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Autore: _keys_    03/09/2013    2 recensioni
Seqel di “Amore Proibito”. Se volete leggere, vi consiglio di leggere prima la storia precedente per capire meglio!
-“Come stai?”- mi chiese Liam.
Ogni tanto era bello fare chiacchiere tra uomini.
-“Sto bene, ovvio. Solo che la ragazza che amo non sa più chi sono!”- dissi io ironico.
-“Cosa intendi fare?”- mi chiese.
-“Non lascerò che non si ricordi di me!”-.
-“E quindi?”- chiese ancora.
-“Quindi la farò innamorare di me! Le farò ricordare in qualche modo che lei mi amava!”-.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il sole della domenica mattina riscaldò l’aria di camera mia. Un raggio di solo si rifletté proprio sopra il mio occhio destro, e dopo aver visto l’orologio, che segnava le undici e quaranta, decisi che forse era meglio alzarsi.
Come quando Phoebe si ricordava di me, il mio primo pensiero alla mattina era sempre lei. La cosa che cambiava, era che, dopo il suo risveglio, ricordavo semplicemente, che per lei non ero più niente. Soffocai il pensiero, e raggiunsi la cucina dove mia madre stava cucinando.
-“Ah ben svegliato! Pensavo che il materasso ti avesse mangiato!”- disse sorridente dandomi un bacio sulla guancia.
Anche se le volevo bene, tutte quelle smancerie non mi erano piaciute mai. Ma apprezzai il gesto, e così sorrisi sedendomi poi sullo sgabello.
-“Vuoi fare colazione, o vuoi aspettare il pranzo?”- mi chiese mia madre, scrivendo qualcosa su un foglietto di carta. Sicuramente era la lista della spesa.
-“Non ho fame per ora!”- risposi guardandola scrivere.
Tolse lo sguardo dal fogliettino per poi guardare me.
-“Bene, io sto uscendo, hai bisogno di qualcosa?”- mi chiese poi.
-“Di Phoebe”- risposi.
Lei non disse niente lasciando che il silenzio calasse su di noi.
-“Sai che non posso”- disse dopo aver esitato nel dirlo.
-“Si, lo so”- dissi togliendo un granello di polvere immaginario dai pantaloni del pigiama.
-“Bene, io vado ci sei a pranzo?”- disse sull’uscio della porta.
-“Credo di si! Te lo farò sapere!”- dissi per poi salutarla.
Poi mi salutò anche lei e uscì.
 
Ero rimasto di nuovo solo, e non sapendo cosa fare mi misi a sedere sul divano facendo zapping. Scocciato, non trovando niente mi fermai su un canale a caso, dove stavano dando in onda una testimonianza di due sposi. L’uomo, sulla cinquantina, raccontava alla trasmissione che, quando aveva ventidue anni, stava combattendo affinché la sua fidanzata si ricordasse di lui, dopo essersi svegliata dal coma. Seduto vicino a lui, c’era sua moglie. Lui diceva di quanto fu difficile farle ricordare tutto, e nonostante lei, non si ricordasse ancora che si erano amati prima del suo sonno, si erano sposati, innamorandosi di lui.
Mi colpì molto quella testimonianza. Insomma, Phoebe poteva anche non ricordarsi di me, e di tutto quello che avevamo fatto insieme, ma io potevo almeno, farla innamorare di me, come la prima volta. Avrei desiderato che ricordasse tutto quello che avevamo passato, ma se non fosse stato così, volevo almeno sperare, che potesse innamorarsi di me. Avrei comunque cercato di farle ricordare chi ero.
Cambiai canale, troppo angosciato dal pensiero fisso di Phoebe, e cercai di pensare ad altro.
Ma, proprio mentre non ci pensavo più, mi chiamò Liam, e riaprì il discorso.
-“Allora, come è andata ieri sera?”- mi chiese desideroso di buone notizie.
-“È una lunga storia”- cercai di deviare.
