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Autore: soulofthemusic    02/09/2013    7 recensioni
La gioia lo invase come se fosse luce e lui un grande rosone, tavolozza di colori vivi. Si girò e abbracciò Noemi lasciandole una miriade di baci sui capelli. Lei si avvicinò al suo orecchio e mormorò: «Sei mio, ricordi?». [...] Noemi lo guardò, era una visione celestiale, era tutto il mondo che da quel momento avrebbe imparato a conoscere. Si avvicinò alle sue labbra esitante e vi posò un leggero bacio che la fece trasalire. Sì, aveva fatto la scelta giusta. Ora aveva trovato il pezzo mancante nella sua vita e poteva permettersi l’illusione della felicità.
[...]
Parliamoci chiaro: questa non è la solita storia di dolci parole e amori felici. No. Qui si parla di vite complicate, vite vuote, avvolte in una crisalide di dolore. Si parla di amori. Malati, bugiardi, ingannevoli, amori veri che ti consumano dentro. Lo sfondo poi è una guerra tra Bene e Male. Cosa volevate che ne uscisse fuori?
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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VI.
 
Bastian lavorava di fantasia, era come se stesse facendo un bricolage di tutte le storie che aveva sentito fino a quel momento. Evelin gli stava chiedendo della sua vita: scavava, voleva portare a galla un’esistenza, ma non si rendeva conto che tutto quel che otteneva con i suoi sforzi erano bugie e illusioni.
Doveva sembrare tutto verosimile, in modo da non attirare l’attenzione o suscitare eventuali sospetti. Così, su due piedi, decise di raccontarle della sua migliore amica ai tempi dell’infanzia: il modo in cui si trovavano bene a stare insieme, i guai che combinavano, le lamentele e le ramanzine da parte dei genitori seguite dalle loro risate incontrollate appena se ne andavano. Lei lo aveva sempre compreso, sapeva come prenderlo, cosa fare in qualsiasi situazione. Non parlava se lo vedeva arrabbiato, lo abbracciava. Non se ne andava se la feriva, lei restava e lo torturava con il suo silenzio. Non piangeva anche se moriva dentro, rideva con lui. Non aveva più trovato una ragazza così, un’amica così, e l’unica che avesse mai avuto l’aveva persa. Noemi ora gli sembrava una meta irraggiungibile, ma doveva riuscirci. Doveva convincerla a donargli la sua anima, doveva vincere la guerra altrimenti il Bene avrebbe cominciato a imporre le sue regole sul mondo. Guardò negli occhi Evelin, era così ingenua. Pensava di essere forte, affascinante, di avere il mondo ai suoi piedi. Non era molto diversa dalle altre umane che Bastian aveva avvicinato negli anni, inebriate dal suo profumo e dalla sua bellezza. Solo una cosa la distingueva: lei gli serviva. Era parte del suo piano, l’elemento fondamentale.
«Hai freddo piccola?» le chiese con voce sommessa notando che la ragazza si sfregava freneticamente le mani guardando all’orizzonte.
«Un po’.» fu la sua risposta. A quel punto Bastian la abbracciò e delicatamente la fece sedere in braccio a lui. Ci sapeva fare con le donne, sapeva cosa volevano e come agire per farle emozionare. La ragazza si strinse contro il suo petto dopo avergli posato un bacio sul collo e aver sussurrato: «È ora di tornare, purtroppo.»
«Tranquilla piccola, staremo ancora insieme come abbiamo fatto oggi.»
Lo sperava davvero, sperava di riuscire a scoprire di più su di lei. Fino ad ora sapeva molto sulla sua famiglia – un matrimonio felice e una sorella minore a cui badare -, ma davvero poco su di lei. Nonostante il suo compito, però, Bastian voleva conoscerla meglio anche per altri motivi che la sua mente si ostinava ancora a non voler ammettere.
 
