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Autore: Dira    07/03/2008    7 recensioni
La guardai, e la cosa mi sconvolse.[...] Improvvisamente realizzai quanto dannatamente mi mancasse. Troppo. Realizzai che non avrei mai potuto chiudere del tutto con lei. Faceva parte di me in maniera troppo radicale. Aveva plasmato la mia crescita,la mia personalità. Non sarei mai stato in grado di usare il termine plasmato a d'uopo,senza di lei,per non parlare di a d'uopo. Missing Moment da "Il Principe Mezzosangue"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sorry seems to be the hardest word

Sorry seems to be the hardest word.

 

.

It’s sad, so sad                                                  

It’s a sad, sad situation.
And it’s getting more and more absurd.
It’s sad, so sad
Why can’t we talk it over?
Oh it seems to me
That sorry seems to be the hardest word.

 

(Elton John- Sorry seems to be the hardest word)

 

 

 

***

 

Sala dei Trofei,ore 6 pm,Riunione dei Prefetti e dei Caposcuola.

 

Perché le riunioni dei prefetti si svolgessero proprio nella Sala dei Trofei ,non l'ho mai capito.

Era forse per metterci in soggezione?Pinco Pallino,Caposcuola:vincitore del torneo di Gobbiglie.

Anni 1970;1971; 1972; 1974.

Quello che non saremmo mai stati. Ci ridimensionava,facendoci rientrare nei ranghi. Ci faceva sentire piccoli confrontati con quanto erano stati capaci di fare i nostri predecessori.

Dei Prefetti ,come noi;dei Caposcuola,come alcuni di noi sarebbero diventati.

E allo stesso tempo,dunque,ci stimolava:all'improvviso il Podio del Torneo di Gobbiglie non era poi così lontano,e fare l'inventario del nuovo stock di libri ricevuti in Biblioteca diventava un onore,e non più un lavoro talmente noioso da non augurarlo nemmeno a Malfoy.

OK talmente noioso da augurarlo,senz'altro,a Malfoy.

 

Ad ogni modo, la riunione dei prefetti era alle 6,ondepercui io sarei arrivato nella Sala dei Trofei, alle 5:30 spaccate.

 

Il miglior prefetto che abbia mai varcato i cancelli di Hogwarts usava arrivare alle riunioni con un anticipo di quindici minuti. Lo sapevo perché io lo conoscevo bene.

Generalmente,avrebbe cercato di acciuffarmi in qualunque posto io mi trovassi,qualunque cosa stessi facendo, per trascinarmi alla riunione con lei.

 

Già. È  di una Prefettessa,che si parla.

 

Comunque ,caso volle che il giorno della  celebrata riunione fosse uno dei tanti che io la signoressa Prefetto trascorremmo,durante il nostro sesto anno, non parlandoci. Anche se forse sarebbe meglio dire che era  lei a non parlare con me.

Io tentavo di rivolgerle la parola ad ogni occasione,ma non ricevevo altro che occhiatine sprezzanti, in risposta.

I motivi di questa situazione erano molteplici;anzi,forse a pensarci bene era solo uno,lo stesso che mi aveva portato a trovarmi davanti alla porta ancora chiusa della Sala dei Trofei,esattamente alle 5 e un quarto,con la camicia perfettamente dentro i pantaloni,la cravatta stretta in un nodo impeccabile.

I capelli non li avevo pettinati, perché credevo che averli un po' in disordine mi rendesse più attraente.

 

Pensavo che se fossi arrivato alla riunione ancora più in anticipo di lei e avessi dimostrato di prendere sul serio il mio ruolo,l'avrei positivamente impressionata.

Se non avesse funzionato avevo già chiesto alla mamma di insegnarmi a sferruzzare berretti e altri accessori:avevo pronta la lana,ben nascosta nel doppio fondo del mio baule. Avrei partecipato alla liberazione degli Elfi Domestici e se anche questo tentativo fosse fallito non mi sarebbe rimasto altro che usare la forza.

