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Autore: Keyra96    02/09/2013    5 recensioni
- Non venirmi a dire cosa devo o non devo fare, proprio tu che non riesci nemmeno a realizzare ciò che vuoi. Almeno io il mio obbiettivo l’ho raggiunto e non continuo a piangermi addosso come te. Non me ne frega un cazzo di quello che dici o pensi tu! Per me non conta niente! - disse furioso.
- Esci immediatamente da questa casa – dissi freddamente
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- Che hai fatto al braccio? – domandò schioccato Harry.
- Ho tirato un pugno allo specchio del bagno –
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- Addio – dissi dandogli un bacio sulla guancia.
- No! Arrivederci – cercò di sorridere tra le lacrime.
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- Sei sorda per caso? Ti ho detto che tu di qua non ti muovi. Non ti do il permesso di sparire così dalla mia vita –
- Mi hai tratta come un verme, mi hai palesemente detto che non te ne fotte un cazzo di me… -
- Mi dispiace, ti chiedo scusa per tutto – disse. Era sincero lo vedevo dai suoi occhi.
- Ti perdono, ma ti prego lasciami andare – provai a liberarmi, ma lui mi bloccò al muro.
- No! –
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- Scusa se ti amo e l’ho scoperto solo adesso –
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Nuova one shot... se vi va passate a darle un'occhiata... :D
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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“Dove sei?” Inviai il messaggio ad Harry. Posai il telefono sul comodino e iniziai a cambiarmi, indossai una maglia azzurra con le maniche a pipistrello ed una cinta marroncina in vita, dei jeans un po’ strappati sulle ginocchia e poi tornai in bagno a truccarmi. Sentii il telefono vibrare e la suoneria dei messaggi. Ritornai in camera e lessi il mittente.
Quasi sotto casa tua, tu a che punto sei?” diceva così il testo.
“ Ho quasi finito di truccarmi poi devo infilarmi le scarpe e sono pronta!” Inviai il messaggio e poi ritornai in bagno per finire di prepararmi. Cinque minuti dopo il campanello suonò, nel momento esatto in cui mi stavo mettendo le scarpe. Corsi in cucina, per quello che mi permettevano i tacchi, ed aprii il portoncino ad Harry. Poi ritornai in camera, recuperando la borsa ed il regalo infilandocelo dentro. Dopo essermi data un’occhiata veloce allo specchio, presi le chiavi di casa e mi fiondai all’ascensore.
- Eccomi! – dissi appena le porte dell’ascensore si aprirono.
- Ma come siamo carine – fece Harry avvicinandosi per darmi un bacio sulla guancia.
- Neanche tu sei da meno, Styles – sorrisi ricambiando il bacio.
- Dai andiamo, Niall mi ha detto che Liam è già arrivato al locale – disse.
- Okay, andiamo! – misi la borsa in spalla e ci avviammo in macchina.
- Ci sarà anche lei? – domandai una volta in auto.
- Si, ovvio che ci sarà! –
- Uff, fantastico – sbuffai, portandomi i capelli indietro.
- Dai, fa finta di non vederla – mi consigliò Harry.
- Sei serio? No dico, come posso fare finta di non vederla, se sarà completamente appiccicata a lui? – domandai. Per tutta risposta lui mi fece spallucce. Io lanciai un sospiro di esasperazione e mi voltai a guardare il paesaggio della città, che scorreva veloce accanto a me.
- Grace, quando avrai intenzione di dirglielo? – domandò Harry.
- Mai! – risposi secca.
- Ma… -
- Ma niente, sono stata zitta per otto anni, posso continuare a lungo – dissi
- Come ti pare – sbuffò lui. Dopo un po’ arrivammo al locale e Harry trovò subito un posto, dove parcheggiare la macchina. Scesi dall'auto sentendo la musica alta che proveniva dal locale.
