kurt anche le cose banali sembravano acquistare quel tocco di magia in più.

Tra alti e bassi il secondo anno terminò ed io e Kurt ormai eravamo semplicemente migliori amici, anche se io speravo in qualcosa di più.

Quando tornai dalle vacanze estive, quasi svenni alla vista di Kurt più alto dell’anno prima con qualche accenno di muscoli in più.

Per me Kurt era sempre stato una specie di Dio greco, ma vederlo in quel modo, così cambiato fuori ma sempre lo stesso dentro, mi fece sognare ad occhi aperti come non mai.

Neanche quell’anno riuscì a dichiararmi, non che non volessi, ma Kurt ne aveva passate abbastanza e non volevo dargli altre preoccupazioni simili agli opuscoletti della Pillsbury  del tipo “il mio migliore amico è innamorato di me”.  Mi limitai così a stargli accanto ogni giorno anche solo per dargli la forza necessaria.

Così, eccomi qui , quasi a metà del quarto ed ultimo anno, senza aver dichiarato a Kurt i miei sentimenti.

Non che non ci avessi provato, anche con scuse assurde, a fargli capire cosa provavo, ma semplicemente lui non se ne accorgeva oppure non era quello che voleva… Forse mi esprimevo male?

Lui alcune volte mi lanciava delle occhiate, ma che cosa avrei dovuto tirarne fuori?

Come fai a dichiararti al tuo migliore amico?

Come fai a chiedergli: resteresti con me per sempre? Okay, magari solo per ora, ma per favore, se puoi, resta con me…
 

**


“Amico, cosa stai facendo?”

Ad interrompere la mia calma, fu Puck.

Dopo delle ore snervanti di test, interrogazioni o semplicemente professori che parlavano con tono ancora più snervante, mi ero concesso una pausa nell’auditorium suonando il piano.

Non stavo solo premendo qualche tasto a caso, ma componendo.

Negli ultimi anni la mia ispirazione era salita alle stelle e comporre per me ormai era diventata un’abitudine di tutti i giorni.

Solo che non lo sapeva nessuno. Ecco perché appena vidi Puck, afferrai subito i fogli cercando di farli entrare nella borsa senza stropicciarli.

“Oh, ciao Puck. Nulla, mi godo la mia ora libera, tu che cosa stai facendo qui?”

Puck prese una sedia da dietro le quinte e la portò vicino al piano, alzando le spalle.

“Ho storia, la professoressa mi ha detto che se dovevo ancora perdere tempo a disegnare invece che ascoltare, potevo andarmene, quindi…”

Alzai lo sguardo al cielo sorridendo. Puck non capiva mai.

Quando l’avevo conosciuto era il duro giocatore di football che si faceva tutte le ragazze della scuola e ora, beh, era ancora così, ma ormai una parte di se si era addolcita, se no in questo momento avrebbe passato l’ora a spingere la mia testa dentro un water invece che parlarmi!

“Puck, ancora pochi mesi e poi siamo liberi! Impegnati un po’ di più, non vorrai farti bocciare in storia!” lo ripresi facendo percorrere alle mie dita alcuni tasti.

“Anderson, smettila di rompermi. Ci pensa già Artie a questo e non penso che quella mi bocci perché salto una-“ alzai un sopracciglio “-okay, alcune, lezioni!”

Gli risposi con un ‘va bene’ sussurrato e tornai al piano cercando di suonare a memoria alcune note delle mie composizioni.

Mi ero fatto distrarre troppo facilmente che non notai proprio Puck che prendeva il mio zaino e tirava fuori tutti i miei pentagrammi.

“Kurt’s Lullaby.” Lo sentì dire.

Strizzai gli occhi e in un attimo fui in piedi per lanciarmi a prendere quei fogli ma, suvvia, lo sappiamo tutti che Puckerman è più alto di me e molto più grosso.

Si fece indietro alzando i fogli sopra la sua testa e mi respinse con una mano.

“Cos’è? L’avete composta tu e Kurt? Sempre la solita diva!” rise Puck studiando le note che sicuramente non capiva molto bene. “Amico, lo sapete che se avete delle canzoni dovete assolutamente proporle al signor Shue! Facciamo furore con delle canzoni originali, non te lo ricordi?”

Ero troppo impegnato a guardare quei fogli per dare una risposta decente.

“Ti prego Puck, dammeli…”

Non so spiegare in che modo dissi quelle poche parole, ma avevano fatto cadere l’espressione contenta di Puck e me li aveva subito ridati senza battere ciglio.

“Anderson, che problema hai?”

Mi risistemai di nuovo davanti al piano e non risposi abbassando la testa.

“Se Kurt non vuole che io veda le sue cose-“

“Non sono di Kurt.” Risposi duramente. “Sono mie composizioni. Solo mie. Per lui.”

