Mine, forever
- 1 –
I personaggi di questa breve fic,
appartengono a J.K.Rowling.
Io, li utilizzo
soltanto per divertirmi, pertanto, nessun diritto di copyright è stato
violato.
Buona lettura.
Sono
seduta sul vagone del treno che mi riporterà a Londra per la terza volta,
quest’anno.
Lo
scompartimento è angusto, e incredibilmente sporco.
Il
vetro del finestrino è tutto incrostato, e i divanetti sono tutti mangiucchiati
qua e là.
Allungo le gambe magroline di cui sono fornita, e le appoggio blandamente sul
sedile di fronte a me.
Do uno
sguardo all’ orologio
da polso d’oro, che il mio ragazzo mi ha regalato per il mio compleanno, lo
scorso settembre.
È
incredibile pensare quello che è successo in questi tre anni.
Vale
sicuramente la pena di raccontarlo.
Il mio
ragazzo si muove accanto a me. Mi volto a guardarlo; sta dormendo.
Questa
è una delle sue doti per cui lo invidio maggiormente:
la sua capacità di dormire ovunque, e in ogni situazione.
Mi
volto di nuovo verso il finestrino. Tornò a guardare fuori.
Sono
quaranta minuti che sono seduta in questo scomodo divanetto. E
sono quaranta minuti che mi chiedo perché ho accettato a tornare a Londra.
Forse è
perché non mi va di buttare all’aria sette lunghi anni di meravigliosa
convivenza con loro. O forse è perché nel profondo del
mio cuore, so che non posso fare a meno di stare lontana da loro. Da uno di
loro in particolare.
Mi
stiro rumorosamente e sbuffo, pensando che devo sorbirmi un’altra mezz’ ora
buona di viaggio.
Ho
sempre odiato viaggiare in treno, tranne quando lo facevo con i miei amici, ai
tempi in cui frequentavo la prestigiosa scuola di
Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Certo, quelli sì che erano bei tempi. Veramente indimenticabili.
E
adesso, li sto in parte rivivendo.
Delle
volte mi sento stupida, soprattutto quando sorrido fra
me, rivivendo attimo per attimo quelle sensazioni bellissime, tutte quelle
avventure, che mi hanno accompagnato per
questi tre anni, che sono stati in assoluto i più difficili della mia vita.
Ma
c’è un ricordo che più di tutti mi tormenta.
Ricordo
perfettamente quel giorno di un uggioso ottobre, quando l’opportunità che
aspettavo da tanto tempo, mi si presentò.
Rifiutai.
Non so
il perché; ma forse non ce ne uno preciso.
Troppa
paura, indecisione, e una gran confusione in testa.
So che
è da stupidi pensarci adesso, ora che mi sono trovata un lavoro bellissimo in
Scozia, adesso che ho la mia vita, che condivido con una persona che mi ama, ma
non posso farne a meno.
Ogni
sera il suo viso bellissimo, tempestato di lentiggini, mi torna di fronte al
viso, e mi sconvolge di nuovo con quella richiesta:
<< Ti prego Hermione, non
lasciarmi >>.
Ricordo che mi misi a piangere. Era l’unica cosa che potevo fare.
Valigie,
biglietti, era tutto pronto.
Tutto
pronto, tutto pianificato, per compiere una scelta che mi avrebbe cambiato per
sempre la vita.
In
meglio o in peggio?
Non
saprei rispondere.
Qualcosa
in meglio, qualcosa in peggio.
Il
treno frena bruscamente. Mi sento sbalzata in avanti e per poco non sbatto il viso
contro il finestrino.
Guardo
velocemente verso l’uomo accanto a me.
Sorrido,
e immediatamente mi dimentico di tutti i miei problemi.
Mi
sorride anche lui e mentre si stira, mi appoggia il braccio sulla spalla.
<<
Dormito, piccola? >> mi chiede, mentre si sistema il cappotto nero
elegantissimo sulle spalle.
<<
No… sai che al contrario di te, non riesco a dormire sui treni >> dico,
mentre indosso anch’io il mio cappotto pesante.
Mi
sorride, e mi abbraccia stretto.
L’aroma
del suo dopobarba mi penetra nelle narici e sorrido appagata contro il suo
petto, coperto dal pesante cappotto.