- Andiamo? – domandò Harry affiancandomi. Annuii ed insieme ci tuffammo nel mare di fotografi e giornalisti, che si trovavano d’avanti la porta del locale. A testa bassa e salutando di tanto in tanto qualcuno. riuscimmo ad entrare nel locale. Con Harry iniziammo a cercare con gli occhi, Liam e i ragazzi. Scorgemmo Niall, Louis ed Eleanor parlare vicino a dei divanetti, così li raggiungemmo.
- Alla buon’ora – fece Zayn quando ci vide.
- Scusa, non è stata colpa mia – mi giustificai.
- Si, lo sapevamo Grace – risposero in coro i ragazzi, guardando Harry. Salutai Eleanor con un bacio sulla guancia.
- Che mi racconti bellezza? Questa sera sei stupenda – le dissi
- Anche tu non scherzi tesoro, comunque tutto bene. Tu? –
- Solita vita – feci spallucce.
- Scusate, ma il festeggiato dov’è? – domandò Harry.
- Eccolo che arriva – rispose Louis, indicando un punto della sala. Mi alzai un po’ sulle punte, anche con tutti i tacchi ero una nana. Scorsi Liam e la sua nuova ragazza venirci incontro. Mi lasciai sfuggire una smorfia prima che questi potessero arrivare.
- Ciao ragazzi – ci salutò Liam.
- Auguri amico – disse Harry, per poi salutare Sophia.
- Auguri – mi avvicinai e lo abbracciai. Poi mi voltai verso Sophia e la salutai con un cenno del capo. Noi due proprio non ci digerivamo a vicenda, sin dai tempi del liceo. Se ve lo state chiedendo, si io conoscevo Sophia Smith sin dall’asilo, come anche Liam. Io e lui siamo sempre stati migliori amici, ed io e la ragazza non siamo mai andate molto d’accordo. Diciamo più che altro, che non sono state poche le volte in cui ci siamo mandate poco elegantemente a quel paese, per i corridoi della scuola. Una volta siamo arrivate anche, a tirarci i capelli nel bagno delle ragazze. Cosa che causò una settimana di punizione, da parte della preside. Quando ho scoperto che Liam si era fidanzato con lei, non ciò visto più dalla rabbia, abbiamo persino litigato io e lui e diciamo che non abbiamo del tutto chiarito.
- Questo è il tuo regalo – porsi la busta a Liam sorridendogli. Lui mi abbracciò una seconda volta ringraziandomi.
- Sei bellissima questa sera –mi sussurrò all’orecchio, facendomi arrossire. Si purtroppo si, anche io come molte ero innamorata del mio migliore amico, fin dall’età di tredici anni. Per cui scoprire che lui si è fidanzato con quella che per anni è stata la mia nemica numero uno, beh mi aveva fatto piuttosto male, più di quando si mise con Danielle. Ma diciamo che lei era molto diversa. Era dolce, apprensiva, simpatica e quando aveva scoperto del mio amore per Liam, mi aveva strinta a se consolandomi. Sophia invece, beh lei era completamente l’opposto.
- Beh, chi vuole bere qualcosa? – domandò Harry.
- Io – dicemmo assieme tutti. Così noi ragazze ci andammo a sedere ai divanetti, mentre i ragazzi andavano a prendere da bere.
- Beh che cosa ci dici delle nuove canzoni Grace, come sono? Siamo curiose – disse Perrie dandomi una gomitata giocosa.
- Sono molto belle e soprattutto scritte col cuore. Ne abbiamo già provate qualcuna e sono fantastiche – risposi.
- Non vedo l’ora di sentirle – disse El.
- Di cosa parlavate? – domandò Louis sbucando dal nulla, con in mano due drink seguito a ruota dagli altri.
- Delle vostre nuove canzoni – rispose Sophia mentre si alzava per far sedere Liam, per poi sedersi in braccio a lui. Harry mi affiancò porgendomi il mio drink.
