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Autore: Pichan    02/09/2013    2 recensioni
In fin dei conti non poteva cancellare ciò che era realmente.
La quiete faceva parte di sé, e neanche scappando sarebbe riuscito a non trovarsi in qualche luogo sperduto e silenzioso a scrutare l'orizzonte e a contorcersi la mente nei pensieri e nei ragionamenti più impossibili.
Purtroppo anche quella caratteristica faceva parte di sé.
[ShikaIno of course! ♥]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Settembre

Risalì lentamente la collina, arrivando poco dopo sotto quel ciliegio. Si mise a sedere, abbandonando il suo busto contro il tronco dell'albero, mentre tutto intorno a lui, taceva.
Un silenzio micidiale, che da settimane ormai lo perseguitava. Ne aveva paura. Strano per uno come lui, abituato alla tranquillità, amante del silenzio, del riposo, del relax più assoluto.
Eppure ora, cercava quello stesso silenzio che gli incuteva timore. Doveva affrontare i suoi pensieri. Tutto era successo troppo in fretta. 
L'attacco dell'Alba, la morte di Asuma, la vendetta e la dichiarazione di Kurenai.
Malgrado avesse vendicato con onore, la morte del suo maestro, si sentiva un vigliacco, una nullità di fronte a quella donna dagli occhi cremisi. 
Le aveva promesso che si sarebbe preso cura di suo figlio come se fosse stato Asuma stesso, ma era diverso. Quel bambino sarebbe cresciuto senza padre ed era inutile mettere una figura a rimpiazzare il papà, accanto a lui.
Si sentiva colpevole, prima di tutto, e già quello bastava per fargli credere che qualsiasi cosa avesse fatto, non sarebbe bastata a colmare il vuoto che Asuma aveva lasciato nella sua donna, nel team... a Konoha.
Il buio faceva da sfondo alla figura del ragazzo che se ne stava seduto a guardare il cielo nuvoloso e scuro.
L'aria fresca di settembre, lo rilassava, amava quel periodo.
Lasciare il caldo soffocante dell'estate per passare al caldo delle coperte del proprio letto, alla pioggia che batte sulle finestre, alle foglie che cadono, ai fuochi che cominciano a scaldare le case.
Amava la magia portata dall'autunno.
Tirò fuori dalla tasca l'accendino del suo maestro, per poi accendere una sigaretta e portarsela alle labbra, inspirando.
Odiava fumare e odiava veder gli altri fumare, ma solo in quel modo si sentiva più vicino ad Asuma, al suo maestro, alla persona che gli aveva insegnato tutto, al suo secondo padre.
Appoggiò la testa sulla corteccia dura, mentre con la sigaretta ancora fra le labbra, continuava a fumare con gli occhi chiusi, beandosi del silenzio tanto evitato, ma ritrovato.
In fin dei conti non poteva cancellare ciò che era realmente.
La quiete faceva parte di sé, e neanche scappando sarebbe riuscito a non trovarsi in qualche luogo sperduto e silenzioso a scrutare l'orizzonte e a contorcersi la mente nei pensieri e nei ragionamenti più impossibili.
Purtroppo anche quella caratteristica faceva parte di sé.
Sentì un rumore di passi proprio dietro il busto dell'albero e rimase immobile, in allerta, cercando di sentire ogni più piccolo suono al di fuori di quei passi che a contatto con l'erba sembravano venire proprio verso di lui.
Sentì poi che si fermarono ed un sospiro leggero sfuggire nell'aria fresca.
Si affacciò con il volto per cercare di capire che fosse: di certo non era un nemico, altrimenti avrebbe fatto più attenzione e non si sarebbe lasciato sfuggire quel sospiro, che neanche il ninja più inesperto avrebbe emesso.
"Ino..."- sussurrò, chiedendo conferma, anche se la figura illuminata dalla luce della luna era evidente.
"Shikamaru, cosa ci fai qui?"- chiese lei sorpresa, mentre un sorriso amaro incurvava le sue labbra.
Era inutile chiederlo. Anche lui era andato lì a pensare. A cercare pace dai pensieri che comunque non l'avevano mollato.
"Prendo un po' d'aria fresca."- rispose lui mentendo e Ino lo sapeva.
