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Autore: _Mollica_    02/09/2013    5 recensioni
Arya è sola. E' passato più di un secolo da quando lei è diventata la regina degli elfi e Cavaliere dei Draghi. E' passato più di un secolo anche da quando Eragon ha lasciato Alagaesia. Adesso lei si chiede se forse ha sbagliato,se forse ha perso per sempre la sua occasione di amare ed essere amata. Un nuovo pericolo sta per arrivare in Alagaesia e con esso una nuova minaccia. Qualcuno sta tornando a casa per chiedere aiuto. Nuovi legami e vecchi sentimenti verranno rivelati. Arya ed Eragon alla fine troveranno il loro momento per amarsi?
Spero che entrerete per leggere questa mia storia, ci conto!
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Eragon/Arya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3. era mio
4.


L'ORDINE


Il popolo mi accerchiava e chiamava il mio nome, a gran voce.

Ero emozionato. Essere a casa, vedere che qui ancora ricordavano il mio nome, mi faceva sorridere. Mi sentivo amato. Una sensazione, che non provavo più, da quanto mi era stata portata via Saphira.

Avevo visto molti alzare gli occhi al cielo, aspettando l'arrivo della sua imponente mole, ma non era arrivato nessuno. Lei non c'era. La mia compagna di vita non era più al mio fianco, ma ci sarebbe tornata presto! Avrei fatto tutto quello che era in mio potere, per tornare a volare con lei e a condividere ogni nostra più piccola emozione.

- Eragon, di qui. - Arya mi fece un cenno con la spalla indicando una lunga scalinata. Guardai affascinato il palazzo che si ergeva davanti a me. Nasuada, e poi i suoi eredi, avevano apportato molte modifiche. Avevo divinato le persone, che vivevano in quel luogo molte volte, ma non  avendo mai visto il palazzo modificato, non avevo potuto vederlo nelle sua attuale condizione, per questo tutta quella magnificenza mi lasciava di stucco.

Alla fine delle scale, si ergeva in tutta la sua fierezza, un giovane uomo che portava la stessa corona che io stesso avevo posato sul capo di Nasuada, nominandola Regina Suprema. Adesso un suo discendente mi guardava fiero e sorridente, ricordandomi che la mia vecchia amica non c'era più. 

- Benvenuto, Eragon. Sono contento di darti il benvenuto da parte mia e del mio popolo a Ilirea. Ti siamo grati dell'onore. Salute anche a te, Arya Drottning e a te Fìrnen. E' un onore ricevere la vostra visita. - ci guardò intensamente e poi allargando le braccia ci invitò a entrare a palazzo, che era grande abbastanza da permettere anche a Fìrnen di entrare.

Sorrisi alla folla, che continuava ad acclamare i nostri nomi ed entrai nel grande palazzo seguendo l'imponente figura del loro re. Il Re Ajhiad era molto giovane, giovane come lo era stata Nasuada quando aveva preso il comando dei Varden. Era un uomo molto bello, ma il suo portamento era quello che più lo aveva colpito. Emanava una area di forza e determinazione. Era il degno erede di Nasuada. Nei suoi lineamenti e anche nei suoi atteggiamenti, Eragon però aveva riconosciuto anche qualcun altro.

- Questa è la stanza, in cui si svolgono le riunioni dell'Ordine. L'Ordine di Alagaesia è stato creato da mia nonna, con lo scopo di mantenere la pace nell'Impero. Ne fanno parte i grandi eroi contro Glabatorix e i Cavalieri dei Draghi, che hanno acconsentito a parteciparvi. - la sua voce era bassa, roca. Piacevole e chiara. Perfetta per un re.

- Ricordo, che Nasuada teneva molto a questo progetto e sono contento, che i suoi discendenti ne abbiano capito il valore. - lo guardai comprensivo. Nasuada mi aveva parlato dei suoi progetti e mi aveva chiesto anche dei consigli. Infatti, anche io ero un membro dell'Ordine, ma non avevo potuto mai partecipare attivamente a causa della mia lontananza dall' Impero.