- Ho voglia di ballare, vieni con me? – domandai ad Harry. Lui strabuzzò gli occhi e poi posò il suo drink seguendomi in pista. Iniziammo a ballare sulle note di I’m in love di Ola. Con Harry non era ciò che la stampa voleva far vedere, tutti pensavano che tra di noi c’era qualcosa, addirittura un triangolo tra me, lui e Liam, ma in realtà eravamo solo molto amici. Lo si poteva vedere anche dal modo in cui ci comportavamo, anche nel ballare non c’era niente di provocatorio o sexy, solo voglia di divertirsi. Venimmo affiancati da Louis, Eleanor e Niall. Lanciai uno sguardo ai divanetti vedendo Liam e Sophia, baciarsi in modo molto spinto. Subito spostai lo sguardo da qualche altra parte. Andai avanti così per tutta la sera, loro si baciavano, si parlavano, si abbracciavano e io me ne andavo chissà dove con Harry al seguito, tipo cagnolino, che cercava di distrarmi. Ma la cosa più brutta, fu quando uscimmo dal locale a festa finita. L’immagine che mi si parò d’avanti agli occhi, mi provocò una forte stretta al cuore. Un Liam completamente ubriaco, che si strusciava addosso alla sua ragazza, palpandole il seno d’avanti ad una marea di fotografi.
- Grace – mi richiamò Harry.
- Portami immediatamente via di qui! – ordinai.
- Ma… -
- Ti prego – mi voltai verso di lui, con gli occhi lucidi. Lui annuì e mi trascinò via, mentre gli altri andarono a salutare Liam. Quando entrai in macchina, notai che Liam mi stava fissando, ed io spostai lo sguardo da un’altra parte.
- Andiamo! – dissi ad Harry. Mise in moto e facendo un saluto con il clacson, partì diretto a casa mia. Nella macchina regnava un regio silenzio, neanche la radio era stata accesa.
- Grace.. –
- Sto bene! – lo interruppi. Lui sospirò arrestando l’auto d’avanti casa mia.
- Sei sicura? –
- Dio Harry, ti ho detto che sto bene non insistere! – sbottai furiosa. Lui chiuse gli occhi annuendo.
- Mi dispiace, io… io sono un completo disastro come persona – mi scusai.
- Non… -
- Non dire che non è vero, ti prego non lo fare. Non riesco a dire a Liam che lo amo, non riesco a realizzare ciò che realmente voglio, non sono la figlia che i miei avrebbero voluto, sono un disastro in tutto, per cui non venirmi a dire che non è vero – dissi cercando di riuscire a trattenere le lacrime.
- Vieni qui – mi disse attirandomi a se abbracciandomi forte, proprio come faceva prima Liam, prima di diventare qualcuno a me sconosciuto.
- Ora è meglio che vada – mi staccai dal suo abbraccio.
- Buona notte allora – mi diede un bacio sulla guancia.
- 'Notte riccio – gli lasciai un bacio per poi scompigliargli i capelli. Lui rise, mentre io scesi dalla macchina.
- Ci sentiamo domani – disse
- Okay, notte Harry – chiusi la portella e mi diressi verso l’entrata del palazzo. Una volta entrata in casa, mi appoggiai con la schiena alla porta d’entrata, lasciandomi scivolare a terra. Non è vero che stavo bene, mi sentivo uno schifo. Ero solo un fallimento, un completo fallimento. Grace piangersi addosso non serve a nulla, bisogna reagire! Sta zitta stupida coscienza! Mi alzai dal pavimento e mi diressi in camera, dove mi preparai a passare una notte insonne.
 
Sentivo in lontananza il citofono che suonava ininterrottamente. Saltai giù dal letto quando mi accorsi che non era frutto della mia mente contorta, ma che in realtà stava suonando realmente. Mi alzai in fretta dal pavimento sul quale ero caduta e corsi in cucina.
- Chi è? – risposi.
- Liam – disse il ragazzo, stranamente aveva un tono diverso dal solito, forse era il citofono. Titubante schiacciai il tasto e aprii il portone del palazzo e successivamente la porta d’ingresso del mio appartamento, lasciandola socchiusa mentre mi andavo  a preparare la colazione. Stavo mettendo i cereali nella tazza quando sentii la porta d’ingresso sbattere.  Okay è nervoso!