 

“Signor Weasley?”la McGrannit era davvero troppo stupita di trovarmi lì. Ero un Prefetto così pessimo? “C'è qualcosa che non va con il Signor Potter?La Signorina Granger?”

 

No,professoressa,il Signor Potter sta benone,per i suoi canoni,e ho avuto modo di notare che la Signorina Granger ha tutto al posto giusto. Sono io che non vado bene.

 

“No, professoressa. Sono solo un po' in anticipo. La riunione era alle 6 ,giusto?”

 

La McGrannit mi guardò sospettosa ,ed ebbi l'impressione che stesse per dire qualcos'altro,ma l'arrivo dei direttori delle altre case troncò la nostra discussione. Piton,Vitious e la Sprite non mi chiesero nulla, ma vidi che erano sorpresi di trovarmi lì tanto presto.

 

La McGrannit agitò la bacchetta e banchi e sedie apparsi dal nulla si disposero ordinatamente  in fila per la Sala. Ma non sarebbe stato meglio fare quella dannata riunione direttamente in un aula?L'interrogativo era così insistente che stava cominciando a insidiare la mia stabilità mentale.

 

Any way, mi fiondai a occupare il banco davanti alla Cattedra(anche quella evocata appositamente. Mah!): Hermione sedeva sempre in prima fila. Non avrebbe rinunciato solo per fare dispetto a un vermicolo come me.

Adesso,anche Piton mi guardava incuriosito(leggi:schifato),perché stavo tenendo un comportamento davvero insolito,ma il mio orologio mi disse che mancava un quarto alle sei e i mie occhi volarono alla porta.

 

Ed eccola,puntale,precisa e rigorosa come sempre.

Quanto mi piaceva.

 

“Buonasera”sorrise, rivolta ai professori. Poi mi vide.

Ah,di certo l'avevo impressionata. Non avrei saputo dire se negativamente o positivamente,però.

Mi chiesi se aveva notato la mia cravatta impeccabilmente annodata,se mi trovava attraente con i capelli spettinati in quel modo.

 

Lei era carina come al solito,le ciglia lunghe e i capelli che le uscivano da tutte le parti della coda di cavallo;il davanti della sua divisa increspato da quelle rotondità di cui potevo solo immaginare,sognare,la morbidezza e il calore.

Merlino,quanto mi piaceva.

 

Le rivolsi un sorriso speranzoso.

 

“Professoressa,”fece, girandosi verso la cattedra, “io…ho dimenticato la mia....in Sala Com....in biblioteca,sì.”stava annaspando in maniera pietosa. “Ho dimenticato la mia relazione in biblioteca. Posso andare a prenderla?Manca ancora un po' alle 6.”

 

La McGrannit annuì e Hermione si fiondò fuori dalla porta.

 

No!Perché era capitato questo a Ronald (Bilius)Weasley?Come potevo rimediare,come potevo riconquistarla se scappava da me?

Arrivare addirittura a mentire a un insegnante per passare con me il meno tempo possibile:fino a poco tempo prima era la mia migliore amica. E solo poco tempo prima mi aveva invitato ad andare con lei ad una festa,ed altrettanto poco tempo prima l'avevo malamente bidonata.

 

Come avevo potuto essere così idiota? Avevo forse bruciato la mia unica possibilità di riuscire a sentire,un giorno,la sua pelle nuda e profumata sotto le dita?

 

In quel periodo,mi vedevo con una ragazza abbastanza attraente:alta,bionda e relativamente formosa,abbastanza,ehm,spensierata, da permettermi di baciarla approfonditamente dopo nemmeno un minuto di conversazione, e sulla base di  una conoscenza alquanto superficiale,considerata la frequenza di quasi sei anni. Diciamo che era esattamente il mio tipo.

Ma certo che non lo era!La mia ragazza ideale era minuta,con i seni della dimensione giusta per riempire i palmi delle mani;era intelligente e seria,e sapeva mantenere un segreto;non mi avrebbe mai chiamato con stupidi nomignoli.

