Odiava essere in quella
situazione, casa vuota, come al solito, ma il problema era che quella casa era
nuova, sospirò, era sdraiato sul letto, si sentiva solo, era solo. Yondamine?
Suo padre era troppo impegnato con i suoi affari alla ambasciata giapponese, e
sua zia Tsunade era chissà dove per
il mondo a scrivere libri.
Venne riportato alla
realtà da qualcuno che gli bussò alla porta, ah già, Shizune, la loro domestica,
allora la casa non era tanto vuota.
“Signorino? Dovrebbe
alzarsi, sennò arriva in ritardo al primo giorno di
scuola.”
Il biondino sospirò, ma
perchè a lui? Perchè? Non poteva rimanere a casa sua? In America? No, ha dovuto
sottoporsi a un anno di insegnamenti infernali per imparare il giapponese perchè
sennò avrebbe fatto fatica a dimostrare al paese loro alleato di che pasta erano
fatto i veri americani, anche se Naruto in parte era svizzero, ecco il perchè
dei suoi capelli biondi e occhi azzurri.
Il ragazzino s’alzò,
prese l’uniforme scolastica, uno schifoso grigio scuro, la indossò e poi scese.
Shizune aveva giá preparato la colazione, il biondo trangugiò il tutto, aveva
una fame terribile.
“Signorino, le ricordo
che suo padre conta su di lei per non fare brutte figure, perciò si impegni al
massimo a scuola.”
“Si, lo so, lo
so...”
Poi scese ed andò dal
autista che lo stava spettando, maledizione, aveva creduto di poter almeno fare
una passeggiata. Entrò nella limousine nera che partì
subito.
Si fermò davanti a un
edificio bianco, Naruto scese, la cartella appesa a una sola spalla, capelli
spettinati, giacca aperta, era bellissimo, non che avesse niente di speciale
apparte quegli occhi blu come mille cascate, ma trasudava uno strano
fascino.
Venne subito accolto da
un uomo dai strani capelli argentei: “Naruto Uzumaki vero? Seguimi, gli altri
sono già nelle classi.”
“Sono in ritardo?” chiese
Naruto stupito.
“No, oggi c’è stato un
incontro anticipato delle classi, si tratta dell’elezione del
capoclasse.”
“Ah.”
Attraversarono un lungo
corridoio finchè non raggiunsero una classe, Kakashi bussò e dopo un avanti aprì
la porta e disse alla signora che dentro stava presidiando le elezioni, anche se
sembravano finite: “È arrivato.”
“Bene, fallo
entrare.”
Kakashi diede una
spintarella a Naruto che entrò controvoglia nell’antro della bestia.
L’insegnante lo prese per le spalle e lo portò vicino alla cattedra, Naruto
sentiva tutti si sguardi su di se, odiava essere fissato.
“Questo ragazzi è Naruto
Uzumaki, il figlio del Ambasciatore americano, trattatelo
bene.”
Shikamaru sbuffò
scocciato e sussurrò in modo che lo potesse sentire solo il suo compagno di
banco, Kiba: “Fantastica, abbiamo un ragazzo politico.”
Kiba guardò Naruto, e poi
guardò Shikamaru: “Cosa c’è di male?”
“Beh, vedi i politici
hanno sempre come preciso fine di fare amicizia con la persona più influente del
posto.”
“Stai parlando di Sasuke
Uchiha?”
“E di chi
sennò?”
Il biondo si avvicinò
all’unico posto vuoto vicino al moro, abbozzò un sorriso che aveva imparato a
portare sempre in qualsiasi momento e disse: “Io sono Naruto
Uzu...”
“Lo so chi sei.” Lo
interrompette Sasuke senza problemi.
Il sorriso di Naruto
svanì, non era suo padre, la sua pazienza aveva un limite estremamente
facilmente valicabile.
Shika lo guardò e disse:
“Ci sono diversi modi come agiscono queste persone, c’è il modo pacifico e
amichevole come ha appena tentato, poi c’è quello della
ritirata.”
“Ti dispiace se mi siedo
vicino a te?” chiese Naruto tentando di nuovo l’approcciò
amichevole.
“Si.” Rispose il moro
seccato.