-“Ok, è una brutta giornata per te, l’espressione “è una lunga storia” vuol dire fatti i cazzi tuoi, così mi farò i cazzi miei, perci..”-.
-“No aspetta”- dissi prima che potesse attaccarmi in faccia-“Cercavo solo di non pensare a Phoebe…”- mi giustificai.
-“Beh allora raccontami”- mi incitò.
-“Incontriamoci fra mezz’ora e ti racconto tutto!”- risposi io.
 
Liam arrivò puntuale. Optammo per un caffè.
-“Come sta Mary?”- chiesi appena ci fummo seduti.
-“Mi ha fatto svegliare alle due di notte per cercarle la cioccolata alla menta!”- disse straziato.
Risi.
-“E poi?”-.
-“E poi non si sa come, l’ho trovata e quando sono tornato a casa mi ha detto che non ne aveva più voglia”- concluse.
Scoppiai in una risata fragorosa, la prima sincera e spontanea dopo tanto tempo.
-“Non riderei se fossi al posto mio. La amo tanto, e amo tanto il bambino, ma sembra che quello incinto sia io!”-.
Intanto la cameriera arrivò con due caffè.
-“Te invece?”- mi chiese lui dopo aver ringraziato la ragazza che mi fissava-“Il tuo fascino non è ancora scomparso!”- continuò.
-“Cosa vuoi dire?”- domandai confuso.
-“Non hai visto come ti fissava la cameriera?”-.
-“Si, ma non per il mio fascino. Io voglio solo che mi guardi allo stesso modo Phoebe”-.
-“Come è andata?”- mi chiese.
-“Ieri sera, dopo il film, li ho seguiti fino al parcheggio. Ognuno dei due stava con la propria macchina, ma quello li la stava costringendo a salire in macchina con lui, dopo aver cercato di baciarla. Lei non voleva e io sono intervenuto. Quello stronzo è andato via, e poi lei si è ricordata di me come “il violento” dell’ospedale. Poi mentre me ne stavo andando offeso dalle sue parole, mi ha urlato un grazie sorridendo. Io non le ho risposto e sono andato via!”- gli raccontai.
-“Sei sicura che la stava costringendo? Insomma mi sembra una parola grossa!”-.
-“Anche lei si sentiva costretta se poi mi ha ringraziato!”-.
-“Senti Zayn, non è che non voglio crederti, ma non penso che lei si sia sentita costretta. Oggi si rivedono!”- mi confessò.
-“Ok basta scherzi!”-.
-“No, non è uno scherzo. Hanno optato per una passeggiata. Non mi sono sbagliato, vivo a casa con Phoebe e involontariamente ho origliato un loro discorso!”-.
-“Involontariamente si”- scherzai.
-“Ti sto solo aiutando, ha parlato anche di te!”-.
-“E che ha detto?”-.
-“Ha detto “poi quel violento dell’ospedale che voi dite fosse il mio ragazzo, ci ha staccati. Ma comunque Jason mi ha chiesto un’altra chance, e perché non dargliela?, ha detto proprio così, testuali parole amico!”-.
-“E porca troia!”- imprecai-“Non sono un violento, e che cazzo!”- proseguii.
-“Che pensi di fare?”-.
-“Spaccare la faccia di quel Jason!”-.
-“Non ti aiuterà!”-.
-“Lo so, ma devo fare qualcosa. Non posso vederla sparire tra le braccia di un altro”- dissi abbassando la voce e lo sguardo.
-“Qualunque cosa tu voglia fare, io ti appoggio!”- disse poi.
 
Chiamai mia madre per dirle che non mi fermavo a pranzo, ma tanto nemmeno lei sarebbe stata a casa, perché aveva deciso di fermarsi ai grandi magazzini per fare un po’ di shopping.
Io intanto stavo organizzando un’improvvisata a casa di Liam, che era accondiscendente.
Dopo aver mangiato una cosa al volo insieme a Liam, aspettai che lui rientrasse a casa, e dopo una mezz’oretta mi presentai alla porta.
