Y..:Heal My
Jealousy:..Y
Ciao a tutti! Sono ancora io, la vostra Sakurina! Lo so che non ce la fate più a sopportarmi, ma la
mia testa è un vulcano di idee!
Ho deciso di pubblicare questa semplice fanfiction senza pretese... non sarà molto lunga e penso di
puntare su una trama piuttosto semplice, ispirata dal mio telefilm preferito...
forse capirete da soli di che si tratta!
Comunque ho deciso di trattare due delle
mie coppiette preferite, InoxShikamaru
e TentenxNeji... spero vi potrà piacere!
Un bacione grande e recensite!
Prologo: "Prince Charming...?"
Sdraiata su quel suolo troppo umido,
sentiva brividi gelidi percorrerle la schiena seminuda. L'erba, bagnata di
quella fresca rugiada notturna, le solleticava la pelle.
Ino sospirò, portando i suoi occhi cerulei verso la luminosa luna
che illuminava il cielo lustrato dal vento freddo. Era davvero la fine? Era
arrivata così presto? Si sarebbe arresa, questa volta? Chiudendo le palpebre,
rivedendo la sua immagine, di lui insieme a lei... sì, le
veniva davvero voglia di lasciare andare tutto. Perché per l'ennesima volta, il
suo cuore era stato irrimediabilmente ferito; ancora una volta, Shikamaru l'aveva ferita, preferendo la compagnia di Temari alla sua, trovando una sintonia migliore combattendo
con la jonin anziché con lei, sua compagna di squadra
da anni. Faceva tutto terribilmente male. E in fondo... era stanca di essere
ferita sempre dai ragazzi, stanca di sentirsi uno straccio ogni volta che
capiva di essere finita in un altro vicolo cieco sentimentale.
Ino riaprì gli occhi, ravvivati da una nuova scintilla di rabbia:
morire lì, adesso, per colpa... loro? ...ma mai nella vita!
Lei era Ino Yamanaka e non sarebbe stata sconfitta da quel branco di
rozzi shinobi, o almeno, non senza prima combattere
fino allo stremo delle forze. Sebbene chakra e
lucidità le fossero nemici, la biondina riuscì a risollevarsi, affaticata e col
fiatone. La vista non era delle migliori, tutto sembrava così annebbiato e
sfuocato, e le loro risate erano così sgradevoli da farle quasi venire la
nausea.
La ragazza assottigliò lo sguardo,
sperando di riuscire ad inquadrare meglio i nemici, mentre con la mano destra
sfilava un kunai appuntito: purtroppo, vista la
situazione, non poteva fare altro che puntare sullo scontro corpo a corpo.
Aveva sufficiente chakra
per l'uso di un'ultima tecnica, ma senza Shikamaru o Choji al suo fianco, il suicidio sarebbe stato una
soluzione più intelligente.
"Mi dispiace dirlo... ma tutto
questo... è proprio una scocciatura..." pensò Ino,
puntando in avanti il kunai, mentre le volgari
battutine dei banditi sbeffeggiavano quel gesto di coraggio estremo. In fondo,
avevano ragione. Chi voleva prendere in giro? Faticava persino a reggersi in
piedi. Ma avrebbe preferito morire lì da sola, piuttosto che essere salvata da Shikamaru e dalla sua amichetta della Sabbia. Non avrebbe
sopportato una vergogna del genere.
Mentre il capo dei banditi si avventava su
di lei, Ino non potè fare a
meno di rivolgere il suo ultimo barlume di lucidità nella speranza che il principe
azzurro potesse esistere davvero, e che potesse venire a trarla in salvo
all'ultimo momento sul suo cavallo bianco.
"Che pensiero infantile. Che pensiero
stupido. Come puoi pensare una cosa del genere proprio prima di... morire?
Eppure, non è arrivato nulla, nè morte, nè dolore.
Solo due grandi spalle e due forti braccia
a proteggermi, mentre un intenso profumo di menta mi pervade anima e corpo...
...il principe azzurro... ha i capelli...
brizzolati?!"
“““
Tenten si appoggiò contro la parete rocciosa, e con sguardo
sofferente si posò la mano sulla profonda ferita alla spalla: quella volta era
stata davvero una cretina di prima classe. Come aveva potuto allontanarsi così
dal gruppo, per una ragione così banale? Incredibile, ogni giorno si riscopriva
sempre più sconsiderata. Capiva benissimo che il suo atteggiamento,
ultimamente, non rispecchiava affatto il comportamento che una chunin del suo livello avrebbe dovuto tenere. Ma una strana
stanchezza la pervadeva, stanchezza mista a solitudine. Sì. Tutti quegli
allenamenti e quelle battaglie la stremavano non poco. E poi... lui.
Perché i suoi sguardi non erano mai rivolti a lei? E perché Neji
si divertiva così tanto a giocare con i suoi sentimenti? Perché non appena un
suo gesto le regalava l'illusione che anche lui provasse qualcosa per lei,
subito dopo si comportava in modo da farle credere il contrario?
Tenten sbuffò, portando gli occhi verso il limpido cielo: basta, era
stanca di dover dipendere sempre da lui. Più il tempo passava, e più sentiva
che la sua pazienza si stava esaurendo... il suo amore no, quello non riusciva
a spegnersi, ma il suo bisogno di affetto ultimamente scarseggiava... e sapeva
che Neji, innamorato o no di lei, forse non sarebbe
mai riuscito a colmare pienamente quell'estremo bisogno di attenzioni di cui
necessitava in quel momento. Ed era stata proprio la sua ennesima reazione
gelida a farle perdere la pazienza, facendola allontanare dal team. E adesso
quella manica di banditi le stavano addosso... e chissà cosa le volevano fare!