- L'Ordine, in questi anni, è stato indispensabile per mantenere l'equilibrio tra le razze. - annuii trovandomi d'accordo.

- Sono certo, che sospettate che il mio non è un viaggio di piacere. Sono qui in Alagaesia, perché sono stato costretto a tornare. Siamo tutti minacciati da delle creature, che non conosciamo. Vogliate scusarmi se vi parlo senza tanti giri di parole, ma quello che sta accadendo potrebbe sconvolgere, ben presto, tutta l'armonia che regna in Alagaesia. - Ajhiad sospirò cupamente, non sembrava paricolarmente sorpreso.

- Apprezzo che andiate dritto al punto, non preoccupatevi. Il problema di cui parlate, mi è stato già riferito dai vostri compagni. L'elfo Blodgharm mi ha raccontato ciò che vi ha spinti a compiere questo viaggio. -

- Dove sono, adesso? - ero contento di non dover raccontare quello che era accaduto a Saphira, faceva già troppo male il solo pensiero. Blodgharm, probabilmente, lo aveva intuito per questo aveva già avvertito il re.

- Erano impegnati nel loro addestramento. Quando siete arrivati, gli ho mandati a chiamare. Arriveranno a momenti. -

Perfetto. Avere Blodgharm in quella discussione sarebbe stato utile. Dovevano immediatamente organizzare un piano d'attacco. Non sarebbe stato per niente facile.

- Chi altri presiederà a questa riunione? -

- Tutti i membri dell'Ordine, ovviamente. Siamo tutti coinvolti e prenderemo una decisione tutti insieme. Se una grave minaccia ci sovrasta, dobbiamo essere in tanti per combatterla. - il suo sguardo era deciso e determinato.

- Quando arriveranno? - la voce di Arya era ferma e il suo sguardo calmo, come lo era sempre quando si preparava a delle riunioni. Non l'avevo mai vista perdere la calma e riusciva a uscire trionfante da ogni discussione perché restava sempre lucida, nessun sentimento prendeva il sopravvento. Io ero ancora lontano, da quella perfezione di diplomazia.

- Entro un ora saremo al completo, si erano già messi in cammino appena imformati del vostro arrivo. - si alzò dal suo trono e ci  venne incontro. - Nel frattempo, posso mostravi le vostre stanze, sono certe che il vostro viaggio vi abbia stancato. -

- Ti sono grato per la tua premura. -

Ci condusse attraverso un salone e ci lasciò alle premure di una vecchia donna sorridente, che dopo averci riguardato per bene tutta emozionata, ci lasciò davanti a due stanze adiacenti.

- Ajhiad mi sembra un buon re. Hai mai avuto rapporti con lui? - guardai Arya incuriosito.

- E' re da molto poco. L'ho visto solo una volta, quando è stato incoronato. Da allora, non c'è stata più occasione. Sono poche le occasioni in cui, ormai, lascio la mia città. - mi guardò vacuamente - Comunque, hai ragione. Anche a me, sembra un buon re. - mi sorrise riluttante. Vedere un sorriso di Arya, rivolto a me poi, mi lasciava sempre interdetto.

La guardai sconsolato, perché era così difficile starle accanto? Perché doveva essere innamorato di una donna che non mi aveva mai amato e che non lo avrebbe mai fatto? Arya una volta mi aveva detto che ero un umano e che quindi molto presto mi sarei dimenticato di lei e mi sarei innamorato di qualcun' altra. A volte, speravo veramente che  ciò accadesse. Non volevo passare la vita ad amare qualcuno senza essere ricambiato. Ormai, avevo più di cento anni e...volevo essere amato. Volevo qualcuno che stesse sempre al mio fianco. Qualcuno con cui ridere, emozionarmi...con cui trascorrere l' eternità. Se solo fossi riuscito a cancellare Arya dal mio cuore!

- Stai bene, Eragon? - Arya mi guardava turbata e preoccupata. Probabilmete la mia espressione doveva rispecchiare i tristi pensieri che mi affollavano la mente.

- Certo, sto bene. E' meglio che vada a riposarmi, adesso. -

Arya mi guardò incerta, come se avesse voluto dirmi qualcosa, poi annuì e scomparve dentro la sua stanza.