-“Zayn, che cosa ci fai qui?”- disse Mary che mi aveva aperto la porta.
-“Tranquilla, Liam sa tutto!”- disse sussurrando-“Tu reggici il gioco!”- continuai senza farmi sentire.
-“Va bene, cosa devo fare?”- mi chiese.
-“Comincia col dire a Liam “Tesoro c’è una visita per te”- dissi imitando la sua voce.
-“Io non parlo così!”- mi puntò un dito contro.
-“E dai!”-.
-“Tesoro c’è una visita per te!”- disse poi lasciandomi entrare.
-“Grazie!”- le sussurrai ridendo.
Entrai nel salotto.
Avevano trovato una nuova casa. Era molto grande e anche bella.
-“Che ci fa il violento in casa nostra?”- chiese Phoebe alla mia vista.
-“Ah ci sei anche tu”- finsi.
-“Ci vivo qui”- disse acida.
-“Zayn è un mio amico!”- le disse Liam.
-“Non fingere di non sapere che non lo sappia. So benissimo la storia, ma non ci credo”- disse buttandosi sul divano infastidita.
Non mi piaceva vederla in quel modo.
Mary le andò vicino e l’abbracciò.
-“Scusate, se vi disturbo, lo tolgo immediatamente”- dissi seriamente cercando di non fare più quello spettacolo.
-“No figurati Zayn!”- mi disse Mary-“Perché non usciamo insieme questa sera? Tutti e quattro?”- improvvisò.
Le lanciai un’occhiataccia.
-“Non se ne parla!”- disse Phoebe gesticolando-“Ho un appuntamento con Jason ricordi?”- disse stizzita alzandosi dal divano.
-“Ancora ti vedi con quello? Non hai paura che succeda qualcosa dopo quello che ha fatto ieri?”- dissi urlando quasi.
-“Tanto perché tu lo sappia, non mi stava costringendo a fare niente!”-.
-“Si come no!”- dissi infastidito.
Non era la stessa Phoebe.
-“È vero. Mi piace e voglio provare a vedere come si comporterà!”-.
Feci spallucce.
-“Ma dai Phoebe. Lo potrai rivedere tante altre volte Jason. Digli che è saltato fuori un altro impegno. Non mi vorrai lasciare solo con questi due?”- la supplicò Mary.
-“Non se ne parla!”- continuò a gesticolare-“Non ci esco con le persone violente. L’ha quasi scaraventato a terra ieri per dividerlo da me”-.
-“Ma non dire cazzate. Mi hai anche ringraziato!”- dissi consapevole che mentiva.
Sbuffò.
-“Non ci uscirò ugualmente con voi, ho già un impegno non posso rimandarlo!”- continuò cercando di deviare.
-“Ti prego, tesoro. Fallo per me!”- la supplicò Mary.
Dove averci pensato un po’ su, e aver sbruffato parecchie volte si convinse a chiamare quel deficiente e a rimandare.
Credevo comunque che la serata non sarebbe andata liscia come l’olio, perché Phoebe desiderava non essere presente.
 
 
Uscimmo di casa verso le sette e andammo a farci una passeggiata tutti insieme.
Speravo di non incontrare Jason, altrimenti gli avrei spaccato il muso. E comunque, volevo evitare ulteriori impicci.
Liam e Mary passeggiavano mano nella mano parecchio davanti a noi. L’avevano fatto a posta perché volevano lasciarci soli.
Phoebe camminava con le braccia incrociate sul petto, e guardava altrove con espressione arrabbiata. Io mi limitavo ad avere le mani in tasca e di guardarla di tanto in tanto.
Era sempre bellissima.
Occhi chiari, capelli castani chiaro, figura slanciata, fisico magro, e lineamenti perfetti.
Era bella sia dentro che fuori, e era difficile nascondere che non lo fosse.
Il silenzio era calato su di noi, e volevo sentire la sua bellissima voce, così cercai di rompere il ghiaccio.
