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Autore: xlovedrew    02/09/2013    2 recensioni
«Ti amo» sussurrò sulle sue labbra, «Come non ho mai amato nessuno» pronunciò quelle parole così sottili eppure così cariche che il cuore del riccio fu colpito in modo terribilmente violento e piacevole.
«Sei il mio inizio e la mia fine, Louis Tomlinson e mi farai impazzire, ne sono certo» scherzò porgendo le labbra in avanti fino a toccare quelle del ragazzo. «E ti amo… per sempre» pronunciò con un tono di promessa sacra.
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Troppo fluff.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Fans call them Larry Stylinson.'
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«I love you so much» 

Otto e trenta di un freddo mattino di novembre.
La sveglia suonò insistente, disturbando il calmo sonno dei due, che nemmeno le prestarono attenzione.
Harry continuava a tenere stretto il busto di Louis, il quale solleticava il petto scoperto del riccio con lo strato di barbetta che –pigramente- si era lasciato crescere negli ultimi due giorni.  
La bocca carnosa era distesa in un rilassato sorriso incorniciato da un’accennata fossetta ed era posato lievemente sulla testa castana. Le mani minute stringevano il fianco morbido –nonostante Harry passasse pomeriggi ad allenarsi. I bacini si sfioravano appena, provocando piacere e calore sebbene lo stato di completo sonno. Le gambe erano intrecciate e i piedi si sfioravano quasi timidi.
Ed entrambi stavano così bene in quella posizione, così vicini ed innamorati, che la sveglia avrebbe potuto continuare all’infinito, ma loro si sarebbero rifiutati di compiere anche il più piccolo movimento , almeno finché lo stomaco non avrebbe protestato.
Era il loro giorno libero, o meglio, uno dei pochissimi e rarissimi giorni in cui non avevano appuntamenti, almeno fino a quel momento. Comunque, avevano intenzione di rimanere a letto fino a tarda mattinata, stretti, anche se erano stanchi di dormire. Poi Harry sarebbe sceso giù, avrebbe preparato la colazione, l’avrebbero mangiata insieme, in un calmo silenzio, sorridendosi quasi di nascosto, sfuggendo a sguardi da innamorati ed aggrappandosi ad altri. Louis avrebbe sparecchiato –perché gli andava una volta tanto- ed Harry lo avrebbe raggiunto, lo avrebbe abbracciato da dietro, iniziando a lasciare teneri baci dall’incavo del suo collo, fino all’angolo della bocca, pregustandone ed aspirandone il dolce sapore, mentre guardava il proprio ragazzo lavare i piatti con le sue mani minute e delicate, che avrebbe asciugato subito per girarsi verso Harry e dargli un piccolo bacio sulle labbra chiuse. Ma ad Harry non sarebbe bastato, perché lui vive delle carezze del suo Louis, come si vive dell’aria, così avrebbe approfondito il bacio e avrebbero camminato avvinghiati e impacciati fino alla camera, si sarebbero buttati sul letto, avrebbero ripreso fiato e si sarebbero baciati ancora, ancora, ancora e ancora, come una droga, la più dolce ed insaziabile. Avrebbero passato una sana giornata in casa, rifugiati dal mondo che non potrebbe mai capire un amore così grande e che non meritava di comprenderne la grandezza. Si sarebbero sussurrato tanti “ti amo” che avrebbero riecheggiato nei loro cuori, nonostante il tono basso. Avrebbero fatto l’amore, per sentirsi ancor più vicino di quanto già non siano. Avrebbero bisbigliato paroline dolci e frasi diabetiche, per poi scoppiare a ridere perché Harry adora quando Louis socchiude gli occhi e crea delle sottili rughe intorno ad essi e Louis venera le fossette di Harry e i suoi denti perfetti. Ed l’uno ama follemente il suono della risata dell’altro quando ride di gusto, perché sa che in quel momento è felice e la causa di quel riso è proprio lui e questa soddisfacente consapevolezza rende quel riso così perfetto.