Entrai frustato nella mia, sbattendo la porta.

Non potevo pensare ai miei problemi con Arya, adesso. Dovevo preparami alla riunione, che ben presto si sarebbe tenuta.

Mi distesi sul grande letto, al centro della stanza, e chiusi gli occhi, cercando di rilassarmi.

Come sempre, però , le immagini di Saphira che ci attaccava e che poi volava via da me mi assillarono.

Dovevo salvarla e dovevo farlo in fretta!

*****************************************************************************************

Era la prima volta, che io e Castigo venivamo a Ilirea, senza nessun incantesimo a nasconderci. Castigo atterrò davanti alla scalinata del palazzo, richiamando l'attenzione dei soldati che vi erano appostati. Non li degnai di uno sguardo e scesi dal mio drago, mantenedo un espressione neutra. Non volevo che i miei sentimenti prendessero il sopravvento. Avevo promesso a Castigo che ce l'avrei fatta. Saremmo tornati a vivere alla luce del sole, avremo combattuto insieme ai giusti. Ce lo meritavamo e poi...lo dovevo a Castigo, a Eragon, a Selena e a lei, Nasuada.

Le sentinelle mi guardavano timorosi, non si fidavano di me. Nessuno si fidava di me.

Salii velocemente le scale e aspettai, pazientemente, che mi annunciassero al loro re. Mio nipote. Il nipote, che in un certo senzo, avevo disconosciuto. Non ero sicuro che sapesse della nostra parentela, ma speravo ferocemente che nessuno gliene avesse parlato. Io, di certo, non l'avrei fatto e lui avrebbe potuto continuare a vivere la sua vita perfetta.

- Il Cavaliere Murtagh. - un giovane uomo comparve davanti a me, camminando lentamente. Il suo sguardo mi stava studiando, lo percepivo, ma con una spiccata eleganza. Quello sguardo non mi faceva sentire sotto accusa, come quelli che molti altri, mi avevano rivolto.

- Sire, sono qui per la riunione dell'Ordine. - abbozzai un lieve inchino e cercai di trasmettergli la mia fretta. Non volevo restare troppo a lungo, da solo, nella stessa stanza con lui. Troppi ricordi e, sopratutto, rimpianti impazzivano nella mia mente.

- Sono lieto che voi e il vostro drago abbiate trovato il tempo e la voglia per parteciparvi. Abbiamo bisogno dell vostro aiuto. - mi guardò intensamente e poi mi scortò nel palazzo, per portarmi alla sala delle riunioni dell'Ordine. Lo seguii guardandomi attorno curioso, non volevo che nessuno pensasse che conoscessi quel luogo. Nessuno dei servi che erano presenti, comunque, mi avrebbe riconosciuto. Quando avevo abitato a palazzo con Nasuada, avevo assunto altre sembianze e solo lei poteva vedere il mio vero volto.

-Eccoci qui. Molti sono già arrivati. Stiamo aspettando le ultime persone. Anche il Cavaliere Eragon e Arya Drottning sono arrivati. Si sono ritirati per riposarsi, ma scenderanno a momenti. - io non lo ascoltavo più, da quanto ero entrato, la mia presenza aveva ammutolito l'intera sala. Mi guardavano tutti, come se fossi una qualche specie rara. Sospirai e mi avvicinai al tavolo noncurante. Trovai un posto abbastanza distaccato da quello degli altri e mi sedetti elegantemente, lasciano che il mio lungo mantello nero si afflosciasse lungo il pavimento. Rassicurai Castigo, il quale, stava ricevendo dagli altri draghi lo stesso mio trattamento. Tutti sembrvano diffidenti, ma ci eravamo abituati.

- Murtagh, è un piacere rivederti. Eragon sarà molto contento della tua presenza qui. - l'elfo con la pelliccia e le zanne mi si avvicinò sinuoso e la sua voce risuonò per la sala. Lo guardai stranito, non mi aspettavo di certo quelle parole, ma l'elfo era partito con Eragon e quindi, probabilmente, aveva sentito da lui racconti su di me che lo avevano portato a cambiare idea. 

