Col pensiero torno a te.
Sotto
quello stesso cielo
notturno, in America, un altro ragazzo era vittima di una prepotente
ondata di
pensieri.
Ryan Shirogane posò il
bicchiere di brandy sul tavolinetto di fianco a lui, sprofondando
meglio nella
poltrona e passandosi una mano fra i capelli biondi. Stancamente,
raccolse da
terra il quotidiano che aveva gettato poco prima in un impeto
d’ira,
dispiegandolo e tornando a fissare la figura che occupava
metà pagina: la foto
di una ragazza alta, dai lunghi capelli viola e occhi blu come
l’oceano.
Si trattava dell’ennesimo
articolo che parlava della misteriosa scomparsa di Zakuro Fujiwara,
avvenuta
cinque anni prima. La stampa aveva capito che un articolo del genere
sarebbe
sempre riuscito ad attirare i lettori, permettendogli di occupare
qualche
pagina inutilizzata all’interno del quotidiano.
Anche quella volta,
qualcuno sosteneva di aver riconosciuto la famosa ex modella in mezzo
alla
folla e aveva mandato immediatamente una segnalazione alle
autorità.
Poveri
sciocchi, pensò
Ryan con una punta di amarezza, come possono
immaginare che Zakuro non assomigli più minimamente alla
ragazza che era un tempo? Probabilmente, non risponderà
più nemmeno allo stesso
nome.
I suoi occhi color del
ghiaccio si soffermarono nuovamente sulla foto, che ritraeva una Zakuro
dal
sorriso enigmatico davanti ai riflettori di un set fotografico.
Ryan ripensò a
quell’abbraccio mancato, al modo in cui si era bloccato prima
di cingerla fra
le sue braccia l’ultima volta, prima che lei abbandonasse il
laboratorio per
recarsi sul luogo della battaglia finale. Perché quando
perdi una persona, ti
ritrovi inevitabilmente a pensare a tutti i gesti serbati, le parole
taciute, a
tutto ciò che avresti voluto fare ma che hai rimandato con
la falsa
consapevolezza che ci fosse ancora tempo.
Ma il tempo è per gli
stupidi. Non gli era bastato perdere i suoi genitori quando era solo un
bambino
per capire che, nella vita, non ci si può aspettare che le
persone rimangano
per sempre accanto a noi, o che, per lo meno, ci avvisino poco prima di
andarsene in modo da permetterci di interpretare una di quelle
classiche scene
da film drammatico da quattro soldi nelle quali il protagonista esprime
tutti i
propri sentimenti all’amico in punto di morte. Non funzionava
così, e Ryan
avrebbe dovuto saperlo.
Non riusciva a perdonarsi
per aver condotto Zakuro in direzione di un mero destino: in quanto
iniziatore
del Mew Project era, seppur indirettamente, responsabile della
situazione che
si era creata.
Aveva visto le ragazze
disperarsi per la sorte della loro compagna assieme agli alieni;
avrebbe potuto
giurare che, in quegli anni, perfino Kyle avesse versato alcune lacrime
solitarie pensando a Zakuro. E poi aveva assistito alla rabbia e al
dolore di
Kisshu. Era un qualcosa di straziante, una sofferenza che metteva i
brividi,
che ti entrava nelle vene, nelle ossa. Al solo guardare quegli occhi
dorati,
l’ira celata dietro le pupille dai tratti felini diveniva
palpabile.
Anche Ryan si sentiva
così, nonostante cercasse di nasconderlo e di controllarsi.
Non aveva mai
pensato che Zakuro potesse andarsene all’improvviso, senza
lasciare tracce di
sé. Non credeva potesse esistere un destino peggiore della
morte.
Così come non si sarebbe
mai potuto dar pace se qualcuna delle sue paladine avesse perso la vita
durante
una battaglia, non riusciva ad accettare che a Zakuro fosse toccata una
sorte
tanto infausta.
Eppure
penso a lei nella stessa maniera con la quale
si pensa ai defunti; forse perché la situazione è
talmente assurda e disperata
da non avere scorciatoie e vie d’uscita. È come se
Zakuro Fujiwara fosse
veramente morta.
Ryan emerse dai propri
pensieri e ingollò ciò che rimaneva del suo
brandy; dopodiché si alzò dalla
poltrona lasciandovi cadere con malagrazia il giornale. Con il cuore
così
pesante che pareva fosse ancorato direttamente ad un macigno si diresse
al
piano superiore, sperando che, almeno per quella notte, i sensi di
colpa lo
abbandonassero, in modo da lasciarsi andare ad un sonno senza sogni.