-“Se volevi uscire con Jason per me non c’era problema”- dissi sinceramente.
Insomma era inutile farla partecipare ad una serata, dove poi, non si divertiva affatto. Volevo che mi vedesse in una luce propizia, non cattiva.
-“Ma piantala”- disse scocciata.
-“No dico sul serio”- insistetti.
-“Si vedeva lontano un chilometro che volevi a tutti costi farmi partecipare a questa schifosa serata”- continuò mantenendo lo sguardo distante da me.
-“Senti…”-.
-“Lascia stare ormai è andata!”- disse interrompendomi e guardandomi.
-“Cosa vuoi dire?”-.
-“Che ormai sono qui e non posso fare niente”-.
-“Una cosa la potresti fare!”- suggerii.
-“E cosa?”- domandò stizzita.
-“Prova a divertirti!”- la incoraggiai.
-“Con te accanto”-.
Mi fermai di botto.
-“Ok, fa come vuoi. Non parlarmi. So che preferivi startene a scopare Jason e rimanere incinta. So che questo non era il tuo programma”- esagerai.
-“Stronzo”- disse girandosi dalla direzione opposta da dove stavamo andando.
Cazzo. Coglione. Bravo Zayn. Complimenti. Avevo esagerato….
Le corsi dietro, e le implorai di fermarsi ma lei non si decideva a farlo.
-“Ehi..”- dissi poi raggiungendola e prendendola per un polso.
-“Che vuoi?”- mi urlò quasi.
-“Senti, scusa … lo so, a volte esagero, e questa è una di quelle volte. Scusami! Ti chiedo solo di divertirti, ti giuro, non farò più certe espressioni!”- mi scusai.
-“Ok violento, ma prova a dire di nuovo quello che hai detto e non mi regolo”- disse girando di nuovo.
Le sorrisi anche se non ricambiò.
Il silenzio calò di nuovo su di noi.
-“Ti stai divertendo?”- domandai ironico per rompere il ghiaccio.
Lei si voltò verso di me con una faccia del tipo “mi prendi per il culo?”.
Poi tornò a voltarsi dall’altra parte.
Dopo cinque minuti riformulai la domanda, e lei mi guardò sempre con la stessa espressione.
Ci riprovai di nuovo ma ottenni sempre la stessa reazione.
-“Ok, ci rinuncio, non so come farti divertire!”- dissi alzando le mani al cielo.
Lei scoppiò a ridere.
-“Ok perché ridi ora?”- dissi rinunciandoci.
Lei continuò a ridere con una mano sopra la bocca e l’altra che indicava la mia giacca.
-“Che c’è?”- domandai ancora.
-“Guardati la spalla destra!”- disse continuando a ridere.
Mi girai e notai sulla maglia una macchia gialla.
-“E che cos’è?”- domandai guardando la macchia.
-“Ti dico che è stato un piccione!”- disse prendendo qualcosa dalla sua borsa.
-“No, non mi dire…”-.
-“Si, un piccione te l’ha fatta addosso!”- disse prendendo da un pacchetto un fazzolettino porgendomelo-“Tieni, pulisciti con questo”-.
-“Ma vaffanculo, proprio tutto a me eh!”- dissi accettando il fazzoletto e pulendomi la maglietta.
Lei continuò a ridere.
Io mi girai verso di lei con un’espressione per dirle di piantarla. Lei soffocò un’ultima risata e poi riprendemmo a camminare.
-“Ora ti sei divertita però!”- dissi girandomi verso di lei.
-“Sinceramente si!”- disse liberando un’ultima risa-“Non mi era mai capitato. Questa mi mancava!”- continuò.
-“Sei uscita con tanti ragazzi?”- chiesi.
-“Beh a dire la verità no. Nemmeno prima che mi succedesse l’incidente. E nemmeno quando ero ancora a Londra. Mi ricordo che un ragazzo, con cui parlo ancora, Carl, mi faceva la corte, ma poi non ricordo cosa successe. Sai il coma mi ha fatto dimenticare di parecchie cose!”- disse.