- Buongiorno! – dissi voltandomi verso di lui, che si era fermato sulla soglia della cucina.
- ‘Giorno – disse freddo.
- Cos’hai? – domandai sbuffando e poggiando la tazza sul ripiano della cucina.
- Cos’ho? Ti sembra normale il tuo comportamento di ieri sera? – sbottò furioso.
- Io… - cercai di parlare, ma mi bloccò
- Non dire niente Grace, spiegami solo perché ti sei comportata così!? Mi hai evitato tutta la sera, l’unico momento che siamo stati insieme, è stato appena sei arrivata e quando ci siamo fatti la foto per la torta. Sei stata tutto il tempo con Harry, per non parlare poi, del fatto che te ne sei andata senza salutarmi ne niente – disse tutto d’un fiato.
- Scusa se ho cercato di disturbarti il meno possibile, dato che eri completamente appiccicato come un polpo, a quella sottospecie di donna che è la tua ragazza – sbottai anch’io.
- Non incominciare con Sophia – disse.
- Oh no, comincio eccome. Cazzo Liam ma ti vedi? Da quando la frequenti, sei cambiato e non dire che è perché stai crescendo e stai diventando un uomo. Non la sparare proprio questa stronzata! –
- Ma… -
- No Liam! Non dire che non è vero che sei cambiato. Non sei più il ragazzo he ho conosciuto io. Sei meno sorridente , distaccato da tutti, stai sempre insieme a lei. Non ti fili più nessuno. Se ne sono accorte anche le fan –
- Non è vero! – disse.
- Cavolo ma sei proprio di spirito di contraddizione questa mattina oh! Dimmi quand’è stata l’ultima volta che abbiamo fatto una delle nostre serate io e te –
- È stato…. – fece per rispondere ma si bloccò all’istante.
- Non c’è bisogno che ti metti a pensare,  te lo dico io. è stato tre mesi fa – dissi.
- Mi dispiace –
- Non dirlo ti prego –
- Comunque non sto cambiando poi così tanto, sto solo crescendo cavolo! – ritornò alla carica.
- Senti chiudiamo questo discorso, perché mi sto veramente innervosendo, cazzo Liam io rivoglio il mio migliore amico, quello che mi faceva ridere, che mi abbracciava senza un perché, solo per il gusto di farlo. Quello che faceva le cazzate con gli amici, ma che poi cercava sempre di contenersi. Il ragazzo con la testa sulle spalle, l’eterno indeciso, quello che per cercare di fare un complimento ad una ragazza, ci metteva secoli. Rivoglio il mio Liam! –
- Non venirmi a dire cosa devo o non devo fare, proprio tu che non riesci nemmeno a realizzare ciò che vuoi. Almeno io il mio obbiettivo l’ho raggiunto e non continuo a piangermi addosso, per gli insuccessi della passato, come fai tu. Non me ne frega un cazzo di quello che dici o pensi tu! Per me non conta niente!  - disse furioso. Crack! Ho appena sentito il mio cuore andare in frantumi! Chinai il capo per evitare di guardarlo negli occhi. Ero delusa, da lui e da me stessa.
- Grace, io non volevo –
- Esci immediatamente da questa casa! – dissi freddamente
- Mi dispiace io… -
- Esci subito! Non farmelo ripetere altrimenti ti prendo a pugni. Vattene! Ora! – scandii le parole, senza però alzare lo sguardo. Lo sentii muoversi e la porta di casa aprirsi e chiudersi velocemente. Ecco che le lacrime presero a sgorgare lentamente dai miei occhi, fino ad infrangersi sul pavimento. Qualcuna si fermava sulle labbra, lasciandomi assaporare il loro sapore amaro e salato. Mi mossi per andare in bagno, per cercare di sciacquarmi il viso, ma una volta vista la mia immagine riflessa nello specchio, la rabbia che reprimevo da troppo tempo, uscì fuori e con frustrazione tirai un pugno al vetro, mandandolo in frantumi e tagliandomi la mano e il braccio. Non m’importava del dolore fisico. Era più forte quello morale. Il telefono prese a vibrare, lessi il numero. Liam. Con tutta la forza, scagliai il cellulare contro il muro, non curandomi del fatto che si sarebbe potuto rompere. Con la mano sanguinante, mi trascinai in camera, buttandomi sul letto, lasciandomi andare ad un pianto liberatorio. Fanculo a tutti!