Non volevo alzare lo sguardo per vedere l’espressione di Noah che mi prendeva in giro, così continuai a fissare i tasti bianchi del piano non fiatando.

“Posso ascoltarla?”

Alzai di scatto la testa e notai Puck quasi a bocca aperta, non divertito.

“Puck io-“

“Ti prego, Anderson. Non lo dirò a nessuno.”

Non so cosa mi spinse a farlo, ma cominciai a suonare.

Nella mia mente era stampato il viso di Kurt, mentre sorrideva, mentre cantava, mentre ballava o semplicemente mentre discuteva dell’ultimo numero di Vogue.

Ma la melodia era lenta e dolce, dopotutto era una ninna nanna.


**


Quando finii di suonare, mi accorsi che Puck era ancora lì accanto a me solo dal suo respiro pesante dato dal… pianto? Noah Puckerman stava piangendo?

Rimasi a fissarlo senza dire nulla e lui scosse la testa schiarendosi la voce.

“Dovresti dirglielo, amico.”

“Dire cosa a chi?”

“Ma non fare il finto tonto.” Fece lui dandomi una spallata. “Lo sappiamo da anni tutti quanti che siete innamorati persi l’uno dell’altro tu e Kurt, eppure non vi date una mossa a dichiararvi e mettervi insieme, sposarvi e mettere al mondo tanti bambini con gli occhi azzurri e capelli ricci!”

Cosa stava dicendo? Davvero, tutte quelle parole così in fretta mi avevano fuso il cervello.

Ecco cosa accadeva dopo una chiacchierata con Noah Puckerman.

“Noah, che cosa stai dicendo? Lui, lui non è innamorato di me…”

“Ah-ah! Quindi non neghi il fatto che tu invece sei stracotto!” mi riprese lui.

“No, ma io-“

“Smettila e spiega. Spiega la ninna nanna, spiega il fatto che non ti sei dichiarato in tutti questi anni!”
Ormai ero alle strette. Puck non mi avrebbe lasciato libero finché non avesse ottenuto le sue risposte. Tanto valeva andare fino in fondo e fidarsi.

Così cominciai a raccontare. E davvero, dovevo stare più attento nel confessare quei sentimenti.


**


“… E così è andata. Ogni momento mi sembrava quello sbagliato e ho continuato a rimandare ogni giorno. La ninna nanna è quella che gli canto o suono quando è particolarmente nervoso o non riesce a dormire durante le nostre serate insieme-“ Puck alzò un sopracciglio maliziosamente. “—no, Puckerman, non sono quel tipo di serate. Ed ecco tutto. Ora sai ogni cosa, ti prego non dirla a nessuno, specialmente a Kurt. Potremmo anche non metterci mai insieme, potrebbe non amarmi mai, ma sapere che lui è accanto a me, anche solo come amico, a me sta bene. Davvero, va bene. E se un giorno dovrò assistere alle sue nozze, cazzo, sarò il miglior testimone di sempre e gli starò sempre vicino. Accada quel che accada, non lo abbandonerò mai. Non voglio rovinare tutto con il mio amore.”

“Anderson, devi assolutamente girarti e-“

“No, Noah, non glielo dirò, basta.” Mi alzai in piedi non stando a senitire le sue parole, sistemando tutto dentro la mia borsa.

“Blaine, stai zitto e-“ cercò di afferrarmi ma mi scansai velocemente zittendolo.

“Puck io-“

“Blaine, guarda che Noah sta solo cercando di farti capire che io sono dietro di te e che ho sentito tutto.”

Oh merda.

Quella voce. Quell’adorabile, dolce voce che in quel momento purtroppo era l’ultima che volevo sentire.

Guardai Puck e lui alzò le spalle sparendo velocemente dietro le quinte.

Mi girai di colpo e cominciai a sparlare andando verso di Kurt.

“Dio mio, Kurt, quello che hai sentito non è per niente vero, sono solo stupidaggini che Puck mi ha tirato fuori per scherzo. Stupidaggini che-“

“Prova ancora a dire che il tuo amore per me è stupido e giuro che colpisco quel bel visino che ti ritrovi e soprattutto, ti rovino quell’ammasso di gel che ti ostini a mettere sui capelli.”

Rimasi a bocca aperta, guardandolo, stringendo dal nervoso la tracolla della mia borsa.

“Blaine Anderson.” Cominciò lui togliendomi la borsa dalle mani e posandola delicatamente a terra.  In tutto questo io rimasi immobile mentre lui si avvicinava ancora di più posando una mano sulla mia spalla destra. “In tutti questi anni mi hai fatto penare. Sono rimasto rapito da te dal primo momento in cui ti ho ripulito dalla granita. Beh, anche prima. La tua camicia quel giorno era fantastica, per non parlare delle scarpe di Armani...”