Naruto trattenne il
respiro, contò fino a dieci, suo padre diceva che doveva farlo sembre per
calmarsi, ma al momento non era servito a molto, suo padre glia veva spiegato
che si doveva avere pazienza, sempre e comunque.
“Visto, adesso si
ritira.” Disse Shikamaru come uno che la sapeva lunga.
Kiba sospirò e disse:
“Wow, non sapevo che fossero così pateti...”
Naruto estrasse
l’astuccio e lo tirò addosso al compagno, pazienza un ficco secco, quando il
paese nemico ti trattava male si sganciavano le bombe.
Sasuke lo guardò scoccato
e chiese: “Sei impazzito?”
Naruto si sedette al
posto.
“Qualcuno ti ha dato il
permesso di sederti?” chiese Sasuke arrabbiato.
Naruto prese il libro di
latino, un mattone, e glielo agitò davanti e disse: “Hai qualche problema
moretto?”
Il ragazzo rimase a
fissare scoccato il biondo, nessuno e ripeto, nessuno lo aveva mai trattato in
quel modo, nemmeno suo fratello maggiore...
Sasuke volse lo sguardo
verso l’insegnante ignorandolo completamente.
I due ragazzi dietro a
Naruto e Sasuke erano rimasti a bocca aperta, quel biondino aveva zittito
Sasuke? In che mondo parallelo erano finiti?
Poi Kiba constatò: “Credo
che Sasuke sia in status shock.”
Sikamaru sorrise e disse:
“Forse i tipi politici sono più interessanti del
previsto.”
All’ora della pausa
pranzo Naruto si era seduto in un posto libero e si era messo a mangiare dei
panini che si era portato dietro, perfetto, primo giorno di scuola primo nemico,
magnifico, ma perchè si comportava così?
“Ti possiamo fare
compagnia?” chiese una voce da dietro di lui.
Naruto si voltò e vide un
ragazzo con un cane e uno con una capigliatura tipo ananas, si ricordava di
loro, erano seduti direttamente dietro di lui: “Si volentieri!” rispose
sorridendo e i due si sedettero subito vicino a lui.
“Io sono Kiba e questo è
Shikamaru, lui preferisce essere chiamato Shikamaru ma tu chiamalo
Shika.”
Naruto strinse la mano ad
entrambi.
Shikamaru sorrise, prese
un suo panino e disse: “Abbiamo osservato la tua discussione con
l’Uchiha...”
Naruto fece una smorfia,
lo sapeva, adesso erano oltremodo oltraggati del suo comportamento verso un loro
compagno.
“È stato fenomenale.”
Rise Kiba.
Il biondino rimase
perplesso a guardare i due che ridevano come dei pazzi.
“Non siete arrabbiati
perchè ho trattato male un vostro compagno di classe?” chiese mogio
mogio.
Kiba si ficcò in bocca un
panino e rispose: “Sasuke è il rampollo della famiglia Uchiha è il signorino
perfezione, bello, bravo, intelligente, arrogante ti fa irritare e ti guarda
sempre dall’alto in basso come se lui valesse più di te.”
“Aha.” Cazzo, la famiglia
Uchiha, se suo padre scopriva che si era messo a litigare con lui lo faceva
fuori e non era una battuta.
Shika mandò giù quello
che aveva in bocca e disse: “Di norma nessuno osa dirgli cosa fare, solo gli
insegnanti, ma loro lo adorano, è stato divertente vederlo sotto shock dopo che
tu lo hai informato del tuo menefregismo di cosa voleva
lui.”
Naruto rise contento, suo
padre lo avrebbe anche ucciso, ma era felice di aver incontrato degli
amici...
Più lontano era seduto un
ragazzino che li stava osservando, i suoi occhi neri come dei pozzi erano
concentrati sul biondino, quel ragazzino lo aveva trattato malissimo, era la
prima volta che qualcuno gli faceva provare un’umiliazione tale, tremava dalla
rabbia e anche dalla felicità. Era la prima volta che qualcuno non lo trattasse
come qualcuno di cui avere paura...era una strana sensazione, vederlo sorridere
con qualcuno che conosceva da solo cinque minuti e lui che non sorrideva con
nessuno neanche dopo averlo conosciuto da una vita. Naruto Uzumaki lo
intrigava.