 
La sveglia suonava senza accennare a fermarsi. Svogliata la spensi. Mi dovevo alzare per forza, per andare a lavoro, anche se avrei preferito rimanere a piangermi addosso nel letto di casa mia, con una vaschetta di gelato, gusto stracciatella e cioccolato. Mi alzai ammirando il disastro che avevo combinato il giorno precedente. Tanti porta foto, erano in frantumi sul pavimento. Molti di questi, contenevano le foto mie e di Liam. Di quando eravamo ancora amici. Osservai le lenzuola, erano un po’ sporche di sangue, quello che mi era uscito dal braccio. Mi alzai facendo attenzione ai vetri. Andai in bagno, dove trovai il telefono a terra, con lo schermo distrutto. Lo presi constatando che ancora funzionava, nonostante la botta. Lo posai sul mobile del bagno, aprii il rubinetto e mi sciacquai il viso e il braccio. Alzai lo sguardo verso lo specchio, completamente rotto. Bene, ora mi tocca comprare un nuovo specchio per il bagno! Sbuffai ritornando in camera indossando le prime cose a caso. Poi tornai in bagno per medicarmi e fasciarmi il braccio. Una volta fatta la medicazione, andai in cucina, recuperai le chiavi di casa e uscii. Non avevo voglia di fare colazione, era dalla mattina precedente che non  mangiavo. Uscii di casa sbattendo la porta, scesi lungo le scale, dato che l’ascensore era occupato e non mi andava di prenderlo. Uscii fuori dal palazzo e mi diressi alla macchina. Dopo tremila bestemmie per uscire dal parcheggio e altrettante per via del traffico, arrivai a lavoro. Entrai nell’edificio, raggiungendo i ragazzi che si trovavano nella saletta relax. Entrai lasciando la mia roba.
- Buongiorno eh – disse Louis.
- ‘Giorno – risposi fredda.
- Sei nervosa? – domandò Zayn.
- Si! – dissi.
- Che hai fatto al braccio? – domandò schioccato Harry.
- Ho tirato un pugno allo specchio del bagno – risposi, mentre prendevo il telefono per leggere un messaggio, da parte di mia sorella.
- E al telefono che diavolo hai combinato? – chiese ancora.
- L’ho lanciato contro il muro per il nervoso. Hai finito coll’interrogatorio? – domandai seccata voltandomi verso di lui, vedendo le facce scandalizzate di tutti.
- Che c’è voi non siete mai stati nervosi, tanto da spaccare tutto? Beh io si, per cui non rompete. Ora proviamo? –
- Manca Liam – rispose Niall
- Eccomi – disse il ragazzo in questione, entrando nella stanza.
- Era ora – fece Zayn.
- Cosa ti è successo al braccio? – domandò il moro.
- Mi sono bruciato con  la caffettiera – rispose lui in modo distaccato. Ancora non mi aveva guardata.
- Sei nervoso anche tu oggi? – sbottò seccato Zayn.
- Forse, è un problema? – domandò Liam.
- Cavolo perché non vi fate una camomilla tutti e due eh? –guardò prima me e poi Liam.
- Rifiuto, la camomilla mi fa vomitare, ora cortesemente andiamo a provare? – domandai fissando tutti tranne Liam. I ragazzi sbuffarono annuendo.
- Vi aspetto in sala prove – dissi uscendo e dirigendomi nell’altra stanza, dove andai ad accendere la tastiera. Harry fu il primo a raggiungermi.
- Potrei sapere cosa è successo? – domandò bloccandomi ed alzandomi il viso.