Ecco il mio Kurt  che divagava per commentare dei vestiti.

Mi sistemò il papillon che portavo quel giorno e continuò con il suo discorso.

“Ringrazia anche i tuoi occhi per avermi attirato come una calamita.” Disse scrutandomi. “Oh Blaine, davvero pensavi che in questi anni, nessun momento era quello giusto? Per me potevi chiedermi un appuntamento anche quando siamo andati a cantare in quella vecchia casa di riposo in mezzo a quei vecchietti che ci volevano tirare dei gatti o le loro parrucche!”

Ridemmo all’unisono ripensando a quella scena.

“Non sarebbe stato molto romantico.”

“Non mi interessa! Perché me lo avresti chiesto tu, e finché sei tu, io accetterò le richieste più strane nei momenti più strani!”

“Se ci tenevi così tanto anche te… perché non mi hai detto nulla neanche tu?” chiesi emozionato.

“Come potevo! Ogni volta che ti lanciavo uno sguardo o ti chiedevo con frasi a doppio senso di uscire tu non capivi! Blaine, sono cotto di te dall’inizio e volevo che tu trovassi il coraggio di chiedermi qualcosa invece di riempirmi di regali, per l’appunto tutti molto bellissimi e di gran significato! Ma non c'era bisogno!”

Scossi la testa sorridendo e spostai lo sguardo altrove, troppo imbarazzato per guardare Kurt.

Potevo rendere le cose semplici per noi dall’inizio e la mia pessima bravura nelle storie d’amore, aveva rovinato tutto.

“Ora, per favore, posso risentire la mia ninna nanna? Non ho mai avuto occasione di dirti quanto l’amassi… Quanto ami te, Blaine.”

Il mio cuore cercò di balzare fuori dal petto, ma facendogli fare solo una grande capriola, riuscì a tenerlo dentro sorridendo ampiamente a Kurt.

Lui mi abbracciò e mi portò di nuovo vicino al piano.

Questa volta, risuonando la ninna nanna, aggiunsi alcune parole scritte per lui e gliele dedicai guardandolo negli occhi, e giuro, giuro che in quel momento tutto il mondo era scomparso e c’eravamo solo noi e il senso di infinito.


Non posso evitare questi sentimenti per te, posso solo nasconderli in me,

Aspettando un giorno in cui tu li ricambierai, anche se quel momento forse non arriverà mai.

Resto vicino a te perché la mia anima e il mio corpo ne hanno bisogno, ma giuro che quando sono con te, è tutto un bellissimo, dolce sogno.

Non chiedermi mai se ti amo, il mio cuore parla da se, se lo ascolti bene dirà che batte solo e unicamente per te.

Quando sarai triste, io ci sarò, quando sarai felice, io ci sarò,
a cantarti queste parole per cullarti dolcemente e non farti cadere a pezzi come il mio cuore quando non sei presente.

Accada quel che accada, io ci sarò e ti starò vicino fino alla fine del mio destino.


Appena finì di suonare, alzai immediatamente gli occhi su Kurt e lo trovai proprio come Puck qualche minuto prima.

Gli sorrisi imbarazzato, ma lui scosse la testa come per dirmi di non farlo, di non sentirmi imbarazzato per una cosa del genere.

Si avvicinò lentamente e con la sua solita delicatezza e dolcezza, mi sollevò il mento per fare tutto quello che aspettavo da anni.

Baciarmi.

Mi baciò e potrei giurare di essere arrivato in cielo, aver danzato tra le nuvole e aver urlato come un pazzo dalla felicità dopo tutto quello.

Si staccò da me ancora più dolcemente e mi sorrise.

Non uno di quei sorrisi di quando era nel glee club, di quando suo padre gli dava il permesso o uno dei sorrisi per aver acquistato qualcosa.

Forse stavo diventando modesto ma quel sorriso diceva proprio:

Ti amo, Blaine Anderson.

E io, cosa altro potevo fare se non rispondergli nello stesso modo?

Ti amo, Kurt Hummel, accada quel che accada.















 
Note dell'autrice. (seriamente, devo smetterla di mettere autrice!)

Non so davvero cosa dire di questa shot! Diciamo che alle 3 di notte non ho nulla da fare se non mangiare, piangere per i Klaine e beh...scrivere queste cose!

Ve ne sarei davvero, davvero grata se magari spendereste un minuto del vostro tempo per lasciarmi una piccola recensione :3 anche per dire 'che schifo' seriamente u_u 

Annalì, mi rivolgo a te perchè dai, c'è davvero bisogno di ringraziarti per la 28293837229 volta? 

Sto scrivendo altro, ma non so quando pubblicherò tutto, sono molto insicura riguardo le altre cose!

Grazie a chiunque legga e a chiunque spenda il tempo a recensire! 
Alla prossima!
  
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