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Autore: Nidham    02/09/2013    1 recensioni
Breve elucubrazione della mia ladra nel momento piu' triste del videogioco, quando una scelta porta a tragiche conseguenze. Fatemi conoscere il vostro parere, visto che è anche il mio primo tentativo^^
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Forza, spostati da lì” Oghren tirò via il corpo senza vita di Malchom, liberando le gambe dell'amico. “Sei tutto da rattoppare e hai un aspetto orrendo.”

In effetti Zevran non si sentiva al massimo della forma, ma lo stupore di esserseli visti piombare davanti era tale da cancellare anche la sua capacità di avvertire il dolore.

“Smettila di guardarlo come se volessi sbranarlo, Alistair, e dammi una mano. L'elfetta deve aver sbattuto la testa troppo forte e ora è sotto shock.”

I due compagni non si mossero, né proferirono parola. Continuavano a fissarsi con occhi cupi e determinati, sfidandosi reciprocamente a sfuggire a quel confronto silenzioso, misurando la determinazione l'uno dell'altro in un duello di volontà il cui unico scopo era sapere quanto di loro sarebbero stati disposti a perdere, pur di raggiungere una vittoria comune.

L'assassino non si fidava di chi, solo poco tempo prima, aveva scelto la propria anima, invece del proprio cuore; il re non tollerava di scorgere il suo sacrificio trasformato in colpa, nello specchio senza fondo di un'anima che non conosceva il peso di portare la vita di un regno sulle spalle.

Se le circostanze fossero state diverse, non avrebbero mai accettato di tornare a viaggiare insieme; non c'era niente che li unisse, niente che potesse spingerli a cercare la reciproca compagnia, se non il ricordo suppurante di un dolore troppo vivo per essere perdonato.

Eppure, adesso che si erano ritrovati, lontani dal mondo e dal presente, persi in una caccia insensata e imprescindibile, votati ad una missione suicida e salvifica, entrambi si stavano rendendo conto che non avrebbero potuto raggiungere da soli il proprio scopo, che avrebbero avuto bisogno l'uno dell'altro, così come lei aveva avuto bisogno di entrambi, per ottenere l'unica vittoria che avrebbe potuto dar loro la pace.

Fu Zevran a rompere per primo il silenzio, con un sospiro basso che era anche un'offerta di tregua.

“Come dannazione avete fatto a trovarmi?”

Alistair contrasse le labbra, ancora restio ad accettare l'inevitabile, nonostante avesse iniziato quel viaggio proprio per ottenerlo.

“Non abbiamo trovato te” bofonchiò Oghren, lanciando un'occhiata di fuoco al Custode, perché la smettesse di comportarsi da idiota e si decidesse finalmente ad essere uomo.“Abbiamo seguito lui.” Alzò la testa dell'assassino, scuotendolo per i capelli, come avesse avuto in mano un pezzo di stoffa stropicciata.

“Immaginavo dove ti saresti diretto” il re distolse lo sguardo, quasi che costringersi a rivolgergli la parola consumasse tutta la sua determinazione. “Ma non riuscivamo a trovare le tue tracce.”

“Sei bravino, per essere un'elfetta” deciso a non lasciarsi coinvolgere nella follia comune, il nano iniziò ad armeggiare con bende e unguenti, assumendo un'aria più comica che professionale e guadagnandosi un'occhiata dubbiosa a cui rispose con un gesto poco signorile del dito.

“Poi ci siamo accorti di non essere i soli a fare domande sul tuo conto. Hai una discreta schiera di nemici, se proprio vuoi saperlo.”

“Molti nemici, molto onore, giusto?” voleva essere ironico, ma suonava solo sarcastico.

“Certo” Alistair ricacciò in gola le parole velenose che gli erano quasi sfuggite dalle labbra. “In ogni caso, i tuoi molti nemici ti cercavano e direi che ti stiano ancora cercando, eccezion fatta per questo qui, che ora è cadavere.”

“Ci siamo detti: chi meglio di un corvo, per prendere un corvo? Ne abbiamo rintracciati un paio e abbiamo scelto quello che si dirigeva più o meno nella zona in cui anche noi credevamo di trovarti.”

“Non è stato facile seguirlo senza farci notare, era abile e acuto; per fortuna, man mano che si avvicinava alla preda, sembrava isolarsi sempre più da quanto aveva intorno. Probabilmente era troppo sicuro di se stesso, per preoccuparsi di possibili nemici.”

“E ha dimostrato pienamente la sua stupidità prendendosi la mia ascia dritta dritta in quella testa vuota.”

“Malchom era un avversario temibile, un assassino spietato. Siete stati bravi, anche se doveva essere molto peggiorato, negli ultimi mesi, per non accorgersi di essere seguito da un nano con un alito così pesante da uccidere i passeri a trenta metri di distanza. Ahi!”

“Scusa, ti ho fatto male?” la voce di Oghren era candida quanto un fiocco di neve, mentre stringeva con più forza la fascia intorno alla spalla dell'amico, facendo leva con lo stivale contro i suoi reni. “E, comunque, siamo sempre rimasti sottovento.”

Nè Zevran, né Alistair riuscirono a trattenere un sorriso, subito nascosto non appena si resero conto di averlo condiviso.

“Perché mi avete cercato?” questa era la domanda più importante, l'unica che meritasse davvero una risposta, perché se avessero confessato di aver fatto tutta quella strada solo per riportarlo indietro, sarebbe stato costretto a deluderli e forse anche a ferirli, o peggio, pur di non rinunciare al suo scopo. Nessuna elucubrazione razionale o sermone su beni superiori avrebbero potuto distoglierlo dal fare l'unica cosa possibile.

“Perché tu non sai a cosa vai incontro” sibilò Alistair, tornando finalmente a fissarlo con aria di sfida. “Ma io sì.”

“Credi che non sappia cosa sto facendo?”

“Credo tu non sappia cosa stai rischiando.”

“Sono pronto a rischiare tutto.”

“Anche lei?”

Quella domanda aveva un'unica risposta, ma per Zevran non era necessario pronunciarla, quanto scoprire i motivi della domanda stessa.

“Tu non conosci le leggi che regolano l'Oblio” continuò Alistair, infervorato dall'ansia di spiegargli la gravità delle possibili conseguenze dei suoi gesti e incoraggiato dal suo silenzio. “Nessuno le conosce, nemmeno i maghi, che pure sono gli unici ad averne almeno una vaga idea; per questo usano i Templari, durante le loro prove. C'è anche chi dice che l'Oblio non segua nessuna legge, né fisica, né metafisica. E' un mondo assurdo e crudele, abitato da creature ancora più assurde e crudeli. L'hai ben visto, durante il nostro viaggio.”

“Ricordo bene Connor, non preoccuparti. E ricordo anche le scaramucce alla Torre del Circolo. Vai al punto, Alistair, perché niente di ciò che stai dicendo è una novità.”

“Non voglio essere originale, voglio solo che tu capisca la gravità delle tue azioni, prima di compierle” la sua rabbia era a stento trattenuta dalla patina di civiltà del suo tono. “E non voglio neanche impedirti di realizzarle, anche se ogni fibra del mio essere si ribella a quest'idea e ti odia per avermi costretto ad accettarla.”

Si chinò su di lui, sputandogli le ultime parole direttamente sulla bocca

“Voglio solo aiutarti, dannazione!”

  
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