 

La mia ragazza ideale era reale e mi odiava.

 

Improvvisamente il maglione della divisa prudeva in maniera insopportabile, lo stupido nodo della stupida cravatta era troppo stupidamente stretto:lo allentai con ferocia e mi dimenai tanto che sicuramente la camicia mi era sbluffata fuori dai pantaloni,dietro,come mi capitava quando ero bambino. Gli altri Prefetti e i Caposcuola cominciavano ad arrivare e a prendere posto,ma lei ancora non tornava.

Lanciavo sguardi feroci a chiunque adocchiasse il posto accanto al mio:l'avrei difeso a costo della vita. Lei doveva sedersi accanto a me. Ne avevo bisogno.

 

Finalmente entrò,accompagnata da Anthony Goldstein, di Corvonero. I  Corvonero adoravano Hermione,credevano che Grifondoro l'avesse sottratta loro impunemente. Goldstein poi, aveva un debole per lei. Si capiva da come arruffava le penne mentre le parlava,e dal fatto che le rivolgeva la parola ogni volta che si incrociavano nei corridoi.

Generalmente,alle riunioni dei Prefetti io facevo  in modo di assorbire completamente la sua attenzione,ma era molto difficile farlo dal momento che aveva deciso di ignorarmi.

 

“Anthony, ti ho tenuto il posto!”starnazzò Padma Patil e così a quell'idiota non resto altro che avviarsi al loro banco,mentre Hermione si dirigeva a denti stretti verso il mio.

 

Torsi il collo per lanciare a Goldstein uno sguardo truce, appena in tempo per beccarlo mentre guardava il sedere della mia donna,che non aveva ancora preso posto accanto a me.

 

“Ti vuoi sedere?”sbottai,rivolto verso di lei. Voleva offrire una piena visuale del suo derrière  a tutti quegli assatanati?

 

“Calma,WonWon. Calma e sangue freddo.”inarcò le sopracciglia,mentre finalmente si accomodava.

 

Fumavo di rabbia. L'avrei ucciso,Goldstein. L'avrei ridotto in un milione di minuscoli pezzi, li avrei chiusi in un sacco e ci sarei saltato sopra a piedi pari fino allo sfinimento,con tutte le mie forze.

 

La McGrannit cominciò a parlare ma io sentivo solo un fastidioso ronzio,mentre nella mia mente si dipanavano un milione di raccapriccianti possibilità. Quante volte l'aveva guardata prima di allora?Come facevo a impedire che le guardassero il sedere,il collo,le gambe,mentre si aggirava per i corridoi?

Per fortuna non era una ragazza molto appariscente,ma se si fosse presentata l'occasione e si avesse avuto  la pazienza di un esame più attento, allora non si potevano non notare un paio di cosette davvero niente male.

Insomma,era il genere di ragazza che non ti gireresti a guardare per strada,ma che a conoscerla era davvero interessante e allora,si sa,gli uomini sono scimmioni e dunque l'occhio scivola,e su di lei ce n'erano di cose su cui scivolare.

 

Improvvisamente mi resi conto di non essere stato abbastanza vigile;chissà quanti maiali le avevano prestato la loro attenzione,mentre io ero distratto a fare chissà cosa.

Ernie McMillam. Colin Canon. Malfoy. Neville. Harry.

Tutti erano potenziali nemici.

 

Oh,ma non avrebbero avuto vita facile;l'avrei seguita ovunque,d'ora in poi,e al primo a cui cadeva  l'occhio sarebbe caduta anche qualche altra cosa,parola mia.

Ci sapevo fare con gli incantesimi di ritaglio.

 

“Signor Weasley,stai ascoltando?”

 

Mi riscossi dal mio stato  di  rabbia vendicativa per dare almeno un pochino di attenzione alla riunione:i miei propositi di giocare al Prefetto perfetto erano andati a farsi  friggere.