<<
Sbrighiamoci >> dice, e prima di uscire dallo scompartimento mi dà un
bacetto sulle labbra.
Lo
seguo fuori dallo scompartimento, e mi guardo intorno
con aria sognante.
Siamo
alla stazione di King’s Cross.
Al binario 9.
Lanciò
un’occhiata di profondo desiderio al muro fra il binario 9 e 10, e poi come un
automa mi metto a camminare verso quella direzione.
<<
Hermione! Siamo dall’altra parte! >> mi dice il mio fidanzato afferrandomi
per la manica e portandomi via.
<<
Mi manca tantissimo quel posto, Draco >> gli dico, mentre guardo il
movimento regolare dei miei piedi, che si rispecchiano nello scintillante
pavimento della stazione.
<<
Lo so, piccola. Pure a me manca tanto >> mi dice
lui, stringendomi forte la mano. Pure io la stringo.
Non
trovo parole per dire quanto amo quel ragazzo.
Se
solo lo avessi saputo qualche anno fa, sicuramente mi ci sarei fatta una grossa
risata sopra.
Avanziamo
incerti per il grande salone illuminato da giganteschi
finestroni.
Mi
guardo intorno alla ricerca di volti conosciuti.
Ma
non riesco a distinguere i miei amici tra tutta quella gente.
<<
Hermione! >>. Sento una voce che mi chiama; mi volto, e subito un sorriso
mi si dipinge sul volto.
Ginny
mi sta correndo incontro, con un’espressione a dir poco estatica sul voto
delicato e incredibilmente dolce.
Ci
abbracciamo a lungo, e Ginny non fa altro che ripetere il mio nome, ogni volta
con un’ intonazione diversa.
<<
Hermione! Oh, Hermione, come è bello vederti!
>>.
La
stringo forte fra le mie braccia e le carezzo la testa, ricoperta da quei
bellissimi capelli color vermiglio.
<<
Ci sei mancata così tanto, Hermione >> mi dice
Ginny, mentre una lacrima le scivola lungo la guancia coperta di lentiggini.
<<
Anche voi ci siete mancati, Ginny >> le dico,
mentre tendo il braccio a Draco che è rimasto timidamente indietro.
<<
Ciao, Draco >> lo saluta Ginny, abbracciandolo.
Draco
risponde al caloroso abbraccio di Ginny, e mentre io li guardo sorridente un’altra
voce mi giunge alle orecchie.
<<
Finalmente ci rivediamo >>.
Mi
volto, e mi accorgo di tremare da capo a piedi.
Ron e
Harry si sono
avvicinati a noi e esibiscono entrambi dei sorrisi larghissimi.
<<
Oh, Ron! >> dico, tuffandomi letteralmente tra le sue braccia.
Lui mi
stringe fra le sue braccia muscolose. Respiro a pieni la sua fragranza fresca,
e sorrido stupidamente, senza che l’idea di lasciarlo mi sfiori
nemmeno alla lontana il cervello.
<<
Ron, adesso posso abbracciarla anch’io? >> chiede Harry, sorridendo
all’indirizzo del rosso.
Sorrido
compiaciuta prima di abbracciare il mio amico.
Sentirsi
desiderata fa sempre piacere.
Mi
stacco da Harry e ammiro i miei due amici, sorridendo compiaciuta.
<<
Wow! Questi allenamenti da Auror ti hanno rinnovato Harry! >>.
Sento gli occhi di Ron fermarsi su di me.
Non
sento neanche il ringraziamento di Harry. Mi volto verso l’altro mio migliore
amico, che mi guarda e mi sorride con dolcezza.
<<
E tu Ron? Sei riuscito ad ottenere quella promozione
al reparto Magie e Fatture Avanzate? >> chiedo, cercando di suonare
disinvolta.
In
verità faccio una gran fatica a parlare quando mi
trovo davanti alla sua faccia lentigginosa.
<<
Certo >> mi dice Ginny, precedendo il fratello, che le rivolge un’ occhiataccia.
<<
Ron, è il migliore del suo corso, al piano A2. Io invece ho appena superato il
livello B1; posso considerarmi soddisfatto >> dice Harry, esibendo un
nuovo distintivo argentato, che troneggiava sul suo petto.
<<
E tu? >> mi chiede Ginny, sorridendomi. <<
Come va il tuo lavoro? >>.