Ma in quel momento si limitavano a dormicchiare stretti l’uno tra le braccia dell’altro, attendendo che uno dei due si svegliasse, per attuare tutti quei piani sublimi che si erano proposti.
Un cellulare squillò e l’irritante suoneria di Harry rimbombò per tutta la stanza, facendo storcere il naso del proprietario e mugugnare un «Non rispondere» stanco dell’altro.  
Harry in un primo momento ubbidì, ipnotizzato dalla voluttà di voler stare vicino al suo Louis e dal suo profumo. Così quasi dispettosamente, aveva abbracciato Louis ancora più stretto e gli aveva baciato i capelli, prima di tornare ad affondare il naso nel suo liscio.
Ma proprio quando il cellulare di Harry smise  di squillare, cominciò quello di Louis, che sbuffò sonoramente.
«Lascialo suonare» aveva implorato stavolta Harry, con voce bassa e troppo roca e sexy, secondo Louis.
Il più grande, in tutta risposta positiva, si era accoccolato ancora più al petto del ragazzo e aveva sotterrato la testa nell’incavo del collo, posandovi un tenero e lungo bacio umido ed aspirando a pieni polmoni il suo dolce profumo, che continuava ad avere nonostante il lieve sudore con il quale ci si sveglia ogni mattina. Ma era buono quel profumo, il più buono che abbia mai sentito. Sapeva d’amore e di per sempre.
Il telefono di Harry aveva ricominciato a suonare, stavolta in modo decisamente più insistente. Harry aveva sbuffato infastidito, che diavolo! Anche nel loro giorno libero dovevano rompere?
«Lascia perdere» lo pregò il grande, irritato da quell’orribile suoneria, ma ancor più dal pensiero che da lì a poco avrebbero cambiato posizione, staccandosi.
«Potrebbe essere urgente»  rispose il piccolo, in un lamento.
«Più del tuo fidanzato che tenta di dormire abbracciato a te?» replicò scettico.
«Forse…» concluse staccandosi da Lou di malavoglia e prendendo il telefono dal comodino.
Il più grande rimase con un braccio teso verso la parte di Harry, gli occhi chiusi ed un sorriso morto sul volto, il freddo che passava da sotto le coperte ed un piccolo vuoto tra le braccia.
«Pronto?» rispose con voce impastata dal sonno e dell’nervosismo.
«Harry! Finalmente hai risposto!» aveva esclamato la voce femminile quasi esasperata dall’altro capo.
«Già, ma non dovreste nemmeno chiamarmi nel mio giorno libero» le aveva fatto notare sputando tutto in tono arrabbiato.
«Non è il vostro giorno libero, è solo un giorno privo di appuntamenti, almeno fino a due ore fa. Adesso sveglia Louis e correte nell’ufficio di Magee, vi aspettano per un’intervista».
«Io ed il mio ragazzo non abbiamo la benché minima intenzione di alzarci da questo letto per le prossime ventiquattro ore» aveva protestato Harry con tono paco ed irritante.
«Harry, vorrei ricordarti che siamo i tuoi manager e sei sotto contratto» gli ricordò nonostante la ragazza sapesse quanto Harry lo trovi odioso.
«Inventatevi una scusa, dubito Louis si voglia alzare… Sai com’è fatto» tentò ancora Harry, guardando sognante il suo ragazzo e sporgendosi verso la sua guancia, dove vi posò un delicato bacio, portando il ragazzo a sorridere.
«Tipo?» aveva chiesto soffocando una risata amara.
«Dite che siamo ammalati, che abbiamo la febbre» suggerì sagace Harry.
«Perché non dirgli direttamente che avete preferito scopare, piuttosto che andare ad un’inutile intervista, che ne dici? Solo per destare meno sospetti» chiese retorica ed ironica.
«L’ho sempre detto che sei la più intelligente» affermò sorridente Harry, mentre continuava ad interrompere le parole per baciare la pelle di Louis.
