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Autore: Shade Owl    03/09/2013    1 recensioni
Durante le operazioni minerarie su un lontano pianeta, l'agente di sicurezza Parker Bones viene svegliato nottetempo a causa di alcuni problemi con tre uomini che ha arrestato il giorno prima: sembrano aver contratto una qualche malattia e questo, in seguito ad altri avvenimenti misteriosi, spinge il Capitano della PCP Ascendant a chiedere aiuto.
E così, una donna viene mandata sulla nave: l'Ufficiale Valentine...
Genere: Mistero, Science-fiction, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Bones scese fino al Ponte di Attracco in compagnia del Primo Ufficiale Fletcher, scorrendo con scarso entusiasmo l’olomessaggio di quella mattina: il Capitano, nella sua immensa misericordia, si era assicurato di fargli avere il resoconto completo degli ultimi eventi, così che se lo studiasse e lo passasse poi al fantomatico “esperto” che gli sarebbe stato affiancato, se mai gli fosse stato chiesto. In sostanza, quel promemoria era un miscuglio di paroloni difficili e di noiose e noiose annotazioni in merito alla missione inviata sul pianeta due giorni prima, quando i tre minatori si erano (presumibilmente) ammalati.
Anche se non aggiungeva quasi niente a quello che già sapeva, Bones lo aveva letto e riletto, più per ingannare il tempo che altro, mentre aspettava l’arrivo del tizio con cui avrebbe lavorato.
- Ehi, Fletcher… che mi sai dire di questo “esperto”?- chiese, ripensandoci.
Non gli era stato detto molto in proposito, né lui si era mai curato di saperne di più, fino a quel momento. Meglio ammettere la propria ignoranza con Brenda che rischiare figure in un secondo momento… o peggio, ulteriori attriti con Malkovich.
Il Primo Ufficiale si strinse nelle spalle, senza sciogliere le braccia dal nodo con cui le aveva strette sul petto coperto dalla divisa blu elettrico.
- Sembra che sia una specie di genio.- spiegò - Se vuoi posso mandarti la sua scheda, ma non c’è molto. Aspetta…-
Chiuse un momento gli occhi e, un attimo dopo, l’olovisore di Bones segnalò un messaggio in arrivo. Lo aprì con una piccola smorfia, scoccando una rapida occhiata a Brenda.
- A volte me ne dimentico.- ammise.
- Di cosa?-
- Del fatto che sotto quel biondume ci sia un terminale Allnet.-
Fletcher aggrottò la fronte.
- C’è anche molto altro.- osservò - Per esempio, un sistema di controllo Delta e una serie di microprocessori analitici ad ampio spettro. E un calcolatore emozionale di base, tanto per comprendere e riprodurre i tuoi stessi stati d’animo.-
Bones non replicò, ma il suo disagio non diminuì granché: gli androidi come Brenda potevano anche essere molto utili, con tutte le loro funzioni, le elevate prestazioni di calcolo, ragionamento e la totale assenza di sonno o fatica, ma il fatto che fossero pressoché indistinguibili dagli umani… insomma, un uomo che impazzisce può essere ammanettato, ma una macchina che va in tilt?
Comunque, Brenda Fletcher era un ufficiale di alto grado, all’interno della PCP Ascendant, e a differenza di Malkovich non era poi così insopportabile, oltre che più carina. Insomma, dovendo scegliere era di gran lunga meglio di lui.
Tornò a concentrarsi sul file appena arrivato, e la sua mente si dimenticò all’istante della conversazione: era sorprendentemente corto.
Conteneva appena poche righe e la foto di un volto: secondo quanto scritto lì, l’Ufficiale Valentine (la persona che stava appunto andando ad accogliere) era una sorta di freelance sporadicamente al servizio del Governo Terrestre, e aveva ricevuto diversi encomi durante il periodo di servizio regolare, qualche tempo prima, ma oltre a questo non c’era granché di utile nel file. Sembrava aver fatto una rapida carriera da qualche parte nella gerarchia di comando, e alle spalle aveva alcuni anni di studi specialistici, ma i dettagli su una qualunque di queste cose (grado, nome completo, date di nascita e di diploma…) erano totalmente assenti.
La foto, poi, non aggiungeva praticamente nulla: il volto di una donna giovane, che dimostrava anche meno di trent’anni, lo osservava corrucciato dall’ologramma che aveva davanti, ostentando una semplice capigliatura liscia e nera, che arrivava poco più su delle spalle.
- Questa sarebbe l’esperta?- chiese - E poi, esperta in che cosa? Non c’è scritto praticamente niente, qui!-
- Mi dispiace, ma neanch’io so di più.- rispose - Ne ho parlato con il Capitano, sembra che sia una sorta di carta jolly governativa… se non sanno che pesci prendere o di chi privarsi, mandano lei e incrociano le dita. Immagino che sia specializzata in epidemiologia o in medicina.-