Aria fresca a notte fonda? Non era esattamente da Shikamaru, che preferiva di gran lunga restare accoccolato alle coperte e dormire profondamente.
"Posso farti compagnia?"-gli chiese la ragazza che sapendo già la risposta si stava sedendo accanto a lui.
Se aveva bisogno di qualcuno con cui sfogarsi, il Nara non sarebbe di certo corso da suo padre o da sua madre, bensì dai suoi compagni di squadra. In fin dei conti il loro team era la perfetta replica del trio più forte di Konoha: l'Ino-Shika-Cho.
Il ragazzo si voltò, guardandola nei suoi occhi chiari e magnetici. Si sentiva uno stupido a pensare quanto bella fosse diventata Ino.
"E tu, che sei venuta a fare a quest'ora sulla nostra collina?"- le chiese.
La vide sorridere, per poi puntare gli occhi verso l'alto.
"Io vengo ogni sera. Mi rilassa stare qui, ricordare i bei momenti trascorsi insieme, prendere aria fresca!"- rise, ripetendo le parole che aveva pronunciato prima l'amico che fu coinvolto nella risata.
Ci fu un attimo di silenzio.
"Manca anche a te?"- le chiese guardandola mettere gli occhi chiari nei suoi.
Un sorriso amaro le sfuggì.
"E' come chiedere a Cho se gli mancano le sue patatine dopo averlo lasciato un giorno in astinenza.- abbassò lo sguardo- Per me, il maestro era come un secondo padre. Ho sempre preso esempio da lui, ho sempre seguito i suoi preziosi consigli. Credo di essere stata davvero fortunata a trovare lui come maestro."
"E a trovare me e Cho come compagni!"- aggiunse Shikamaru strappandole un sorriso, facendole ricordare i primi tempi, quando si rifiutava di stare in squadra con un 'ciccione' ed un 'asociale secchione'.
Slegò i suoi capelli lunghi e biondi, per poi allungarsi sull'erba, sospirando.
"Ci penso ogni sera."
"A come fosse stato stare in squadra con Sasuke?"- chiese lui con una nota ironica.
"No... A come sarebbe stato non stare in squadra con Choji e con te."- rispose, guardandolo negli occhi.
Lo vide allungarsi su un fianco, rivolto verso di lei.
"E come pensi che sarebbe stato?"- le chiese.
"Sicuramente non così... intenso."- ci mise un po' per trovare la parola giusta.
"Intenso?"
"Con voi è tutto più vero. Il dolore che condividiamo, l'amicizia che ci lega, il bene che ci vogliamo, i ricordi che ci uniscono, le emozioni... i sentimenti."
"Sentimenti?"- chiese il ragazzo, che quella sera faceva più domande del dovuto.
Lei distolse il suo sguardo da lui, guardando un punto non definito del firmamento.
"Già."- si limitò a rispondere, sperando che il Nara non chiedesse altro.
"Che tipo di sentimenti?"-le chiese però, facendosi quasi insistente.
Lo guardò negli occhi per interminabili secondi, mentre la mano delicata della ragazza, prendeva quella di lui.
Successe tutto in pochi secondi: lei che gli prendeva la mano, i suoi occhioni celesti che lo guardavano vicini, le loro labbra che si sfioravano, i loro respiri che si incrociavano e di nuovo le loro mani, che si stringevano forti.
"Questi"- rispose la ragazza, sperando di essere stata chiara.
"Ho capito cosa vuoi dire e forse hai ragione ma...- la fece sussultare, facendole pensare che avesse commesso un errore baciandolo- temo che dovrai mostrarmi di nuovo che tipo di sentimenti provi."- le sorrise, mentre le lasciava la mano e gliela portava dietro la nuca, per poi spingerla verso di sé, cercando le sue labbra, trovandole e facendole finalmente sue.
Era strano come Ino riuscisse a stregarlo, a farlo uscire fuori dalla realtà con le sue parole.
Malgrado il dolore, riusciva a farlo sollevare, a farlo sentire meglio.
Vederla sorridente, anche se dentro moriva, lo faceva stare male. Starle accanto, per farla sentire meglio, lo faceva stare più tranquillo. Stringerla fra le braccia, distesi su un prato, baciandola con dolcezza, lo faceva rabbrividire.
Aveva ragione, ogni emozione, ogni sentimento... era tutto più vero.


Corretta il 27/6/14

   
 
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