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Autore: queerzay    03/09/2013    1 recensioni
Alice è persa.
Louis è solo.
Alice è triste.
Louis anche.
Alice non parla.
Louis sì.
Alice è un numero.
Louis è un numero primo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1


Apri gli occhi, Alice, aprili.
E Alice li aprì.
Buio, era questo che vedeva.
Persa. 
Persa nel nero.
Il nero della notte, il nero dell'inchiostro, il nero della sua anima.
Nero.
Alice era nera.
Scrivi, Alice.
E Alice scrisse.
La bic nera che scorreva sull'intonaco già pieno di parole.
Era arrivata in quell'istituto da nemmeno due ore e la sua porzione di parete era già nera.
Parole.
Le lettere che si rincorrevano ancora prima che la penna potesse tracciarle.
Smettila, Alice.
Lasciò cadere la penna e si guardò le mani.
Numeri, numeri sulle sue mani, numeri primi.
1, 3, 5, 7, 11, 13, 17...
Alice nascose il viso tra le mani scarabocchiate e scoppiò a piangere, mentre lentamente  l'inchiostro si scioglieva e le macchiava la pelle.
Cadi Alice, stai cadendo. 
Continui a cadere.
Quando troverai il suolo?
E' questo continuo precipitare, più doloroso dello schiantarsi stesso.
Cadi, cadi, cadi.
E' il vuoto, il vuoto attorno a te.
Sei rotta, Alice, spezzata.
Anche se non ti sei ancora schiantata, sei già rotta.
Alice, alzati.
Alice si alzò in piedi e guardò fuori dalla finestra.
Era persa, le luci della città si estendevano davanti a lei, infinite.
Lei era finita, Alice sarebbe finita presto, consumata dalla tristezza, da quell'incolmabile vuoto.
Consumata dalla solitudine come la cera veniva consumata dalla fiamma.
Alice bruciava, o meglio, congelava.
Era fredda, ghiaccio, apatia, freddezza.
Alice era un blocco unico, incapace di sciogliersi.
Torna a dormire, Alice.
La ragazza si asciugò le lacrime e si infilò di nuovo sotto le coperte, tirando il piumone sopra la testa.



Louis afferrò il suo giubbotto di jeans e scese i gradini a due a due.
Uscì dal suo trasandato monolocale, la tracolla disfatta che gli penseva dalla spalla destra.
Camminò per qualche isolato, salutando e sorridendo a chiunque incontrasse, poi raggiunse la casa del suo migliore amico.
Zayn, il suo migliroe amico, abitava con i suoi genitori in una piccola villetta e non vedeva l'ora di avere una casa tutta per sè.
Louis stava seriamente pensando di proporgli di condividere la casa, ma aveva paura che poi sarebbero stati stretti.
Insomma, Louis era uno espansivo, aveva bisogno dei suoi spazi,  e Zayn altrettanto.
E poi erano entrambi disordinati, e in pochi giorni il monolocale sarebbe diventato un incubo.
Suonò al campanello e attese Zayn, gli occhi puntati sul cielo grigio e tempestoso.