Non so se era consapevole che non ricordava nemmeno me.
-“Mary cosa ti ha raccontato su di me, esattamente?”- chiesi a quel punto incerto.
-“Mi ha detto che abbiamo avuto una storia difficile, e che ho fatto l’incidente mentre venivo da te. A casa tua!”-.
-“A casa nostra”- precisai.
-“Come nostra?”- chiese.
-“Lascia stare”- ci rinunciai-“E della nostra relazione a Londra che ti ha detto?”- continuai.
-“Relazione a Londra? Di che parli?”-.
-“Lei non…”- cercai di dire vedendola interrogativa-“Niente niente”- dissi poi.
Mary non le aveva detto del nostro amore proibito. Insomma non le aveva detto che eravamo fidanzati a Londra, e che poi il padre le aveva proibito di vedermi. Insomma non le aveva raccontato la verità, nonostante a me mi avesse detto del contrario. Mi aveva raccontato che le aveva rivelato tutto quanto.
-“Esattamente, a cosa ti riferivi quando hai detto che abbiamo avuto una storia difficile?”- chiesi ormai confuso parecchio.
-“Beh, lei mi ha detto che mio padre non voleva che venissi ad abitare con te. Mi ha detto che essendoci sempre stati per me, intendo i miei genitori, specialmente mio padre non accettava l’idea che io venissi ad abitare con te ma io ci litigai e così mi schiantai in autostrada. Inizialmente mi aveva detto un’altra versione, cioè che mi ero schiantata vicino al vialetto di casa mia, dove abita Tim, ma io non ricordavo chi era Tim”- continuò.
Frena, frena, frena. Che cazzo le aveva raccontato allora Mary?
-“E ora ricordi chi è Tim?”-.
-“Vagamente. Ma ora è morto”- continuò a raccontarmi.
-“Davvero?”- chiesi incredulo.
-“Si davvero”-.
-“Cosa ricordi di lui?”-.
-“Mi ricordo una frase molto bella. Credo che me l’abbia detta lui. Diceva: Non rinunciare. Se è amore vero, niente e nessuno può ostacolare un sentimento così forte. Niente e nessuno, tranne la morte”- disse sforzandosi di ricordare.
-“È una bella frase…”-.
-“Si ma non ricordo in quale circostanza l’abbia detta!”- ammise guardandomi.
Dovevo dirle tutta la verità. Non potevo aspettare altro tempo. Ero sicura che si sarebbe arrabbiata con me. Come facevo a dirglielo?
Mi guardava ogni tanto.
-“E tu invece cosa intendevi esattamente con l’espressione relazione a Londra?”- mi chiese interrogativa.
Era il momento per dirle tutto.
-“Mary non ti ha raccontato che ci frequentavamo anche a Londra, e che io ti ho aiutata molto”- iniziai.
-“In che senso aiutata molto?”-.
-“Si, ti ho aiut…”-.
-“Che ne dite di cenare insieme?”- chiese Liam interrompendoci.
Phoebe per un attimo continuò a guardare me poi si girò verso Liam. Io guardavo Mary deluso. Perché le stava nascondendo tutto?
-“Si, perché no?”- rispose Phoebe convinta.
Mary sorpresa dalla sua risposta, la prese sottobraccio e andarono avanti. Io rimasi dietro con Liam.
-“Tutto bene?”- mi chiese Liam vedendomi turbato.
-“Ricordami solo che dovrò parlare con Mary”-.
 
 
Dopo aver scelto il ristorante dove mangiare, ci dirigemmo lì verso le otto. Dato che era quasi metà giugno, e faceva anche caldo, decidemmo di mangiare fuori.
Per tutto il tragitto verso il ristorante, mi ponevo molte domande. Perché Mary non le aveva detto la verità? Perché a me diceva il contrario? Perché voleva che soffrissi? Così avrebbe fatto soffrire anche Phoebe.