 

“Mi scusi, Professoressa .”

 

Vidi Hermione scuotere impercettibilmente il capo.

 

“Stavamo distribuendo i compiti,Weasley. Sei pregato di ascoltare,perché di qualcosa dovrai occuparti anche tu.”fece la McGrannit,imperiosa.

 

“Certo,Professoressa.”feci. Non era ancora tutto perduto:forse sarei riuscito a fare una buona impressione e a infilarmi di nuovo la camicia nei pantaloni senza farmi notare da Hermione.

 

“Allora,ci sarebbe da supervisionare la pulizia delle armature....”

Hermione mi avrebbe costretto a pulirle io stesso,per risparmiare gli elfi domestici. Comunque,se fosse servito a farla tornare da me,avrei pulito anche tutti i cessi di Hogwarts.

 

“.....da catalogare le nuove specie di piante e minerali di recente sviluppatesi nella Foresta Proibita....”

Un lavoro per dei veri Tassorosso,questo. 

 

“....sono arrivati una serie di manoscritti antichi,per la Biblioteca:occorrerebbe farne un inventario e inserirli nelle varie sezioni…”

 Si!Hermione avrebbe adorato questo lavoro.

 

“Professoressa!”gracchiai ,sventolando la mano in aria come se la stessi salutando da molto lontano, “Lo possiamo fare noi?”

 

La McGrannit mi guardò inarcando le sopracciglia tanto da aggiungere un altro centinaio di rughe alle migliaia che già solcavano la sua fronte. “Con noi,intendi tu e la Signorina Granger?”

Io e la Signorina Granger. Queste parole erano musica per le mie orecchie. Io e la Signorina Granger. Sì,sì,sì e ancora sì. Annuii furiosamente.

 

La McGrannit esitava “In effetti,avrei voluto affidare questo lavoro alla Signorina Granger. Se tu vuoi aiutarla,non vedo perché no. Se per i direttori delle altre case va  bene....” gli altri direttori erano d'accordo. “Bene.”concluse la McGrannit. “Signorina Granger?”

 

La guardai, e la cosa mi sconvolse. Quel porco di Goldestein mi aveva fatto imbestialire tanto che mi ero completamente dimenticato che lei era accanto a me,ed era la prima volta da settimane che l'avevo così vicina. Inspirai,e il suo odore mi colpì:sapeva di sapone e di libri e di ragazza.

Improvvisamente realizzai quanto dannatamente mi mancasse. Troppo.

Realizzai che non avrei mai potuto chiudere del tutto con lei. Faceva parte di me in maniera troppo radicale. Aveva plasmato la mia crescita,la mia personalità. Non sarei mai stato in grado di usare il termine plasmato a d'uopo,senza di lei,per non parlare di a d'uopo.

 

Ma non avrebbe dovuto essere la stessa cosa anche per lei?Mi ero comportato così da schifo da costringerla a estirparmi dalla sua vita,dal suo cuore?

 

La guardai ancora. Lei fissava la  professoressa, incerta.

Se avesse detto di no,mi sarei messo a urlare. Forse non avrei dovuto metterla in difficoltà,con un lavoro che di certo le andava a genio. Avrei dovuto discretamente ritirarmi e lasciarla alla pace degli antichi manoscritti. Al diavolo!Io la volevo. Dovevo tentare qualsiasi cosa.

 

E poi bussarono alla porta. Non era mai capitato prima durante una riunione di Prefetti.

 

“Avanti.”fece Piton.

 

La porta si aprì lentamente ,cigolando. Forse se mi fossi applicato in Divinazione il presagio di qualcosa di oscuro e spaventoso mi avrebbe colto,e avrei avuto il tempo per fuggire. Ma,di fatto,non mi ero mai applicato molto in Divinazione,anzi diciamo che non mi ero applicato proprio.

 

Tutti ci eravamo girati verso la porta,in attesa;accadde tutto in una manciata di secondi.