<<
Oh… >> iniziò, cercando invano di calmarmi.
Perché
diavolo Ron continua a fissarmi?
<<
Bene… sì, va abbastanza bene >>.
<<
Avanti, Hermione! Sappiamo che non sei il tipo di persona che si accontenta di
un lavoro che va ‘bene’! >> dice Harry, che intanto comincia ad avviarsi
verso l’uscita della stazione.
Arrossisco.
In effetti Harry ha ragione. Il mio lavoro va a gonfie
vele. Dire che mi dava soddisfazione era poco; amavo
il mio lavoro, e se Draco non mi costringesse a tornare a casa almeno per cena,
penso che sarei capace di dormire sulla
mia scrivania.
<<
Il lavoro di Hermione va alla perfezione >> mi precede
Draco, guardandomi con orgoglio e con una strana luce negli occhi.
Arrossisco.
E abbasso lo sguardo; non posso fare a meno di
sentirmi compiaciuta.
<<
è riuscita a farsi promuovere
solo dopo quattro mesi. Adesso sta al reparto Relazioni tra Maghi e Babbani
>> prosegue, circondandomi la spalle con il
braccio.
Ho
appena notato che questo movimento per Draco molto naturale, non è passato
inosservato a Ron. Non sono sicura del perché, ma la cosa mi rende molto
felice.
Sorrido
fra me, mentre guardo il suo sopracciglio rosso disegnare una linea curva e
perfetta. In realtà… c’è qualcosa di Ron che non è perfetta?
No. Lui
è perfetto dalla radice dei capelli fino alla punta dei piedi.
E
questa è la scusa che mi propino sempre quando mi
chiedo che cosa ci sto a fare con Draco.
E invece cosa ci avresti fatto con Ron? Lui è sempre circondato da
donne bellissime… cosa che di certo non si può dire di te… basta pensare ai
tuoi capelli…
Mi
porto automaticamente una mano alla testa e cerco di appiattire la mia folta
criniera.
Ron mi
sorride. Sento le guance che ardermi a più non posso.
Sorrido imbarazzata.
Cerco
di trovare qualcosa che mi distragga momentaneamente.
Cosa?
Ma
certo! Draco!
Mi
volto verso di lui lentamente e comincio a far scorrere lo sguardo sul suo
profilo:
mi
concentro a più non posso sul suo naso dritto, e sulla sua bocca sottile e rosa,
che è incrinata in un sorrisetto obliquo.
<<
E tu? >> chiede Ron, costringendomi a voltarmi
verso di lui. Mi accorgo che si rivolge a Draco e un senso di
ansia mi attanaglia.
L’ultima
volta che si sono parlati è stato l’anno scorso e si erano
presi a parole.
Stringo
il braccio di Draco, come per supplicarlo di non creare ulteriori
problemi.
<<
Io lavoro in Banca. Alla Gringott >> risponde, restituendomi la stretta
al braccio.
Lascio
andare il fiato. È andata. Il discorso è chiuso, si spera.
Ron
mugugna sottovoce.
Lo vedo
tirar fuori dalla giacca nera, che fa parte
dell’uniforme da Auror, delle chiavi piccole.
Harry,
continua a camminare verso una lunga auto nera e Ginny lo segue, sempre
sorridente.
Dire
che sono felice per loro vorrebbe dire che sto mentendo.
Sono
felicissima per quei due. Ginny è la persona che si merita più di tutti su
questa terra; per non parlare di Harry.
Il bel
moro si ferma di fronte alla grande macchina e aspetta
a braccia incrociate Ron, che sta ancora armeggiando con il mazzo di chiavi.
Mi
fisso imbarazzata la punta dei miei stivali. Non so il perché ma mi sento il
calore affluire alle guance.
Finalmente
Ron riesce a trovare le chiavi della macchina e uno alla
volta saliamo dentro.
Destinazione:
la Tana.
Allora che ve ne pare? Un po’ corto come primo capitolo, vero?
Innanzi tutto, volevo dirvi che questa è
una mini-fic, vale a dire durerà al massimo quattro o cinque chap.
Bè, che altro? Ah, sì, non lasciatevi ingannare dalle apparenze,
questa è una H/R!
Draco uscirà di scena fra un paio di
capitoli.
Bè, allora ci leggiamo con il prossimo chap di TUP.
Bacioni!
§Charlotte§