Non gli risposi, gli feci un cenno con il capo e gli lanciai un sorriso tirato. Anche volendo, e non volevo, non avrei saputo cosa dirgli.

All'improvviso, la porta si aprì ed entrò un elfa dai lunghi capelli rosso fuoco che le ricadevano fin sotto lo stomaco in morbidi boccoli. Portava una semplice tunica che le nascondeva le forme, molto probabilmente si era appena tolta l'armatura. Si avvicinò verso il gruppo muovendosi sinuosa come una gatta. Era da un pò che non vedevo un elfa e mi ero scordato di quanto fossero affascinanti. Lei molto probabilmete era Kalea, l'elfa che era diventata Cavaliere. Ci guardò con attenzione tutti quanti, per soffermarsi a lungo su di me. Mi guardava come se mi stesse inquadrando. La guardai di rimando affascinato, l'elfa aveva due occhi della loro caratteristica forma, azzurri come un cielo senza nuvole. Questi insieme ai capelli di quel rosso così acceso la facevano sembrare la reincarnazione degli elementi naturali.

- Kalea, finalmente. Sono contento di rivederti. Presto cominceremo. La tua regina e Eragon stanno arrivando. - il re le era venuto incontro e le aveva sorriso, come non lo aveva mai visto fare. La prese per mano e la condusse a una sedia vicino a lui, sempre sorridendo la fece accomodare e si risedette sul suo trono. Poi, non ebbe più parole o sguardi per nessuno. Murtagh lo guardò, all'improvviso rattristato. Suo nipote si sarebbe fatto male, e le pene d'amore potevano essere atroci. Da quello che poteva vedere l'elfa non lo prendeva in grande considerazione, sicuramente lo rispettava in quanto lui era un re, ma non rispondeva ai suoi sorrisi e nemmeno alle sue attenzioni galanti. Forse, era meglio così, se lei anche si fosse innamorata di lui avrebbero solo sofferto in quanto un uomo mortale e un elfa non potevano stare insieme. Preso com'era dall'osservare la coppia non si accorse che il portone era stato riaperto. E una coppia era entrata. Solo l'improvviso silenzio della sala lo fece voltare.

Suo fratello era lì, uguale a come lo ricordava. Solo i suoi occhi sembravano essere cambiati. Erano più saggi e più tristi. C'era una sofferenza, in quegli occhi, che prima non c'era mai stata. Chiunque conosceva Eragon sapeva che, era dai suoi occhi che si capivano i suoi sentimenti. Eragon era sempre stato un libro aperto, se sapevi dove guardare. A differenza, dell'elfa che era accanto a lui. Quella sì che era capace di nascondere e camuffare le sue sensazioni e i suoi sentimenti. Lui non aveva mai capito cosa ci trovasse Eragon in lei. Certo, era bella, ma c'erano tante altre belle donne, quindi non credeva che suo fratello l'amasse per questo. Forse, era per tutto quello che avevano passato insieme. Sperava per lui, comunque, che quel disperato amore gli fosse passato in cento anni senza vederla. Altrimenti avrebbe continuato, solamente, a soffrire.

-Eragon! - grida concitate cominciarono a volare nella sala, mentre tutti cercavano di stringere la mano o di abbracciare il loro eroe, l'eroe di tutta Alagaesia. Una fitta acuta di gelosia mi punse. Diamine! Non potevo essere geloso di lui! Mi calmai e poi aspettai che tutti si risistemassero e che Eragon si accorgesse di me.

Quando gli altri membri dell'Ordine lo lasciarono respirare, Eragon si guardò attorno e mi vide. Il sorriso che fino a quel momento aveva mantenuto per salutare i suoi amici, si spense. Mi venne incontro, concitato, quasi correndo. Poi un sorriso, ancora più grande di quello precedente, gli illuminò il volto. Mi assalì letteralmente, abbracciandomi così forte, da alzarmi dalla sedia. 