«Non è divertente, Harry. Alzate il culo e filate da Megee, ora» ordinò categorica, prima di riattaccare.
Harry sbuffò infastidito, ripose il telefono sul comodino e riprese a baciare il collo del ragazzo, tentando di svegliarlo in modo dolce.
«Avanti Boo, ci tocca» soffiò sul suo collo caldo e profumato.
«Mh… -mugugnò mezzo addormentato- mi pagassero» obbiettò con il solito sono da stronzetto che assumeva quando gli si imponeva qualcosa che non voleva fare, soprattutto se erano i manager ad imporlo.
Harry ridacchiò sulla sua pelle e «Lo fanno già,» gli ricordò divertito.
«Non mi pagano abbastanza per stare lontano da te e rinunciare ad una mattinata a letto» continuò ad occhi chiusi, godendosi tutte quelle effusioni che il piccolo gli stava regalando.
«Dai, è solo un’intervista, poi torniamo e ci rimettiamo a letto» gli promise prima di mordicchiare la mascella.
«Non è lo stesso, tu non avrai quella voce sexy che ti viene solo appena sveglio e che hai avuto la brillante idea di sprecare con quell’ochetta, invece di ricordarmi che mi ami alla follia» lo punzecchiò, prendendo la nuca del riccio e avvicinandosela ancor più alla propria pelle, con le palpebre ancora calate.
Harry aveva soffocato una risata in un morso che stava dedicando al lobo del ragazzo, si schiarì la voce e sussurrò al suo orecchio «Ti amo alla follia…» tentando di imitare il più possibile il tono che a Louis piaceva tanto.
« Styles, non è lo stesso» ribadì in tono scocciato, ma addolcito da quelle carezze tanto belle.
«Avanti amore, non rende la cosa più difficile» lo supplicò passando la bocca all’angolo delle sue labbra.
Louis sospirò rassegnato, staccandosi bruscamente Harry, come se fosse colpa sua.
Il riccio lo guardò divertito lasciare la stanza e dirigersi in bagno, dopo di che buttò stancamente la testa sul cuscino e cercò di svegliarsi meglio, fissando il soffitto.
«Harry?» lo chiamò il ragazzo dall’uscio della porta con la testa china.
«Uhm?» aveva risposto l’altro alzandosi sui gomiti.
«Un giorno riusciremo a fare quello che vogliamo, anche stare tutta la giornata a letto?» aveva chiesto avvicinandosi al letto, con sguardo puntato ai piedi, delle lacrime che minacciavano di uscire e una voce che tremava leggermente. Quel dubbio lo divorava ogni volta che usciva con Eleanor, che guardava i suoi manager, i suoi fan. Il dubbio di essere condannato all’infelicità e la paura di essere per sempre una stupida marionette nella mani di un sadico burattinaio.
Non sapeva esattamente perché avesse voglia di piangere, forse perché si sentiva così impotente,così debole per difendere i suoi stessi desideri, il suo stesso ragazzo. Ma sapeva che avrebbe voluto aggrapparsi ad Harry e piangere, sentendosi dire che un giorno andrà tutto bene, che manca poco e poi sarebbero stati liberi, come mai in vita loro.
Si era seduto sul letto, con  le mani tra le cosce e aveva alzato lo sguardo verso Harry,rivelando gli occhi lucidi e sofferenti.
Il piccolo gattonò fino a raggiungerlo e lo abbracciò intenerito e dispiaciuto, avrebbero voluto difenderlo, proteggerlo da quel contratto, dal giudizio della gente, ma era troppo poco potente per farlo. Louis aveva posato la testa sul suo petto, sui due uccellini che tanto amava e che gridavano libertà.
«Un giorno, amore mio, tutto questo sarà solo un brutto e noi potremo passeggiare per le strade affollate tendendo la mano a nostra figlia ed una fede al dito» disse Harry.
A quelle parole Louis non riuscì a trattenere un piccolo sussultò tra la sorpresa e la felicità.
