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Autore: betabi    02/09/2013    1 recensioni
Avete presente quegli abbracci dei film? Quelli in cui la gente manda al diavolo tutto quello che sta facendo per correre incontro alla persona desiderata e, quando finalmente si uniscono, i loro corpi sembrano tessere di un puzzle, perfettamente incastrate tra loro?
Riuscite a immaginarlo? Bene.
Ci siamo gettate le braccia al collo ed è stato l'abbraccio più bello della mia vita.
Perché ci sono alcune storie che non finiscono mai.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alla mia Signora Cuffari,
perchè con lei non è mai chiusa.

 

Di nuovo da te


Avete presente quegli abbracci dei film? Quelli in cui la gente manda al diavolo tutto quello che sta facendo per correre incontro alla persona desiderata e, quando finalmente si uniscono, i loro corpi sembrano tessere di un puzzle, perfettamente incastrate tra loro?
Riuscite a immaginarlo? Bene.
Erano i primi giorni di giugno ed ero a una festa organizzata dal quartiere. Le avevo mandato un messaggio, per chiederle se c’era anche lei, mi rispose di sì, voleva vedermi.
In realtà all’inizio non ero sicura di volerla rincontrare. Era stata la mia storica migliore amica per undici anni e, dopo uno stupido litigio per un’ancora più stupido ragazzo, non ci eravamo rivolte la parola per dodici lunghi mesi.
Avevo paura che fosse tutto cambiato, che noi fossimo cambiate, che quell’alchimia che ci univa si fosse spezzata con il passare del tempo, con il conoscere nuove persone, con il frequentare posti diversi.                               
Avevo paura di parlarle e rovinare tutto, di nuovo.
Poi però, poi mi dicono che era dietro di me e, nonostante la paura, mi giro e la guardo.
Quindici metri ci distanziavano e sentii le mie gambe muoversi da sole, lo sguardo sempre fisso sui suoi occhi cerulei, i suoi capelli corti.
Non ricordo come sia successo, ma so solo che, in meno di un secondo, ci siamo gettate le braccia al collo (al diavolo la birra che avevo in mano) ed è stato l’abbraccio più bello della mia vita. Quel genere di abbraccio in cui sembra che le energie passino dal tuo corpo al suo, fondendosi. Dove le tue braccia sembrano trovarsi esattamente dove sarebbero dovute stare. Dove la lontananza, le parole non dette e le litigate fatte, l’affetto e tutto ciò che avete condiviso vi unisce in un unico essere vivente fatto di quattro braccia, quattro gambe, due cuori e due visi che, inevitabilmente, stanno piangendo l’uno sulle spalle dell’altro. Quel genere di abbraccio che perdona tutto perché, forse, non c’era mai stato niente da perdonare.
E mentre la stringo, penso alle parole della nostra canzone di nuovo da te, di nuovo da te, di nuovo da te.
Perché ci sono alcune storie che non finiscono mai.
Altre invece cui è impossibile mettere la parola fine.
  
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