Sembravano anni che non vedevano una donna, e nei loro occhi brillava una luce
tutt'altro che rassicurante... oltretutto quella ferita alla spalla non le era
di nessun aiuto.
Percependo i pesanti passi dei nemici
avvicinarsi al suo nascondiglio, Tenten strinse tra
le mani l'ultimo kunai rimasto, deglutendo
nervosamente.
Ecco che doveva ricominciare a
combattere... ma Lee e Gai-sensei non c'erano mai
quando servivano veramente?!
Senza neanche avere il tempo per
rendersene conto, la ragazza sentì una forte presa afferrarla per la spalla
ferita, seguita da un suo acuto urlo di dolore. Quell'energumeno aveva
affondato la mano proprio sul taglio, sollevandola di forza approfittando del
suo momento di debolezza.
-"Bastardo!!!"- sbottò la kunoichi, sofferente.
Quasi immediatamente, Tenten
percepì il suo aggressore gemere di dolore e la sua violenta presa cedere,
lasciandola cadere al suolo.
La ragazza sollevò lo sguardo, perplessa,
posandolo sulla misteriosa figura che si era rapidamente frapposta fra lei e il
bandito.
-"Nessuno ti ha insegnato che le
donne non si toccano nemmeno con un fiore...?"- asserì l'uomo con voce
roca e suadente.
"Che bel sorriso... e che bella
voce... ma... chi è?
Eppure, il dolore che provavo... è già
svanito.
La sua presenza... mi trasmette un calore
inaspettato,
un calore mai provato prima...
Solo due grandi spalle e due forti braccia
a proteggermi, mentre un inebriante profumo di muschio mi pervade anima e
corpo...
...il principe azzurro... ha davvero... un
sorriso così bello?!"
“““
Shikamaru diede un potente calcio ad una pietra che si ritrovò per sua
sfortuna davanti ai suoi piedi.
Con un gesto frenetico, tirò fuori il suo
ormai abbandonato pacchetto di sigarette dalla tasca del giubbotto da chunin, accendendola con mano tremante e nervosa.
Quella baka
di una Ino lo voleva davvero far disperare. Sparire
così, all'improvviso, in una zona piena di malviventi come quella... anche se
doveva ammettere di essere stato un po' duro con lei, non gli sembrava il caso
di atteggiarsi tanto a melodrammatica.
Shikamaru percepiva lo sguardo annoiato di Temari
e quello preoccupato di Choji puntati su di lui. Era
notte inoltrata e dal litigio di quel pomeriggio lui e Ino
non si erano più rivisti. D'altronde erano entrambi troppo orgogliosi per chiedersi
scusa a vicenda, ed era da un po' di tempo che Ino si
comportava in modo molto indisponente con lui... sembrava più fredda e
distaccata, non si lasciava più andare alle sue solite effusioni e
manifestazione d'affetto. Il ragazzo aveva sempre pensato che fossero soltanto
una scocciatura, ma da quando non gliene faceva più... forse sentiva che gli
mancavano. Gli mancavano i suoi sorrisi, i suoi abbracci, i suoi baci... e
vederla sempre di malumore durante le missioni insieme lo infastidiva parecchio.
E ora, si metteva pure a scappare... forse, c'era qualcosa che non andava più
bene tra di loro. Il loro rapporto si doveva essere incrinato per un qualche
motivo, e lui non riusciva a capire quale potesse essere.
-"Allora, Shikamaru...
che vuoi fare? Camminare avanti e indietro non ti servirà a niente!"- si
lamentò Temari, fissandolo con sguardo infastidito.
Sì, la infastidiva parecchio vederlo così preoccupato per un'altra, soprattutto
se "quell'altra" era Ino.
-"Forse dovremmo dividerci, non
credi, Shika?"- gli chiese Choji,
anche lui preoccupato per l'amica.
Shikamaru li fissò per qualche secondo con sguardo perso e indeciso. Non
poteva fare a meno di pensare che a causa della sua testardaggine, forse
adesso... era troppo tardi.
-"Sì, dividiamoci."- asserì poi,
serio e turbato.
“““
Neji si guardò attorno, preoccupato. Nemmeno il suo byakugan riusciva a rintracciare la compagna.
Il ragazzo sospirò, fissando la pallida
luna in cielo: perché stava così male? Sempre lei, solo lei riusciva a farlo
sentire così. Lo sguardo deluso di Tenten gli era
rimasto impresso nella mente così chiaramente che non riusciva proprio a
levarselo da davanti agli occhi. Gli dispiaceva infinitamente di averla ferita
ancora, ancora, per l'ennesima volta. Purtroppo era fatto così. Il suo
carattere freddo penalizzava sempre il suo rapporto con Tenten
e quella che soffriva alla fine era sempre lei. Anche se non voleva ammetterlo,
sapeva che la sua compagna lo amava; sapeva, ma non riusciva ad accettarlo.
Ultimamente, sentiva che il suo rapporto
con la ragazza stava attraversando una fase di stagno, un periodo difficile.
Percepiva che Tenten era inquieta, ma non si
azzardava a chiederle il perché; e forse questo era il suo errore più
madornale.
-"Ehi Neji...
l'hai trovata?"- chiese improvvisamente il suo compagno, apparendogli alle
spalle.
-"No, Lee... ancora niente."-
rispose il jonin, tradendo una nota di apprensione
nella sua voce. "Maledizione..." pensò poi Neji,
lanciando un ultimo sguardo di disapprovazione alla frigida luna, che non lo
aiutava per niente nella sua ricerca della ragazza.