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Autore: flamin    02/09/2013    5 recensioni
{KyouKina ♥}
Il ragazzo cercò istintivamente la sua mano, con il pensiero di stringerla sé e di sussurrarle qualcosa. Aveva tante domande dentro di sé, che non aspettavano altro che risposte; eppure non aveva né il coraggio di
farle, né il tempo, forse. La castana le lanciò un ultimo sguardo compassionevole e carico di dolcezza, prima di iniziare a scomparire oltre il velo logoro che sembrava tenersi appeso dall’arco, insieme alla sua famiglia. La famiglia che, ne era sicuro, avrebbe voluto, un giorno.
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Kinako Nanobana, Tsurugi Kyousuke
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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{ Distorted Reflection. }
 
- Uno specchio mostra più di quanto non si creda. -
 
 
 
 
“Yesterday is history
Tomorrow's a mystery
I can see you lookin' back at me
Keep your eyes on me
Baby, keep your eyes on me”
 
 
 
 
Kyousuke osservò la superficie liscia e riflettente dello specchio che aveva davanti. Seccato e diffidente, ma al tempo stesso automatico, con il viso contratto in una smorfia aspra, alzò il braccio e ne tastò la materia pura, con il palmo.
L’arco, inciso di rune, dava un aspetto austero al tutto e un che di tacitamente rispettoso. Il velo dello specchio sembrò tremare, a contatto con i suoi polpastrelli umidicci. Davanti a lui comparvero due figure. Sembravano emanare luce propria. La sagoma più alta aveva poggiato un braccio sull’altra e la stringeva a sé, protettivo. La ragazza si limitava a sorridere raggiante.
Il blu poté riconoscere repentinamente lui e Kinako; forse qualche anno più grandi. Il suo sguardo vagò sul viso innocente di lei a quello tranquillo e soddisfatto di… sé stesso. Nanobana teneva in braccio un fagotto, con fare materno come se tenesse in mano un bambino che non poteva vedere; al dito portava una fede nuziale dorata.
Il ragazzo cercò istintivamente la sua mano, con il pensiero di stringerla sé e di sussurrarle qualcosa. Aveva tante domande dentro di sé, che non aspettavano altro che risposte; eppure non aveva né il coraggio di
farle, né il tempo, forse. La castana le lanciò un ultimo sguardo compassionevole e carico di dolcezza, prima di iniziare a scomparire oltre il velo logoro che sembrava tenersi appeso dall’arco, insieme alla sua famiglia. La famiglia che, ne era sicuro, avrebbe voluto, un giorno.
Al loro posto ricomparvero altre due figure, di fianco a Nanobana. Entrambi avevano indistinguibili occhi verdi; uno aveva i lineamenti più maturi e definiti, l’altro spensierati e infantili: Asurei e Fei Rune. La vera
famiglia della donna. E sembravano felici, insieme, com’era giusto che fosse.
Tsurugi aveva il fiato mozzo, i polmoni in fiamme. Batté un pugno sulla superficie, che sembrò ondeggiare, come scossa da un forte vento, poi ricadde immobile.
Allora capì. Loro due erano solamente un riflesso. Un riflesso distorto. Una realtà impercepibile e irreale, una mera fantasia.
Colpì ancora il vetro, con violenza, ordinando a se stesso di non piangere, mentre le lacrime premevano ugualmente per uscire e lui si inginocchiava davanti allo specchio.
 
La scena cambiò, mentre quei piccoli particolari attorno a lui sembravano sciogliersi e svanire.
 
Tsurugi sanguinava. Si chinò verso il pavimento, imprecando e squadrando la ferita con un cipiglio; tenendo in alto la mano sanguinante, raccolse con cura i cocci dello specchio che aveva infranto accidentalmente e li gettò malamente dentro il cestino che stava accanto alla scrivania.
Doveva mettere qualcosa sulla ferita, o si sarebbe gonfiata, ma non gli importava più di tanto.
Il suo pensiero era rivolto unicamente verso quel viso che gli era sembrato di aveva intravisto attraverso lo specchio.
Si stupì di come, a distanza di tempo, ricordava perfettamente i suoi piccoli particolari dei tratti somatici: i grandi occhi castano chiaro, i lunghi capelli del medesimo colore; il viso tenero e bambinesco, la sua corporatura minuta… e il sorriso. Il sorriso di chi non ha mai avuto alcuna sofferenza nella sua vita.
 
Kyousuke si svegliò ansimante, con la fronte madida di sudore e il respiro
mozzato.
 
Il blu si alzò in fretta e corse a prendere un bicchiere d’acqua, cercando di tranquillizzarsi. Il suo era stato solamente un sogno; uno stupido sogno; un sogno che gli aveva fatto capire, con poco, quanto potesse essere debole e patetico; un sogno che rivelava i suoi desideri più nascosti e le sue paure,
fondate, più grandi.
Si stese sul letto, supino, portandosi le braccia dietro la testa e sospirando.
In lontananza, gli sembrò di udire ancora la sua vocina stridula e la risata cristallina. Ricordò i momenti passati insieme, come quando lo trascinava in centro, per ogni negozio di dolci che gli capitava davanti, incurante del suo imbarazzo; come riusciva a fare disordine ovunque passasse e come non riusciva a farsi prendere con serietà.
Kyousuke allungò la mano verso il comodino, tastandolo cauto in cerca del ciondolo che gli aveva regalato Kinako prima di andare via. Si sedette a osservare quella rappresentazione irregolare e graziosa di un areoplanino di metallo, ma vide solamente il riflesso del suo occhio color ambra. Chissà se
anche lei, spesso, ci si rifletteva, perdendosi a guardare il ciondolo.
Rifletté sul giorno in cui lei se ne andò. Era come paralizzato, mentre la sua mente urlava di andare da lei, salutarla per bene, un’ultima volta. Ma non lo fece, ovviamente.
 
 
 
‘Non le dici niente?’
‘Non ho niente da dirle.’
In cuor suo soffriva; ma sorrideva ugualmente, consapevole che lei fosse stata la cosa migliore che gli fosse capitata, in vita sua.
 
 
 
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“And now it's clear as this promise
That we're making
Two reflections into one
Cause it's like you're my mirror
My mirror staring back at me, staring back at me.”
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
nda:
yep, a distanza di mesi e mesi l’ho pubblicata. anche se in realtà non dovrei perdere nemmeno un secondo, in nessun social, compreso questo sito, perché devo ripassare per l’esame di matematica. cvc
beh, che dire, kyoukina otp. <3
*viene ammazzata dalle millemila /?/ persone che odiano la pair e kinako*
boh, insomma, prima di andare vorrei precisare che, mentre scrivevo, ho lasciato a palla i soundtrack depressi di harry potter –sul sesto, settimo film- e da fluff si è trasformato in angst, taaanto angst.
amo l’angst, gnh.
e l’idea è di kyousuke che sogna sé stesso davanti ad uno specchio che confronta i suoi desideri alla realtà che detesta ma che deve accettare l’ho presa un po’ dallo specchio delle brame. perché lui può. (?)
le citazioni in grigio (?) sono prese da mirrors, enjhskrgnerg--- <3
mi scuso per eventuali errori che potrete aver riscontrato, nel testo, ho provato a rileggerla, ma non ce la facevo, sono distrutta. (?) cvc
kisses.
 
wats.
 
   
 
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