- Ho litigato con Liam –
- Questo lo avevamo capito tutti – fece seccato
- Scusa, ma non voglio parlarne –
- Va bene, non ti costringo – mi lasciò andare, nello stesso momento in cui tutti entrarono nella saletta.
- Muoviamoci – disse Liam, trucidando Harry con lo sguardo.
 
Era passata una settimana da quando io e Liam non ci parlavamo più. Lui faceva la sua vita, ed io la mia e siccome non sopportavo più la situazione che si era creata, presi una decisione drastica. Ero nell’ufficio di Paul, ad aspettare che lui e Simon arrivassero. La porta si aprì ed io mi alzai in piedi, salutando i due uomini.
- Allora Grace, perché hai voluto parlarci? – domandò Paul
- Dovete scusarmi, ma ho preso una decisione. Ho intenzione di andarmene in America. Vorrei frequentare la facoltà di medicina di Yale, per cui ho deciso di licenziarmi – dissi tutto d’un fiato. I due uomini strabuzzarono gli occhi.
- Ne hai già parlato con il resto della band e con i ragazzi? – chiese Simon
- No! Lo farò più tardi – risposi.
- Sei davvero sicura? – domandò ancora Simon. Annuii, cosa che fecero anche loro. Paul aprì un cassetto e ne estrasse dei fogli.
- Firma questi – disse porgendomeli. Presi una penna e anche se un po’ esitante, firmai.
- È stato un vero piacere lavorare per voi – dissi alzandomi in piedi porgendo la mano. Loro per tutta risposta mi abbracciarono forte.
- Abbi cura di te in America – mi sussurrò Paul
- Buona fortuna – mi augurò Simon.
- Grazie mille, per tutto – dissi con le lacrime agli occhi. Li salutai ed uscii dall’ufficio pronta a salutare i ragazzi. Approfittai del fatto che Liam non c’era, ed entrai nella stanza dove c’erano tutti.
- Ehi Grace – mi salutarono i ragazzi.
- Che è successo? – domandarono preoccupati, vedendo le lacrime.
- Vi prego, abbracciatemi – dissi. Tutti si alzarono e mi vennero in contro.
- Che succede piccola? – domandò Harry.
- Vi voglio un mondo di bene – risposi.
- Ma che succede Grace, parla? – fece Josh.
- Ragazzi, sono venuta a salutarvi – dissi scostandomi.
- Dove vai? –
- Parto per Yale, vado in America. Per sempre –
- P-per sempre, ma la band? Non puoi lasciarci – disse Niall
- Paul e Simon troveranno un sostituto –
- Non puoi andartene così! – disse furioso Harry.
- Mi dispiace – fu l’unica cosa che riuscii a dire.
- Quando parti? – domandò Louis.
- Fra tre ore – risposi guardando l’orologio.
- Tre ore? - Fece Zayn con sguardo triste. Annuii chinando il capo.
- Devo andare. Ricordatevi che vi voglio bene – dissi, per poi lasciare un bacio sulla guancia a tutti. Con le lacrime agli occhi uscii dalla stanza e dall’edificio.
- Grace – urlò Harry facendomi bloccare. Mi corse in contro e mi strinse tra le braccia.
- Mi mancherai molto – sussurrò.
- Liam lo sa? – disse poi, staccandosi da me. Negai col capo, mentre le lacrime continuavano a bagnarmi il viso. Lui annuì per poi stringermi ancora.
- Addio! – dissi dandogli un bacio sulla guancia.
- No! Arrivederci – cercò di sorridere tra le lacrime. Harry, dopo Liam sarà quello che mi mancherà più di tutti.
 
Il campanello della porta d’ingresso continuava a suonare ininterrottamente.
- Ma chi diavolo mi rompe proprio ora? Cazzo, ho l’aereo fra meno di un’ora – sbottai nervosa mentre mi dirigevo all’ingresso. Aprii di slancio la porta, pronta  a mandare a fanculo chiunque ci fosse dietro, ma le parole mi morirono in gola.
