L'inizio di tutto -prima parte-
Dubita che le stelle
siano fuoco,
dubita che il sole si muova,
dubita
che la verità sia mentitrice,
ma non dubitare mai del mio
amore.
[William Shakespeare, Amleto]
Avevano passato una
notte stupenda, il loro non era sesso, ma vero è proprio amore.
"Sta
spuntando il sole amore mio" Aveva sussurrato nell'orecchio
dell'amata il giovane principe.
La ragazza aveva mugugnato e
stropicciandosi gli occhi si era svegliata.
"Vuoi già
partire? Il giorno è ancora lontano, quella che vedi laggiù non è
la luce del mattino, ma bensì un'illusione" aveva risposto
cercando di intrattenere ancora per un po' il suo amore.
Per tutta risposta il ragazzo aveva
posato un casto bacio sui capelli della corvina alzandosi
successivamente per vestirsi.
"Trunks quando ci rivedremo?"
Aveva chiesto mentre si avvolgeva le lenzuola bianche attorno al suo
corpo nudo, segno della notte di passione passata con lui.
"Spero
al più presto Pan, tra qualche ora dovrò partire per la terra per
affari urgenti, potessi amore mio ti porterei con me" ed aveva
baciato nuovamente quelle labbra carnose e soffici.
"Lo so
bene amore mio, promettimi che starai attento" ed aveva
nuovamente posato le sue labbra su quelle dell'uomo per l'ultimo
bacio d'addio.
"Tornerò presto te lo prometto tesoro" e
dopo ciò era saltato giù dalla finestra per dirigersi al castello
cercando di non farsi scorgere da nessuno.
Quella notte non
era riuscita a chiudere occhio, cercava di capire chi potesse essere
il misterioso cavaliere con cui aveva ballato, quesito senza nessuna
risposta.
Neanche i sogni le avevano concesso di vederlo, e
l'allodola aveva cominciato a cantare ancor prima che lei potesse
vederlo ancora una volta.
Sbuffando si era alzata dal letto per dirigersi in bagno, un bagno caldo forse l'avrebbe aiutata a distendere i pensieri.
Su una cosa era certa, non lo aveva mai visto a corte, quindi molto probabilmente non faceva parte della cerchia dei nobili.
La principessa aveva sospirato, quello sconosciuto le aveva rapito il cuore con un solo sguardo, così con la testa che vagava per il mondo dei sogni si era immersa nel tepore dell'acqua.
Quella mattina era stato convocato dal re in persona, non succedeva spesso, ma era sicuro che questa volta si trattava di una cosa molto importante.
Da quando era riuscito a trasformarsi in un super saiyan, ovviamente successivamente al re Vegeta, era stato nominato a capo dell'esercito imperiale.
Il generale Kakaroth era rinomato per la sua abilità di guerriero e la sua forza, certo non si poteva definire una delle persone più intelligenti del pianeta, ma quando si trovava sul campo di battaglia, niente e nessuno poteva eguagliarlo.
Era sposato con una terrestre che aveva risparmiato durante l'attacco a quel primitivo pianeta, il suo nome era Chichi, certo non era più giovane ma nonostante tutto portava molto bene i suoi cinquantacinque anni.
Dal loro amore erano nati due ragazzi, che proprio come il padre erano abili combattenti al servizio del re, i loro nomi erano Gohan e Goten.
Contro voglia, si era alzato dal letto per prepararsi all'incontro con il sovrano.
Chichi era già in piedi da un paio di ore, sfamare due saiyan non era di certo facile.
Kakaroth la raggiunse con indosso già la divisa per presentarsi davanti il gran re, aveva il tempo di fare colazione e poi subito a rapporto al palazzo reale.
“Goku questa notte Goten non è tornato a casa, lo so che è forte come te, ma sono preoccupata lo stesso, non si può mai sapere”.
Goku era il nomignolo che li aveva attribuito subito dopo sposati, e da quel giorno l'aveva sempre chiamato così perchè a parer suo era molto più bello che Kakaroth.