Aspettò almeno una decina di minuti, prima che il moro comparisse sulla porta d'ingresso e lo invitasse ad entrare.
Louis sbuffò - Zayn trovava sempre modo di arrivare in ritardo - e spinse il cancelletto.
Attraversò velocemente il viottolo che lo collegava alla porta d'ingresso e raggiunse il portichetto della villa.
Zayn era già sparito, sentiva la sua voce dal piano superiore che gli urlava di aspettare un momento.
In poche parole Louis avrebbe potuto prepararsi il pranzo, guardare un film, farsi un pisolino, e solo alla fine Zayn sarebbe stato pronto.
Louis non sapeva perché si ostinava a passarlo a prendere tutte le mattine, non sapeva cosa avesse quel ragazzo di così particolare.
Sapeva solo che lo rendeva un po' meno triste.
E che gli poteva scroccare le sigarette tutte le volte che voleva.
Si appoggiò con uno sbuffo alla parete che si trovava alle sue spalle e aspettò, in silenzio.
Zayn lo raggiunse in un tempo davvero breve per lui - circa un quarto d'ora - e gli sorrise.
Non era un tipo di molte parole, Zayn.
La gran parte del tempo lui e Louis se ne stavano in silenzio, si supportavano a vicenda.
L'amico afferrò la sua cartella e si affrettò ad uscire di casa, sapendo che Louis l'avrebbe seguito.
Aspettarono in silenzio l'autobus, Zayn che fumava una sigaretta e Louis che fissava l'asfalto.
"C'è qualcosa che non va, Lou?" chiese Zayn ad un tratto, passandosi una mano fra i capelli scuri.
Louis sorrise amaramente e "La domanda giusta sarebbe: c'è mai qualcosa che va per il verso giusto?"
Zayn sorrise e annuì, come per fargli capire che aveva inteso perfettamente ciò che voleva dire.
A Louis piaceva Zayn.
Zayn era uno perso, non aveva i piedi per terra.
Lui era diverso, si vedeva. I suoi pensieri erano diversi, lo si capiva.
Aveva modi di fare diversi. Come spegnava la sigaretta, come si sistemava il berretto, come sorrideva.
Sembrava tormentato.
Louis scosse la testa e salì sull'autobus, con Zayn che gli copriva le spalle.
Si sedettero uno di fianco all'altro, le gambe che si sfioravano e le spalle che si toccavano.
E Zayn aspettava con impazienza, le dita che tamburellavano sulla coscia e i denti a mordere le labbra.
Louis, vedendolo in quello stato d'ansia, sorrise e gli diede un colpetto sulla spalla.
Sapeva benissimo quale fermata, o meglio chi, stava aspettando.
Si trattava di una ragazza piuttosto magra, i capelli rosso fuoco e gli occhi più verdi che Louis avesse mai visto.
Zayn non sapeva neanche il suo nome, ma Louis aveva capito che aveva perso la testa per lei.
Si vedeva dai suoi occhi. Louis aveva la strana capacità di vedere tutto e tutti, tranne se stesso.
L'autobus frenò d'improvviso, appena pochi metri prima della fermata, facendogli perdere l'equilibrio.
Sia Zayn che Louis, come tutte le persone sull'autobus, balzarono in avanti; alcuni protestarono a mezza voce con dei borbottii indignati.
Louis fece appena in tempo a vedere una macchia scura confusa fare un cenno di scuse all'autista, per poi smaterializzarsi.
Si voltò verso Zayn, al quale si era aperta la cartella e si era rovesciato tutto il contenuto sul pavimento sporco del  mezzo pubblico.
Lo aiutò a raccogliere tutti gli appunti e insieme rimesero ordine nella cartella del moro, sbuffando scocciati.
Zayn era sempre parecchio nervoso quando si trattava della rossa, che in quel momento stava per salire sull'autobus.
Louis lo sentì trattenere il respiro quando la vide fare il biglietto, con il suo misero metro e sessanta e le cuffiette nelle orecchie.
Trovava bello che Zayn avesse perso la testa per qualcuno, perché lui, Louis, non era mai stato in grado di innamorarsi.
Era un numero primo, lui. 
Non era divisibile per altri numeri, se non per se stesso e per l'uno.
Lo zero poco contava.
La ragazza dai capelli rossi si mosse verso di loro, canticchiando e agitando la testa a ritmo della canzone che stava ascoltando.
Sembrava così dannatamente felice, al contrario di lui e Zayn.
Era sempre allegra, quella tipa.
Zayn la seguì con gli occhi, irrigidendosi quando lei lo guardò e si sedette nel posto davanti a loro.
L'autobus stava per ripartire, ma qualcuno bussò furiosamente al vetro dell'entrata.
L'autista fece spalancare le porta e la ragazza salì, uno sospiro scocciato che usciva dalla sua bocca.
Louis la guardò per un momento, i capelli neri scompigliati, gli occhi scuri tormentati e le mani che tremavano.
Dalla sua spalla penzolava uno zaino eastpack nero, pieno di scritte e scarabocchi illeggibili a causa della stoffa scura.
E se le tipa che aveva rubato il cuore a Zayn era colore, la ragazza appena salita era nero.
Nero come i suoi capelli, le mani coperte da parole scritte a penna, le vans e i leggins.
Era tutta nero.
Persino  i suoi occhi.
E Louis per un momento, per pochissimi secondi, si dimenticò completamente dell'idea di non potersi innamorare.



                                                                                                                                  


                                                                                                                                                           -



Hey.
Come primo capitolo fa schifo, ma non è questa la cosa importante.
E' mezzanotte lalala. L'ora dei vampiriiii.
O forse era l'ora dei fantasmi? Boh.
Coomunque, ho finito di scrivere questo capitolo alle 2:38 di sabato notte, ahaha.
Anyway, eccomi qui che lo posto e vi rompo la minchia, sorratemi.
Grazie mille a chi ha messo la storia tra preferite/ricordate/seguite e a chi ha recensito.
Siete l'amore, davvero.
Ah, mi scuso per eventuali errori, ma posto dal portatile in cui non c'è word che mi segnala le parole sbagliate.
Un dramma, ci saranno ottocento errori di battitura di cui non mi sarò accorta.
Okè, detto questo, se avete tempo - tanto so che non ne avete, lol - e se shippate larry - tanto so che non lo fate - passate dalla mia os larry?
(non metto il link perché non so come si fa, lo so, sono una sfigata, ahah).
Fantastico, meglio che vada dadada.
See ya :) xx
  
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