«Promesso?» aveva dunque chiesto, solo per una certezza di cui aveva estremo bisogno.
Ma Harry scosse il capo, prese il suo viso tra le mani e lo fissò in maniera talmente seria ed intensa che la colonna vertebrale di Louis sentì tantissimi brividi passare per le vertebre.
Il grande avvicinò le sue labbra a quelle di Harry e dopo averci posato un piccolo bacio a bocca chiusa, gli aveva leccato il labbro inferiore, facendo socchiudere la bocca ad Harry che  così gli diede il permesso di accedervi e far scontrare le lingue, le quali iniziarono a muoversi nelle bocche, con una sensuale danza che sembrava bastare per eccitare i due. Harry corrugò la fronte mentre avvicinava e stringeva il viso minuto, che assumeva un’espressione tra il rilassato e il lieve dolore e così si baciarono con estrema lentezza, come se avessero tutto il tempo a loro disposizione.
«Te lo giuro» soffiò a fior di labbra Harry,una volta che le bocche si staccarono per riprendere fiato.  
Louis posò la sua fronte su quella di Harry, fissandogli e bramando ancora quelle labbra così rosee; tolse  una mano dal suo volto, per intrecciare le dita e gettare le mani unite sul materasso sfatto. 
«Ti amo» sussurrò sulle sue labbra, «Come non ho mai amato nessuno» pronunciò quelle parole così sottili eppure così cariche che il cuore del riccio fu colpito in modo terribilmente violento e piacevole.
«Sei il mio inizio e la mia fine, Louis Tomlinson e mi farai impazzire, ne sono certo» scherzò porgendo le labbra in avanti fino a toccare quelle del ragazzo. «E ti amo… per sempre» pronunciò con un tono di promessa sacra.



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E I'M BACK!
SIETE FELICI? 
No? Nemmeno io. lol 
Uhm... allora, questa è... beh, ovviamente questa è una... uhm... una... Non so. Che diavolo è questa cosa? 
AH, GIUSTO! Una prova! 
Sì, è una prova personale. Volevo scrivere qualcosa di fluffissimo, semplice, breve, privo di trama, anst e drammaticità. 
In pratica tutto ciò a me estraneo, ma era una prova. Sono stata brava? Ci sono riusciva?
OVVIAMENTE NO, YEEEEE. 
Ma tranquille, ho due belle OS angst e lunghe da postare, al più presto. 
Quando mi andrà di correggere quaranta pagine e passa..... il che potrebbe avvenire nel duemilaecredici... ma BELIEVE GENTE, BELIEVE!
Allora, lo so, è un po' banale e anche bruttina. "Ho perso punti" postandola, ma era una prova, ripeto, ribadisco, again. 
Non so cosa esattamente ne sia uscito fuori, perché ho unito il video di H che si svegliava tratto da This Is Us (che ovviamente non andrò a vedere, non avendo nessuno che mi accompagni, wooh!) e tanti fanart a minchia che ho trovato su tumblr a minchia. 
Comunque, non so... se vi è piaciuta recensite, in caso contrario, non fatelol. non mi piacciono le recensioni negative. AHAHAH 
comprendo che non avrà molto successo, ma l'importante è averci provato. (uh, mi sento positiva!) 
Una sola domanda: vi ha fatto scoppiettare almeno un po' i feelings? Giusto un pochetto, almeno qualche immagine, l'ha fatto? 
Ditemi di sì, perché volevo scrivere una fluff che ve li mandasse direttamente a puttane (come si sul dire), ma non ci so fare con le fluff. 

Ovviamente, come sempre, elemosino qualche larryshipperfollower, perché ne ho bisogno, visto che il mio profilo dedicato a loro non viene apprezzato molto. (plebee).  So, il mio nick è sempre 
concertslove e indovnate? Mi va anche di elemosinare domande su ask! Wooh, domandete, domandate. 

Beh, adieu. Vi ringrazio per essere arrivate fin qui. 
means a lot. 
love y'all. x
   
 
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