 

“WonWon!”squittì Lavanda sulla soglia. “Ooops,scusatemi. Credevo che aveste finito. Ti aspetto fuori,WonWon. Oh,ciao Padma!”

 

Sentì qualche risatina e intravidi Padma che agitava la mano in risposta al saluto,prima che la porta si chiudesse. Ero congelato.

 

“Bene.”fece Piton. “Effettivamente la stiamo tirando un po' troppo per le lunghe,gli altri direttori saranno d'accordo con me. Signorina Granger,accetti di fare l'inventario per la biblioteca con il tuo collega WonWon?”

 

Figlio di manticora che non era altro. Tutti ridacchiarono,eccetto la McGrannit ed Hermione,che disse: “Ma certo. Nessun problema. Dove devo firmare?”

 

Firmammo la pergamena che la McGrannit ci porgeva.

Avevo mal di pancia. Era il senso di colpa che mi artigliava lo stomaco.

 

Sapevo che lei ci stava male, ma resisteva stoicamente.

 

Era da lei,essere così controllata,ma non da me e temetti che se non ci fossimo spicciati con quella stramaleddittissima riunione,sarei esploso lì davanti a tutti,urlandole quanto mi dispiacesse,e quanto assurdamente la volessi per me.

 

Improvvisamente mi sentivo sgonfiato, ogni traccia di furia omicida scivolava via inesorabilmente dalle mie membra,lasciandomi floscio come un fantoccio imbottito  di paglia senza la paglia dentro.

 

Che diritto avevo di prendermela con Goldstein,con Krum,o con Merlino sa chi altri?

Lei non era mia,non avevo l’esclusiva sul suo sedere,sulle sue gambe,i suoi occhi,le sue dita,le sue labbra.

 

Stavo con un'altra ragazza.

D’un tratto i miei tentativi di riconquistare Hermione mi parvero patetici,ridicoli.

 

Cosa vedeva lei guardandomi?

Cosa avrebbe potuto vedere, oltre a un ragazzino impulsivo e vigliacco,un idiota che le aveva mancato di rispetto, un pusillanime che mancava di rispetto alla ragazza con cui stava,immaginando di averne fra le braccia un’altra,mentre la baciava?

 

Non credo di aver mai avuto una considerazione più bassa di me.

Mi sarei buttato di filato nel lago nero, invocando il perdono di Hermione e maledicendo tutte le ranocchie del mondo,per il mio sventurato destino.

 

Quando,un secolo dopo,i direttori dichiararono la riunione sciolta mi sentivo così pesante che credevo non sarei riuscito a sollevarmi dalla sedia. Non riuscivo a guardare Hermione:mi limitavo a percepirla, mentre richiudeva la borsa e spingeva indietro la sedia, fissando ostinatamente lo sguardo su qualsiasi cosa in quella stanza non avesse le lentiggini.

 

Volevo uscire dall’aula per ultimo così da risparmiarmi l’imbarazzo di farmi vedere dagli altri maschi,mentre rifiutavo duramente uno sbaciucchiamento da Lavanda.

 

Non la volevo,niente in lei mi piaceva ,meno che mai in quel momento,ma ero un uomo e certe situazioni si potevano risolvere in un solo modo,se non volevo che sulle spille dei Serpeverde ci fosse scritto qualcosa di peggio che “Weasley è il nostro Re”,alla prossima partita di Quidditch.

 

Comunque se non fossi uscito alla svelta,Lavanda sarebbe venuta e prendermi,e perciò con un sospiro mi alzai,avviandomi mesto verso la porta ,e rimasi di sale.

Hermione non era ancora uscita,stava impettita accanto alla porta aperta,aspettando me.

Sbirciai fuori ,notando con piacere che Lavanda ,in preda a un raro sprazzo di dignità,si era stufata e se ne era andata in Sala Comune,probabilmente

 

Tornai a rivolgere la mia attenzione a Hermione. Aveva deciso di perdonarmi oppure voleva mandarmi contro un stormo di Ippogrifi?