Ero assente e non rispondevo a nessuno. Ero intento principalmente a guardare il piatto e giocherellare con quello che c’era dentro, continuando a pormi tutte quelle domande, a cui solo una persona poteva rispondere.
Non riuscivo ad accettare che non si ricordasse di me. Solo a pensare a quante ne avevamo passate per riuscire a stare insieme. Solo a pensare a tutti gli ostacoli che avevamo abbattuto insieme. Solo a pensare di prenderla per mano ancora una volta, sperando che al tatto della mia mano, potesse ricordare in qualche modo, che non era la prima volta che mi stringeva. Se solo non fossi stato troppo fragile all’inizio. Se solo quel maledetto incidente non fosse capitato…. Non potevo accettare niente, e soprattutto non riuscivo a non darmi la colpa di tutto l’accaduto.
Se solo il nostro amore puro avesse ripreso vigore. Se solo la  nostra voglia di capirci profondamente fosse tornata nuovamente. Se solo non avessi fatto certi errori. Non me lo perdonavo. Era tutta colpa mia.
 
 
Ero avvolta in questi pensieri, e non ascoltavo nemmeno quello che dicevano gli altri.
-“Zayn? Pronto?”- disse Maryy passandomi una mano davanti al viso.
-“È?”- risposi.
-“Ci sei?”- chiese ancora.
-“Chi?”-.
-“Come chi? Tu! Stai bene?”-.
-“Ah si, sto bene…”-.
-“Sei sicura? Cos’hai?”- chiese Liam.
-“Sono solo… stanco”- dissi incerto.
Non ero stanco perché avevo sonno.
No, ero stanco di tutta quella situazione. Eravamo all’inizio, ma avevo già perso le mie speranze. Ma non potevo perderla. Non potevo non combattere.
Phoebe mi guardava con un’espressione strana.
-“Prova a divertirti tu ora”- disse lei fissandomi.
Aveva ragione.
-“Si scusate. Riflettevo. Scusatemi davvero!”- mi scusai tirandomi su.
Se me lo chiedeva Phoebe dovevo farlo.
Passavamo solo all’antipasto, e avevamo ancora un’intera serata davanti.
Cercai di essere più reattivo.
Parlammo del più e del meno, e stavo cercando davvero di rispondere a tutto e di divertirmi, ma quelle domande mi frullavano per la testa, così a tratti, mi richiudevo in me stesso.
Quando arrivò al primo, potei notare che Phoebe soffriva ancora di anoressia. Rifiutò il piatto dal cameriere, dicendo che avrebbe preso il secondo.
-“Tesoro, stasera stai mangiando un po’ di più. Cosa ti sta succedendo? Di solito mangi solo cose fresche, o comunque solo una portata! Stai facendo progressi!”- disse Mary accarezzandole la schiena e incoraggiandola.
-“Non lo so nemmeno io. Hai ragione comunque!”- disse sorridendo.
Io l’avevo aiutata a superare il suo problema, e quando era con me mangiava sempre di più. Forse non era tutto perso, forse si sarebbe ricordata di me.
-“Che scuola frequenti?”- mi chiese Phoebe.
Io rimasi sorpreso dalla sua domanda.
-“Beh, frequento giurisprudenza al college, ma credo di lasciare, almeno per quest’anno. Ho bisogno di riposo!”- dissi sinceramente.
-“Anche io avrei bisogno di riposo!”-.
-“Come va a te il liceo?”- chiesi.
-“Male … mi hanno bocciata!”-.
-“Come mai?”-.
-“Beh, sai … con tutto quello che è successo … ho … ho perso … molti…”-.
-“Ho capito scusa la domanda!”- dissi vedendola in difficoltà.
Lei mi sorrise.
Il suo sorriso era la mia droga. Amavo vederla sorridere.
 
 
Finimmo di mangiare, e decidemmo di farci una passeggiata.