Anche
sotto il cielo
stellato di Tokyo, un’altra persona rifletteva
incessantemente. Minto Aizawa
liberò i suoi capelli corvini dagli abituali chignon,
lasciandoli ricadere
liberi e mossi sulle spalle. Era seduta di fronte alla finestra della
sua immensa
camera da letto, intenta a fissare il cielo. Una parte di lei cercava
di
spingerla ad uscire sul terrazzo, a farsi accarezzare
dall’aria tiepida della
notte; un’altra le impediva di muoversi. Da troppo tempo si
sentiva
terribilmente sola e vulnerabile.
Continuò a fissare quel
manto scuro trapunto di stelle dalla sua camera, mentre il volto di
Zakuro
riaffiorava inevitabilmente fra i suoi ricordi. Nei cinque anni che
erano
trascorsi dalla maledizione di Cordelia aveva provato ad accettare la
mancanza
della sua compagna di squadra, ma invano: la sparizione di Zakuro
l’aveva
colpita nel profondo, facendole versare Dio solo sa quante lacrime.
Oltre tutto l’affetto e l’ammirazione
che Minto provava per l’ex modella, però,
c’era dell’altro: il fatto che Zakuro
se ne fosse andata così, senza preavviso, le aveva sbattuto
brutalmente in
faccia una realtà difficilissima da accettare.
Se una persona forte come
Zakuro non aveva potuto fare nulla contro il proprio destino, allora
voleva
dire che nessuno era in grado di contrastarlo. Zakuro era forte, fiera,
determinata, e aveva sempre lottato con tutta se stessa per i propri
ideali,
all’interno del Mew Project e non; vederla sparire era stato
come accorgersi
che anche la colonna portante delle proprie convinzioni, per quanto
austera e
inviolabile, sarebbe potuta crollare.
Minto chiuse gli occhi,
nascondendo il volto fra le mani. Il fatto che Zakuro non fosse
più con loro
aveva sconvolto tutti, Kisshu in primis. Minto sapeva bene che
l’alieno, in
passato, era stato un guerriero spietato, ma ciò che rimase
impresso nei suoi
occhi dorati da quel maledetto giorno la sconvolse: l’odio.
Non aveva mai
pensato che una persona potesse avere così tanto odio
racchiuso in uno sguardo,
così tanta rabbia sotto la pelle, pronta ad affiorare da un
momento all’altro. Sembrava
che Kisshu avesse preso ad odiare la vita. Si ritrovava spesso a
gridare contro
al primo di loro che aprisse bocca, fino a placare l’ira
momentanea che lo
sopraffaceva.
Quando Kisshu, poco tempo
dopo la scomparsa di Zakuro, aveva annunciato di voler partire alla sua
ricerca, Minto aveva affermato di essere intenzionata a seguirlo. La
ragazza
aveva immaginato che Kisshu si opponesse con tutte le sue forze,
prendendo le
sue parole come un’occasione per esplodere nuovamente.
Invece, Kisshu non urlò.
Si limitò a rimanere alcuni secondi in silenzio, lasciando
che le parole di
Minto gli scivolassero addosso. Dopodiché abbassò
le spalle e il capo con
frustrazione, per poi lasciare la stanza senza proferire parola.
E Minto capì che non
avrebbe mai potuto accompagnare Kisshu nella ricerca di Zakuro: doveva
essere
lui a farlo, era giusto così, e lei non avrebbe mai potuto
mettersi in mezzo ad
una faccenda tanto dolorosa quanto delicata. Non era suo compito
riportare
Zakuro a casa e, se esisteva qualcuno in grado di ritrovarla, quello
era
proprio Kisshu.
Minto lasciò che le sue
braccia le ricadessero lungo i fianchi e, finalmente, aprì
gli occhi, cercando
di spazzare via i ricordi. Il cielo stellato era ancora lì,
di fronte a lei, e
Zakuro era da qualche parte là fuori, sotto lo stesso cielo.
Kisshu,
ti prego, trova Zakuro.
Angolo Autrice:
Ciao a tutti!
Non vi ho fatto aspettare molto per questo secondo capitolo,
fortunatamente! Ho
visto che il prologo ha riscosso un certo successo; ne sono veramente
troppo
felice, non pensavo. Ringrazio ancora tantissimo tutte le persone che
lo hanno
recensito: adoro ricevere i vostri pareri!
Bene, parlando di questo
capitolo: so che non sono ancora entrata nel vivo della storia, ma mi
serve
ancora del tempo per carburare. In questo modo, sono riuscita a dare
spazio
alle riflessioni di due personaggi profondamente legati alla figura di
Zakuro,
ovvero Minto e Ryan. Ho sempre trovato affascinante il legame che li
univa, e
un capitolo dedicato a loro era d’obbligo.
Spero che vogliate
continuare a seguire, leggere e recensire la mia storia ^^
Un abbraccio forte a
tutti,
Salice_