 

“La McGrannit vuole che cominciamo da domani. Ci vediamo alle otto e mezza in biblioteca.”

 

“Ma è sabato,Hermione! Non possiamo fare alle nove?”

 

Sentì le orecchie arrossarsi, le lacrime pizzicarmi gli occhi,il cuore sfondarmi il petto.

Era stato automatico,chiamarla per nome,rivolgermi a lei con la confidenza di un tempo. Fu terribile,perché mi diede la percezione di quanto, in fondo, non fosse mai cambiato niente tra di noi,di come stessimo solo facendo finta di essere lontani l’uno dall’altra.

 

Era doloroso,e lo era ancora di più sentire il suo sguardo gelido su di me.

“Be’,”disse lentamente, “sai cosa? Non venirci affatto. Ti copro io con la McGrannit,tranquillo. Capisco che hai il tuo da fare,WonWon.” Scappò via senza darmi il tempo di ribattere nulla.

 

Decisi che sarei andato in Biblioteca immediatamente e che ci sarei rimasto tutta la notte,per essere sicuro di non ritardare.

 

***

Ma,si sa,lo stomaco ha le sue ragioni che il cuore non può capire,così avevo deciso che in fondo non era necessario saltare la cena:avrei potuto puntare la sveglia di Dean alle sette,per assicurarmi di essere da Hermione in tempo.

Non c’erano speranze,in realtà,che io sentissi una qualsivoglia sveglia,la mattina di sabato alle sette,ma Dean aveva il sonno leggero e odiava alzarsi presto:il suo urlo selvaggio avrebbe squarciato l’oscurità e non avrei potuto ignorarlo neanche io. Neanche tutti gli altri a dire il vero,ma Hermione veniva prima dei sogni d’oro di Neville&Co.

 

“WonWon!”

 

Come previsto, Lavanda mi stava aspettando seduta al tavolo di Grifondoro. Avrei preferito che facesse meno chiasso. Mi lasciai cadere accanto a lei affrettandomi a infilarmi in bocca un generoso pezzo di arrosto,così da impedirle di infilarci la sua lingua. Proprio non ne avevo voglia,in quel momento. O per meglio dire,non avevo voglia di lei.

Sarei un’ipocrita se dicessi che mi disgustava pomiciare con lei,o che la trovavo repellente e via dicendo. Lei  era una ragazza carina ed io avevo sedici anni e,come mi aveva gentilmente ricordato mia sorella, l’esperienza di un dodicenne .Il mix era vincente,non lo si può negare. C’erano cose che volevo scoprire e lei era davvero un’ottima guida.

Ma adesso che sapevo cosa si provava a baciare una ragazza,desideravo baciare Hermione più che mai. E allo stesso tempo,la rabbia al pensiero che lei avesse condiviso quelle sensazioni con Krum mi faceva ammattire,e mi impediva di chiederle scusa,di cercare di riaggiustare tutto,di lasciare Lavanda. Perché non mi aveva aspettato? Prima o poi mi sarei dato una mossa con lei,era scontato,dopo la mia scenetta al ballo del Ceppo. Ma lei se ne è infischiata e,quel troll,lo ha addirittura baciato. Avrei scommesso che l’aveva fatto per ripicca verso di me,oca che non era altro.

 

Percorsi la tavolata con lo sguardo, finché non la scovai, a parlottare fitto con Harry,le teste così vicine che quasi si toccavano.

Guardavano verso il tavolo dei Serpeverde,perciò dedussi che Harry le stesse esponendo qualche teoria folle su come Malfoy,presto o tardi ,avrebbe dominato il mondo.

