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Autore: BrokebackGotUsGood    02/09/2013    2 recensioni
Leonardo DiCaprio e Kate Winslet, colleghi e inseparabili migliori amici.
Ma può essere che da una bella amicizia possa nascere qualcosa di più...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kate





 

Quando cavolo si decideva a baciarmi, quello?! Era già la seconda volta che mi si avvicinava e poi, per una ragione o per l'altra, non copriva del tutto la distanza tra le sue labbra e le mie.
«Aspetta un momento...chi ha detto che voleva baciarti, scusa?» chiese la Kate-diavoletto, apparendo dalla sua nuvoletta nera.
«Oh, certo, hai ragione, voleva solo vedere le sue labbra un po' più da vicino per studiarne meglio la forma!» intervenne sarcastica la Kate-angioletto, incenerendo la rivale con lo sguardo.
«Se avesse voluto baciarla, a quest'ora l'avrebbe già fatto!» 
«Magari ha paura di essere respinto, no? Anche Leonardo Wilhelm DiCaprio può avere delle ansie, è umano, giusto perché tu lo sappia». Si fermò per un attimo a riflettere. «Anche se è così bello che pare non appartenere alla nostra specie...» disse con voce sognante. 
«Non credo di piacergli» dissi sconsolata, scuotendo la testa.
«Ma certo che gli piaci!» mi rassicurò l'angioletto «Anzi, è stracotto. E si vede»
L'insopportabile diavoletto scoppiò in una risata amara. «Come no»
«Sentite- le interruppi esasperata «non siete d'aiuto, d'accordo? Perciò sparite».
Fortunatamente senza obbiettare, le due mini me si dissolsero nelle loro nuvolette, e io potei tornare ad assaporare il silenzio e la pace. Il rumore delle automobili a parte.
E lo squillo del telefono.
Il cuore prese a tamburellare impazzito nel petto mentre mi dirigevo verso il cordless, e ancora di più quando vidi il nome di Leonardo sul display.
Forse mi aveva chiamata per confessarsi, forse si era reso conto di essere stato uno stupido a fermarsi sul più bello, forse...
''Ok, Kate, sta' calma''.
Feci un bel respiro, mi schiarii la voce e premetti il tasto con la cornetta verde.
«Pronto?» dissi allegramente, ma la gioia e il sorrisone che avevo stampato in faccia svanirono non appena sentii l'agitazione e la tristezza nella voce di Leo.
«K-Kate...è...è successa una cosa alquanto grave...». 
Ad un tratto mi salì un groppo in gola, e l'ansia incomincò a impadronirsi anche di me.
«A te?» chiesi sbarrando gli occhi.
«No...a Danny»
«Oh mio Dio, cosa è successo?»
«E' stato travolto da un pirata della strada, e...è incoscente, ha tre costole rotte e ha riportato danni cerebrali, e...Kate, ho bisogno che tu venga al Cedars Sinai Medical Center...ti prego, ti prego».
Non sapevo spiegare con precisione come mi stessi sentendo in quel momento.
Un vuoto allo stomaco, come quando sei su una giostra spericolata del luna park, mischiato alla mancanza di ossigeno nei polmoni.
Non facevo in tempo a riabbracciare Danny dopo anni che non ci vedevamo e ora quel maledetto me lo investiva?! 
Mi sentivo piccola, piccola perché non sapevo cosa fare in quelle situazioni, come affrontarle e soprattutto come farle affrontare agli altri.
Con la mano che tremava e le lacrime agli occhi, annuii con la testa, anche se sapevo che lui non poteva vedermi.
«D'accordo. Arrivo». 
Fu poco più di un sussurro, ma speravo che avesse capito.
 
 Cuore nero scuro Cuore nero scuro Cuore nero scuro

Quando arrivai all'ospedale, facendomi largo tra infermiere che correvano da una sala all'altra, dottori che trasportavano barelle di corsa e parenti che gironzolavano alla ricerca di qualcuno a cui chiedere notizie dei loro cari, vidi Leonardo seduto su una sedia fuori dalla sala in cui doveva essere stato ricoverato Danny.
A vederlo in quello stato, mi venne un tuffo al cuore: testa nascosta dalle mani, singhiozzi trattenuti a stento.
Mi avvicinai lentamente e gli misi una mano sulla spalla, lui trasalì leggermente, e quando alzò lo sguardo per incontrare il mio si sforzò di fare qualcosa di vagamente simile a un sorriso. «Ciao»
«Ciao». Lo guardai con compassione, accarezzandogli il braccio con fare rassicurante. 
Lui sostenne il mio sguardo in silenzio per un po', poi si alzò dalla sedia e si tuffò letteralmente tra le mie braccia, lasciando finalmente liberi i singhiozzi e le lacrime.
«Sshh, andrà tutto bene» sussurrai stringendolo forte a me, mentre lui affondava il viso nella mia spalla  «Andrà tutto bene».
''Spero''.
Rimanemmo abbracciati per un interminabile istante, lui che si sfogava e io che lo rassicuravo meglio che potevo, finché una figura femminile non venne verso di noi a passo svelto.
Un'infermiera? No.
Gisele
Bündchen.
«Leo» chiamò dolcemente, mettendogli una mano sulla schiena e facendolo girare verso di lei.
«Oh, ciao, Gisele...»
«Ho saputo dell'incidente...come stai?».
Avrei voluto farla finire nel lettino d'ospedale al posto di Danny. 
Ma che domanda idiota era quella?! 
«Non sto bene, diciamo».
Lei lo guardò preoccupata, poi gli prese le mani nelle sue.
E io mi sentii avvampare di rabbia.
«Vado a prenderti un caffè, Ok?». 
Lui annuì abbassando lo sguardo, e la stupida s'incamminò col suo passo da modella (e sculettando, per di più) verso il distributore di bevande calde, mentre io architettavo un piano diabolico per farla fuori.

 

 
   
 
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