- Liam? Che diavolo ci fai qui? – chiesi con la gola secca. Lui ci mise un po’ a rispondere per via del fiatone.
- Non puoi! – disse dopo un po’.
- Cosa non posso? – domandai. Lui mi spinse in casa, chiudendosi la porta alle spalle.
- Non puoi partire! -  mi fece poggiare al muro.
- Io… -
- Non ti do il permesso. Fanculo Yale, tu non te ne andrai da qui, dovrai passare sul mio corpo –
- Liam, non fare l’idiota! Ho l’aereo tra mezz’ora e devo ancora chiudere una valigia –
- Sei sorda per caso? Ti ho detto, che tu di qua non ti muovi! Non ti do il permesso di sparire così dalla mia vita –
- Mi hai tratta come un verme, mi hai palesemente detto che non te ne fotte un cazzo di me… -
- Mi dispiace, ti chiedo scusa per tutto – disse. Era sincero, lo vedevo dai suoi occhi. Quegli occhi, che da un po' di tempo erano diventati freddi nei confronti di tutti, ora avevano ripreso a brillare.
- Ti perdono, ma ti prego lasciami andare – provai a liberarmi, ma lui mi bloccò al muro.
- No! –
- Liam ho bisogno di farlo, non sopporto più questa situazione, non ci riesco più! –
- Tu non te ne andrai! –
- Devo farlo! Se mi lasci andare, tu starai con Sophia, io mi rifarò una vita in America e riuscirò finalmente a dimenticarti. Stando qui mi farei solo del male. Mi faresti soffrire, perché baceresti, abbracceresti, coccoleresti una ragazza che non sono io – scoppiai in lacrime, confessandogli tutto.
- Scusa… - disse
- Liam non scusarti per.. – mi bloccò
- Scusa se ti amo e l’ho scoperto solo adesso – sorrise. Rimasi schioccata, spalcando la bocca. Lui mi prese il viso fra le mani e mi baciò. Ha detto che mi ama! Ha detto che mi ama! Si staccò dal bacio continuando a sorridere.
- Si Grace, ti ho detto ti amo – rise, vedendo la mia faccia. Sorrisi anch’io, anche se le lacrime continuarono ad uscire. Ci avvicinammo baciandoci di nuovo, intensificando quel magnifico contatto che aspettavo da otto anni. Lentamente ci spostammo nella mia camera da letto. Liam mi fece stendere sul letto, togliendosi le scarpe e mettendosi poi sopra di me.  Si tolse la maglia, scoprendo i suoi addominali scolpiti e poi si chinò a baciarmi. Con la mano percorsi tutto il suo petto e la sua schiena. Dalle mie labbra si spostò al collo. Mi tirò su facendomi sedere su di lui. Mi tirò lentamente su la maglia, mentre continuava a guardarmi negli occhi, con un sorriso accennato sulle labbra. Alzai le braccia per far passare la maglia, che lui fece cadere sul pavimento. Facevamo tutto in modo lento, come se, se avessimo aumentato la velocità dei movimenti, tutta la magia sarebbe svanita. Mi chinai sul suo viso lasciando baci ovunque, sulla fronte, sulle palpebre, sulle guance  e sulle labbra, dove ne ridisegnai il contorno con la lingua. Mi staccai leggermente da lui, che iniziò a baciarmi il collo scendendo lentamente lungo la spalla. Abbassò lentamente la spallina del reggiseno per poi continuare a baciare la spalla. Fece la stessa cosa dall'altra parte. Mi guardò poi, baciandomi e passando le mani dietro la mia schiena, che accarezzò prima di sganciare il reggiseno. Lo fece scivolare via per poi disegnare una scia immaginaria con i baci, che andava dalle mie labbra all’incavo tra i seni. Si dedicò al mio petto, baciandolo dolcemente e sfiorandolo come se fosse una cosa fragile. Buttai la testa indietro quando morse delicatamente il seno sinistro. Mi fece ridistendere, scendendo dai seni alla pancia, fermandosi una volta arrivato agli shorts. Li slacciò tirandoli via e poi riprese a baciarmi. Con le mani scesi verso i suoi pantaloni, cercando il bottone. Lo slacciai e aprii la brachetta, tirando giù i pantaloni che finì di sfilarsi lui, aggiungendoli agli altri indumenti sul pavimento. Ritornò su di me, prendendomi il viso fra le mani.