I capelli di lei continuavano a finirgli sulla faccia,e lui li scostava leggermente con le dita, continuando a indicare con circospezione cose che non potevo vedere. Ma che bisogno c’era di stare così appiccicati? mi chiesi, irritato. Non potevano usare un nome in codice per Malfoy -furetto sarebbe stato perfetto,ad esempio- e piantarla di borbottarsi cose nell’orecchio? Non era la prima volta che facevamo cose del genere,ma siccome io ero troppo sfigato,finiva sempre che Hermione soffiava nell’orecchio di Harry e lui nel mio e la cosa, permettetemi, faceva tutto un altro effetto.

Non ne faceva alcuno,per essere precisi.

 

Ad ogni modo vederli confabulare in quel modo mi diede un fastidio assurdo; sapevo che era perché non ero con loro a condividere quel genere di intimità.

Intimità non significava,in quel caso,porcherie tipo menage à trois o cose del genere,significava noi tre che parlavamo di cose di cui non avremmo parlato con nessun altro,cose che solo noi conoscevamo.

 

Significava qualcosa che stavano condividendo,in quel momento ,esclusivamente l’una con l’altro.

Molto più di quanto io e Lavanda avessimo mai condiviso in ogni caso.

 

Li guardai ancora,di sottecchi.

 

Hermione aveva messo una brocca di succo di zucca davanti a loro e stava agitando una mela davanti al naso di Harry. La appoggiò sul tavolo,molto lontana dalla brocca. Le sue dita saltellavano veloci dall’una all’altra cosa,e Harry le seguiva con lo sguardo,scuotendo la testa poco convinto. Non potevo sentire quello che diceva,ma ne avevo un’idea ben precisa.

 

“Allora,Harry,supponiamo che la brocca sia Hogwarts e la mela il Malfoy Manor. Anche volendo Malfoy,non avrebbe potuto appellare quella dannata collana,perché la distanza…No,Harry, ascolta! Guarda…”

 

Come avevo potuto rinunciare a questo? Perché non ero lì a dare un morso a quella stupida mela?

Un troll di montagna ha tranciato via il tetto del Malfoy Manor! Che schifo, si vede Malfoy jr in mutande.”

“Davvero,Ron,sei impossibile. Sto parlando seriamente....Ehi, piantala di mangiare il Malfoy Manor!”

 

Sentii la mano di Lavanda poggiarsi sul mio ginocchio e scivolare lentamente verso su. Solo un pochino comunque;era il suo modo per comunicarmi che era il momento dello sbaciucchiamento della buona notte e darmi un assaggio di quello di cui avrei potuto godere se avessi perseverato nella nostra relazione.

 

Ma avrei dovuto incontrare Hermione,stare da solo con Hermione appena 11 ore dopo,e non riuscivo a dirigere le mie sensazioni su nessun altro binario.

Nonostante le sue dita affusolate salissero e pizzicassero non mi facevano alcun effetto;a dire il vero la cosa,sul momento,mi preoccupò: forse c’era qualcosa che non andava ai piani bassi. E allora, se fossi riuscito a riconquistare Hermione,prima o poi,come avremmo fatto a festeggiare?

 

Scostai la sua mano gentilmente,e guardando la sua espressione delusa mi ritrovai a pensare che in fondo era un po’ una mia vittima anche lei,e mi sentii un verme,anzi un vermicolo. Tanto da meritarmi in pieno l’onere di alzarmi alle sette, sabato mattina.

 

 

 

 

 

 

******

 

Alors, quanto al titolo direi che si cita da solo,ma mi sento in dovere di precisare che appartiene a una celeberrima canzone di Elton John,il cui testo mi fa pensare sempre a una certa parte di un certo libro e ad una certa coppia ( tirate a indovinare).

 

Credo che teoricamente la storia potrebbe anche finire così,ma ho iniziato la stesura anche di una seconda parte che sta faticando un po’ a venir fuori in effetti,anche a causa dei miei sempre più pressanti impegni accademici.

Quando e se la dovessi terminare ci rivedremo,anzi,ci rileggeremo ;)

Intanto mi fate sapere che ve ne è parso?

  
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