Io e Phoebe eravamo di nuovo soli.
-“Che cosa avevi mentre mangiavamo?”- mi chiese rompendo il ghiaccio.
-“Pensavo”- dissi guardando in basso con le mani in tasca.
-“A che cosa?”-.
-“A tante cose …”-.
-“Per esempio?”-.
-“Al college, alla mia vita, alle persone a cui voglio bene…”-.
-“Cosa intendevi prima, quando hai detto che mi hai aiutata a superare un problema? Quale problema?”-.
Non risposi in cerca di parole adatte.
-“Pronto? Allora?”- insistette.
-“È difficile…”- cercai di cambiare argomento.
-“Dayn … so che è diff…”-.
-“Dayn?”- la interruppi.
-“È il tuo nome!”- disse lei interrogativa della mia reazione.
Perfetto non sapeva nemmeno il mio nome.
-“Zayn!”- la corressi.
-“A già Zayn… niente è difficile. La matematica è difficile, contare le stelle in cielo è difficile, contare la sabbia è difficile, nuotare per tutto l’Oceano Pacifico è difficile. Raccontare non è difficile”- disse guardandomi negli occhi.
-“Credimi, invece è molto difficile”-.
-“Perché non vuoi dirmelo?”-.
Mi scese una lacrima.
-“Perché piangi?”-.
-“Una volta ho sentito dire una frase: piangere non è sinonimo di debolezza, piangere vuol dire sfogarsi”- dissi cercando di farle ricordare qualcosa.
-“L’ho sentita anche io”- disse premendosi le meningi cercando di ricordare-“Si ecco. Stavo piangendo e un ragazzo me l’ha detta. Credo sia stato Carl. Come fai a sapere questa frase?”- disse incerta.
-“Pura coincidenza. Niente di più”- risposi asciugando le mie lacrime.
-“Non hai ancora risposto alla mia domanda!”- mi ricordò.
-“Phoebe io ho sonno che ne dici di andare a casa?”- ci interruppe Mary.
Come quando Liam ci aveva interrotti nel pomeriggio, rimase a fissarmi aspettando la mia risposta.
-“Avanti Zayn rispondimi!”- continuò ignorando la domanda di Mary.
-“Non posso risponderti!”-.
-“Ok mi faccio i cazzi miei. Andiamo Mary”- disse incazzata prendendo sotto braccio Mary e andandosene.
Liam rimase con me.
-“Cosa è successo Zayn?”-.
-“Ricordami sempre che devo parlare con Mary”- risposi un’altra volta.
 
 
Spazio autrice.
Tadaaaaa! Come promesso ecco un capitolo più decente. Sinceramente mi piace. Zayn e Phoebe parlano molto. Voi cosa ne pensate dei loro discorsi? Cosa succederà nel prossimo capitolo? Cosa farà Zayn con il college? Zayn le rivelerà quale problema l’ha aiutata a superare? C’è ancora una speranza tra loro due?
Ditemi cosa ne pensate con una mini recensione. Anche lunga se volete! XD Insomma recensite!
Un’altra cosa. Nella storia precedente avevo detto che in questa storia avrei inserito dei Pov’s di Phoebe. Non sono sicura di inserirli, perché anche se mi piacerebbe inserire il punto di vista di Phoebe, non mi va di interrompere quelli di Zayn. insomma la storia precedente è stata raccontata interamente da lei, e ora bisogna lasciare un po’ di spazio al moro. Però, dato che, soprattutto verso la fine della storia, il punto di vista della ragazza aiuterà a capire meglio la storia, credo di inserire alcuni capitoli dove la storia è raccontata da lei. Ditemi cosa ne pensate perché sono nel panico più totale. Ditemi se per voi è una bella idea! Ci tento a sapere di quello che pensate.
Un bacione a tutte e scusate per la noia del mio commento! Ciauuu! <3<3<3
 
P.S: Recensiteee! <3   

 
  
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