- Sei stupenda – sussurrò prima di baciarmi. Mi sfilò lentamente, l’ultimo indumento rimastomi e feci la stessa cosa anch’io, con i suoi boxer. Mi stuzzicò un po’ prima di infilarsi il preservativo.
- Ti amo – dissi baciandolo.
- Ti amo – rispose lui. Fu un attimo e diventammo un corpo solo. Sorrisi a Liam, ed allacciai le braccia attorno al suo collo. Lui iniziò a muoversi lentamente facendo leva sulle sue braccia, per non pesarmi. Aumentò le spinte baciandomi qualche volta le labbra, il collo e sussurrandomi parole dolci all’orecchio. Intrecciammo le mani, nel momento in cui arrivammo all’apice. Si accasciò sul mio petto, ansimando. Attendemmo che il battito del cuore ed il respiro tornassero regolari. Poi lui si spostò di lato attirandomi a se baciandomi dolcemente.
- Era da tanto che volevo farlo – disse
- Cosa? L’amore o baciarmi? – domandai
- Entrambi – sorrise. Strofinai il naso nell’incavo del suo collo, stringendomi più a lui.
- Da quanto? – chiese poi.
- Cosa? – domandai
- Da quanto tempo sei innamorata di me? –
- Da sempre Liam –
- Mi dispiace averti fatto soffrire. Io credo di essere sempre stato innamorato di te. Solo che non riuscivo ad ammetterlo a me stesso, figuriamoci a te – disse
- Con Sophia cosa farai adesso? –
- L’ho già lasciata, prima di venire da te avevamo litigato, perché Harry mi aveva detto che te ne andavi e lei non voleva che venissi da te. È stato allora che ho capito di averti sempre amato e che cosa non andava in tutte le altre ragazze che avevo avuto –
- E cosa non andava nelle altre? – domandai curiosa
- Semplicemente, non erano te – rispose. Sorrisi avvicinandomi per baciarlo, ad interromperci fu il mio telefono. Mi tirai su e mi avvicinai al comodino, prendendo il cellulare. Lessi il messaggio di mia sorella.
“Sei partita?” diceva così il testo. Risi guardando l’ora.
- Perché ridi? – domandò curioso Liam, tirandosi su.
- Mi hai fatto perdere l’aereo! – spiegai.
- Meglio – rise anche lui.
- Mi devi 70 sterline – dissi
- Perché mai? –
- Biglietto non rimborsabile – sorrisi.
- Mmmh e se ti ripagassi così? –
- Così come? – domandai. Mi tirò giù sul suo petto, baciandomi per poi ribaltarci e mettersi sopra di me.
- Così! – sorrise riprendendo a baciarmi. Finalmente ero felice, finalmente potevo stargli accanto senza soffrire, finalmente potevo amarlo e per ora, era tutto ciò che volevo.
 
Fine.
 
Angolo autrice

Okay dopo aver scritto questo obrobriosa One shot corro a nascondermi... ma prima voglio chiedere scusa a tutte quelle che sono fan si Siam..... scusate se ve lo dico, ma a me quella ragazza non piece per niente... ma alla fine non siamo noi che decidiamo, se Liam la ama e la vuole al suo fianco noi non possiamo farci niente... :( spero solo lo sappia rendere felice...
Comunque tornando alla storia, spero di ricevere qualche recensione positiva... e se vi piace come scrivo vi chiederei (pregandovi in ginocchio) di passare dalla mia long (sempre su Liam)
 
Love is in London e magari lasciarvi una recensione se vi piace... accetto anche critiche... beh ora vado a nanna.. scusate per gli orrori di scrittura.. notte...........
  
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