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Autore: roby_lia    03/09/2013    2 recensioni
26 lettere, 26 parole, 26 storie per raccontare uno dei legami più complessi ed emozionanti di sempre.
Dal capitolo Ventisei: Zucchero
Loki scrollò le spalle, facendo finta di nulla “Non importa. Adesso posso mangiare i biscotti? O ancora non sono pronti mastro chef?”
“Te l’ho già detto, servono per domani”
“Ma io ho bisogno di zuccheri!”
Thor si guardò attorno, fino ad agguantare il pacchetto quasi finito di zucchero e allungandoglielo “Eccoti servito”
Loki lo fissò perplesso “Simpatico Odinson, davvero” mugugnò offeso, ma quando il biondo gli allungò un cucchiaino lo prese sul serio.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Incest
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Bacche

L’estate aveva sempre avuto un sapore particolare ad Asgard.
Sapeva di risate e schizzi d’acqua per sfuggire alla calura.
Sapeva di giochi e ginocchia sbucciate.
Sapeva di fili d’erba impigliati tra i capelli scuri di Loki e di polvere che imbrattava il volto di Thor, rendendo i suoi occhi ancora più luminosi.
Sapeva di una complicità necessaria come l’aria stessa.
Gli allenamenti, il futuro, erano ancora avvolti da un’eccitante prospettiva di gloria ed onore, da spartire insieme.
Potevano passare ancora i giorni a giocare alla lotta ed ad inseguirsi, senza sapere che sarebbe stato proprio quello a cui il destino li avrebbe condannati per l’eternità.
Thor non capì mai cosa lo spinse a cambiare totalmente ogni cosa tra loro quel giorno.
Forse il rendersi conto che non esisteva nei nove mondi qualcosa dello stesso verde degli occhi di suo fratello.
Forse erano stati gli apprezzamenti che iniziavano a fare le serve verso Loki, ammantato di una bellezza inusuale per Asgard soprattutto ora che l’infanzia stava lasciando intravedere l’uomo che sarebbe divenuto un giorno.
Forse erano le bacche che stavano mangiando, che coloravano le labbra sottili del principe cadetto con il loro succo scuro.
Aveva un che d’ipnotico quella visione: Loki con i suoi capelli scuri spettinati che gli ricadevano sulla fronte, i suoi occhi brillanti concentrati sul frutto che aveva tra le mani e la pelle chiara sporcata.
Thor non riuscì ad impedirsi d’immaginare di essere lui a baciargli le labbra, a morderle fino a farle diventare di quello stesso rosso cupo, fino a sentirlo gemere contro la sua bocca.
“Thor va tutto bene?”
Loki aveva interrotto la sua opera di saccheggio per fissare perplesso il maggiore.
Aveva le labbra e il mento impiastricciati, con una goccia che aveva già iniziato una lenta discesa lungo il suo collo pallido, lasciando dietro di sé una scia, come un invito a seguirla a ritroso, fino alla sua origine.
Madre li rimproverava sempre quando andavano a rubacchiare in anticipo le bacche che venivano usate nelle cucine, dicendoli di portare pazienza, che una volta maturate saranno ancora più buone.
Eppure Thor scoprì che il sapore leggermente aspro delle bacche ancora premature fosse perfetto con quello del fratello quando lo baciò con forza, immergendo una mano tra i suoi capelli scuri per tirarlo contro di sé.
 
I secoli passarono da quel giorno, e i principi di Asgard persero tutto.
Loki perse sé stesso a causa di menzogne di cui credeva esserne sovrano.
Perse la sua famiglia a causa di un sangue che non sentiva appartenergli eppure gli scorreva nelle vene.
Perse l’unica persona di cui si fidava, l’unico che amasse realmente, perché sapeva che Thor non avrebbe mai potuto amare un mostro.
Thor perse solo Loki, ma fu come togliere ossigeno ad un fuoco.
Si andava spegnendo lentamente, il dio del tuono.
Ogni volto che si trovava a cercarlo con lo sguardo per i vasti giardini della reggia, senza trovarlo.
Ogni volta che sentiva della pagine frusciare nella sua stanza ma quando vi entrava scopriva che era solo il vento che passava tra i suoi progetti ormai abbandonati.
Ogni volta che girava per la città e vedeva due fratelli correre nei loro giochi e lo riportavano solo per pochi istanti in un tempo ormai passato.
Scoprire che era stato tutto un brutto sogno, una parentesi amara, una bugia ben congegnata gli aveva permesso di tirare finalmente un vero respiro dopo mesi d’apnea.
Ed è stato poi che ha deciso di rinunciare a tutto.
Ha rinunciato alla sua cittadinanza per impedire che Loki, suo fratello, il compagno di tutta la sua vita fosse ucciso.
Ha rinunciato al suo regno per poterlo inseguire attraverso tutto l’universo.
Ha rinunciato al suo cuore, per donarglielo, sapendo che poteva venirne distrutto.
Ma dopotutto glielo aveva donato già tempo, se non nell’istante stesso in cui lo aveva visto da bambino poco dopo. Ed era sempre stato suo.
 
Sanno che le cose non potranno mai tornare com’erano prima. Ormai anche Thor l’ha accetto.
Eppure continua ad inseguirlo e Loki continua a lasciarsi prendere, rivivendo una pallida ombra di ciò che li legava.
Ma quello è l’unico modo che hanno per sentirsi ancora vivi, per tornare sé stessi, per guarire le ferite che si sono inflitti l’un l’altro.
Quei momenti dove la rabbia, il rancore, l’ansia e la paura vengono semplicemente sospesi, per lasciare spazio ad un attimo di stasi, come un balsamo che guarisce i loro tormenti, almeno per un po’.
A volte si chiede quanto potranno andare avanti così, quanto ancora a lungo gli basteranno i sospiri di Loki contro il suo collo ed i suoi baci rabbiosi che hanno perso tutta la dolcezza di un tempo.
Si domanda quando troverà la forza per chiedergli di più, quando gli farà domande che Loki non solo non vuole sentire, ma alle quali non vuole neanche rispondere.
Ma per quello ci sarà tempo a sufficienza.
Per ora si accontenta di vederlo riposare al suo fianco, poter giocherellare con i suoi capelli ed accarezzargli la pelle.
Preme le labbra contro la sua tempia, stringendosi a lui.
Si accontenta di sentirsi bene, anche se solo per un po’, integro come non sarebbe mai più potuto tornare.
Si accontenta di stringerlo, e ricordare, per trovare la forza d’inseguirlo il giorno dopo e quello dopo ancora.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note
Nonostante tutto (la patente che si avvicina, i libri di cinquecento pagine ancora da aprire prima che inizia scuola e sottigliezze del genere) sono di nuovo qui u.u
Se continuo di questo passo non credo che sarò mai più in grado di scrivere un dialogo degno di questo termine, ma escono fuori così da sole, io sono del tutto innocente u.u’’
Come sempre invito chi a voglia a dirmi ciò che ne pensa, perché riguardo a questa raccolta sono ancora più incerta del mio solito.
Vab, la mia tomba mi attende.
Ciao ciao
roby_lia
  
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