Restai un attimo a guardarlo indeciso, poi lentamente ricambiai l'abbraccio e, poco dopo, mi ritrovai a stringere con forza. Ero contento, del benvenuto di Eragon. Non lo avrei mai ammesso davanti a nessuno, neanche a Castigo, ma mio fratello mi era mancato.

- Sono così contento di rivederti! Ho chiesto ad Arya e lei mi ha detto che non ti sei fatto più vedere o sentire per tutto il secolo! E adesso vederti qui...sono contento che sei tornato per darmi il tuo aiuto, fratello. - enfatizzò l'ultima parola affinché tutti potessero sentirlo e mi strinse il braccio. Sembrava quasi commosso. Eragon non cambiava mai. Vedeva sempre del buono ovunque e amava i suoi cari, teneramente. A volte, era troppo ingenuo. Avevo sempre pensato che questo sarebbe stata la sua rovina.

- Anche a me, mi sei mancato, fratello. - mi guardò negli occhi, come se cercasse di vedermi dentro. Poi, si girò attirato involontariamonete dall'arrivo di Arya al suo fianco.

Mi ricordai delle buone maniere e mi inginocchiai e la salutai secondo l'usanza degli elfi. Lei mi rispose serena, poi mi guardò un ultima volta, come ad ammonirmi, e si avviò verso l'elfo con la pelliccia.

- Non sapevo che facesti parte dell'Ordine. - la sua voce era un misto di curiosità e di affetto. Era così facile voler bene a Eragon perché era una persona senza maschere, quello che pensava diceva. Era semplice nel suo modo di vedere le cose. La vita aveva portato, invece lui, a perdere questa innocenza. Certo, anche Eragon, non era più il ragazzino ingenuo di una volta, ma la spensieratezza della vita gli era rimasta. La sua forza e il suo potere era bilanciato da questa.

- Nasuada aveva insistito. - sussultai lievemente nominandola, non potevo farci niente. Ogni volta, che pensavo a lei. Immagini della nostra vita insieme mi riempiva la mente e mi faceva sentire solo. La presenza di Castigo nella mia mente mi rincuorò. Ricordandomi che io non ero mai solo.

- Nasuada...aspetto ancora che compaia da un momento all'altro, ma suo nipote sembra mantenerla viva nei nostri ricordi, le assomiglia molto...- la sua espressione si era fatta pensierosa, molto probabilmete ricordava la donna, che avevo amato, e che lui aveva servito fedelmente.

- E' vero. -

- Vi prego di accomodarvi signori. Finalmente, siamo tutti riuniti. La riunione può avere inizio. - la voce del giovane re, adesso, era seria. 

Io e Eragon ci guardammo. Pian piano, ci sedemmo tutti attorno al grande tavolo, tutti guardavano Eragon e i suoi compagni nell'attesa che parlassero e anch'io dovevo ammetterlo, ormai, ero impaziente di sapere perché fossero tornati e perché ci avessero riunito. Sentii Eragon, affianco a me, respirare profondamente, poi ci guardò negli occhi facendosi serio e combatutto.

- Una grave minaccia sta per abbattersi, su tutti noi. - trasalii a quelle parole e poi alzai gli occhi al cielo.

E ti pareva, mai belle nostizie, Eragon, vero?



NOTE DELL'AUTRICE

Eccoci qui, in questo capitolo succedono molte cose importanti. Eragon e Arya arrivano a Ilirea conoscono il giovane Ajhiad e convocano una riunione. Ritroviamo Murtagh, a me personalmente piace molto, che arriva al palazzo e incontra suo nipote e tutti gli altri membri dell' Ordine. La mia parte preferita comunque è l'incontro tra i due fratelli (o meglio fratellastri). Spero che il capitolo vi sia piaciuto, qualsiasi cosa che trovate scritta male, incoerente o imprecisa fatemelo sapere. Non sono una che se la prende, anzi, cerco di tenerne conto per i capitoli successivi.

Posterò il prossimo capitolo, spero, tra una settimana.

Detto questo, vi ringrazio come sempre per la vostra pazienza e per il vostro supporto.

Un bacio enorme a tutti!!

_Mollica_


 





  
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