“Stai tranquilla Chichi vedrai che tra un po' arriva” e detto ciò aveva cominciato a mangiare con grande foga.
Il ballo reale era finito da parecchio tempo, ma non aveva nessuna intenzione di tornare a casa.
Si trovava sotto la finestra della sua amata, sperava che sarebbe riuscito a vederla, ma più la notte si inoltrava più le sue speranze svanivano.
Era la sorella del suo migliore amico, tra l'altro anche la principessa, ma anche se la mente diceva di lasciarla perdere, il cuore non li dava tregua.
Quel lento che avevano ballato insieme tornava prepotente nei suoi ricordi, non la vedeva da qualche ora e già sentiva la sua mancanza.
Aveva sospirato, rassegnato a quell'amore che non sarebbe potuto mai nascere, così quatto quatto stava per lasciare quel meraviglioso giardino decorato da tante rose rosse ed una fontana al centro, quando la donna dei suoi pensieri si affacciò alla finestra sospirando.
Si nascose in modo che non lo potesse vedere, così protetto dal manto della notte si nascose per origliare i pensieri della principessa.
“Chi sei? Mi hai rapito il cuore solamente con il tuo sguardo, vorrei tanto poterti rivedere anche se solo per un attimo” e detto ciò aveva nuovamente sospirato rientrando dentro la sua camera.
L'aveva osservata senza distogliere lo sguardo neanche per un attimo, aveva cambiato quel meraviglioso abito con una semplice vestaglia da notte rosa semi trasparente, qualche inserto di pizzo impreziosivano quella veste, ma non poteva essere paragonata a lei.
Era rimasto ancora un po' nascosto sperando che lei potesse uscire ancora, ma così non fu.
L'allodola cantò e costretto dalla luce del giorno che si stava avvicinando dovette lasciare quel luogo, ma si era ripromesso che l'avrebbe rivista, niente e nessuno glielo avrebbe impedito, dopo tutto era Goten Son figlio del generale a capo dell'esercito reale.
Sua figlia era appena scesa, il suo sguardo era triste e malinconico, non c'erano bisogno di parole perchè lui aveva capito quello che era successo.
“Pan la colazione” aveva esclamato la moglie, ma prima che potesse sedersi al tavolo si era alzato per abbracciarla, non era certo comportamento di un saiyan, ma in quel momento l'orgoglio doveva essere messo da parte perchè sua figlia era più importante di qualsiasi altra cosa.
“Vedrai che tornerà presto” aveva detto da padre amorevole cercando di rassicurarla.
La ragazza aveva sorriso leggermente, sapeva che non sarebbe tornato tanto presto ma volle credere alle parole del padre.
Sua figlia era cresciuta, oramai era una donna e poteva capire le pene che stava soffrendo per quell'amore che non doveva esistere.
Capiva il dolore che provava perchè anche lui a suo tempo si era innamorato di una schiava, anche se Trunks era un principe, nulla cambiava da quello che aveva passato lui.
“Pan capisco quello che provi, ma fatti forza vedrai che le cose si sistemeranno” e aveva sciolto l'abbraccio.
“Grazie papà” aveva semplicemente risposto sedendosi successivamente a tavola per consumare la colazione, si ne era convinta presto le cose sarebbero cambiate, Trunks l'amava e quello era l'importante per lei.
Ciao a tutte voi che avete deciso di seguirmi in questa mia nuova avventura, sono consapevole di avere un ritardo esagerato e per di più mi presento con un capitolo corto.
L'ho dovuto tagliare a metà perchè non sono riuscita a scrivere il resto, e per non fare passere altri quattro mesi, si fa per dire, ho deciso di pubblicarlo così.
Spero di non avervi deluso, alla prossima e grazie a tutte le ragazze che hanno lasciato la loro firma nelle recensioni, sono quelle che spronano a continuare a scrivere.
Buona serata.
Princess_serenity_92