Sembrava che tra Noemi e Gael il tempo sparisse. Non semplicemente catturato o sottomesso, ma completamente annientato. I secondi, i minuti, le ore. Concetti estremamente astratti per appartenere loro che insieme formavano qualcosa di infinitamente concreto. Avevano la consapevolezza l’uno dell’altra, come se fossero fusi in un unico, grandioso essere. Erano sicurezza e ingenuità, coraggio e paura, miscela e composto, semplice paradosso. Quello che distrugge il sistema e glorifica la vita.
I sussurri si perdevano, sfumavano in teneri baci o in dolci carezze.
«Gael, cambierà qualcosa tra di noi?» voce insicura, bassa, spaventata.
«Solo in meglio tesoro, lo sento.» voce determinata, consapevole, bugiarda.
Una menzogna, perché Gael sentiva in quel momento un interrogativo farsi strada nella sua testa. Una paura celata da un viso e una voce comparabili a quelli di attori veterani.
Il timore di perdere Noemi cingeva con braccia di ferro il cuore e la razionalità che gli appartenevano, ma non voleva uscire allo scoperto, ancora perso nel suo calore.
«Avrei voluto sempre abbracciarti così Noe. Senza limiti o restrizioni, perché sono stati gli unici nemici della felicità che ora sta affluendo in tutto il mio essere. Grazie per esserti fidata di me.» sussurrò posando un bacio sulla fronte della fragile creatura che stava stringendo tra le braccia.
Il divano, testimone del loro affetto, percepiva il flusso costante che sgorgava dai due ormai amanti. Nemmeno il vento osava interrompere la silenziosa oasi formatasi attorno a loro.
Tutto partecipava alla loro serenità. Una serenità che ben presto sarebbe stata messa a dura prova.
 
Cassia passeggiava ammirando il paesaggio innevato. I lunghi capelli corvini soffocati da una sciarpa piuttosto ampia, una di quelle che lei tanto adorava, e gli occhi color mare intenti a scrutare ogni piccola meraviglia. Occhi meravigliosi che scrutavano dietro le apparenze che tanto detestava. A volte le sembrava di essere l’unica ad averlo capito, la mimetizzazione che chiunque poteva assumere in quel mondo immenso s’intende. Sembrava che tutti gli altri fossero accecati dalla luce sulla superficie, troppo meravigliati per scavare più a fondo, troppo timorosi di veder scomparire quel bagliore. Eppure lei, questo mondo, se lo sarebbe divorato brandello per brandello pur di non scorgere più bagliori accecanti che celavano un buio atroce. Era quella la sua ambizione più grande, diceva che un giorno avrebbe navigato mari inesplorati, visitato terre dimenticate e sapeva che se ci fosse riuscita avrebbe lasciato parti della sua anima ovunque, distruggendosi pur di soddisfare quegli occhi che troppe volte avevano pianto.
Sì, perché Cassia era proprio uno di quei fasci accecanti, il più brillante forse, che dietro nascondeva un buio assoluto e vuoto, che odorava di stantio e riecheggiava di un battito accelerato. E che lei disprezzava con una determinazione assordante.
Era sempre sorridente fuori di casa, piena di vita e di energie. Forse perché mentre si trovava tra quelle quattro mura le sembrava sempre di essere in un perenne stato di pausa, fatto di genitori inesistenti e un fratello che spacciava a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Aveva tentato si salvare almeno lui, ma aveva rischiato di essere stuprata per questo e da allora stava alla larga dal suo stesso sangue e dai suoi amici. Era la scelta migliore per tutti, anche per i suoi genitori perennemente in apnea con una bottiglia di qualche nuovo alcolico.
Ora però era fuori, respirava, sorrideva e non le importava di chi o cosa l’avrebbe aspettata a casa. Una chioma bionda le si parò davanti senza avviso e, non avendola vista in tempo, andò a sbattere contro un corpo tonico, che perse l’equilibrio e accompagnò anche lei nella sua caduta.
«Scusami tanto! Io.. non ti ho visto.. e.. scusa!» diceva, annaspando per cercare di rialzarsi.
«Tranquilla, è colpa mia!» disse il ragazzo ancora steso a terra tra una risata e l’altra.
Quella risata arrivò alle orecchie di Cassia sciogliendole il cuore. Non aveva ancora concepito il motivo, ma c’era qualcosa in quel ragazzo che l’attirava. Non lo conosceva bene, si incontravano a scuola e parlavano raramente, beveva e fumava, ma stranamente aveva attirato la sua attenzione. Martin d’altronde, dopo Gael era il ragazzo più bello dell’università.
«Davvero, sono.. dispiaciuta..» farfugliò mentre gli tendeva la mano per aiutarlo a rialzarsi.
«Davvero, tranquilla. Non è un problema.» mormorò il ragazzo accarezzando quella pelle immacolata che contrastava così tanto con i capelli corvini. Un sorriso cominciava a dipingersi sul suo volto mentre vedeva le sue guance scurirsi e diventare di un rosso adorabile. Quella ragazza gli addolciva l’anima.
«Mi permetti di portarti a prendere un frappè per farmi perdonare? Per favore.» le chiese prendendola per mano.
«Ehm… va bene.» rispose lei torturandosi il labbro e abbassando lo sguardo.
Doveva andare fino in fondo, scoprire tutto di quella ragazza.
 