Bones sbuffò, riponendo l’oloproiettore: le cose non stavano andando come aveva sperato. Già la situazione si era aggravata nel corso di quelle ultime ventiquattro ore, tanto che iniziava a preoccuparsi anche lui, e adesso veniva a sapere che era addirittura entrato in scena il Governo Terrestre con una sua “esperta” senza nome né curriculum. Tutto questo significava solo due cose: rogne e straordinario non retribuito.
- Senti, almeno sai dirmi come sono entrati in scena i colletti bianchi?- chiese.
- Non sono sicura.- ammise Fletcher, mentre le porte dell’ascensore si aprivano - Credo che dipenda dalla malattia degli operai. I campioni analizzati dal dottor Lassiter non hanno dato buoni risultati, qualunque cosa sia è virulenta e potenzialmente contagiosa. In più, bisogna tenere conto dell’accaduto nel sito minerario e degli eventi di ieri pomeriggio. Questo deve aver messo paura al consiglio di amministrazione, e sai com’è… una telefonata a un amico, un favore chiesto a qualcuno, ed ecco che ci prestano un ufficiale governativo.-
Bones sbuffò di nuovo, procedendo con lei lungo la passerella dell’hangar principale. Una navetta trasporto riposava lì accanto, i motori che si rilassavano dopo il lungo volo, sospirando ed emettendo volute di calore. L’aria era ancora strana dopo la ricompressione della stanza: tutte le volte che succedeva, Bones sentiva la testa girare leggermente, come se il sistema di supporto vitale avesse difficoltà a riempire nuovamente l’ambiente con ossigeno respirabile e lasciasse dei vuoti qua e là per alcuni minuti. O forse erano scorie penetrate con la navicella e provenienti da chissà quale regione dell’universo… magari particelle di una nebulosa, o detriti polverizzati di qualche asteroide.
Il portello della navetta si aprì proprio mentre lui e Brenda si fermavano lì davanti, mostrando loro l’Ufficiale Valentine in persona mentre scendeva dal velivolo.
Vista da vicino, Bones comprese che l’impressione ricavata dal suo file era più che corretta: si trattava di una donna non molto alta e piuttosto minuta di costituzione, dalle spalle un po’ strette. Non stava guardando nessuno di loro, ma teneva lo sguardo fisso su un documento cartaceo che teneva in mano, leggendolo attraverso un paio di occhiali dalla montatura nera. Nell’altra mano stringeva la maniglia di una ventiquattrore di pelle, e indossava una formale divisa scura dell’esercito, anche se priva di gradi o mostrine. C’erano solo un paio di medaglie appuntate sul petto e una spilla a forma di saetta sovrapposta a un anello sistemata sull’orlo del colletto.
Ma crede di essere in autobus, per caso? Pensò Bones. Dov’è la tuta di volo?
Accortasi di loro, l’Ufficiale Valentine alzò lo sguardo e aggrottò appena la fronte.
- Chi di voi è Parker Bones?- chiese.
- Io.- rispose lui, alzando appena la mano. Sentendola parlare, decise finalmente che doveva avere al massimo ventisei, ventisette anni -  Ufficiale della Sicurezza Parker Bones, in servizio sulla PCP Ascendant.-
L’Ufficiale Valentine lo guardò appena, come se lo stesse valutando a vista: in particolare si soffermò sulla barba non fatta e i capelli lunghi e disordinati. Quando poi si posò sulla giacca stropicciata strinse appena le labbra, e Bones comprese di non piacerle.
- Grazie.- disse, ignorando la sua mano - E lei dev’essere Brenda Fletcher, giusto?-
Lei annuì, irrigidendo la postura.
- Sì, signora.- rispose - Primo Ufficiale Brenda Fletcher, agli ordini del Capitano Ethan Malkovich.-
- Mh.- brontolò la donna - Interessante… che modello è?-
Brenda la guardò senza capire.
- Come?-
- Un R–123?- chiese - L’anno scorso ho lavorato con un modello F–42 delle UBS Industries, ma lei sembra più avanzata. Hanno migliorato il modulatore vocale, questo è certo… non sento imperfezioni nella sua voce.-
Brenda annuì lentamente.
- Modello R–124, matricola 1652/K, Intelligenza Artificiale di classe B. Non pensavo le avessero detto che sono un’androide.-
- In effetti avrebbero dovuto, ma fa niente.- rispose con una scrollata di spalle l’Ufficiale Valentine, incamminandosi e mettendo gli occhiali in una tasca - Andiamo? Voglio parlare quanto prima con il Capitano Malkovich. Se non volete mandare i vostri uomini, verrò a prendere i bagagli più tardi.-
E passò accanto a Bones senza degnarlo di uno sguardo. Lui, sgomento, si rivolse a Brenda, che si strinse nelle spalle.
Come diavolo l’ha capito? Pensò: lui ci aveva messo una settimana per scoprire che era un'androide, e solo perché gli era stato spiegato da qualcuno.
Chi accidenti era quella donna?

Ecco il primo capitolo. Domani ne sapremo di più sulla situazione che si è creata a bordo, sull'attività della nave e dell'emergenza presente, che finora ho volutamente tenuto sul vago.
E, come sempre, le prime lettrici a comparire tra i ringraziamenti sono Ely79 e LullabyMilla, che non mancano mai di seguirmi.
A domani!

   
 
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