«È diffidente, ma fragile.» disse l’angelo, parlando con un’entità che solo lui poteva sentire.
«Devi riuscirci Caliel, è l’unica salvezza per la terra. Se il male dovesse impossessarsene.. sai già le conseguenze, non serve che te le ripeta.»
«Sì, le so. Ma non voglio trattarla come un oggetto, un semplice trofeo. Non è giusto.»
«Non devi assolutamente affezionarti a lei, è una missione Caliel. Non ti affezioni alle missioni, ma al fine ultimo.»
«Questo è pensare da demone, Aniel.»
«Non ti permettere. Siamo angeli, dobbiamo fare quel che è meglio per gli esseri umani. L’interesse di tutti, non di uno solo. Completa la missione, altrimenti dovrò mandare qualcuno a sostituirti. Intesi?» la voce adesso era dura, piena di severità.
«Intesi.» mormorò, e sapeva che il discorso era concluso.
Saltò dal tetto su cui si era appostato per fare rapporto e atterrò in una delle viuzze di Utrecht. Il cielo era nuvoloso, nascondeva la luna e una soffice e umida nebbia affollava le strade, rapendo le case e le persone nel suo abbraccio. Pensava incessantemente, la sua mente era capace di formulare diversi ragionamenti alla volta sui temi più diversi, ma in quel momento tutto convergeva verso Noemi.
Era ancora una bambina dopo tutto, e il modo in cui si era accoccolata tra le sue braccia ne era la prova. Una bambina racchiusa in una crisalide di dolore. Ne era quasi uscita, aveva avuto una forza ammirabile, ma la strada per ridurla a un polveroso ricordo era ancora lunga, e Caliel tutto quel tempo non ce l’aveva. Il Male era lì, nell’ombra di una lacrima e il tempo era un lusso che non poteva permettersi.
Ricordò la riunione di 100 anni fa, Bene e Male riuniti sulla terra per porre fine a una guerra che affondava le sue radici nella nascita dell’universo. Ma si sa, sono opposti, non potranno mai andare d’accordo e il patto che ne è scaturito ribadisce l’insensatezza di questo contrasto. Che bisogno c’era di mettere in mezzo una bambina innocente? Solo per decretare un vincitore. Uno stupido trofeo, ecco come consideravano Noemi. Ma lui l’avrebbe protetta, avrebbe fatto di tutto per vederla felice.
Le domande continuavano a susseguirsi e non si accorse di essersi imbattuto in una figura accovacciata sulla strada piena di ciottoli. Tremava e singhiozzava, riuscì a capire che si trattava di una donna. Piangeva, i suoi abiti erano strappati e sul suo meraviglioso viso stavano comparendo dei lividi scuri che le avrebbero portato alla mente ciò da cui era scappata. Poggiava le mani sulla pancia tesa, abbondante. Era il regalo che la vita aveva in serbo per lei, un dono per colmare il vuoto che adesso si era formato.
Lei non poteva vederlo, nessuno poteva e se si fosse rivelato avrebbe infranto le regole che aveva contribuito ad affermare nel corso dei secoli. Si piegò su di lei, la avvolse nelle sue ali per infonderle coraggio e conquistò il suo premio: le lacrime avevano smesso di scorrere, la paura e lo sconforto avevano abbandonato il suo viso e il suo corpo smise di tremare.
«Scappa. Vai in un posto sicuro, io ti proteggerò.» le sussurrò all’orecchio, e lei seguì i suoi consigli. Era questa l’idea che Caliel aveva di un angelo: qualcuno che aiuta, non usa e degrada.

 

 
Piccolo angolo della scrittrice:
eccomi finalmente, per favore non lanciatemi i pomodori :(
I motivi per cui ho aggiornato così tardi è che 1. non avevo ispirazione e 2. avevo ancora tutti i compiti delle vacanze da finire D: quindi vi chiedo pietà per una ragazza che ha il cervello fuso a forza di compiti :'( Vorrei anche avvertirvi che cambio il tempo di aggiornamento: ormai comincia la scuola e non avrò più tanto tempo per scrivere, quindi aggiornerò diciamo una volta al mese, senza un giorno preciso. Spero che non abbandonerete la lettura per questo, ma se lo faceste non vi porterei rancore ;) Ringrazio tutti voi di cuore per la pazienza e per il supporto che mi riservate nonostante la mia assenza, vi adoro dal primo all'ultimo <3
Un bacio, Maddy :)

 
   
 
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